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Tag: Sanità

Il Piemonte ha una Legge sulla fibromialgia: finalmente

La attendevano da anni e oggi le persone affette da questa sindrome possono festeggiare un traguardo importante: il Consiglio ha appena approvato il testo di legge unificato sulle “Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia”, nel quale sono confluite tre Proposte di Legge: la mia, la prima a essere stata presentata, e quella delle Consigliere Disabato e Zambaia. Una Legge Regionale di qualità sulla fibromialgia non solo dà speranza alle persone affette da questa sindrome, ma – mi auguro – potrà anche essere un elemento di stimolo affinché il Governo inserisca la fibromialgia nei LEA. Questo risultato non è, nella mia concezione, un punto di arrivo, ma un punto di partenza in un percorso che dovrà portare a una qualità della vita, personale e professionale, migliore per le persone, donne soprattutto, affette dalla fibromialgia.

Un testo di legge importante, che riconosce la fibromialgia quale patologia cronica e invalidante, che prevede l’erogazione di prestazioni uniformi e qualificate su tutto il territorio regionale, che promuove l’inserimento nella vita sociale e lavorativa delle persone affette da fibromialgia, che istituisce l’Osservatorio Regionale sulla Fibromialgia, al quale parteciperanno le Associazioni di pazienti, che potranno dunque attivamente concorrere alla coprogrammazione e alla coprogettazione degli interventi: è quello appena approvato dal Consiglio Regionale. Un risultato per il quale esprimo grande soddisfazione. La Legge prevede inoltre l’istituzione del Registro Regionale della Fibromialgia per la raccolta e l’analisi dei dati clinico-sociali. 

Il testo prevede progetti di inserimento lavorativo per le pazienti affetti da fibromialgia iscritte nel Registro, dal momento che anche la vita professionale delle persone con fibromialgia è spesso sconvolta dalla patologia. Mi auguro che, in un percorso nel quale la giornata di oggi deve rappresentare il punto di partenza, si arrivi all’inserimento di questa patologia nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). La Legge prevede fondi per 35mila euro nelle due prossime annualità.

Si è giunti al risultato odierno con un lungo percorso di impegno condiviso con le Associazioni di pazienti. Ringrazio le due colleghe che, in Consiglio Regionale, hanno presentato a loro volta testi su questo tema così importante, confluiti – insieme alla mia Proposta di Legge, la prima in assoluto a essere presentata – nel testo finale. Ringrazio per il produttivo e costruttivo lavoro in Commissione. 

Sono quasi due milioni le italiane e gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive), ansia, depressione, attacchi di panico sono tra i sintomi più diffusi. La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. Non essendo a oggi questa sindrome riconosciuta nei LEA, i costi sono ancora – fatto che consideriamo non più accettabile e non più sostenibile – a carico del paziente.

Impegno ed eroismo dei Volontari durante la pandemia: una medaglia per riconoscerli

Lo chiedo con un OdG il cui inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte ho appena chiesto e ottenuto: un atto simbolico importante come forma di ringraziamento per tutte le Associazioni, a partire dalle Pubbliche Assistenze, alle quali tanto dobbiamo per la loro dedizione anche nelle fasi più dure della crisi pandemica e come ricordo per coloro che, per aiutare gli altri, hanno perso la vita.

Per tutta la durata dell’emergenza, le Associazioni e i Volontari si sono costantemente ed eroicamente adoperati affinché non si interrompessero le attività a favore delle persone in condizioni di difficoltà o di bisogno e affinché non si arrestasse, grazie in particolare all’attività delle Pubbliche Assistenze, la connessione tra i cittadini e gli ospedali del territorio neppure nei mesi nei quali maggiore era il pericolo di contrarre il virus e dunque il rischio per la propria vita: un dato di fatto da riconoscere e per il quale ringraziare. Se approvato dal Consiglio, il mio Ordine del Giorno impegnerà la Giunta a consegnare a tutte le realtà che hanno partecipato alla gestione dell’emergenza COVID, in forma di benemerenza, una medaglia da apporre sul gonfalone dell’Associazione stessa quale forma di riconoscimento e ringraziamento nei confronti dei Volontari piemontesi che, con dedizione e professionalità, si sono impegnati in favore del Bene Comune e hanno dato il proprio fondamentale, coraggioso contributo durante tutta la durata della pandemia, in alcuni casi a costo della vita. Un piccolo, ma significativo riconoscimento da parte della Regione Piemonte della generosità, dello spirito di servizio e del coraggio dimostrati dai Volontari piemontesi durante gli anni di crisi pandemica.

Sulla Rete Reumatologica ora chiediamo un cambio di passo

Ancora non sappiamo quando la Rete sarà attiva in Piemonte: chiediamo sia introdotta al più presto per il bene dei pazienti e della stessa Sanità Regionale. E chiediamo il pieno coinvolgimento delle Associazioni di pazienti, che ancora non sono state messe nelle condizioni di cooperare al meglio, anche per quanto riguarda le patologie diverse dalla fibromialgia. Discusso poco fa il mio Question Time sull’argomento.

Due richieste, semplici e chiare: si costituisca al più presto la Rete Reumatologica regionale – coordinata da un reumatologo – e si coinvolgano nel processo le Associazioni di pazienti. Sulla base di queste due esigenze ho presentato e discusso poco fa in Aula il mio più recente Question Time sul tema: l’Assessore Icardi ha definito «in corso di attivazione» la Rete Reumatologica – ci fa piacere, ma questo non costituisce un reale passo avanti rispetto agli scorsi mesi – e ha indicato nell’AO Mauriziano di Torino la guida delle attività della costituenda Rete: un fatto che verificheremo. Ci fa piacere anche il riferimento al fatto che le Associazioni siano state chiamate in causa, per quanto ci risulti che il coinvolgimento di AISFM, AFI e AAPRA, realtà citate dalla Giunta, sia limitato al tema della fibromialgia. Mi aspetto, ora, che il Tavolo di Incontro sia convocato anche per le altre patologie e attendo di vedere un cronoprogramma preciso dei prossimi passi, perché i 400mila piemontesi con patologie reumatiche se lo aspettano e ne hanno diritto. Che le Reti Reumatologiche possano fare la differenza è dimostrato dagli esempi di altre Regioni, quali Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Veneto, dove la qualità di vita dei pazienti reumatologici sta migliorando e dove si stanno riducendo i costi sociosanitari delle loro patologie. Chiediamo inoltre di sapere quando vedremo anche in Piemonte PDTA validati e condivisi.

Rete Reumatologica, a che punto è il Piemonte?

Domani, sul tema, il mio Question Time in Consiglio: anche la nostra Regione segua la strada già aperta da Emilia, Lazio, Puglia e Veneto.

È già stato istituito il Tavolo Tecnico per l’attivazione della Rete Reumatologica in Piemonte? Le Associazioni attive su questo tema sono state coinvolte? Lo chiederò domani alla Giunta Regionale con un Question Time appena presentato. La partecipazione delle realtà associative è fondamentale per la realizzazione di una Rete Reumatologica efficiente, appropriata e partecipata. La questione è urgente, dal momento che le patologie reumatiche non hanno ancora, in Piemonte, PDTA validati e condivisi. Il progetto della Rete Reumatologica non risulta essere progredito oltre lo stadio preliminare del censimento delle strutture, benché le Linee Progettuali in tema di “PDTA in Reumatologia: sviluppo della Rete Reumatologica piemontese” risalgano al 2018.  Reti Reumatologiche sono già attive da tempo in diverse Regioni: Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Veneto stanno dimostrando quanto le Reti Reumatologiche possano essere utili nel processo di miglioramento della qualità di vita dei pazienti reumatologici e conseguentemente nella riduzione dei costi sociosanitari, elevatissimi, delle loro patologie. Le Reti rappresentano strumenti di governance in grado di garantire quello scambio di esperienze e di dati necessario per l’elaborazione di percorsi diagnostici e terapeutici più appropriati ed efficaci. Chiamare in causa le Associazioni è inoltre utile per il coinvolgimento dei pazienti nelle condizioni di poter partecipare ai processi decisionali grazie all’intervento delle Associazioni. Sono oltre 400mila i piemontesi con patologie reumatiche. Le malattie reumatiche costituiscono, a livello nazionale, la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari.

Anche il Piemonte recepisca il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale per il triennio in corso

Veneto e Liguria hanno già compiuto questo passo, fondamentale per la salute pubblica: domani in Consiglio Regionale del Piemonte la discussione del mio Question Time sull’argomento.

Alcune Regioni come Veneto e Liguria hanno già recepito con propria deliberazione il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025: il Piemonte ancora no. Chiederò domani alla Giunta, con un Question Time appena presentato, quando l’Intesa Stato-Regioni su questo documento sarà recepita anche dalla nostra Regione. Una misura di questo tipo è fondamentale perché questo documento, che rappresenta il riferimento per la definizione a livello nazionale delle strategie vaccinali, e il relativo Calendario nazionale vaccinale permettono di armonizzare le strategie vaccinali per garantire a tutti, indipendentemente da luogo di residenza, reddito, livello socioculturale e status giuridico, i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025 è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il 2 agosto scorso e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 dello stesso mese. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera le vaccinazioni, insieme alla sanificazione delle acque, le più importanti misure di prevenzione pubblica nel mondo.