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Tag: Sanità

Vaccini, ora a scarseggiare sono gli antinfluenzali

Virus mai così aggressivo da anni a questa parte: le dosi disponibili e quelle in arrivo basteranno per tutti i piemontesi? Lo chiederò domani alla Giunta Cirio con un Question Time in Consiglio Regionale.

C’è un problema che molti medici di famiglia stanno denunciando: per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a disposizione, hanno provato a ordinare nuove dosi: senza successo. Un campanello d’allarme da non ignorare, dal momento che la questione è delicata. Domani chiederò alla Giunta, con un Question Time appena presentato, se e in che tempistiche arriveranno nuove dosi in numero adeguato per soddisfare le richieste dei Medici di Medicina Generale e consentire ai piemontesi di proteggere se stessi e chi li circonda. I numeri parlano chiaro: L’influenza – tra le prime dieci cause di morte in Italia – coinvolge ogni anno tra 4 e 12 italiani su cento. A un mese abbondante dall’inizio della campagna vaccinale, sono state consegnate in Piemonte meno di 700 mila dosi (dato aggiornato al 24 novembre), in base ai cinque tipi disponibili. Altre 20 mila dosi di rinforzo dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Gli esperti si aspettano, per i prossimi mesi, un virus particolarmente aggressivo, che colpirà una popolazione meno immunizzata dopo due anni durante i quali il virus influenzale si è manifestato in maniera meno diffusa del passato. Inoltre, dal momento che anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, una copertura vaccinale diffusa può aiutare il Sistema Sanitario a distinguere meglio i casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi ai Pronto Soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

INTERPELLANZA – Rete Reumatologica e PDTA in Reumatologia, a che punto è il Piemonte?

Premesso che:

  • la realizzazione di un Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per le malattie reumatiche infiammatorie e auto-immuni nasce dalla necessità di standardizzare criteri condivisi per la diagnosi, terapia ed assistenza dei pazienti affetti da tali malattie;
  • il PDTA rappresenta uno strumento fondamentale che, attraverso la collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare, consente di:

a) identificare gli attori responsabili ed i rispettivi ruoli all’interno del percorso di cura;
b) uniformare il più possibile le modalità e l’efficacia delle cure prestate ai malati reumatici sull’intero territorio nazionale;
c) dare ai pazienti una opportunità di cura sempre nelle fasi precoci delle malattie reumatiche; ridurre i tempi di attivazione delle procedure ed abbattere le liste di attesa;
d) definire le attività da svolgere e gli indicatori di monitoraggio;
e) scambiare informazioni;
f) ridurre i costi impressionanti che gravano sul Sistema Sanitario Nazionale dovuti alla diagnosi tardiva delle malattie reumatiche.

  • la realizzazione di un PDTA permette quindi di definire in modo chiaro e condiviso un percorso di cura in grado di:

a) garantire una diagnosi precoce;
b) effettuare una valutazione multidimensionale del bisogno di salute;
c) integrare la pluralità degli interventi;
d) garantire l’appropriatezza delle prestazioni;
e) migliorare la qualità dell’assistenza;
f) garantire la presa in carico del paziente senza frammentazione del percorso;
g) gestire correttamente la patologia riducendo le complicanze;
h) garantire equità di accesso ai trattamenti sul territorio nazionale;
i) garantire una maggiore sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.

Dato atto che:

la Delibera del 1 giugno 2018, n. 36-6977 avente oggetto “Recepimento Accordo Stato Regioni del 14/4/2016, per assegnazione alle Regioni risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi del PSN anno 2016, art. 1, c. 34 e 34 bis della L. 23/12/96 n. 662 e smi. Approvazione delle schede di progetto relative alle risorse vincolate per l’anno 2016 assegnate con DDGR 35-3152 del 11.4.16 e n. 42-4921 del 20.4.17 e presa d’atto rendicontazione schede di PSN dei progetti 2015” ha disposto tra le varie linee progettuali anche la “Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei percorsi assistenziali” avente titolo “PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese” per una durata pari a 36 mesi (2016-2018).

Rilevato che:

  • è emerso da varie fonti che dopo oltre cinque anni dall’avvio del progetto sopra indicato le patologie reumatiche non abbiano ancora dei PDTA validati e condivisi, mentre la rete reumatologica sembra ferma alla linea di partenza solo con il censimento delle strutture (non suddivise in Hub, Spoke e ambulatori);
  • in alcune Regioni d’Italia vi sono già reti reumatologiche attive da diverso tempo: Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Veneto e altre.

Osservato che:

  • una buona rete reumatologica è un importante strumento di governance in quanto da essa, attraverso una piattaforma informatica che collega le strutture reumatologiche di livelli diversi, può realizzare uno scambio di esperienze e di dati necessari per l’elaborazione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali che siano più appropriati nella gestione del paziente reumatologico;
  • la rete risulta fondamentale anche nel monitoraggio della somministrazione dei farmaci biologici nell’ottica di una maggiore ottimizzazione del rapporto costi/benefici di tali terapie innovative;
  • la rete consente un più equo accesso ai servizi e una più ricca raccolta dati necessaria ad alimentare le informazioni dei registri di patologia ed eventuali progetti di ricerca;
  • la rete di patologia incontra i programmi di territorializzazione e della valorizzazione del medico di medicina generale.

Constatato che:

  • è evidente quindi la necessità crescente di utilizzare tutti gli “strumenti di governance” che consentano di rispondere allo stesso tempo alle urgenze e criticità espresse dai pazienti, garantendo qualità ed uniformità di cure su tutto il territorio nazionale;
  • uno degli strumenti che maggiormente risponde a queste necessità, in particolare quando si parla di patologie croniche, è rappresentato dal PDTA.

Considerato che:

  • in Italia le malattie reumatiche colpiscono più di cinque milioni di abitanti, cioè quasi un decimo della popolazione, con predilezione per le donne in misura di oltre 3 volte superiore agli uomini;
  • le malattie reumatiche costituiscono la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari;
  • l’incidenza delle malattie reumatiche aumenta di anno in anno e le conseguenze per le persone affette da tale patologia sono preoccupanti.

Considerato, inoltre che:

  • è fondamentale dare un ruolo da protagonista alla rete reumatologica piemontese nella definizione del percorso di ura per le patologie reumatiche, con lo scopo di ottimizzare ed uniformare in ambito metropolitano il processo di gestione del paziente reumatologico;
  • la rete risulta quindi fondamentale nel processo di miglioramento della qualità di vita dei malati reumatologici e onseguentemente nella riduzione dei costi sociosanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi.

Appurato che:

il 63% delle Associazioni ha ricevuto segnalazioni relative a licenziamenti, mancati rinnovi di contratti lavorativi o interruzioni del rapporto di lavoro della persona con malattia cronica e rara, proprio a causa della propria patologia.

Rilevato, altresì che:

  • a ottobre 2019 la Regione Abruzzo ha deciso di istituire un tavolo tecnico, insediato al Dipartimento Sanità, per individuare percorsi immediati per la presa in carico e la terapia dei pazienti;
  • anche altre Regioni come la Lombardia e la Calabria hanno istituito dei Tavoli tecnici operativi specifici.
    Tenuto conto che:
  • per poter arrestare la malattia ai primi stadi è necessario ottenere una diagnosi e una terapia precoce, quindi il malato reumatico deve poter disporre di una organizzazione sanitaria integrata sul territorio di residenza, organizzata a più livelli, che veda collaborare fianco a fianco il MMG (medico di medicina generale) e gli specialisti: il reumatologo, l’ortopedico, l’immunologo, il dermatologo, lo psicologo e altre figure professionali opportune per un’adeguata attività multidisciplinare;
  • è il medico di medicina generale infatti, che deve avere un sospetto precoce ed inviare allo specialista il potenziale malato reumatico.

Valutato che:

  • è indispensabile una fotografia del reale, dalla quale partire per una ristrutturazione generale della reumatologia
    piemontese, che consenta di razionalizzare la distribuzione della specialità sul territorio, eliminando al
    massimo la mobilità extra-regionale e, conseguentemente, riacquisendo il totale controllo della spesa e
    dell’appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche, terapeutiche, di ricovero e riabilitative;
  • è importante rivedere la distribuzione dei farmaci biologici da parte dei centri privati convenzionati: un accesso
    equo alle cure sul territorio regionale ridurrebbe le liste d’attesa e la conseguente mobilità interregionale;
  • il fine è quello di contribuire al miglioramento della tutela per le persone affette da malattie croniche,
    riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando la qualità di vita,
    rendendo più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza e assicurando
    maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini;

INTERPELLA

la Giunta regionale per sapere:

  • se il progetto indicato e finanziato dalla Delibera n. 36-6977 del 1 giugno 2018 “Linea progettuale 2. Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei percorsi assistenziali” avente titolo “PDTA in Reumatologia: sviluppo della rete reumatologica piemontese” si è concluso e con quali risultati;
  • a che punto è il PDTA per le malattie reumatiche;
  • se esiste una piattaforma informatica dedicata alla rete reumatologica e sia dotata di idonei software che permettano il collegamento e lo scambio di informazioni tra le varie strutture regionali;
  • chi sono i riferimenti medici e Associativi coinvolti nel Coordinamento regionale Associazioni malati cronici;
  • se esiste anche in Piemonte, come nelle altre Regioni, un Tavolo tecnico e chi partecipa alle riunioni e con quale cadenza;
  • cosa intende fare questa Regione per adeguarsi al resto d’Italia e migliorare la qualità di vita dei malati reumatologici e conseguentemente ridurre i costi sociosanitari delle patologie di cui sono affetti, che nel caso delle patologie reumatologiche sono elevatissimi.

QUESTION TIME – Campagna di vaccinazione antinfluenzale: le dosi in arrivo basteranno per tutti i piemontesi?

Premesso che:

  • l’influenza si colloca tra le 10 principali cause di morte in Italia (ogni anno interessa tra il 4 ed il 12% della popolazione italiana);
  • l’influenza rappresenta un problema di sanità pubblica che può essere contrastato con il vaccino: strumento efficace per prevenire la malattia e le sue complicanze;
  • in Piemonte la Campagna vaccinale contro l’influenza è iniziata il 24 ottobre. E’ condotta con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta e con le Farmacie che ne abbiano fatto richiesta (e che rispondano a definiti criteri organizzativi e strutturali).

Rilevato che:

  • la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente alle persone dai 60 anni in su, a chi soffre di patologie gravi (malattie renali, cardiache, respiratorie, epatiche, diabete), a soggetti ricoverati in strutture per lungodegenti, a donne in gravidanza e donatori di sangue;
  • è consigliata anche a chi svolge attività lavorative di interesse collettivo o a chi potrebbe trasmettere l’influenza a persone ad alto rischio di complicanze.

Constatato che:

  • la strategia della Campagna vaccinale non consiste nel ridurre la circolazione del virus vaccinando tutta la popolazione, bensì nel vaccinare le categorie di soggetti a rischio per evitare complicanze legate all’influenza.

Verificato che:

  • in data 18/07/2022, a seguito dell’espletamento di procedura aperta (gara 20-2022), sono stati sottoscritti gli Accordi Quadro, a favore delle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Piemonte, dell’Azienda USL Valle d’Aosta e dell’ASREM Molise, per la fornitura di vaccini antinfluenzali per la campagna di vaccinazione 2022-2023;
  • al 24 novembre sono state consegnate in Piemonte quasi 700 mila dosi, in base ai cinque tipi disponibili;
  • dovrebbero arrivare nei prossimi giorni altre 20 mila dosi di rinforzo.

Appurato che:

  • da fonti giornalistiche è emerso che diversi medici di famiglia per soddisfare le richieste dei propri assistiti, avendo esaurito i vaccini a loro disposizione, nei giorni scorsi non siano riusciti a ordinare delle nuove dosi.

Osservato che:

  • dai primi monitoraggi i casi di sindrome influenzale quest’anno risultano in crescita;
  • il Piemonte è tra le Regioni che hanno l’incidenza più alta.

Considerato che:

  • l’influenza quest’anno sarà più aggressiva. Non tanto per i sintomi, ma per il fatto che da due anni l’influenza si è manifestata meno (grazie al distanziamento e all’uso delle mascherine) e le persone sono meno immunizzate;
  • non si sa ancora quando l’influenza raggiungerà il picco massimo, ma in ogni caso, il momento migliore per vaccinarsi è tra novembre e dicembre;
  • anche per questa stagione è attesa una co-circolazione di virus influenzali e Covid, vista la somiglianza tra i sintomi, una copertura vaccinale diffusa può aiutare il sistema sanitario a distinguere meglio i casi sospetti Covid-19 e pazienti affetti da influenza, semplificando la diagnosi e la gestione degli accessi al pronto soccorso ed evitando un sovraccarico di pazienti negli ospedali.

Interroga l’Assessore per per sapere se l’arrivo delle nuove dosi basterà a soddisfare le richieste dei Medici di Medicina Generale e consentire ai cittadini di ricevere il vaccino e proteggere così se stessi e chi li circonda.

Di fronte allo tsunami dell’iperafflusso, la Giunta non lasci sola la Direzione del Mauriziano

Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema della situazione di “collasso” del Pronto Soccorso dell’Ospedale torinese: consideriamo sensate le misure in via di applicazione, dalle nuove assunzioni al potenziamento dei servizi, e ci fa piacere che la Direzione della struttura si stia muovendo nella giusta direzione; ora sollecitiamo la Regione a garantire adeguate risorse a sostegno di chi sta affrontando l’emergenza in prima linea. La Giunta ha evitato di esporsi esplicitamente in tema di tempistiche esatte: chiediamo comunque che tutte le azioni citate a verbale siano applicate entro la fine di questo 2022. Sarebbe il miglior regalo di Natale per i piemontesi.

Un buon grado di soddisfazione: con questo stato d’animo accogliamo la risposta della Giunta Cirio al nostro Question Time, appena discusso, sull’attuale situazione di iperafflusso e conseguente sovraffollamento del Pronto Soccorso del Mauriziano di Torino. C’è una sorta di tsunami che sta investendo le nostre strutture sanitarie: le ragioni si devono ricercare in anni di tagli e di insufficiente programmazione. Serve una pronta risposta e ci fa piacere che la Direzione Generale del Mauriziano si stia muovendo, in questo senso, nella strada giusta: ora spetta alla Giunta – che, va sottolineato, non si è presa impegni specifici per quanto riguarda le tempistiche – supportare adeguatamente l’impegno, con strumenti e risorse finanziarie.

Ci auguriamo inoltre che le misure riferite dalla Giunta siano attuate entro la fine dell’anno: sarebbe il migliore dei regali natalizi per i cittadini piemontesi. Le procedure di assunzione degli undici medici urgentisti selezionati con il concorso del mese scorso procedano speditamente; si proceda al più presto al potenziamento dei turni di medici e infermieri; il nuovo spazio da dieci posti letto per l’osservazione breve dei pazienti sia allestito quanto prima e con identico tempismo si attivi il fast track di Ortopedia e Otorinolaringoiatria. Bene che sia stata potenziata l’attività di triage con l’attivazione della terza postazione in orario diurno.

Il Pronto Soccorso del Mauriziano è al collasso

Sovraffollamento, attese di ore e medici in fuga dalla struttura di corso Turati a Torino: cosa farà la Giunta in merito? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale con un Question Time appena presentato.

Il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino – uno dei principali Pronto Soccorso di Torino e del Piemonte – è al collasso: una situazione alla quale si è giunti a causa di diversi fattori: porterò il tema in Aula domani, con un Question Time appena presentato. Chiederò quali misure intenda attuare la Giunta Cirio per risolvere le principali criticità: sovraffollamento, lunghe attese e abbandono da parte di un gran numero di medici. Anche in largo Turati si sta verificando una dinamica comune ad altre strutture: il Pronto Soccorso, cioè, tende a funzionare sempre più come un reparto ospedaliero, con pazienti che restano giorni in attesa di essere ricoverati. I pazienti sono aumentati e i posti letto non bastano (nel decennio 2010-2020 sono stati tagliati a livello regionale oltre 2mila posti letto per acuti, 173 in riabilitazione e 440 in lungodegenza). Il numero di sanitari è calato, negli stessi anni, da quasi 60mila a poco più di 55mila unità. I carichi di lavoro delle Centrali Operative stanno seguendo la tendenza opposta, con una media giunta ormai alle mille chiamate giornaliere e picchi di oltre 1.200 (25 luglio 2022). Dati inequivocabili, che fotografano una situazione a danno dei piemontesi: i tempi di ricovero raggiungono spesso, e talvolta superano, i 4 giorni. Il personale, scarso per numero, è sempre più provato e demotivato. Le condizioni di sovraffollamento rendono ulteriormente difficile rispettare i tempi di rivalutazione del paziente in attesa di visita. Sono urgenti interventi strutturali per migliorare le condizioni di lavoro nei Pronto Soccorso: è necessario l’aumento dei posti letto per pazienti ed è cruciale l’assunzione di adeguato personale. Riteniamo che la distribuzione di barelle nei reparti e la riconversione di degenze specialistiche in aree di attesa per i pazienti possano essere solo scelte emergenziali, in caso di improvviso e massiccio iperafflusso, ma non possano certamente rappresentare proposte concrete di gestione quotidiana dell’attesa di ricovero dei pazienti in DEA. Domani interrogherò la Giunta per sapere in che modo si intenda agire per permettere ai Pronto Soccorso del territorio piemontese e in particolare quello del Mauriziano di Torino di garantire ai cittadini un servizio pienamente funzionale ed efficiente.