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Tag: Sanità

Suicidio assistito? Non firmerò

Prima, si costruisca una società in grado di accompagnare davvero ogni persona in maniera caritatevole e dignitosa nelle ultime fasi della propria esistenza, garantendo cure palliative e hospice in quantità sufficiente.

Prendiamo atto dell’invito al Presidente della Regione e al Sindaco di Torino, da parte dei coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, a sottoscrivere la Proposta di Legge sul suicidio assistito; prendiamo atto dell’intenzione del Sindaco Lo Russo di prendere del tempo per valutare se accogliere o meno l’invito. Io non firmerò. Se i Radicali ripetono la formula “Torino capitale dei diritti” al raggiungimento delle mille firme raccolte, aggiungiamo da parte nostra l’auspicio che Torino e Piemonte siano capitali della dignità e del sostegno a chi soffre. La priorità è per noi un serio piano programmatico e di investimenti affinché siano messi a disposizione dei piemontesi più luoghi di accoglienza e ricovero per malati verso il termine della vita, garantendo a tutti cure palliative, sostegno medico, psicologico e spirituale, nonché interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali. 

Parkinson, l’Osservatorio non c’è ancora, il Corso di Laurea per formare anche in Piemonte Terapisti Occupazionali non c’è più: si rimedi subito

Al momento la misura della diffusione della malattia nel nostro Paese è affidata a stime e proiezioni; il Corso di Laurea di Moncrivello (Vercelli) per formare Terapisti Occupazionali sarà chiuso dopo 17 anni. Eppure entrambi i servizi sono fondamentali: chiediamo siano implementati al più presto.

Mancano strumenti per determinare, nel nostro Paese, le esatte dimensioni della diffusione del Parkinson, non essendo attivo un Osservatorio sul tema; manca da quest’anno, in Piemonte, un Corso di Laurea specifico per formare Terapisti Occupazionali, figure fondamentali nell’assistenza e nella consulenza quotidiana delle persone con una diagnosi di Parkinson. Entrambi i fatti sono emersi poco fa in Commissione Sanità, in occasione dell’audizione dei rappresentanti delle Associazioni Parkinsoniane a Palazzo Lascaris.

È urgente implementare entrambi i servizi e chiediamo con forza, come Moderati, che ciò avvenga. Con l’Osservatorio sarà possibile quantificare il fenomeno della diffusione del Parkinson in maniera scientifica: numeri esatti, corretti e affidabili sono una precondizione per progettare qualsiasi azione e qualsiasi politica sensata. Attualmente, le cifre in nostro possesso (250mila malati in Italia, 22mila in Piemonte, 7mila a Torino e provincia) sono stime e proiezioni, per quanto significative. Quanto alla terapia occupazionale, essa non è soltanto prevista per legge: ha dimostrato di essere efficace alla prova dei fatti. Il fabbisogno annuale si è assestato, in Piemonte, oltre i 15 posti annuali: ma da quest’anno non formeremo più terapisti di questa specializzazione, vista la chiusura, da parte dell’Università Cattolica, del Corso di Laurea dedicato a Moncrivello (VC). Si allargherà la forchetta con il Lazio (Roma forma 70 professionisti l’anno), con la Lombardia (4) e con la Sicilia (30). In questi anni siamo stati in grado di coprire, come Piemonte, la richiesta di Val d’Aosta e Liguria oltre alla nostra: ora, la più vicina Università per gli studenti piemontesi sarà Pavia. Il corso di Moncrivello (Vercelli) è stato chiuso dall’Università Cattolica per scarsa richiesta e previsione di poche iscrizioni.

I terapisti occupazionali sono 30 ogni 100mila persone in Francia, più di 100 ogni 100mila abitanti nei Paesi scandinavi, appena 4, invece, in Italia e in Piemonte. Questa situazione non si è prodotta per caso, ma quale naturale e immediato esito di una mancanza strutturale. Chiediamo che le Istituzioni si impegnino anche economicamente per potenziare una figura che garantisce assistenza quotidiana alle persone malate, assicura ottimizzazione dei processi e permette un risparmio economico al sistema. Allocare risorse per questo fine non è una spesa, ma un investimento.

Una buona definizione di Terapista Occupazionale è “professionista che si occupa di far sì che la persona malata o con disabilità possa fare al meglio quello che vuole e quello che deve nella sua quotidianità”. Il fine è garantire sempre il massimo dell’autonomia e della soddisfazione della persona seguita. La professione esiste da meno di trent’anni, essendo stata istituzionalizzata nel 1997. Nel comparto pubblico, c’è forte carenza di queste figure: nelle ASL di Torino e di Alessandria, per citare un dato soltanto, non ci sono terapisti occupazionali assunti (il che significa che la funzione è svolta da professionisti senza una competenza specifica o che, semplicemente, il servizio non è garantito). Per tutte queste ragioni e anche per evitare di “regalare” laureati al comparto privato è fondamentale che la politica faccia la sua parte nella valorizzazione di questa figura. 

Suicidio assistito, firma di Cirio e Lo Russo alla PDL regionale? Prima, la Regione e la Città pianifichino e investano seriamente su cure palliative e hospice

Prendiamo atto dell’invito al Presidente della Regione e al Sindaco di Torino, da parte dei coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, a sottoscrivere la Proposta di Legge sul suicidio assistito: se i Radicali fanno appello a “una Torino capitale dei diritti” aggiungiamo da parte nostra l’auspicio che Torino e Piemonte siano capitali della dignità e del sostegno a chi soffre.

Invitiamo dunque Cirio e Lo Russo a considerare, prima di dare qualunque risposta, l’importanza e l’urgenza di un serio piano programmatico e di investimenti affinché siano messi a disposizione dei piemontesi più luoghi, e di maggiore qualità, di accoglienza e ricovero per malati verso il termine della vita, garantendo a tutti cure palliative, sostegno medico, psicologico e spirituale e l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali. L’esempio di altre città – Bologna in testa, con l’hospice pediatrico “La casa sull’albero” progettato da Renzo Piano – dimostra che è una strada che si può e si deve percorrere.

Nomina dei componenti della Commissione Piano Regionale AIDS, passo indispensabile per i malati in cura ma soprattutto per quelli non ancora diagnosticati: il Consiglio Regionale approva all’unanimità il mio Ordine del Giorno

A quattro anni dal recepimento del Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e l’AIDS (PNAIDS) l’Assessorato alla Sanità non ha ancora provveduto alla nomina dei Componenti della Commissione Piano Regionale Aids che ha il compito di supportare la pianificazione attuativa del Piano Nazionale.

In Piemonte, ogni otto persone malate di AIDS o affette da HIV ce n’è una non diagnosticata. E’ questa statistica, al di là dei numeri dei contagi che, fortunatamente, sono in discesa in Piemonte come in Italia, a consigliare di non abbassare la guardia: nella nostra regione sono 7500 le persone in cura con terapie antiretrovirali e si stima che le persone che siano realmente affette da HIV siano oltre novemila. Il Piano Nazionale contro l’HIV e l’AIDS affronta in maniera sistematica nodi rimasti irrisolti negli ambiti di raccolta dati, informazione, prevenzione, accesso ai test, ai trattamenti e mantenimento in cura: per monitorarne l’attuazione, con lo scopo di debellare la malattia entro il 2030, il PNAIDS, recepito dal Piemonte con DGR 22 febbraio 2019, n. 32-8458, prevede l’attivazione di una Commissione regionale i cui membri a tutt’oggi risultano ancora da nominare.
Con l’approvazione dell’Ordine del Giorno che ho presentato a tale proposito, il Consiglio Regionale impegna il Presidente e la Giunta ad attivarsi quanto prima per la nomina dei componenti della Commissione, un passo fondamentale per la tutela delle persone malate, per l’implementazione dei test e dei controlli e, soprattutto, per il perseguimento della finalità di debellare la malattia entro il 2030, obiettivo che non possiamo lasciarci sfuggire, soprattutto non perché ci siamo dedicati ad altri temi, ancorché impellenti, cullandoci sulla diminuzione dei contagi.

80 milioni di euro per la sostituzione di dispositivi vetusti per i nostri Ospedali, elemento fondamentale anche per la mobilità sanitaria: il mio Question Time di oggi a Palazzo Lascaris

Rispondendo alla mia interrogazione a risposta immediata sulla sostituzione degli strumenti diagnostici in fase di obsolescenza nelle nostre strutture ospedaliere, l’Assessore Icardi riporta di 181 sostituzioni programmate, per un importo ragguardevole, circa 80 milioni, a valere sul Pnrr: un buon inizio ma, ricordando che la salute dei piemontesi dipende anche dalla qualità delle dotazioni tecniche delle strutture sanitarie, continueremo a vigilare affinché vengano periodicamente adeguate.

Sono 181 le grandi apparecchiature sanitarie che saranno sostituite entro la fine del 2024 con un investimento di circa 80 milioni di euro a valere sul Pnrr, misura “1.1.2 – Grandi Apparecchiature Sanitarie”. La risposta dell’Assessore Luigi Genesio Icardi alla mia interrogazione a risposta immediata denota un intervento di ampio respiro per sostituire le apparecchiature obsolete: nelle nostre strutture ospedaliere, infatti, sono ancora utilizzate apparecchiature che hanno oltre 20 anni di vita e una gran parte di esse è comunque ultradecennale.

Ci auguriamo che l’intervento sia sufficiente per porre rimedio a una situazione che appare al momento certamente non rosea e sulla quale i Moderati continueranno a vigilare, in quanto, lo sappiamo bene, apparecchiature medicali di qualità permettono la diagnosi precoce e accrescono la qualità delle nostre strutture sanitarie, fondamentali sia per la salute dei piemontesi, sia per la capacità del nostro sistema sanitario di attrarre pazienti da altre regioni. La mobilità passiva è uno dei grandi talloni d’Achille del nostro sistema sanitario a cui la Giunta sta cercando di porre rimedio, tanto che nel 2022 la crescita del disavanzo si è, finalmente, arrestata: investire in tecnologia è un passo fondamentale in questo senso, tanto più che le risorse del Pnrr permettono di effettuare investimenti in numero e misura che altrimenti non sarebbero state possibili.

Mai come oggi è importante fare efficienza con un sistema tecnologico, sapendo che comunque in Piemonte molto resta ancora da fare sul fascicolo sanitario elettronico e sulla telemedicina; su questi temi saremo di sprone alla Giunta, con proposte e segnalazioni puntuali, come da sempre è lo stile dei Moderati.