Sottoscriviamo le richieste della CPD, si trovi una soluzione al più presto.
Che il principale luogo di culto di Torino, la cattedrale di San Giovanni Battista, non sia accessibile dall’ingresso principale è un fatto che non possiamo più accettare. Facciamo convintamente nostre tutte le richieste della CPD. Ci sorprende che, da anni, il dibattito sia fermo allo stesso punto, come se chiedere il diritto di tutti a entrare in chiesa fosse una pretesa assurda. Il Duomo di Torino esiste dal XV Secolo: da oltre cinquecento anni l’accesso alle persone con disabilità motoria non è di fatto consentito dalla scalinata che si affaccia sulla piazza. Da qui – e non da ingressi laterali – ci auguriamo di vedere finalmente entrare tutti i fedeli, senza eccezioni. Non possiamo immaginare funzioni, battesimi o matrimoni ai quali non tutti (magari gli sposi stessi o i genitori del battezzando) possano accedere dall’ingresso principale. A maggior ragione alla luce delle nuove tecnologie in fatto di materiali capaci di garantire soluzioni non impattanti, progetti in grado di coniugare accessibilità e rispetto dei parametri estetici di un edificio rinascimentale sono assolutamente percorribili. Si trovi al più presto una soluzione. Lo dobbiamo a tutti i cittadini e in particolare ai tanti che hanno portato avanti questa battaglia, a partire dal compianto Presidente della CPD Paolo Osiride Ferrero. Una città la cui cattedrale non è accessibile non può e non potrà mai definirsi una città accessibile in senso assoluto.
Ne prendiamo atto dopo l’ennesimo episodio, verificatosi ieri sulla linea 4 a Torino: il conducente interviene in difesa del controllore ed è aggredito. Un problema ormai cronico, del quale le Istituzioni devono farsi carico.
Dobbiamo prendere atto che, ormai, autisti e controllori dei mezzi GTT svolgono un mestiere pericoloso. Ci troviamo a commentare l’ennesima aggressione ai danni del personale sui mezzi del servizio di trasporto pubblico: vittime, questa volta, autista e controllore sulla linea 4 a Torino, aggrediti in zona piazza d’Armi nel primo pomeriggio di ieri, subendo danni fisici (tumefazioni al volto) e alle cose (rottura dei cellulari). Giuste le richieste alla Prefettura e alle Istituzioni di farsi carico di un problema ormai cronico, episodi simili si registrano con una frequenza sconcertante.
La fruibilità per tutti deve essere l’obiettivo prioritario, non esiste riqualificazione senza inclusione. Si segua un percorso di coprogettazione con le Associazioni del territorio.
Buona notizia la riqualificazione del Parco del Valentino, a una condizione: che sia garantita la massima accessibilità. Non esiste bellezza senza inclusione né riqualificazioni sensate senza che sia garantita la fruibilità per tutti. Convinti di questo, non solo auspichiamo, ma pretendiamo e ci aspettiamo che la fruibilità di tutti gli spazi sia garantita alle persone con disabilità. In questa nostra richiesta facciamo nostre le sollecitazioni della Consulta per le Persone in Difficoltà e del suo Direttore Giovanni Ferrero, che ha più volte auspicato un percorso di coprogettazione con tutte le Associazioni del territorio affinché il principale parco della città sia sempre più fruibile e accessibile. Questa è la strada da seguire. Monitoreremo costantemente l’evolversi della situazione e auspichiamo che il nostro monito sia preso in considerazione, nel caso in cui fosse sfuggito all’ordine del giorno. Un Parco del Valentino più accessibile è un Valentino migliore per tutti: persone con disabilità, anziani, genitori con bambini piccoli e non solo.
Solidarietà agli agenti, subito interventi risolutivi.
Gravissimo quanto successo venerdì sera a Mirafiori: agenti sono stati aggrediti con bastoni. Gravissimo, ma non sorprendente, dal momento che da anni quella zona di Torino è alla mercé di queste persone, lontane da ogni senso di legalità. La nostra solidarietà agli agenti accerchiati e aggrediti dai nomadi è assoluta e sincero il nostro grazie ai rinforzi intervenuti con tempismo per evitare evitare danni ancora peggiori. Folle l’azione del soggetto che, alla guida del camper, ha rischiato di travolgere chi si trovava sul posto: si è rischiata la tragedia. Dopo gli sgomberi delle occupazioni delle case ATC quella zona continua a essere terra di nessuno ed è un fatto che non possiamo tollerare. Il problema rappresentato da queste persone è serio ed è ora che sia affrontato a tutti i livelli istituzionali e risolto: porterò il tema, da parte mia, in Consiglio Regionale del Piemonte.
Complimenti e grazie alle Forze dell’Ordine per il decisivo intervento tra corso Grosseto e via Chiesa della Salute: ora, subito la messa in sicurezza delle unità libere e assegnazioni rapide da parte della Città di Torino per evitare nuovi casi.
Le operazioni di sgombero, questa mattina, dei cinque appartamenti abusivamente occupati nell’isolato compreso fra corso Grosseto e le vie Bibiana, Sospello e Chiesa della Salute in Borgo Vittoria sono un esempio e una prova di efficienza e tempismo davvero ottimali. Ci congratuliamo e ringraziamo sentitamente la Polizia di Stato, i Carabinieri, gli agenti della Polizia locale del Nucleo Polizia Abitativa, del Reparto Operativo Speciale e del Reparto Informativo Sicurezza e Integrazione per la perfetta collaborazione e l’efficacia dell’intervento. Questa dovrebbe sempre essere la linea da tenere e come Moderati lo affermiamo da sempre in tutte le sedi. Ci sono due misure urgenti da mettere in atto per evitare nuovi casi simili: la messa in sicurezza e la rapida assegnazione, da parte della Città di Torino, delle unità abitative libere. Ribadiamo che lo sgombero di tutte le occupazioni abusive di case ATC è necessario e urgente. Nella sola Torino gli appartamenti che attendono di essere restituiti ai piemontesi sono ancora oltre 200. Chi occupa abusivamente una casa ATC sta impedendo ad altre persone, in condizioni di bisogno, di fruire di un proprio pieno diritto e quest’ultimo deve essere tutelato.
Al centro della visione politica della lista civica per la quale mi sono candidato ci sono la persona, la libertà e la dignità di ogni essere umano, la centralità della famiglia e del lavoro, la solidarietà sociale e il rispetto per l’ambiente.