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Parkinson, l’Osservatorio non c’è ancora, il Corso di Laurea per formare anche in Piemonte Terapisti Occupazionali non c’è più: si rimedi subito

Al momento la misura della diffusione della malattia nel nostro Paese è affidata a stime e proiezioni; il Corso di Laurea di Moncrivello (Vercelli) per formare Terapisti Occupazionali sarà chiuso dopo 17 anni. Eppure entrambi i servizi sono fondamentali: chiediamo siano implementati al più presto.

Mancano strumenti per determinare, nel nostro Paese, le esatte dimensioni della diffusione del Parkinson, non essendo attivo un Osservatorio sul tema; manca da quest’anno, in Piemonte, un Corso di Laurea specifico per formare Terapisti Occupazionali, figure fondamentali nell’assistenza e nella consulenza quotidiana delle persone con una diagnosi di Parkinson. Entrambi i fatti sono emersi poco fa in Commissione Sanità, in occasione dell’audizione dei rappresentanti delle Associazioni Parkinsoniane a Palazzo Lascaris.

È urgente implementare entrambi i servizi e chiediamo con forza, come Moderati, che ciò avvenga. Con l’Osservatorio sarà possibile quantificare il fenomeno della diffusione del Parkinson in maniera scientifica: numeri esatti, corretti e affidabili sono una precondizione per progettare qualsiasi azione e qualsiasi politica sensata. Attualmente, le cifre in nostro possesso (250mila malati in Italia, 22mila in Piemonte, 7mila a Torino e provincia) sono stime e proiezioni, per quanto significative. Quanto alla terapia occupazionale, essa non è soltanto prevista per legge: ha dimostrato di essere efficace alla prova dei fatti. Il fabbisogno annuale si è assestato, in Piemonte, oltre i 15 posti annuali: ma da quest’anno non formeremo più terapisti di questa specializzazione, vista la chiusura, da parte dell’Università Cattolica, del Corso di Laurea dedicato a Moncrivello (VC). Si allargherà la forchetta con il Lazio (Roma forma 70 professionisti l’anno), con la Lombardia (4) e con la Sicilia (30). In questi anni siamo stati in grado di coprire, come Piemonte, la richiesta di Val d’Aosta e Liguria oltre alla nostra: ora, la più vicina Università per gli studenti piemontesi sarà Pavia. Il corso di Moncrivello (Vercelli) è stato chiuso dall’Università Cattolica per scarsa richiesta e previsione di poche iscrizioni.

I terapisti occupazionali sono 30 ogni 100mila persone in Francia, più di 100 ogni 100mila abitanti nei Paesi scandinavi, appena 4, invece, in Italia e in Piemonte. Questa situazione non si è prodotta per caso, ma quale naturale e immediato esito di una mancanza strutturale. Chiediamo che le Istituzioni si impegnino anche economicamente per potenziare una figura che garantisce assistenza quotidiana alle persone malate, assicura ottimizzazione dei processi e permette un risparmio economico al sistema. Allocare risorse per questo fine non è una spesa, ma un investimento.

Una buona definizione di Terapista Occupazionale è “professionista che si occupa di far sì che la persona malata o con disabilità possa fare al meglio quello che vuole e quello che deve nella sua quotidianità”. Il fine è garantire sempre il massimo dell’autonomia e della soddisfazione della persona seguita. La professione esiste da meno di trent’anni, essendo stata istituzionalizzata nel 1997. Nel comparto pubblico, c’è forte carenza di queste figure: nelle ASL di Torino e di Alessandria, per citare un dato soltanto, non ci sono terapisti occupazionali assunti (il che significa che la funzione è svolta da professionisti senza una competenza specifica o che, semplicemente, il servizio non è garantito). Per tutte queste ragioni e anche per evitare di “regalare” laureati al comparto privato è fondamentale che la politica faccia la sua parte nella valorizzazione di questa figura. 

Regione Piemonte, Sanità

I Moderati

Al centro della visione politica della lista civica per la quale mi sono candidato ci sono la persona, la libertà e la dignità di ogni essere umano, la centralità della famiglia e del lavoro, la solidarietà sociale e il rispetto per l’ambiente.

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