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Tag: Sanità

Tanti contagi, poche mascherine correttamente indossate sui mezzi pubblici: cara Giunta, l’appello al senso di responsabilità non è sufficiente

Servono, semmai, controlli: non possiamo permetterci una quinta ondata pandemica e sappiamo quanto fondamentale sia rendere sicuri i trasporti per tutti i passeggeri, utenti fragili, anziani e persone con disabilità in primis. Risposta fin troppo prudente e sostanzialmente deludente da parte della Giunta, poco fa, al mio Question Time: nel frattempo, i dati relativi ai nuovi casi di Covid-19 continuano ad aumentare.

Parlando di mancato rispetto dell’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici, oggetto del nostro Question Time appena discusso in Aula, ci saremmo aspettati da questa Giunta una risposta più incisiva. Ci fa piacere che l’Assessore “sposi le nostre considerazioni” su uno stato di cose oggettivo, ma avremmo preferito sentire parole che andassero oltre il semplice appello al senso di responsabilità degli utenti. Non possiamo permetterci una quinta ondata di Covid-19, che sarebbe drammatica dal punto di vista dei costi umani, sociali ed economici. Attendevamo (e attendiamo ancora) aggiornamenti su ipotetiche e assolutamente necessarie interlocuzioni, da parte della Giunta Regionale, con i Prefetti e con le altre autorità del territorio per assicurare controlli puntuali e garantire così a tutti – a partire dai soggetti fragili, dagli anziani e dalle persone con disabilità – condizioni di sicurezza sui mezzi pubblici, tornati ormai da mesi alla piena capienza. Non è questa la risposta che dà chi ha memoria di che cosa sono stati e che cosa hanno rappresentato gli ultimi due anni di emergenza pandemica.

Molti dubbi sull’Azienda Zero

Potranno essere fugati solo dai risultati: la nostra attenzione sarà massima, monitoreremo eventuali criticità.

Sarà da domani operativa l’Azienda Zero, con una lunga serie di compiti e funzioni: non abbiamo mai nascosto, in Consiglio Regionale, le nostre perplessità relative a questa nuova struttura. L’Azienda Zero sarà utile per ridurre le liste d’attesa? Aiuterà a valorizzare finalmente le tante eccellenze della Sanità piemontese? Rappresenterà un miglioramento – in termini di efficacia e accessibilità dei servizi – per chi ha una malattia rara o una fragilità psichica? Varrà a ridurre i flussi del turismo sanitario, attualmente rilevantissimi dal Piemonte verso altre Regioni? Riuscirà a valorizzare l’apporto convenzionato del Settore Privato? Su questi parametri e sui risultati ottenuti valuteremo questa novità. L’attenzione dei Moderati sarà massima e valuteremo costantemente l’andamento del nuovo modello di organizzazione, pronti a chiedere conto alla Giunta delle eventuali criticità.

Appena 30 euro a paziente per i servizi di NPI

Davvero la Giunta Cirio pensa di arginare con l’elemosina la nuova epidemia della salute mentale che si sta diffondendo tra i giovanissimi?

Del tutto insufficiente la cifra (1,57 milioni di euro su una platea di oltre 50mila pazienti) messa a disposizione delle Aziende Sanitarie Regionali per le funzioni di Neuropsichiatria Infantile; alla stessa maniera non ha senso non prorogare oltre il prossimo 31 dicembre la possibilità per le stesse ASR di avvalersi di forme di lavoro autonomo per dotarsi delle risorse umane necessarie ad affrontare un’emergenza che, di certo, si protrarrà ben oltre questa sorta di arbitraria “data di scadenza”. Assessore Icardi per l’ennesima volta assente in Aula: l’Assessore Protopapa risponde al posto del collega, ma glissa completamente sul tema del potenziamento del reparto NPI dell’Ospedale Regina Margherita (OIRM) di Torino, al centro della mia Interrogazione a Risposta Immediata.

Di fronte a un disagio psichico che, tra i giovanissimi, sta assumendo tutte le caratteristiche di una nuova epidemia, questa Giunta prova a rispondere con cifre talmente inadeguate da non potersi definire se non “elemosina”: non sapremmo con che altro termine riferirci ai 30 euro a paziente (1,547 milioni di euro per oltre 50mila utenti annui in carico a tali Servizi – dati Ires) assegnati alle Aziende Sanitarie Regionali per la funzione di Neuropsichiatria Infantile e citati poco fa a verbale dalla Giunta. Il dato è, oltre tutto, verosimilmente sottostimato, dal momento che gli studi di riferimento stimano in una percentuale oscillante tra il 35 e il 50% le persone che, presentando disturbi mentali o psicologici, non ricevono né supporto né cura, e considerando che ancora non disponiamo di dati precisi post pandemia da Covid-19.

Anche senza voler commentare l’ennesima assenza in Consiglio Regionale dell’Assessore Icardi (che ha delegato al collega Protopapa l’onere di rispondere al mio Question Time) e passando sotto silenzio i tempi biblici con i quali questa Giunta crede di poter rispondere agli atti dei Consiglieri (e dunque ai cittadini piemontesi stessi), diventa difficile tacere sulla possibilità garantita solo fino a fine anno (31 dicembre 2022), per le Aziende Sanitarie Regionali, di poter utilizzare forme di lavoro autonomo per il reclutamento di professionisti sanitari e assistenti sociali per affrontare questa emergenza gravissima che di certo non ha una “data di scadenza”.

A fronte di casi di disagio psichico che risultano raddoppiati tra i giovanissimi rispetto all’era pre-Covid e a una domanda precisa su come potenziare i Servizi di NPI presso l’Ospedale Regina Margherita (OIRM) di Torino, dove si registra l’occupazione stabile di tutti i 38 posti letto del reparto e pazienti adolescenti con disturbi psichiatrici che affollano anche i posti letto delle Pediatrie e del Pronto Soccorso, la sola risposta è stata un imbarazzato silenzio.

Puntare sulla domiciliarità: unica strategia per rendere sostenibile sul lungo periodo il comparto socio sanitario

Chiediamo inoltre l’aumento dei posti convenzionati nelle RSA.

Aumentare le risorse per i posti convenzionati in RSA, puntare sulla domiciliarità in maniera lungimirante e seria: due priorità per garantire un futuro dignitoso agli anziani (e non solo agli anziani) non autosufficienti piemontesi e la tenuta stessa del sistema. Il generale invecchiamento della popolazione, un tessuto sociale sempre più povero e il caro energia sono condizioni di forte pressione su tutto il sistema e le difficoltà economiche dei gestori privati delle RSA tendono a ricadere sugli utenti con necessità di cure. La Regione versa quote sanitarie per le persone ricoverate e pertanto riteniamo doverosa la richiesta, avanzata da realtà quali la Fondazione di Promozione Sociale, di effettuare verifiche puntuali sul rispetto degli standard relativi al personale. Ci fanno piacere gli impegni della Giunta Cirio a ritoccare al rialzo i fondi rispetto all’era pre-Covid, ma questa misura rischia di non bastare a fronte del rialzo delle rette e alla difficoltà di molti malati e delle loro famiglie di farvi fronte.

DCA, ora si crei una rete regionale

Fondamentale per garantire il massimo in termini di cure e sostegno a pazienti e famiglie.

Approvato poco fa in Commissione il Testo di Legge condiviso sui disturbi alimentari: un risultato importante, che premia la capacità delle varie forze politiche in Consiglio Regionale di collaborare nel Gruppo di Lavoro a questo scopo istituito un anno fa. Il testo unitario, risultato dell’unione di quattro diverse PdL sullo stesso argomento, conferisce come da noi richiesto particolare importanza alla prevenzione, all’intercettazione precoce dei disturbi, al sostegno alle famiglie, all’informazione e alla sensibilizzazione. Rivendichiamo con orgoglio, come Moderati, il nostro esserci attivati per primi su questo cruciale argomento presentando, esattamente un anno fa, la Proposta di Legge 148/2021 sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nonché misure di sostegno per le famiglie coinvolte”. Oggi esprimiamo soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto del confronto e della mediazione a vantaggio delle persone colpite dai disturbi alimentari e delle loro famiglie. Il nostro apporto ha efficacemente inciso a sostegno delle famiglie di chi vive questo problema. Ora è necessario creare una rete omogenea in tutta la regione in grado di garantire possa avere il massimo di cure e di sostegno. Sono oltre 2 milioni in Italia i giovani con disturbi dell’alimentazione. In Piemonte i numeri sono in crescita e la pandemia ha aggravato la situazione.