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Tag: Sanità

Contro l’emergenza delle aggressioni, presidi 24 ore su 24 in tutti i Pronto Soccorso del Piemonte

Questa la richiesta dei Moderati alla Giunta Cirio: la Regione porti il tema, sul quale ho appena discusso un Question Time in Consiglio, ai Tavoli Prefettizi del Piemonte, affinché si arrivi a garantire la costante presenza di Forze dell’Ordine presso tutti i servizi di emergenza e urgenza del territorio regionale. I dati fotografano una situazione preoccupante che la stessa Giunta ha definito drammatica.

Un buon inizio: così possiamo definire la risposta che l’Assessore Icardi ha dato poco fa in Consiglio Regionale al mio Question Time sul tema della sicurezza nei nostri Pronto Soccorso. Ma occorre andare oltre e chiediamo pertanto, come Moderati, che tutti i servizi di emergenza e urgenza attivi in Piemonte (44 tra Pronto Soccorso e DEA) siano presidiati in maniera continuativa, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, dalle Forze dell’Ordine. Chiediamo che la Regione porti questa urgenza non più procrastinabile ai Tavoli Prefettizi regionali di osservazione sulla sicurezza. Una simile presenza sarebbe l’unica soluzione contro un’emergenza che vede per esempio, secondo i dati dell’Asl Città di Torino, il 54,3% del personale sanitario vittima di aggressioni. La percentuale non tiene conto, naturalmente, del sommerso. Apprezziamo l’obiettivo, dichiarato dalla Giunta, di fornire alle ASR, che hanno recepito su tutta la Regione le raccomandazioni del Ministero, indirizzi per l’implementazione di misure strutturali e organizzative omogenee per la riduzione dei fenomeni di violenza. La possibilità di attivare interventi di vigilanza interna ed esterna è prevista dalle procedure aziendali. Lo stesso Assessore Icardi ha definito questa emergenza «di drammatica attualità». Secondo Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza), che include nella stima sia gli episodi dichiarati che quelli sommersi, «il 100% di chi lavora in Pronto Soccorso ha subito aggressioni fisiche o verbali». Si stima che lavorare in area emergenza-urgenza aumenti di tre volte il rischio di aggressioni rispetto a chi lavora in area medica. Questa sera a Torino è convocata una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono personale sanitario, medici e infermieri. Garantire la sicurezza del personale sanitario significa anche garantire la sicurezza dei pazienti, assicurando al contempo effetti positivi sull’assistenza e sulla cura nei loro confronti.

«Il 100% di chi lavora in Pronto Soccorso ha subito aggressioni fisiche o verbali»

L’allarme è lanciato da Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) e include nella stima sia gli episodi dichiarati che quelli sommersi: domani discuterò in Consiglio Regionale un Question Time per chiedere maggiore sicurezza presso i Pronto Soccorso e i DEA del Piemonte. Domani sera a Torino è convocata una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono personale sanitario, medici e infermieri.

Lavorare in un Pronto Soccorso o nel 118 significa aver subito almeno una volta nel corso della propria attività un’aggressione fisica o verbale: Simeu (Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza) lancia l’allarme, mentre dai dati Inail emerge che, a livello nazionale, sono oltre 1.600 ogni anno i casi di aggressione a personale sanitario; le donne che lavorano nei Pronto Soccorso sono, statisticamente, le più colpite. Casi di questo tipo ci sono stati riferiti non soltanto da parte di professionisti, ma anche di cittadini che si sono trovati in condizioni di forte pericolo percepito. Anche alla luce della situazione specifica del Piemonte (secondo i dati dell’Asl Città di Torino, tra il personale sanitario il 54,3% ha dichiarato di aver subito aggressioni, mentre ad Alessandria si è registrata un’aggressione ogni tre giorni nel corso del 2022), chiederò alla Giunta Cirio di impegnarsi – in cooperazione con le Forze dell’Ordine e con i servizi di vigilanza – affinché sia garantita maggiore sicurezza presso i Pronto Soccorso e i DEA piemontesi. Domani, sul tema, discuterò a Palazzo Lascaris un Question Time da me appena depositato. Nella serata di domani l’Ordine dei medici di Torino ha convocato una manifestazione di sensibilizzazione e protesta contro le violenze che colpiscono sanitari, medici e infermieri.

Piemonte seconda regione in Italia per numero di morti da amianto

Solo la Lombardia fa registrare cifre peggiori: il dato è stato riferito poco fa in Commissione dall’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto (AFEVA). Facciamo nostra la richiesta degli auditi: si torni subito a convocare il Comitato Strategico e a considerare la partecipazione attiva della politica come elemento fondamentale per affrontare questa emergenza.

Oltre 5mila decessi dal 1990 a oggi, oltre 300 nuove diagnosi di tumore ogni anno, il secondo posto dopo la Lombardia per numero di vittime totali: dati impressionanti. Facciamo nostre le istanze degli auditi, poco fa, in Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte chiedendo che si torni a convocare il Tavolo Strategico con la partecipazione attiva e costante degli Assessori Regionali alla Sanità e all’Ambiente. Non c’è altra modalità di affrontare un problema enorme e riteniamo che la tendenza degli ultimi anni, aggravata dalla pandemia, a incontri meno frequenti e approfonditi debba essere subito invertita. Gli incontri dovrebbero essere preferibilmente in presenza. Gran parte delle vittime ha perso la vita per mesotelioma pleurico, la forma tumorale più diffusa tra quelle legate all’amianto. La convocazione del Tavolo è una condizione necessaria per il completamento della bonifica dei siti contaminati in Piemonte (almeno 65mila: ma, verosimilmente, molti di più), così come fondamentale è recuperare un rapporto di pieno dialogo tra politica e Associazioni, che possono rappresentare un fattore di stimolo e dare un contributo decisivo in termini di proposte. In Piemonte, solo un sito contaminato dall’amianto su cinque in Piemonte è stato bonificato, le risorse economiche per gli interventi ci sono.

Bilancio Regionale, dai Moderati due emendamenti per dare risorse alla Legge sui Disturbi dell’Alimentazione

Due possibilità presentate dal nostro Gruppo: risorse per 1,2 milioni di euro o per 1,8 milioni di euro per il triennio in corso. Ci auguriamo che Giunta e Maggioranza colgano l’importanza di approvare questa nostra proposta.

Con due emendamenti specifici, chiederemo come Moderati risorse da destinare alla Legge Regionale del 27 luglio 2022 sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. L’informazione su questo tema, la cura dei pazienti e il sostegno alle famiglie sono per noi elementi essenziali. Altrettanto lo è la prevenzione. Abbiamo dunque chiesto con due diversi emendamenti al Bilancio di trasferire fondi per 400mila o per 600mila euro per ciascun anno del triennio in corso alle ASL regionali per il finanziamento di progetti nell’ambito della prevenzione. Abbiamo voluto proporre a Giunta e Maggioranza due possibilità, diverse per quantificazione economica. La Legge approvata lo scorso luglio – che include la prima Proposta di Legge a essere stata presentata, quella a mia firma – si concentra sull’urgenza di una diagnosi precoce, della prevenzione, della formazione del personale medico e infermieristico, di percorsi di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, del sostegno alle ragazze, ai ragazzi e alle famiglie anche dopo la fase acuta. La Legge è unanimemente considerata tra le migliori a livello nazionale, ma solo con adeguate risorse finanziarie potrà essere davvero efficace e in grado di cambiare la vita delle ragazze e dei ragazzi colpiti da queste patologie e delle loro famiglie.

Dental School, i tempi di attesa devono tornare ai livelli pre-Covid anche per le seconde visite e per gli interventi in narcosi non urgenti

Sperimentazione della sedazione cosciente e sperimentazione della narcosi con protossido d’azoto: sono queste le ipotesi riferite dalla Giunta rispondendo, poco fa, al mio Question Time sul tema. In merito, ci confronteremo con le Associazioni, pronti a tornare in Aula in caso di criticità o necessità. Vigileremo anche in merito all’intento di individuare altri spazi operatori. Urge difendere il diritto alle cure delle persone con disabilità non collaboranti o con autismo: attualmente sono oltre 250 i pazienti in lista d’attesa. Davvero troppi.

Dental School Lingotto (via Nizza 230, Torino), se le criticità relative ai ritardi accumulati per le visite di controllo periodiche (oggetto di un altro mio atto lo scorso autunno) sono state in buona parte risolte, ora i ritardi si accumulano per quanto riguarda gli interventi in narcosi: la lista d’attesa comprende attualmente più di 250 pazienti (ai quali, naturalmente, i pazienti in attesa per un interventi urgente passano avanti). Davvero troppi. La nostra richiesta è un intervento immediato ed efficace per tornare quantomeno ai livelli pre-pandemici. Ho portato il tema in Consiglio Regionale con un Question Time: prendiamo atto della risposta della Giunta, che ha menzionato la sperimentazione della sedazione cosciente e della narcosi con protossido d’azoto, dallo scorso giugno in corso presso la Dental School, quale misura utile. Da parte nostra, ci confronteremo con le Associazioni in merito a questa novità e porteremo prontamente all’attenzione della Giunta eventuali criticità. Vigileremo e ci assicureremo che anche l’intento di individuare altri spazi operatori oltre al blocco operatorio del San Lazzaro, per ridurre le liste d’attesa, sia prontamente applicata.

Le persone non collaboranti con disabilità intellettiva o autismo non possono contare su altri luoghi di cura. L’intervento da parte di una struttura attrezzata, quale la Dental School, con il suo personale specializzato è indispensabile per garantire il loro diritto alla salute. La Dental School eroga circa 110mila prestazioni l’anno. Le strutture – pubbliche e private, regionali e non solo – inviano alla Dental School pazienti che diversamente non potrebbero ricevere cure ortodontiche adeguate: malati oncologici, persone cardiopatiche, pazienti affetti da malattie rare a interesse odontostomatologico, quali la epidermolisi bollosa o malattia dei bambini-farfalla, di cui la Dental School è un centro pilota a livello nazionale. Le persone con disabilità intellettiva grave non sono in genere in grado di riferire eventuali problemi o dolori, non sono collaboranti né per l’igiene dentale quotidiana né per le normali visite. Anche semplici interventi di otturazione diventano un problema difficilmente gestibile se non in narcosi totale. La lunga attesa prima di intervenire in narcosi su esigenze conclamate rende altamente probabile lo sviluppo di complicanze, anche molto serie.