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Tag: Sanità

La telemedicina è il futuro (obbligato) anche della medicina penitenziaria

Lo confermano i direttori e gli esperti auditi questa mattina in Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte. Fondamentale, dunque, dotare gli istituti carcerari del territorio dell’infrastruttura tecnologica necessaria perché questa possibilità sia capillarmente garantita. Anche questo cambio di paradigma, tecnologico e di mentalità, serve a comporre il quadro di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi richiesto e auspicato.

Se qualcuno ancora attendeva una conferma, l’ha avuta questa mattina: solo potenziando la telemedicina si può garantire un’assistenza medica adeguata, per tempismo e frequenza, alle esigenze del Piemonte. Questo è vero anche negli istituti carcerari della nostra Regione e gli auditi in Commissione Sanità l’hanno confermato poco fa. Nell’Aula Consiliare di Palazzo Lascaris hanno preso la parola Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali, Direttori degli Istituti Penitenziari regionali ed esperti giuridico-pedagogici degli Istituti stessi. I vantaggi sono evidenti, dal momento che i consulti a distanza garantisco rapidità e puntualità, riducendo al contempo la necessità di costosissime traduzioni (le uscite, cioè, dei detenuti, scortati verso le strutture sanitarie del territorio) e il tempo necessario per ogni singola vista. Anche questo cambio di paradigma è necessario nell’ambito della costruzione di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi a più riprese auspicato. Ribadiamo le nostre richieste come Moderati: diffusione della telemedicina negli istituti, potenziamento dei servizi sanitari in carcere, attivazione delle REMS, sostegno psicologico per prevenire forme di burnout degli agenti, risorse per chi intende assumere persone che stanno scontando una pena. Su quest’ultimo tema, è stato recentemente approvato dal Consiglio l’Ordine del Giorno dei Moderati che chiede incentivi per le imprese piemontesi che scelgono di assumere detenuti. I dati dimostrano che la recidiva scende sotto il 15% per chi lavora mentre sconta la propria pena. La Legge Regionale 34 del 2008 permette incentivi per i datori di lavoro che assumono persone che stanno scontando una pena. Con il nostro atto chiediamo inoltre l’estensione della misura anche a chi è sottoposto a misure alternative alla carcerazione (attualmente, sono esclusi per esempio coloro che scontano la propria pena ai domiciliari).

Semaglutide razionata: ogni singola dose deve andare ai malati di diabete

Ci preoccupa l’attuale situazione di penuria (che ha imposto di limitare l’erogazione a un solo pezzo per ogni ricetta) e non riteniamo accettabili impieghi off label (tali sono per esempio le assunzioni finalizzate alla perdita di peso) del farmaco in questa congiuntura. Ci solleva che la Giunta, che ha appena risposto al nostro Question Time sul tema, sia consapevole e pronta a prendere contromisure: contromisure che i 200mila piemontesi con una diagnosi di diabete si augurano efficaci.

Quella attuale è una fase di preoccupante carenza di semaglutide, in alcuni casi quasi introvabile: questo principio attivo è salvavita per i pazienti diabetici e pertanto ogni singola dose deve essere destinata a costoro. Il razionamento a un solo pezzo per ricetta, imposto dalla situazione, è anche la misura della sua gravità. Ho appena portato il tema in Consiglio Regionale con un Question Time e la stessa Giunta si è detta consapevole dello stato delle cose. A maggior ragione consideriamo totalmente fuori luogo ogni utilizzo improprio di questo farmaco in queste settimane di scarsità. Alcuni contenuti, virali su TikTok e altre piattaforme, stanno inducendo molte persone ad assumere, per dimagrire, farmaci contenenti semaglutide. Lo stesso Assessore Icardi ha sottolineato, rispondendo poco fa in Aula al mio Question Time, che la semaglutide è indicata esclusivamente per il trattamento di adultiaffetti da diabete mellito di tipo 2 e che ogni altro impiego del farmaco, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off label che mette a rischio la disponibilità dello stesso per lapopolazione diabetica. Terremo alta l’attenzione e verificheremo l’applicazione e l’efficacia delle misure riferite dalla Giunta: l’indicazione di noniniziare nuove terapie con Ozempic e Rybelsus (questi sono i nomi commerciali dei farmaci contenenti il principio attivo della semaglutide), la sensibilizzazione degli operatori al corretto utilizzo del farmaco, il già menzionato razionamento delle dosi e il ricorso, quando possibile, a farmaci alternativi. Chi utilizza il farmaco con finalità improprie non solo mette a rischio la propria salute (con effetti collaterali talvolta gravi di nausea e vomito), ma contribuisce a rendere più grave la carenza, sul mercato, di un principio attivo vitale per chi soffre di diabete. I pazienti diabetici – in aumento del 60% nell’ultimo ventennio, secondo le stime dell’Italian Diabetes Barometer Report – devono avere l’assoluta priorità.

Semaglutide, farmaco per diabetici, quasi introvabile anche in Piemonte

Sempre più giovani assumono questo principio attivo per perdere peso, un uso – improprio se privo della necessaria prescrizione e supervisione medica – che non solo aggrava l’attuale penuria, ma può avere conseguenze sulla salute.

Alcuni contenuti, virali su TikTok e altre piattaforme, stanno inducendo molte persone ad assumere, per dimagrire, farmaci contenenti semaglutide, principio attivo finalizzato in primis alla cura del diabete. Questo uso – improprio al di fuori di prescrizione e supervisione medica – può comportare effetti collaterali e rischia di contribuire a una carenza che, secondo l”AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), potrebbe far sentire i suoi effetti per tutto l’anno in corso e oltre. Domani si discuterà in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema, per chiedere soluzioni alla Giunta.

Ozempic e Rybelsus: questi sono i nomi commerciali dei farmaci contenenti il principio attivo della semaglutide, fondamentale per la cura del diabete. Entrambi, in queste settimane, risultano difficili e talvolta difficilissimi da trovare per le persone che soffrono di questa patologia. Il Piemonte non fa eccezione a questa tendenza nazionale. 

Contenuti diffusi sui social network, TikTok in primis, stanno inducendo sempre più persone, giovani soprattutto, a un uso improprio del farmaco. Con un Quetion Time appena presentato chiederò alla Giunta, domani a Palazzo Lascaris, quali misure stia mettendo in campo affinché sia garantito alle persone affette da diabete un idoneo approvvigionamento dei farmaci necessari al fine di evitare possibili conseguenze cliniche, che possono essere gravissime. Chi utilizza il farmaco con finalità improprie non solo mette a rischio la propria salute (con effetti collaterali talvolta molto gravi di nausea e vomito), ma contribuisce a rendere più grave la carenza, sul mercato, di un principio attivo vitale per chi soffre di diabete. La semaglutide appartiene al gruppo degli analoghi del peptide-1 simil-glucagone (GLP-1) e si può acquistare con ricetta medica ripetibile con rimborso dal Servizio Sanitario Nazionale.

Ospedale alla Pellerina, si faccia in fretta

Le uniche priorità dei Moderati sono la salute dei cittadini, il loro diritto alle cure e il diritto di medici, infermieri e personale sanitario di lavorare in un contesto finalmente adeguato al loro livello professionale. Avremmo voluto che la ThyssenKrupp bonificasse a sue spese e regalasse l’area alla Città di Torino, dopo il dramma del 6 dicembre 2007: così non è stato, adesso si velocizzino i tempi per la realizzazione di un progetto non più rimandabile.

Sindaco di Torino e Presidente della Regione avrebbero potuto chiedere che l’area fosse bonificata a spese della ThyssenKrupp e donata alla Città di Torino, dopo i drammatici fatti del 6 dicembre 2007: questo non è avvenuto, anche se la nostra speranza è che si arrivi in futuro a simili esisti, in nome della concordia istituzionale. La sola priorità è dunque, ora, avere in tempi brevi nell’area nord ovest di Torino un ospedale finalmente all’altezza per struttura, connessione e livello tecnologico, fondamentale per garantire ai cittadini il diritto alla cura e alla salute e ai professionisti un contesto adeguato.

Per convincersi che questa sia al momento l’unica cosa che conta basta ascoltare la voce di chi al Maria Vittoria e all’Amedeo di Savoia quotidianamente lavora. A queste persone dobbiamo fornire risposte, oppure accettare da parte loro scelte professionali legittimamente diverse e lontane da questi presidi. Non possiamo rischiare di perdere l’ennesima occasione di dotare il territorio di un’infrastruttura adeguata nell’attesa di trovare condizioni ideali che, semplicemente, non esistono. Il dibattito, per sua stessa definizione, a un certo punto deve chiudersi. Politica è fare delle scelte e prendere decisioni non solo nei modi, ma anche nei tempi più utili alla cittadinanza. Abbiamo necessità di un’infrastruttura all’avanguardia per struttura, tecnologia e connessione, i cui reparti siano confacenti alle esigenze del contesto demografico di una popolazione che invecchia e subisce gli effetti, fisici e psicologici, di questa fase post-pandemica.

«Fino a tre anni per un intervento di cataratta»

Giusta la preoccupazione dei cittadini in merito alle lunghe liste d’attesa nell’oculistica piemontese, domani il mio Question Time per chiedere soluzioni.

Cittadini e Associazioni lanciano l’allarme, la Giunta è chiamata a rispondere per ridurre tempi d’attesa che, per quanto riguarda l’oculistica, arrivano ai 36 mesi anche per interventi, quali la cataratta, ormai considerati di routine. Domani discuterò sul tema un Question Time appena presentato in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere una sensibile riduzione delle attuali tempistiche. Proprio per evidenziare una situazione percepita come critica, l’Associazione Cittadinanzattiva ha proclamato la mobilitazione permanente “Urgenza Sanità”, per chiedere una Sanità accessibile e universale, dove “accessibile” significa anche in grado di garantire tempistiche ragionevoli. Concorre a creare una situazione di difficoltà il numero ridotto di pediatri e medici di medicina generale, fattore che comporta talvolta la necessità, da parte di famiglie e pazienti, di rivolgersi alle strutture ospedaliere. Il massimale di 1.800 pazienti per ogni medico di famiglia risulta in molti casi di difficile gestione, soprattutto per coloro che non possono contare sul sostegno di assistenti di studio, di una segreteria e di professionisti sanitari di supporto. Dando atto alla Giunta dei primi risultati ottenuti con il Piano Straordinario di Recupero delle Liste d’Attesa, chiediamo ulteriore impegno per garantire tempi ragionevoli per visite e interventi anche in oculistica, fatto che significherebbe garantire ai pazienti piemontesi un immediato effetto positivo sia sulla loro salute sia sulla loro qualità della vita e, per il Sistema Sanitario stesso, un risparmio di risorse già sul medio periodo. La stessa Regione Piemonte dichiara come suoi obiettivi la riduzione delle liste d’attesa per le visite e gli esami, l’assunzione di personale medico e infermieristico, l’incremento delle borse di studio per i medici specializzandi e una maggiore integrazione con il privato, con governance del pubblico.