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Fibromialgia, “salvi” i 375mila euro in arrivo dal Ministero: ma sono una goccia nel mare

Con l’identificazione, da parte della Giunta, delle cinque Aziende beneficiarie, arriveranno in Piemonte, per la cura della patologia, risorse pari al 7.35% dei 5 milioni totali messi a disposizione dal Ministero della Salute per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema: dobbiamo puntualizzare ancora una volta che mancano una vera presa in carico e una vera tutela dei pazienti; che urge l’apertura del Tavolo di Lavoro, richiesto più di un anno fa e mai convocato; e che una Legge regionale su questo tema serve ora più che mai.

Con l’identificazione delle cinque Aziende beneficiarie il Piemonte riceverà dal Ministero della Salute 375mila euro per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia: fondi utili, ma che rappresentano poco più di una goccia in quel metaforico mare rappresentato dalle migliaia di piemontesi che soffrono di questa sindrome diffusa e invalidante. Restano criticità annose, a partire dalla sostanziale mancanza di tutele e presa in carico dei pazienti, al di là delle più o meno convincenti rassicurazioni da parte della Politica. La Giunta ha appena risposto, sul tema, al mio Question Time: le cinque strutture identificate – A.O.U. “Città della Salute e della Scienza di Torino”, A.O. “S. Croce e Carle” di Cuneo, A.O. “S.S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” di Alessandria, San Giovanni Bosco di Torino e ASL di Alessandria – hanno sì un  servizio di reumatologia, ma non una particolare e specifica vocazione alla cura della sindrome fibromialgica. Il loro inserimento in lista è comunque una buona notizia, essendo condizione necessaria per ricevere le risorse ministeriali. Nel frattempo, continuano però a giungere testimonianze di pazienti che lamentano di non essere tutelati e per i quali la “presa in carico” si riduce, spesso, a un’unica, sporadica e troppo rapida visita, peraltro attesa molti mesi. Ancora non si è diffuso quell’approccio multidisciplinare e quella continuità di controlli che sarebbero invece fondamentali nell’ottica di un piano diagnostico-teraputico-assistenziale. Troppo spesso i pazienti sono costretti a rivolgersi al privato. Per tutti gli altri il vuoto è desolante.. Continuiamo ad attendere che si apra il Tavolo di confronto più volte richiesto. Serve più che mai la Legge Regionale per il riconoscimento della fibromialgia quale sindrome invalidante, per l’istituzione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione delle Associazioni, per la creazione di programmi di formazione e aggiornamento per il personale medico e per il lancio di campagne di sensibilizzazione presso i cittadini, nonché per l’istituzione del Registro Regionale della Fibromialgia. 

fibromialgia, Regione Piemonte, Sanità