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Tag: Regione Piemonte

Blocco Euro 5 diesel, occorre prepararsi fin da ora

Un Ordine del Giorno per chiedere esenzioni per il Volontariato.

Il tempo guadagnato con i due anni di proroga è fondamentale, non metterlo a frutto per prepararci al 2025 sarebbe imperdonabile: urgenti sono per esempio misure per garantire l’operatività dei mezzi di Associazioni ed Enti del Terzo Settore. Non vogliamo che i piemontesi più fragili siano i più penalizzati dai blocchi del traffico, presenti e futuri. Ho chiesto e ottenuto l’inserimento all’ordine del giorno della seduta in corso del Consiglio Regionale del mio atto che chiede apposite deroghe, alla luce di risorse sempre più scarse per il rinnovamento dei parchi auto.

Non possiamo permettere che le realtà che giorno dopo giorno garantiscono assistenza agli anziani, alle persone con disabilità e ai malati – o che sono impegnate in altri fondamentali ambiti: dal trasporto di persone alla prevenzione, dal trasporto di derrate alimentari a quello di medicinali – si trovino nelle condizioni di dover interrompere la propria attività a causa dei blocchi della circolazione. I due anni di proroga al blocco rappresentano l’occasione per immaginare per tempo le misure necessarie. Chiediamo dunque specifiche esenzioni per il Volontariato al fine di garantire la continuità dei servizi, senza la quale gravissime sarebbero le ricadute negative su decine di migliaia di piemontesi. Anche le Associazioni che hanno ancora mezzi Euro 5 che non possono permettersi, al momento, di sostituire devono essere messe nelle condizioni di proseguire la propria azione. I bandi e dunque le risorse disponibili per il rinnovo del parco auto sono sempre meno e chiediamo, sulla base di un preciso elenco stilato sulla base del Codice del Terzo Settore, di poter prevedere altrettante esenzioni.

Più risorse in conto capitale per sostenere la cultura

Alla Giunta chiediamo un ulteriore sforzo (e lo facciamo con buone ragioni).

Attualmente i programmi strategici possono contare, per il triennio 2023-25, su 20 milioni di euro di fondi FESR, 45 milioni di euro dal PNRR, 7,3 milioni di FSC, a fronte di 3,6 milioni di euro di fondi regionali: fare di più è probabilmente possibile, ci auguriamo in ogni caso – e lo verificheremo – che le risorse siano impiegate al meglio. Appena discussa, sul tema, la mia interpellanza: la cultura, da sempre al centro dell’impegno politico dei Moderati, è un investimento per il futuro.

Cultura significa futuro, per la cui programmazione e costruzione, per fortuna, possiamo contare sugli ingenti fondi della programmazione europea e su quelli per lo Sviluppo e la Coesione: più contenuti quelli regionali, che non raggiungono i 4 milioni di euro per il triennio 2023-25. Per chiedere alla Giunta, per questo obiettivo, più risorse in conto capitale (e riconoscendo invece lo sforzo effettuato per quanto riguarda la spesa corrente) ho presentato e discusso poco fa un’interpellanza: chiediamo risorse per finanziare investimenti su beni che poi restano a disposizione dei piemontesi. Ci auguriamo che tutte le risorse a disposizione siano impiegate al meglio e che poi si possa aumentare il contributo in conto capitale, a maggior ragione per le piccole realtà delle aree interne, che spesso sono testimonianze straordinarie della storia del Piemonte. Progetti lanciati con la spesa in conto capitale trovano poi spesso, a medio termine, una propria autonoma sostenibilità, con ricadute positive da tutti i punti di vista.

Investire sul futuro dei cinema significa investire sul territorio

Riconosciamo, come Moderati, l’impegno della Giunta, pur restando convinti che si possa sempre fare di più e meglio. Garantiamo impegno e attenzione massimi su un tema, oggetto dell’interpellanza appena discussa, per noi fondamentale.

I cinema sono sempre un luogo di aggregazione e cultura, ma in alcuni casi assumono un’importanza particolare e un ruolo di presidio: per esempio nelle periferie, nei piccoli comuni, nelle aree interne. Investire sul futuro delle sale cinematografiche significa investire sulla sicurezza e sul futuro del territorio. Le sale devono continuare a essere un punto di riferimento per i cittadini: la mia interpellanza appena discussa è stata presentata sulla base di questa convinzione. La storia dice che il Piemonte è particolarmente legato a questo settore, dai tempi del primo film proiettato a Torino nel 1896, un anno dopo appena dell’invenzione dei fratelli Lumière. Riconosciamo, sul tema, l’impegno della Giunta (dai Tavoli al Programma Triennale per la Cultura, dai 260mila euro annui del Bando Triennale 2022-24 ai 350mila euro annui destinati, nello stesso triennio, al sostegno delle sale cinematografiche), sempre nella convinzione che fare più e meglio sia possibile. Serve un patto di leale collaborazione tra istituzioni e soggetti che gestiscono e promuovono i cinema, che sono una preziosa ricchezza per il Piemonte (nel quale sono attive 165 sale per 353 schermi in 99 comuni, con 3,45 milioni di ingressi nel 2022). Sul tema, il nostro impegno e la nostra attenzione sono e resteranno massime.

Sì al coinvolgimento del Piemonte nelle Olimpiadi 2026 per il bob

Soluzione sensata e vantaggiosa per tutti.

Lo diciamo da sempre, lo ribadiamo ora: un coinvolgimento del Piemonte nelle Olimpiadi Invernali 2026 sarebbe uno scenario vantaggioso per tutti. L’esperienza del passato insegna che la valorizzazione delle strutture esistenti è la strada giusta da percorrere. Le strutture non solo possono essere utilizzate in maniera utile anche dopo l’evento olimpico, ma possono diventare un volano di sviluppo. Austria, Germania e Lettonia lo dimostrano, avendo costruito attorno a una struttura o una pista non soltanto un movimento sportivo, ma un punto di riferimento per la vita turistica di una comunità, tra manifestazioni culturali e appuntamenti. Ci fa piacere che il Presidente Cirio si sia detto possibilista. Ogni decisione dovrà dipendere dalla valutazione della sostenibilità strategica ed economica e dall’interlocuzione con le Amministrazioni locali, ma di certo una soluzione già pronta all’interno dei confini nazionali sarebbe ragionevole e sensata.

Città della Salute, servirebbero altri 500 infermieri

Nursind lancia l’allarme, mercoledì sarà discusso a Palazzo Lascaris il mio Question Time che chiede soluzioni.

Pensionamenti non sostituiti, dimissioni sempre più frequenti, maternità e altre tipologie di congedo lungo: ha diverse cause l’attuale carenza di infermieri, che si stima in oltre 500 unità nella sola Città della Salute di Torino, ma che si riscontra in diversi altri contesti, sia a livello regionale sia nazionale. Urgono misure efficaci, senza le quali sarà sempre più difficile garantire ai pazienti un’assistenza adeguata e al personale in organico carichi di lavoro e turni tollerabili. Nursind, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, chiede pronte ed efficaci risposte, alla luce delle stime che parlano di circa 300 infermieri non assunti dal 2018 a oggi a copertura del turnover e di 200 assenze dovute a lunghi congedi (i dati si riferiscono alla Città della Salute). Porterò il tema nel prossimo Consiglio Regionale, in calendario mercoledì, con un Question Time appena presentato, per chiedere alla Giunta soluzioni nel breve termine in grado di garantire, in tutti gli ospedali che facciano registrare simili criticità, un numero di infermiere e infermieri in organico compatibile con condizioni e ritmi di lavoro sostenibili e con un’assistenza adeguata nei confronti dei pazienti. La Regione Piemonte ha già sottoscritto un accordo per 2.000 nuove assunzioni entro il 2024 e concluso le trattative per la stabilizzazione di 500 precari, ma un ulteriore sforzo è evidentemente necessario.