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Tag: Sanità

Gave carenza di medici di base nelle valli e in montagna: servono almeno cento professionisti in 550 Comuni piemontesi

La Giunta intende incentivare, anche economicamente, i medici di base disponibili a lavorare in questi territori? E come? Sul tema, discuterò domani un Question Time appena presentato in Consiglio Regionale.

Oltre 50 medici di base in meno in tre anni: una carenza che, nelle valli e nei piccoli Comuni del Piemonte, è ormai una vera emergenza. Se nel 2019 erano in servizio 3.109 medici, oggi sono solo 3.057: un medico ogni 1.350 abitanti (dato medio: nei territori montani la carenza è ancora maggiore): si calcola che la nostra Regione abbia necessità di almeno cento ulteriori professionisti in 550 Comuni. Sia dunque la Giunta Regionale a incentivare i medici disponibili a operare in questo tipo di territori: urge controbilanciare dal punto di vista economico il criterio che vede questi medici retribuiti in base al numero degli assistiti (dunque, a parità di condizioni, la maggioranza dei medici preferisce lavorare nei centri più popolati). I numeri sono significativi: tra il 2017 e il 2022 in Piemonte sono andati in pensione circa 900 medici di base e si stima che altri 1.700 lasceranno tra il 2023 e il 2032. In Piemonte ogni anno cessano il servizio 350 medici di medicina generale e il gettito formativo dei nuovi laureati non è sufficiente a coprire i posti vacanti. Domani, con il mio Question Time, chiederò alla Giunta come intenda sostenere e incentivare i medici di medicina generale a lavorare nelle zone montane al fine di trovare soluzioni a una carenza che sta pesantemente penalizzando centinaia di migliaia di piemontesi.

Dalla parte delle Associazioni, perché l’USU torni un’eccellenza

Presente anche io, poco fa, in piazza Castello a Torino per chiedere il pieno diritto alla salute per le persone con paraplegia e tetraplegia.

Sosteniamo e sottoscriviamo convintamente le richieste delle Associazioni – I Do di Torino, Coordinamento Para-Tetraplegici del Piemonte di Torino, Ancora di Novara, Idea di Alessandria e Arcobaleno di Asti – che hanno manifestato, questa mattina di fronte al Palazzo della Giunta Regionale, per il pieno rispetto del diritto alla salute per le persone con paraplegia e tetraplegia. Di questo tema mi sono costantemente occupato in Consiglio Regionale negli ultimi due anni, con il più recente Question Time discusso martedì scorso a Palazzo Lascaris. In particolare, riteniamo non più rimandabile il ritorno alla piena capacità e alla piena attività dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, secondo piano compreso. La riapertura della vasca riabilitativa, proprio in concomitanza con la presentazione della mia interrogazione, è stata una prima, ma solo parziale, buona notizia. Crediamo che ci sia spazio per intraprendere un percorso costruttivo e sensato che porti, tra le altre priorità, alla riduzione di liste d’attesa che attualmente arrivano a sfiorare i due anni e alla costituzione di un dipartimento di coordinamento delle USU piemontesi. Ci auguriamo che la stessa Giunta Cirio condivida questi obiettivi. L’USU di via Zuretti 24 a Torino deve tornare a essere un’eccellenza del nostro territorio e un punto di riferimento per tutti quei pazienti con lesioni midollari che, negli ultimi tempi, sono stati troppe volte costretti a rivolgersi ad altre strutture, talvolta fuori regione o a pagamento.

Riaperta questa mattina la piscina dell’USU di Torino: buon risultato, ma non fermiamoci qui

Apprendiamo della ripresa delle attività presso la vasca riabilitativa dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, ripresa avvenuta proprio poche ore dopo la presentazione del mio Question Time sul tema, appena discusso in Aula. Adesso chiediamo con forza di accelerare i tempi sugli altri fronti, oggetto delle richieste delle Associazioni, per riportare in auge un’eccellenza del nostro territorio che non possiamo permetterci di perdere o ridimensionare. Sul tema ci giungono altre segnalazioni e porteremo in Consiglio Regionale altri atti.

Evidentemente presentare Question Time serve: è notizia (ottima) di questa mattina, confermata dall’Assessore Icardi a verbale, la riapertura della vasca presso l’Unità Spinale Unipolare di via Zuretti 24 a Torino. Proprio nel primo pomeriggio di ieri avevo presentato in Consiglio Regionale il mio atto che ne sollecitava la riapertura dopo l’inattività durante la pandemia.

Verificheremo che, come da noi richiesto e dalla Giunta promesso rispondendo al mio quesito, proceda spedita anche la parziale riapertura di una parte (tra gli 8 e i 10 posti letto) dell’area di degenza al secondo piano della struttura, passo che dovrà poi portare a una piena operatività in tempi ragionevoli. In questi mesi, sempre più spesso i pazienti con lesioni midollari si sono rivolti ad altre strutture, talvolta fuori regione o a pagamento. Compito dell’USU torinese, alla quale fanno riferimento cittadini da tutto il Piemonte, è seguire i pazienti lungo tutto il percorso di vita. A lungo la piscina – perfettamente funzionante, riscaldata e puntualmente monitorata – non è stata utilizzabile dagli utenti. Ci giungono altre segnalazioni e porteremo in Consiglio Regionale altri atti.

Sosteniamo e sottoscriviamo le richieste delle Associazioni – I Do di Torino, Coordinamento Para-tetraplegici del Piemonte di Torino, Ancora di Novara, Idea di Alessandria e Arcobaleno di Asti – che stanno organizzando, per la mattinata di dopodomani (giovedì 29 settembre, ore 11.00), una manifestazione in piazza Castello a Torino per sottolineare quanto sia indispensabile che le Unità Spinali della nostra regione tornino a essere pienamente efficienti e sinergicamente collegate in modo da garantire e salvaguardare la salute di tutti coloro che hanno subito un danno al midollo spinale. Siano finalmente mantenute le varie promesse fatte in Aula e nei frequenti incontri con le Associazioni. Sul tema ci giungono altre segnalazioni e porteremo in Consiglio Regionale altri atti.

Ematologia all’Ospedale di Chieri: sia consolidata e potenziata

Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale per chiedere l’assunzione di un secondo medico specializzato e che il servizio sia finalmente ufficializzato e stabilizzato dopo anni di effettiva attività.

La lezione impartita dalla pandemia dovrebbe ormai essere chiara a tutti: il Sistema Sanitario deve essere potenziato, non smantellato. Ne va della salute di tutti i cittadini. Ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta di attivarsi nei confronti dell’Asl To5 affinché quest’ultima assuma un nuovo ematologo che, affiancando l’unico specialista attualmente rimasto in servizio, possa garantire la continuità delle cure ai 150 pazienti rimasti in carico presso il servizio di Ematologia dell’Ospedale Maggiore di Chieri. Chiederò inoltre l’ufficializzazione del servizio che, nei fatti, l’Ambulatorio di Ematologia dell’Ospedale garantisce da decenni. I residenti tra la collina torinese e il Carmagnolese devono poter contare su un polo attivo a pieno regime com’era fino alla pandemia. Al momento 44 pazienti su circa 200 fino a poche settimane fa in carico presso l’Ospedale Maggiore di Chieri sono stati accolti a Candiolo, polo che – se rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e oltre – non è sufficientemente collegato dal trasporto pubblico con le zone di Chieri e di Carmagnola, con i disagi e le difficoltà che questo comporta per i pazienti. Consolidare il servizio di Ematologia a Chieri non significa soltanto garantire il diritto alla salute dei 300mila residenti dell’Asl To5, ma evitare che Chieri e il suo territorio perdano un altro pezzo di sanità. Chiederò inoltre, con la mia interpellanza, quanti siano in tutta l’Asl To5 i medici specializzati in Ematologia, suddivisi per presidio.

La funzione di Ematologia all’Ospedale Maggiore di Chieri sia potenziata, non dispersa

I residenti tra la collina di Torino e il Carmagnolese devono poter contare su un polo attivo a pieno regime, com’era fino alla pandemia: chiediamo di audire al più presto in Commissione Sanità i dirigenti dell’ASL To5 e dell’Ospedale, nella convinzione che certe decisioni strategiche debbano essere condivise con il territorio coinvolto. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

La questione si riassume in poche parole: il territorio di Chieri e, in gran parte, di Carmagnola non può prescindere dalle funzioni di Ematologia svolte, fino alla pandemia a pieno regime, dall’Ospedale Maggiore di Chieri. Una convinzione ancora più solida dopo aver discusso sul tema, poco fa a Palazzo Lascaris, il mio Question Time, al quale ha risposto l’Assessore Icardi. L’unico criterio è, per noi, il diritto alla salute e alle cure dei cittadini: diritto che sarebbe, se non negato, quantomeno ostacolato da uno spostamento della funzione a Candiolo, polo che peraltro rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e oltre. Il punto è infatti relativo alla mera distanza geografica e alla difficoltà di raggiungere una zona servita in maniera oggettivamente non ottimale in termini di trasporti. Chiederò di audire al più presto in Commissione Sanità i dirigenti dell’ASL To5 e dell’Ospedale, nella convinzione che certe decisioni strategiche, che hanno un impatto forte sui cittadini e sulla loro salute, debbano essere condivise e concordate con i territori coinvolti. Non sia ignorata la lezione della pandemia, che dovrebbe aver reso palese a tutti l’urgenza di potenziare, e non depauperare, la Sanità sul territorio. I numeri sono significativi: l’IRCCS di Candiolo si è reso disponibile a garantire la presa in carico e la continuità adeguata di cure per 44 pazienti su 200 pazienti complessivamente in carico presso Chieri. Ci sono spazi e modi per trovare una soluzione. Ci importano poco le sottigliezze di forma e le questioni di nomenclatura: servizio o funzione che sia, non si privino i cittadini di questo punto di riferimento sul territorio chierese.