Skip to main content

Tag: Comune di Torino

Abbonamenti per la “Zona Blu” non utilizzati durante il lockdown: rimborsarli è doveroso

Penso soprattutto a professionisti e partite IVA che si spostano per lavoro e che per tre mesi non hanno usufruito del servizio, essendo la loro attività ferma causa lockdown. Discussa questa mattina in Commissione e liberata per la discussione in Consiglio Comunale la mia mozione sul tema: con il mio atto chiedo un credito per l’acquisto di un nuovo abbonamento o il prolungamento della scadenza di quello in essere.

Garantire il rimborso dell’abbonamento a chi, per causa di forza maggiore, non è stato nelle condizioni di beneficiare del servizio acquistato dovrebbe essere un fatto pacifico: un principio che dobbiamo applicare anche per quanto riguarda gli abbonamenti per le strisce blu non sfruttati durante i mesi di lockdown. Ho presentato la mia mozione pensando per esempio a chi si sposta in auto per lavoro e a chi, tutti i giorni, raggiunge l’azienda, l’ufficio o i propri clienti nei quartieri presso i quali, in struttura o su strada, la sosta è a pagamento. I professionisti e le partite IVA della maggior parte dei settori merceologici non ha lavorato (e dunque non ha emesso fatture né percepito reddito) durante i mesi di quarantena. Assurdo non pensare a queste categorie, che dalla chiusura hanno subito un danno gravissimo e che non hanno potuto contare sullo stipendio puntualmente versato il 27 del mese. Che “non siano previsti provvedimenti dal Governo” o, come ho sentito dire più volte, che “nessuno abbia provato i titolari di abbonamento del diritto di parcheggiare in zona blu” è irrilevante: il rimborso degli abbonamenti non utilizzati è un diritto e andrebbe riconosciuto anche in questo caso. Conto di ricevere il voto favorevole da parte dei colleghi Consiglieri quando il mio atto, durante la Commissione di poco fa liberato per l’Aula, sarà discusso in Consiglio Comunale.

Combi riqualificato, ci sia spazio anche per le esigenze di disabilità e fragilità

Corso Unione Sovietica 220/D: Iaria, “Assessore dei Sì”, non dica “no” a un parcheggio adeguato, alla messa in sicurezza dell’area e alla riqualificazione dell’adiacente basso fabbricato: interventi fondamentali per quel polo nel quale si trovano servizi per la disabilità del Comune di Torino e sedi di Associazioni.

Accolgo come notizia estremamente positiva il progetto di riqualificazione dell’area ex Combi (e in particolare degli spazi centrali attualmente dismessi e inutilizzati) con la realizzazione di un centro a vocazione sportiva e universitaria. Un bel progetto, che tuttavia non basta: con un’interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale ho chiesto garanzie in merito alla necessità di intervenire, in maniera prodromica o in parallelo, sulla struttura di corso Unione Sovietica 220/D, vero polo della disabilità, sede di diversi Servizi comunali, del “Servizio Passepartout” e di diverse realtà del Terzo Settore e dell’Associazionismo. Urgono un parcheggio di ampiezza adeguata, una recinzione e la ristrutturazione del basso fabbricato in corrispondenza con la Scuola di Management ESCP Business School. Ho invitato l’Assessore Iaria, che sempre più si sta affermando quale “Assessore dei Sì”, a non dire “no” a queste richieste.. Le recinzioni attualmente esistenti sono assolutamente inadeguate, mentre il villino rimesso a nuovo potrà accogliere laboratori e attività varie. Si possono immaginare opere a scomputo o altre formule: basta che ci si faccia carico di queste istanze. Non vorrei che,nelle more della firma dei vari protocolli, si “dimentichino” le precise richieste del mondo della disabilità. Nella delibera “Protocollo di intesa per la riqualificazione dell’area ex Combi tra Città, Università degli Studi e Politecnico di Torino” è espressa l’intenzione di tenere conto delle necessità di tutte le realtà esistenti in zona: mi aspetto che si faccia seguito a queste intenzioni teoriche non dimenticando nella pratica le esigenze della disabilità e della fragilità. Impegno che, nella risposta a verbale, non mi pare sia stato affermato con fermezza.

Suolo pubblico gratuito per gli espositori di mercati tematici e feste di via: il Consiglio Comunale dice sì

Oltre alla mia mozione che lo chiede, passa in Sala Rossa anche il mio ordine del giorno per la revisione della Legge Regionale sui mercatini periodici: doppio risultato che accolgo con soddisfazione e che sarà utile per il sostegno a settori importanti e per superare una delle normative nei fatti meno applicate a livello piemontese.

Due su due: doppio risultato portato a casa in Consiglio Comunale. I colleghi Consiglieri votano a favore, in rapida successione, in merito a una mia mozione e a un mio ordine del giorno.

Con la mozione impegno l’Amministrazione a riconoscere una sospensione della COSAP per gli operatori dei mercati tematici periodici e delle feste di via, dopo aver ottenuto la riapertura al pubblico, in presenza e senza ulteriori ritardi, degli uffici della Divisione Commercio destinati a svolgere le funzioni amministrative (essenzialmente rilascio e rinnovo dei tesserini). Una misura, quella sulla gratuità del suolo pubblico, di sostegno sostanziale agli organizzatori, ai Presidenti, ai commercianti e agli espositori, utile per far ripartire un settore che vedrà nuovamente organizzati eventi di interesse e richiamo. Giusto, dopo aver garantito un’analoga esenzione per quanto riguarda i dehors, fare lo stesso per quanto riguarda questo segmento.

Con l’approvazione del mio Ordine del Giorno, la Giunta potrà avviare, forte del mandato del Consiglio Comunale, le opportune interlocuzioni con la Regione Piemonte affinché sia sospesa e, a tendere, profondamente rivista la disciplina regionale in tema di vendita occasionale su area pubblica. Questa è una delle leggi regionali meno osservate in assoluto. In queste settimane post-quarantena ci siamo trovati nella paradossale situazione per cui gli espositori non potevano mettersi in regola, dal momento che quasi sempre chiusi erano gli sportelli per il rilascio e il rinnovo dei tesserini. Rivedere la normativa, a partire dalla possibilità di estendere oltre il limite di 18 “timbrature”annuali il diritto di partecipare come espositori ai mercatini stessi, è necessario, a maggior ragione in una fase di crisi economica nella quale per un numero crescente di persone gli introiti derivanti dalla partecipazione ai mercatini diventano necessari per la sussistenza.

L’attuale normativa è restrittiva, penalizzante per un settore che coinvolge migliaia di persone e di fatto non applicata se non a macchia di leopardo.

Quattro mesi per una pratica all’archivio edilizio comunale

Architetti, ingegneri e geometri devono attendere, a Torino, tempi lunghissimi per consultare una pratica: la ripartenza dopo il lockdown è al rallentatore. Ho portato il problema in Sala Rossa con un’interpellanza appena discussa. Le imprese hanno l’urgente esigenza di ricominciare a lavorare: facciamole ripartire per trainare la ripresa cittadina.

Vi sono professionisti che sono stati rimandati, per la consultazione delle pratiche necessarie, a ottobre. Un tempo davvero troppo lungo per chi ha urgenza di verificare lo stato dell’arte di uno stabile o di un cantiere prima di far partire un nuovo lavoro. A occuparsi della digitalizzazione dei fascicoli vi è stata per lungo tempo una sola persona: una seconda è stata affiancata alla prima da pochissimi giorni. Il ritardo è un’ovvia conseguenza anche di questo dato (non letto a verbale dall’Assessore nella sua risposta, ma comunicato in un secondo momento con risposta scritta). Nonostante le dichiarazioni della Giunta, spesso roboanti in tema di innovazione, siamo oggettivamente in ritardo nel percorso verso la piena digitalizzazione di questo settore. Per far partire una pratica edilizia (e dunque per dare lavoro a tante persone) quattro mesi sono un tempo spropositato. Le imprese edilizie del nostro territorio vorrebbero ricominciare a lavorare: mi aspetto che l’Amministrazione dia loro una mano snellendo e rendendo più spediti i processi. La nostra città ne ha assoluto bisogno per ripartire.

INTERPELLANZA – Servizio trasporto gestito dalla ditta Tundo: nella capitale del cinema si gira sempre la solita pellicola

PREMESSO CHE

  • da alcuni anni la ditta Tundo Vincenzo spa (già Tundo Vincenzo srl) ha in affidamento dal Comune di Torino il servizio di trasporto scolastico e per disabili;

RILEVATO CHE

  • il 21 dicembre 2018 veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara (Procedura aperta n. 98) per il nuovo affidamento servizio di trasporto scolastico e per disabili, per il relativo servizio di accompagnamento e gestione amministrativa integrata;
  • l’appalto era suddiviso in 10 lotti;
  • la procedura aperta si concludeva con l’aggiudicazione, avvenuta in data 1° marzo 2019, dei lotti nn. 8 (gestione amministrativa) e 10 (servizio di accompagnamento),
  • nelle more dell’indizione della nuova procedura per l’assegnazione dei lotti andati deserti e al fine di garantire il servizio di trasporto per gli utenti disabili in ottemperanza alle prescrizioni della legge n. 104/92 (che sancisce il diritto dei disabili all’integrazione sociale), con la determinazione dirigenziale n. 102 del 12 febbraio 2019 (mecc. 2019 00631/119) veniva concessa una proroga tecnica alla ditta Tundo Vincenzo spa fino al 31 maggio 2019;
  • ai fini dell’assegnazione dei lotti rimanenti l’Amministrazione decideva di intraprendere l’iter della procedura negoziata;
  • in esito a tale procedura si giungeva alla nuova assegnazione del servizio di trasporto scolastico e disabili alla ditta Tundo spa;

CONSIDERATO CHE

  • con l’interpellanza mecc. 2020 00716 del 21 febbraio 2020 lo scrivente chiedeva conto all’Amministrazione circa alcuni aspetti dell’appalto, in merito alla regolarità dei pagamenti degli stipendi e sulla vetustà dei veicoli;
  • con particolare riferimento al quesito al punto 2 (“se all’Amministrazione risultino ritardi nei pagamenti da parte di Tundo spa per l’appalto in corso e se risultino sanate tutte le pendenze di quello precedente (sia verso i dipendenti sia verso i subappaltatori) veniva fornita la seguente risposta: “Per l’appalto in corso risulta che gli stipendi vengono erogati regolarmente (al massimo con alcuni giorni di ritardo). Ha fatto eccezione lo stipendio di gennaio che, seppur col ritardo di un mese è stato tutto pagato. L’emergenza sanitaria, come noto, ha messo in difficoltà tutte le imprese, in particolare dei trasporti e la Città ha provveduto a liquidare in anticipo sulla scadenza le fatture pervenute dalla Ditta in modo che è stato pagato anche lo stipendio di febbraio, mentre per il mese di marzo la Ditta ha comunicato che avrebbe chiesto per gli autisti la cassa integrazione. Per i subappaltatori non abbiamo riscontri ufficiali che non siano state sanate ad oggi tutte le pendenze in corso per il 2019, né sono pervenuti alla Città richieste di pignoramento in tal senso; né lettere ufficiali dei subappaltatori. Abbiamo riscontro di mancata corresponsione del tfr per gli accompagnatori ora transitati alla nuova impresa che gestisce il servizio. La Città ha chiesto conto della situazione all’Impresa Tundo la quale si è impegnata ad erogare il dovuto agli ex dipendenti e sono in pagamento da parte della Città ulteriori fatture sempre in anticipo rispetto alla scadenza che permetteranno di provvedere.”;
  • con riferimento al quesito al punto 5 (“se, considerate le penali inflitte dal Comune a Tundo spa dal 2016 ad oggi per le inadempienze/inefficienze del servizio di trasporto e tenuto conto che alle famiglie non sono stati erogati né rimborsi né servizi alternativi, l’Amministrazione sia in grado di impegnare/creare un capitolo del bilancio dell’Ente per accogliere gli importi delle penali e per destinarli a ristorare le famiglie con rimborsi e/o servizi alternativi.”) veniva fornito il seguente riscontro: “Premesso che da oltre un anno vi sono pochissimi casi di disservizi alle famiglie, riconducibili a ritardi, spesso non imputabili alla Ditta e corrispondenti, nel primo monitoraggio effettuato, allo 0,15 % dei viaggi effettuati, sono favorevole ad avviare con gli Uffici uno studio di fattibilità riguardo alla possibilità di regolamentare il ristoro del servizio non erogato, qualora ciò si verificasse, come proposto dal capogruppo Magliano.”);
  • pochi giorni or sono allo scrivente è stato riferito di ritardi e mancate erogazioni da parte dell’azienda delle spettanze mensili con riferimento ai mesi di gennaio e febbraio 2020 e di altri emolumenti non versati ai lavoratori: se confermate, tenuto conto del periodo di acuta crisi economica e sociale, tali circostanze aggredirebbero in maniera ancora più recrudescente la situazione familiare dei lavoratori della ditta Tundo;   

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  • se l’Amministrazione abbia aggiornamenti da riferire in relazione al secondo quesito riportato nel paragrafo “Considerato che” (impegnare/creare un capitolo del bilancio dell’Ente per accogliere gli importi delle penali e per destinarli a ristorare le famiglie con rimborsi e/o servizi alternativi.”) in considerazione dell’avvio dello studio di fattibilità.

Silvio Magliano