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Servizi igienici nei mercati di Torino, la situazione è imbarazzante

Bagni inesistenti, inservibili o in condizioni inaccettabili in molte delle zone mercatali cittadine. Un caso su tutti: l’unico bagno di piazzale Barcellona è senza sciacquone e con la porta rotta.

Mi sento in dovere di denunciare lo stato indegno dei servizi igienici di molti mercati all’aperto della nostra città. Una situazione che merita un’interpellanza sul tema, che ho già depositato e che discuterò in Sala Rossa il prossimo autunno.

La normativa prescrive che ogni area di mercato all’aperto debba disporre di servizi igienici separati per operatori e utenti. La realtà dei fatti, purtroppo, è ben diversa.

Sono molti i mercati del tutto privi di servizi igienici (situazione assurda soprattutto nei casi di zone mercatali da poco riqualificate!). In altri casi, i bagni ci sono ma sono inservibili, oppure ancora sono del tutto inadeguati per numero al bacino d’utenza del mercato. Non sempre tutti gli operatori sono in possesso delle chiavi per accedere ai servizi loro riservati.

Un caso emblematico è il mercato di piazzale Barcellona, zona San Donato. Il piazzale, recentemente riqualificato (per la generale soddisfazione di operatori e utenti), dispone di un unico vespasiano a cupola. Quel bagno è in condizioni disastrose: passi per i graffiti che ne “impreziosiscono” le pareti, ma che dire del fatto che gli utenti sono costretti a utilizzare il bagno portando con sé un secchio d’acqua, vista la mancanza dello sciacquone? Neanche la porta automatica funziona, e va chiusa a mano a ogni utilizzo.

Ecco una lista parziale dei mercati cittadini privi di servizi igienici o con servizi inservibili o inadeguati: via San Secondo, piazza Carlina, Santa Rita, via Di Nanni, corso Svizzera, piazzale Barcellona, via Mittone, corso Umbria, corso Toscana, via Forlì, piazza Borromini, via Madama Cristina, corso Spezia, piazza Guala, via Plava.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Le Paritarie perderanno altri 250mila euro, le famiglie dovranno pagare per il terzo figlio a scuola

La Sala Rossa boccia il mio emendamento che tentava di limitare il taglio ai contributi alle Scuole Fism e respinge la mia proposta di esentare dal pagamento di iscrizione e refezione il terzo figlio per famiglia. Anche la componente cattolica di questa Maggioranza getta la maschera si schiera apertamente contro la libertà di educazione e il sostegno alle famiglie.

Il Consiglio comunale vota ancora una volta contro la crescita, contro la sostenibilità economica e strutturale del sistema scolastico, contro la libertà di educazione e contro il sostegno alle famiglie.

La Sala Rossa ha bocciato il mio emendamento per ripristinare i fondi per le Scuole materne paritarie della FISM e convenzionate e ha respinto la mia mozione finalizzata a esentare dal pagamento delle tariffe di iscrizione e di refezione scolastica per le Scuole comunali dell’infanzia e gli asili nido comunali i figli dal terzo iscritto in poi per famiglie con almeno tre figli minori a carico.

Le Scuole paritarie dovranno così assorbire un taglio pari a 600.000 euro in due anni, mentre le famiglie numerose non avranno sostegno dal Comune, che come al solito preferisce impiegare i fondi in maniera diversa.

Prendo atto con amarezza che a questa Maggioranza non solo non importa nulla del principio della libertà di educazione, ma che neppure ha a cuore la sostenibilità dell’intero sistema scolastico (che non potrebbe assorbire in scuole comunali o statali tutti gli alunni che attualmente frequentano le Paritarie).

Dal momento che il sistema scolastico statale non può assorbire gli studenti delle paritarie, è evidente che si tratta di una manovra volta a penalizzare le famiglie che dovranno pagare di più, quando le scuole Fism saranno costrette ad alzare le rette, per una scelta che dovrebbe essere, almeno in teoria, un diritto sancito dalla Legge.

Ritengo che, a sinistra, si debba scegliere tra i propri ideali e la linea politica di partito, quando le due posizioni – ed è un caso sempre più frequente – sono inconciliabili.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Strada Valpiana, tutto funzionava, poi è intervenuta l’Amministrazione civica

Con senso unico alternato, buonsenso e raccolta dei rifiuti porta a porta non si riscontravano particolari criticità, tra i civici 37 e 52 di Strada Valpiana. Poi l’Amministrazione civica ha voluto installare il semaforo e il senso unico alternato: i mezzi dell’Amiat non possono fermarsi, i cittadini devono percorrere decine di metri senza marciapiedi e le auto sfrecciano ben oltre i 20 km/h formalmente imposti. Mentre il rischio di ingorghi e incidenti è molto più alto di prima.

In seguito alle richieste dell’impresa costruttrice del complesso di appartamenti al numero civico 78, i cui dirigenti hanno richiesto di “normalizzare la circolazione del tratto tra i civici 37-52 di strada Valpiana, pericoloso secondo alcuni dei potenziali compratori, l’Amministrazione ha adottato la misura del senso unico alternato regolato da semaforo, con limite dei 20 chilometri orari e divieto di sosta e di fermata.

Una soluzione attentissima a rispettare norme e vincoli, ma che non ha tenuto minimamente conto della praticità e della sicurezza. Tanto che, se prima il tratto di strada non presentava problemi di sorta, ora la situazione è completamente cambiata.

I mezzi dell’Amiat non sono naturalmente dispensati dal divieto di sosta e fermata, e così, ora, non possono fermarsi in quel tratto per la raccolta dei rifiuti porta a porta. Risultato? I residenti – tra cui anziani e una persona disabile – devono percorrere un centinaio di metri per depositare l’immondizia nell’area di raccolta appositamente realizzata. Lungo un tratto di strada stretto, in pendenza e privo di marciapiedi, che tende a ghiacciare d’inverno e trafficatissimo in tutti i periodi dell’anno. Oltre tutto, l’operazione va fatta la sera prima del passaggio della raccolta: in tempo perché cani e gatti facciano a brandelli i sacchi della spazzatura durante la notte, in assenza di adeguati bidoni.

Dal punto di vista della viabilità, il senso unico alternato si sta rivelando clamorosamente inefficace. È sufficiente che la prima auto della fila svolti per entrare in uno dei diversi passi carrabili del tratto in questione per bloccare la circolazione talvolta fin oltre allo scattare del semaforo verde per la colonna di auto che proviene dalla direzione opposta, con i disagi che si possono immaginare. La durata del verde è di appena 45 secondi.

Nonostante le presunte preoccupazioni dei potenziali acquirenti, lungo quel tratto di strada in passato non si sono mai verificati incidenti. A causa della sua peculiare conformazione, una volta tutti gli automobilisti procedevano a velocità ridotta, per evitare impatti con i veicoli provenienti in senso contrario. Ora, lamentano i residenti, nessuno rispetta il limite dei 20 chilometri l’ora, nella certezza di non incontrare altri utenti della strada che procedono in senso contrario. L’uscita dalle case, in auto o a piedi (porte e portoni danno direttamente sulla strada), è così ora molto più pericolosa adesso che prima.

In una parola: con un solo intervento l’Amministrazione ha raggiunto il mirabile risultato di privare i cittadini di un servizio e di mettere a repentaglio la sicurezza di automobilisti e pedoni che transitano in quel tratto di strada. Come un novello Re Mida al contrario, questa Amministrazione trasforma in problema tutto ciò che tocca.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Sul palo della telecamera di via Accademia Albertina mancano solo i pioli per salire sul balcone del primo piano

Il palo di sostegno della telecamera per il controllo dell’accesso nella corsia riservata di via Accademia Albertina è stato posizionato troppo vicino ai balconi del primo piano di un palazzo. Nel quale si sono già registrati due furti… Ma l’aspetto più inquietante è che i residenti dell’appartamento non sono stati né consultati né avvertiti: si sono ritrovati la “sorpresa” dall’oggi al domani. Ancora una volta, la necessità di fare cassa prevale sul buon senso e sui diritti dei cittadini.

La vicenda della telecamera di controllo posizionata a una spanna dal balcone del primo piano di un palazzo di via Accademia Albertina è un buon esempio dei metodi tipici di questa Amministrazione: non solo non si è sentita la necessità di avvertire gli inquilini del posizionamento di palo e telecamera, ma si è riusciti anche nella brillante impresa di mettere a repentaglio la sicurezza di tutto lo stabile. Quando si tratta di fare cassa con le multe, non solo i diritti dei residenti, ma anche il buon senso diventano evidentemente elementi trascurabili.

La foto in allegato dimostra che era obiettivamente difficile fare peggio. Il palo si trova a pochi centimetri dal balcone di uno degli appartamenti del primo piano, per accedere al quale un eventuale malintenzionato potrebbe oltretutto sfruttare i piccoli pioli di metallo ufficialmente utili come dissuasori. Nel condominio si siano già registrati due furti.

Non dovrebbe essere difficile trovare, entro breve tempo, una posizione più idonea per quella telecamera. Mi auguro invece che, almeno per lo spostamento del manufatto, l’Amministrazione non “dimentichi”, per la seconda volta, di consultarsi con i residenti.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Bollette campi nomadi: senza un attento monitoraggio dei livelli di morosità è solo demagogia

Giusto il concetto di far pagare luce e gas anche alle persone che risiedono nei Campi nomadi riconosciuti della città. Ma poiché l’idea non resti semplicemente un fatto formale è necessario procedere a una mappatura scientifica, campo per campo ed eventualmente gruppo etnico per gruppo etnico, del livello di morosità.

Al momento il Regolamento comunale prevede che le utenze di acqua e luce siano pagate, in base ai singoli contratti stipulati, nei Campi nomadi autorizzati: una buona norma o pura demagogia?

Il discrimine è uno solo: la quantità di queste bollette che, nei fatti, sono effettivamente pagate.

Ho già provveduto a convocare un’apposita commissione per provvedere a un’analisi minuziosa dei livelli pagamento di acqua e luce, nonché al livello di morosità campo per campo. Sarebbe inoltre interessante capire se vi siano differenze di propensione alla morosità tra un campo e l’altro.

In caso di mancato pagamento, si applichino alle utenze nomadi le medesime procedure che si seguono per qualsiasi altro cittadino.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)