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Tag: Sanità

Sei una persona con disabilità e utilizzi un cane per assistenza? Il tuo animale non è riconosciuto dalla legge

I cani guida per persone non vedenti o ipovedenti sono invece tutelati da una specifica Legge dello Stato: ho presentato un Ordine del Giorno affinché sia colmato, sia a livello regionale che nazionale, questo divario (il mio atto è stato inserito nell’ordine del giorno della seduta in corso del Consiglio Regionale del Piemonte).

Il loro contributo è fondamentale, eppure la Legge non li riconosce e non li tutela: sono i cani per assistenza. Tanti e diversi i loro compiti: alcuni sono addestrati per recuperare oggetti caduti, accendere e spegnere gli interruttori, aprire porte e chiudere cassetti; altri, che assistono persone con disabilità uditiva, avvisano il padrone se squilla il telefono, se il bambino piange o chiama, se suona un allarme; altri ancora chiedono aiuto se la persona con diabete o epilessia ha bisogno di un intervento urgente oppure assistono persone con autismo; i cani d’allerta medica sono in grado di segnalare una crisi medica imminente e, in caso di necessità, avvisare altre persone. Sarebbe sufficiente sostituire le parole “persona con disabilità o particolari patologie assistite da un cane a questo scopo addestrato” alle parole “privo di vista” al primo Comma dell’Articolo unico della Legge 37/1974 per estendere la normativa e colmare l’attuale divario. Se approvato dall’Aula il mio atto di indirizzo, inserito all’ordine del giorno della seduta in corso del Consiglio Regionale, impegnerà la Giunta a promuovere tutte le iniziative necessarie affinché siano equiparati nella normativa, sia a livello regionale che nazionale, i cani d’assistenza per le persone con disabilità o particolari patologie e i cani d’allerta medica ai cani guida per le persone non vedenti e ipovedenti.

Accelerare sulla domiciliarità: non solo per non perdere i fondi del PNRR, ma per rendere più umano e sostenibile il sistema sanitario

Ho chiesto alla Giunta, con un Question Time appena discusso in Aula, di porre in essere tutte le misure necessarie per raggiungere l’obiettivo, fissato dal Ministero della Salute, del 9% degli over 65 presi in carico in regime di Assistenza Domiciliare Integrata entro il 31 dicembre. In gioco ci sono fondi vincolati del PNRR pari a 34 milioni di euro e il futuro del nostro Sistema Sanitario e Assistenziale.

Potenziare l’assistenza domiciliare assistenziale e sanitaria, rendendola il luogo privilegiato per rispondere ai bisogni delle persone anziane non autosufficienti, è una obiettivo fondamentale e rappresenta un passo decisivo per la creazione di un nuovo modello assistenziale, nel quale la durata e l’intensità dell’assistenza siano stabilite e dettate non già da vincoli di spesa, ma dai bisogni e dalle necessità della persona assistita. Per raggiungere l’obiettivo, il primo passo è arrivare, a fine anno, alla soglia, fissata dal Ministero della Salute, del 9% degli over 65 presi in carico in regime di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata).

Sul tema, ho appena discusso un Question Time per chiedere alla Giunta di porre in essere tutte le misure utili in questo senso, non solo perché la Regione non può permettersi di perdere i fondi del PNRR pari a 34 milioni di euro e vincolati al raggiungimento dell’obiettivo, ma anche perché investire sulla domiciliarità significa investire sull’umanità e sulla sostenibilità del Sistema Sanitario e Assistenziale. Risultati degni di nota sono già stati raggiunti in questi primi nove mesi del 2023, passando dal 2,48% di over 65 presi in carico in regime di ADI dello scorso gennaio all’attuale 7,51%, ma occorre ancora uno sforzo. 

Prima raggiungiamo l’obiettivo e prima si sbloccano le risorse. Il Sistema che abbiamo in mente è sempre meno centrato sulle strutture e sugli ospedali e sempre più basato sulla telemedicina e sulla domiciliarità: valuteremo con attenzione l’efficacia delle misure citate dalla Giunta in risposta al nostro interrogativo, dal gruppo di lavoro interaziendale al nuovo cruscotto di monitoraggio, dagli obiettivi definiti azienda per azienda agli esiti dell’applicazione del documento sulle “Cure domiciliari in Piemonte”. L’obiettivo di un over 65 su 10 preso in carico in ADI, da centrare entro il 2026, non è eccessivamente ambizioso, dal momento che rappresenta la media attuale delle migliori prassi europee (mentre la media calcolata tra le diverse Regioni italiane non raggiunge il 5%). Fondamentale, per non fallire, sarà una reale collaborazione tra tutti i settori, a partire dal coinvolgimento dei medici di base.

ASL Città di Torino, ancora ritardi nella Protesica: l’impegno dei Moderati per risolvere il problema

Nonostante il Piano di Efficientamento introdotto negli ultimi mesi, le attese per gli utenti restano lunghe: domani si discute in Consiglio Regionale, sul tema, un nuovo Question Time a mia firma, con il quale chiediamo misure finalmente risolutive.

Torniamo, come Moderati, ad affrontare in Consiglio Regionale un problema tutt’altro che risolto, almeno secondo le numerosissime segnalazioni che ci giungono e che fanno riferimento a pratiche ferme da mesi o prese in carico dopo settimane, a utenti che hanno preferito acquistare per proprio conto gli ausili necessari nell’impossibilità di aspettare ancora o, addirittura, deceduti prima di ricevere quanto loro dovuto. Rispondendo al precedente interrogativo dei Moderati (maggio 2023), la Giunta aveva previsto, grazie al nuovo Piano di Efficientamento, l’azzeramento delle criticità in atto. Ho dunque presentato un nuovo Question Time per chiedere un aggiornamento sullo stato dell’arte: l’atto si discuterà domani alle ore 14.00. Riteniamo fondamentale una politica di assunzioni e una più stretta interlocuzione con Associazioni e professionisti del settore. Gli ausili sono necessari a decine di migliaia di piemontesi per mantenere un’accettabile qualità della vita. L’importanza del tema è fotografata dai numeri: nel 2022 gli utenti presi in carico sono stati 27.793 per la protesica (letti, carrozzine, scarpe, ausili vari), 3.700 per celiachia, 25.252 per l’assistenza domiciliare, 3.496 per l’assistenza in RSA: in totale, dunque, 58.241 utenti. Quasi 88mila sono le autorizzazioni concesse ogni anno, per 165.443 articoli erogati. L’anno scorso la spesa a preconsuntivo a carico dell’Azienda Sanitaria sfiorava i 36 milioni.

Buone notizie per i piemontesi che soffrono di insufficienza pancreatica e che assumono Creon 10.000: continuità terapeutica garantita nonostante la carenza del farmaco

La Giunta dà garanzie: Aziende Sanitarie regionali autorizzate, in caso di esaurimento delle scorte, ad acquistare un medicinale analogo commercializzato all’estero. Premiato l’impegno dei Moderati, appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.

Ottima notizia: nonostante la penuria del Creon 10.000, la continuità terapeutica è garantita ai piemontesi che soffrono di patologie del pancreas. Ci siamo fatti carico, come Moderati, della preoccupazione dei pazienti, oncologici e non solo, che non possono alimentarsi senza assumere questo medicinale salvavita per l’insufficienza pancreatica: i positivi aggiornamenti sono stati riferiti dalla stessa Giunta in risposta al nostro quesito.

Questa la procedura: nel caso in cui il farmaco risultasse irreperibile presso le farmacie aperte al pubblico, le Aziende Sanitarie Regionali sono state invitate, su richiesta dell’assistito, a erogare direttamente al paziente il farmaco prescritto, se necessario attivando la procedura di importazione di un medicinale analogo commercializzato all’estero. La continuità terapeutica sarà dunque garantita, nonostante il Creon 10.000, sia nel dosaggio da 10.000 UI (unità internazionali) che da 25.000 UI, sia attualmente e fino al 31 dicembre prossimo in distribuzione contingentata.

Esprimo soddisfazione e mi assicurerò che non si presentino criticità o, localmente o a livello regionale, ulteriori situazioni di penuria. Possiamo soltanto immaginare l’angoscia di coloro che, senza assumere quotidianamente la dose del medicinale loro prescritta, sanno che non potranno alimentarsi senza avere effetti collaterali gravi o gravissimi e comunque incompatibili con una qualità della vita accettabile (il Creon 10.000 surroga le funzioni di un pancreas asportato o ridotto).

Grave penuria in Piemonte di Creon 10.000: i Moderati presentano un Question Time in Consiglio Regionale

Ci facciamo carico della preoccupazione dei pazienti, oncologici e non solo, che non possono alimentarsi senza assumere questo medicinale salvavita per l’insufficienza pancreatica: domani la discussione in Aula, chiederemo alla Giunta interventi per risolvere la situazione.

Il Creon 10.000 è, da un mese e mezzo, praticamente introvabile in Piemonte: una carenza che mette in gravissima difficoltà le migliaia di piemontesi che soffrono di insufficienza pancreatica, neoplasie o tumori del pancreas. Facciamo nostra la loro preoccupazione: con un Question Time già presentato chiediamo alla Regione Piemonte di farsi parte attiva nell’identificazione e nel superamento delle cause di questa penuria. Possiamo soltanto immaginare l’angoscia di coloro che, senza assumere quotidianamente la dose del medicinale loro prescritta, sanno che non potranno alimentarsi senza avere effetti collaterali gravi o gravissimi e comunque incompatibili con una qualità della vita accettabile (il Creon 10.000 surroga le funzioni di un pancreas asportato o ridotto). Il mio interrogativo sarà discusso nella seduta di domani, martedì 12 settembre, del Consiglio Regionale. L’accesso alle cure deve essere garantito ai piemontesi che soffrono di queste patologie. Sappiamo di pazienti che stanno vivendo vere e proprie odissee alla ricerca delle introvabili confezioni e di pazienti che non hanno trovato altra soluzione che rifornirsi all’estero, dall’Inghilterra alla Svizzera, dove i costi sono anche quadruplicati rispetto ai 17 euro circa del mercato italiano. Il farmaco è stato incluso nell’elenco di medicinali carenti stilato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e non esistono, al momento, farmaci alternativi o generici con il quale sostituirlo. L’Assessorato alla Sanità intervenga e applichi tutte le misure necessarie, compresa la possibilità di accedere alle farmacie ospedaliere presso le quali il farmaco sia eventualmente disponibile, per garantire il diritto alla salute.