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Tag: Sanità

Torino e dintorni: la “Guardia Medica” visiterebbe poco a domicilio, Pronto Soccorso ingolfati

Nei tre giorni a cavallo dell’Epifania, solo 3 visite su 100 sarebbero state – secondo fonti giornalistiche – effettuate a domicilio dai medici del servizio di Continuità Assistenziale di Torino e provincia: un dato decisamente inferiore rispetto alla media del resto della regione. Nel corso dell’intero periodo natalizio il servizio avrebbe inoltre faticato a rispondere adeguatamente alle richieste dei cittadini, che si sono rivolti ai Pronto Soccorso del territorio. Domani in Consiglio Regionale il mio Question Time per chiedere risposte alla Giunta.

Davvero troppo poche le visite a domicilio della “Guardia Medica” a Torino e zone limitrofe: il 3% appena a cavallo dell’Epifania, secondo alcuni articoli pubblicati dai media della nostra regione, per un dato che si collocherebbe di gran lunga al di sotto della media regionale. Le conseguenze hanno coinvolto gli stessi Pronto Soccorso del territorio, che – garantendo un’attività continuativa in tutte le fasce orarie – si sono trovati a dover assorbire anche gli accessi dei cittadini non assistiti dalla Continuità Assistenziale. Il risultato è stata una crescente pressione proprio sui Pronto Soccorso. La situazione è stata particolarmente grave, pare, a Torino e dintorni, nei giorni a cavallo dell’Epifania, con oltre 5mila cittadini assistiti solo telefonicamente e altri 3mila visitati presso gli ambulatori della Medicina di Continuità. Inevitabili le code presso gli Ambulatori dell’ex Guardia Medica, con attese di oltre 2 ore per esempio in via Farinelli a Torino alle ore 17.00 del 5 gennaio. Interventi strutturali per migliorare il servizio sono urgenti: lo dicono i numeri. Domani discuterò in Consiglio Regionale un Question Time appena presentato per sapere quali misure intenda mettere in atto la Giunta per garantire ai cittadini un servizio di Continuità Assistenziale a pieno titolo efficiente. Il servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), assicurato dal Servizio Sanitario della Regione Piemonte, garantisce gratuitamente, in caso di assenza del medico di famiglia, l’assistenza medica di base per situazioni non urgenti, ma non differibili: si occupa o dovrebbe occuparsi, cioè, di tutti quei casi che richiedono l’intervento del medico e non possono essere rinviati all’orario di presa in carico del medico curante (i casi di urgenza ed emergenza sono invece competenza del 118). I medici del servizio, allertati dalla Centrale Unica Armonizzata, tra gli altri servizi, eseguono visite mediche, prescrivono farmaci per terapie d’urgenza e rilasciano certificati di malattia.

Fibromialgia, “salvi” i 375mila euro in arrivo dal Ministero: ma sono una goccia nel mare

Con l’identificazione, da parte della Giunta, delle cinque Aziende beneficiarie, arriveranno in Piemonte, per la cura della patologia, risorse pari al 7.35% dei 5 milioni totali messi a disposizione dal Ministero della Salute per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema: dobbiamo puntualizzare ancora una volta che mancano una vera presa in carico e una vera tutela dei pazienti; che urge l’apertura del Tavolo di Lavoro, richiesto più di un anno fa e mai convocato; e che una Legge regionale su questo tema serve ora più che mai.

Con l’identificazione delle cinque Aziende beneficiarie il Piemonte riceverà dal Ministero della Salute 375mila euro per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia: fondi utili, ma che rappresentano poco più di una goccia in quel metaforico mare rappresentato dalle migliaia di piemontesi che soffrono di questa sindrome diffusa e invalidante. Restano criticità annose, a partire dalla sostanziale mancanza di tutele e presa in carico dei pazienti, al di là delle più o meno convincenti rassicurazioni da parte della Politica. La Giunta ha appena risposto, sul tema, al mio Question Time: le cinque strutture identificate – A.O.U. “Città della Salute e della Scienza di Torino”, A.O. “S. Croce e Carle” di Cuneo, A.O. “S.S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Alessandria, San Giovanni Bosco di Torino e ASL di Alessandria – hanno sì un  servizio di reumatologia, ma non una particolare e specifica vocazione alla cura della sindrome fibromialgica. Il loro inserimento in lista è comunque una buona notizia, essendo condizione necessaria per ricevere le risorse ministeriali. Nel frattempo, continuano però a giungere testimonianze di pazienti che lamentano di non essere tutelati e per i quali la “presa in carico” si riduce, spesso, a un’unica, sporadica e troppo rapida visita, peraltro attesa molti mesi. Ancora non si è diffuso quell’approccio multidisciplinare e quella continuità di controlli che sarebbero invece fondamentali nell’ottica di un piano diagnostico-teraputico-assistenziale. Troppo spesso i pazienti sono costretti a rivolgersi al privato. Per tutti gli altri il vuoto è desolante.. Continuiamo ad attendere che si apra il Tavolo di confronto più volte richiesto. Serve più che mai la Legge Regionale per il riconoscimento della fibromialgia quale sindrome invalidante, per l’istituzione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione delle Associazioni, per la creazione di programmi di formazione e aggiornamento per il personale medico e per il lancio di campagne di sensibilizzazione presso i cittadini, nonché per l’istituzione del Registro Regionale della Fibromialgia. 

QUESTION TIME – Riparto del contributo di 5 milioni di euro finalizzato allo studio, diagnosi e cura della fibromialgia: la Regione ha provveduto ai necessari adempimenti?

Premesso che:

  • l’art. 1, comma 972, della Legge n. 234 del 30 Dicembre 2021 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024.” ha disposto che “Nello stato di previsione del Ministero della salute è istituito un fondo con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2022, finalizzato allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia”.

Dato atto che:

  • la Conferenza Stato-Regioni, ai sensi dell’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sullo schema di decreto del Ministro della Salute recante riparto del contributo di 5 milioni di Euro finalizzato allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia, ha dato parere favorevole.

Tenuto conto che:

  • nell’adunanza consiliare del 15 Marzo 2022 è stata approvata all’unanimità la Mozione n. 724 presentata dallo scrivente avente ad oggetto “Quali sono le intenzioni della Giunta Regionale rispetto al riconoscimento della fibromialgia o sindrome fibromialgica?”, con la quale la Giunta Regionale si impegnava a “definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico con il quale si individuino competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti”.

Appurato che:

  • con accesso agli atti del 11 Luglio 2022, ai sensi dell’Art. 2 Diritto all’informazione dei Consiglieri del Regolamento Interno del Consiglio Regionale e all’Art. 19 Diritto di accesso dei Consiglieri regionali dello Statuto della Regione Piemonte, lo scrivente chiedeva informazioni relative al riparto di tali contributi, in particolare, quanto e in quali tempistiche sarà destinato al Piemonte, a quali centri sarà indirizzato e se i centri dedicati alla fibromialgia saranno implementati;
  • in data 30 Novembre 2022 l’Assessore competente rispondeva che “non essendo, al momento, nota la pubblicazione di un Decreto ministeriale che stabilisca ed assegni l’importo esatto al Piemonte, non è possibile procedere con l’iscrizione del fondo a bilancio e predisporre la Determinazione dirigenziale di settore di accertamento ed impegno della somma; parimenti non è opportuno formalizzare un atto volto all’approvazione del criterio di distribuzione del fondo in argomento con indicazione delle Aziende Sanitarie beneficiarie”;
  • l’Assessore dichiarava altresì che “al momento è disponibile unicamente uno schema di Decreto del maggio 22, allegato ad una vecchia convocazione (DAR- 0007922-P-17/05/2022-Convocazione riunione tecnica) da cui si evince un’ipotetica somma pari al 7,37% del fondo totale di € 375.301 per il Piemonte”.

Constatato che:

  • con Decreto 8 Luglio 2022 (G.U. n. 215 del 14/09/2022) “Riparto del contributo di 5 milioni di euro, ex articolo 1, comma 972, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, finalizzato allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia”, il Ministero della Salute all’art. 1 ha provveduto a ripartire la somma di 5 milioni di Euro per l’anno 2022 tra tutte le Regioni beneficiarie con l’esclusione delle Province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione dell’art. 2, comma 109, della legge 23 dicembre 2009, n. 191;
  • il suddetto decreto ha confermato per la Regione Piemonte una quota d’accesso pari al 7,37% del fondo totale di € 375.301;
  • il decreto ha altresì stabilito che “Le regioni individuano sul proprio territorio uno o più centri specializzati, idonei alla diagnosi e alla cura della fibromialgia e in grado di assicurare una presa in carico multidisciplinare al fine di assicurare ai pazienti tutte le cure. Tali centri sono comunicati al Ministero della salute – Direzione generale della programmazione sanitaria” e che “Entro trenta giorni dalla comunicazione di cui al comma 2, il Ministero della salute provvede ad erogare alle regioni gli importi di cui al comma 1”.

Considerato che:

  • sulla base di quanto disposto dal suddetto Decreto, la Regione Piemonte avrebbe dovuto individuare e comunicare al Ministero della salute – Direzione generale della programmazione sanitaria, i centri specializzati idonei alla diagnosi e alla cura della fibromialgia, al fine di ottenere il contributo stabilito;
  • sono trascorsi ormai diversi mesi dall’emanazione del decreto del Ministero della Salute e alla luce dell’impegno assunto dalla Giunta con l’approvazione della Mozione n. 724 in data 15 marzo 2022;

Interroga l’Assessore competente per sapere se, al fine di evitare la perdita dei contributi diretti alla Regione Piemonte finalizzati allo studio, diagnosi e cura della fibromialgia, la Giunta abbia provveduto agli adempimenti previsti dal Decreto sopra citato, in particolare quali strutture sanitarie abbia individuato sul territorio beneficiarie di tali risorse.

Fibromialgia, 375mila euro a rischio se la Regione non si attiva prontamente

La Regione Piemonte ha provveduto ai necessari adempimenti per ottenere questi fondi, pari al 7.35% dei 5 milioni messi a disposizione dal Ministero della Salute? In particolare: le strutture sanitarie beneficiarie sono state identificate e comunicate? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale del Piemonte con un Question Time appena presentato. Le risorse servono per finanziare studio, diagnosi e cura di questa sindrome invalidante. Lo scorso marzo, il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una mozione dei Moderati che impegna la Giunta a definire un PDTA specifico per questa patologia.

Cinque milioni di euro per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia: i fondi sono stati previsti dal Ministero della Salute e al Piemonte andrebbero 375mila euro. Condizionale d’obbligo, dal momento che, per attenere la propria aliquota (pari al 7,37% del totale, la Regione Piemonte deve comunicare – anzi, avrebbe già dovuto comunicare – l’elenco dei centri potenziali beneficiari dei fondi, tra quelli specializzati nella diagnosi e nella cura della fibromialgia. Senza questa comunicazione, non sarà possibile ottenere il contributo stabilito. Chiederò domani in Consiglio Regionale se – per non perdere questi fondi per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia – la Giunta abbia provveduto agli adempimenti previsti dal Decreto e in particolare se abbia comunicato le strutture beneficiarie di tali risorse. Il mese scorso la Giunta stessa ha definito “non possibile non essendo nota la cifra assegnata al Piemonte” l’iscrizione del fondo a Bilancio e “non opportuna” la formalizzazione di un atto volto all’approvazione del criterio di distribuzione del fondo con indicazione delle Aziende Sanitarie beneficiarie. Ma – Decreto dello scorso 8 luglio alla mano, che conferma i 375mila euro per il Piemonte – la Regione avrebbe già dovuto individuare e comunicare al Ministero della Salute l’elenco delle realtà beneficiarie. Ci auguriamo che tutti gli adempimenti siano, a questo punto, finalizzati al più presto dalla Giunta, che resta impegnata, dalla mia mozione dello scorso marzo, a definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per la fibromialgia per l’individuazione di competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti.

Sono quasi due milioni le italiane e gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Tra i sintomi più gravi si segnalano dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive) e sintomi di tipo psicologico (ansia, depressione, attacchi di panico). La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. 

Picco di ricoveri infantili per malattie respiratorie al Regina Margherita: il nuovo reparto serve subito

Non possiamo attendere fino alle festività natalizie, come ipotizzato dalla Giunta, per l’attivazione dei dieci ulteriori posti letto presso l’Ospedale Infantile di Torino. Polmoniti, bronchiti, influenza (e Covid) colpiscono duramente e lo stanno facendo da mesi, intasando i reparti: sarebbe gravissimo farsi trovare ulteriormente impreparati.

La situazione è chiara da tempo e i dati non lasciano spazio a interpretazioni: i ricoveri per problemi respiratori – polmoniti e bronchiti, influenza e bronchiolite – sono più che raddoppiati presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, passando da 29 a 59 (senza contare i ricoveri per Covid). La stessa Giunta ha riconosciuto, rispondendo poco fa al mio Question Time sul tema, la necessità di un intervento, rivendicando misure apprezzabili ma di per sé non sufficienti (vedi gli 8 posti letto introdotti progressivamente da inizio ottobre e il pur importante reclutamento di personale infermieristico e di supporto). Gli ulteriori 10 letti del nuovo reparto, che la Giunta ha menzionato come ipotesi “in caso di necessità” per i giorni di Natale, servono senz’ombra di dubbio e servono subito: che la necessità ci sia è provato dai numeri stessi. La situazione si sarebbe potuta prevedere da settimane ed è grave essersi fatti trovare impreparati. I reparti sono colmi e vi è carenza di posti letto: presso il Regina Margherita si sta verificando una delle situazioni più gravi a livello regionale. Diversi altri virus sono stati isolati: adenovirus, rinovirus, virus parainfluenzale, virus respiratorio sinciziale (la causa più comune di bronchiolite, infiammazione delle piccole vie aeree dei polmoni). In assenza, dopo due anni, di misure obbligatorie di distanziamento e relative all’uso della mascherina, l’incidenza settimanale di casi è nettamente in aumento rispetto: siamo a 14 casi per mille settimanali segnalati dai medici sentinella, con crescita costante. Fondamentale è, ora, evitare di farsi cogliere ulteriormente di sorpresa, dal momento che la pressione verosimilmente continuerà ad aumentare nelle prossime settimane.