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Tag: Sanità

Numero di posti in hospice, il Piemonte raggiunga al più presto lo standard (e se possibile lo superi)

La mia richiesta alla Giunta: si acceleri verso l’obiettivo di un numero adeguato di posti letto in questa tipologia di strutture.

La Sanità di una Regione non può dirsi né moderna né efficiente se non garantisce cure palliative adeguate per accessibilità e qualità e se non assicura un numero consono di posti in hospice. Per raggiungere l’obiettivo di un Piemonte che sia modello in tema di dignità e sostegno a chi soffre, è necessario mettere a disposizione dei piemontesi più luoghi, e di maggiore qualità, di accoglienza e ricovero per malati verso il termine della vita. Garantire a tutti cure palliative, sostegno medico, psicologico e spirituale e l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali necessari significa anche applicare gli insegnamenti della dottoressa Cicely Saunders, il cui nome è sinonimo dell’importanza e del ruolo delle cure palliative nella medicina moderna. Sul tema, ho appena discusso in Consiglio Regionale un Question Time: se è, da una parte, ragione di soddisfazione l’attivazione di 63 nuovi posti in hospice negli ultimi due anni e mezzo, è il momento di accelerare dal momento che altri 131 posti attendono di essere messi nella disponibilità dei pazienti piemontesi, sulla base di quanto annunciato dalla Giunta Regionale a luglio 2021. Bene che, come confermato dalla Giunta in risposta al mio quesito, il programma per giungere all’obiettivo dell’attivazione di tutti i posti sia stato avviato, con comunicazione ai soggetti vincitori dei termini entro i quali attivare le strutture. Il procedimento di autorizzazione all’esercizio e il procedimento di accreditamento degli hospice, entrambi di competenza regionale, devono concludersi entro 120 giorni dal ricevimento dell’istanza. Ora è il momento di accelerare i tempi. Terremo, come Moderati, alta l’attenzione, convinti che il raggiungimento dell’obiettivo in tempi congrui sia una questione di civiltà e umanità.

Musei e cultura? Strumenti utili per migliorare la vita delle persone con demenza e Alzheimer

Siano introdotti anche in Piemonte programmi museali dedicati ai pazienti e ai loro familiari: altre Regioni, Toscana in testa, stanno dimostrando la fattibilità e l’efficacia di simili iniziative. L’Ordine del Giorno a mia firma che ne propone l’adozione anche nella nostra Regione è stato inserito tra i temi da trattare in Consiglio Regionale.

Chiedo alla Giunta, con un mio OdG appena inserito nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte, di realizzare progetti di welfare generativo per l’introduzione di programmi museali dedicati alle persone con demenza o morbo di Alzheimer, nonché ai loro familiari e caregiver. Considero fondamentale, infatti, incentivare modelli di cura innovativi basati su appositi interventi psicosociali. Lo stesso Piano Nazionale Demenze prevede la promozione di tutte le forme utili di partecipazione e coinvolgimento di pazienti e famiglie e la mia richiesta va nella stessa direzione. I trattamenti psico-educazionali, cognitivi e psicosociali possono avere un impatto positivo sulla qualità di vita delle persone e delle famiglie. Altre Regioni italiane, la Toscana per esempio, si sono già dotate di progetti di questo tipo, con guide formate e risultati decisamente incoraggianti. Con lo sviluppo di programmi museali che coniughino attività culturali, bisogni sociali e bisogni sanitari, anche l’arte e la cultura possono diventare strumenti di sostegno alle persone che affrontano la sfida di vivere con la demenza ed è quindi utile inserire tali misure nel Piano Regionale Demenze della Regione Piemonte, dal momento che, in un ambiente privo di barriere cognitive, le persone con demenza possono trarre tutti i vantaggi di una piena partecipazione alla vita sociale e culturale, con beneficio anche per le famiglie e i caregiver.

Screening gratuiti per la malattia di Chagas, finalmente ci siamo

Buona notizia: dal 1° aprile 2024 sarà disponibile per i Centri Prelievo/Ambulatori il codice 91.10.8 per la Trypanosoma Cruzi, previo inserimento nell’Agenda di Gravidanza di una nuova impegnativa per effettuare il test sierologico. Lo ha confermato la Giunta rispondendo, poco fa in Consiglio Regionale, al mio Question Time sul tema. Un risultato che attendevamo da anni. Soddisfazione espressa anche dall’Associazione Pintre.

Ottime notizie: dal 1° aprile 2024 sarà disponibile per i Centri Prelievo/Ambulatori il codice 91.10.8 per la Trypanosoma Cruzi ed entro la stessa data il Gruppo di Lavoro Regionale provvederà alla revisione dell’Agenda di Gravidanza inserendo una nuova impegnativa per effettuare il test sierologico per la malattia di Chagas. Questo risultato, che premia anni di impegno da parte dei Moderati a Palazzo Lascaris, è stato confermato dalla Giunta rispondendo poco fa al mio Question Time sul tema. A una settimana esatta dalla Giornata Mondiale delle Malattie Tropicali Neglette – che ha visto, lo scorso 30 gennaio, oltre 100 monumenti in tutto il mondo, Mole Antonelliana compresa, illuminati di arancione e viola – la notizia dell’introduzione di screening gratuiti in Piemonte per la malattia di Chagas è motivo di assoluta soddisfazione. La stessa Isabel Farell, Fondatrice e Presidente dell’Associazione Pintre (Percorsi Intrecciati), ha parlato di 

risultato che si inserisce in un ampio panorama di sforzi congiunti nella lotta a queste malattie, dai colleghi di Negrar ai colleghi in Toscana, e che si somma alla soddisfazione per l’inserimento del test per la malattia di chagas nei LEA, elemento che lo rende facilmente prescrivibile e accessibile alla popolazione, vittoria ottenuta grazie anche al prezioso aiuto del Professor Guido Calleri, Presidente della Società Italiana di Medicina Tropicale e Salute Globale.

Ora verificheremo che i tempi siano rispettati. Un Ordine del Giorno dei Moderati approvato all’unanimità a Palazzo Lascaris a fine 2021 impegnava la Giunta in questo senso. La malattia di Chagas – parassitosi originaria dell’America Latina, in alcuni casi mortale – è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Regioni come Toscana e Lombardia hanno già introdotto screening gratuiti nei propri protocolli sanitari. La pratica dello screening sulla popolazione è fondamentale per identificare le persone infette. L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione di origine latinoamericana, con oltre 400mila le persone di origine latinoamericana residenti. Con 4mila casi l’anno, l’Italia è al quarto posto in Europa per diffusione delle Malattie Tropicali Neglette.

Fibromialgia, Osservatorio Regionale e PSDTA presto attivi

Piccola, ma importante buona notizia per i pazienti piemontesi.

Accogliamo come buona notizia il fatto che i Percorsi di Salute Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PSDTA) in materia di fibromialgia siano prossimi a essere completati e validati, come assicurato dalla Giunta rispondendo, poco fa in Aula, al mio Question Time sul tema. Sarà questo uno dei primi compiti dell’Osservatorio Regionale sulla Fibromialgia, che sarà istituito entro i prossimi 90 giorni. Auspichiamo inoltre che il Gruppo di Lavoro sia al più presto convocato dopo l’ultima riunione dello scorso settembre e che il documento finale recepisca le indicazioni delle Associazioni. Oggi si segna un passo importante dopo l’approvazione, il mese scorso, della Legge sulla Fibromialgia. Sono quasi due milioni le italiane e gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive), ansia, depressione, attacchi di panico sono tra i sintomi più diffusi. La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali.

Il Governo ripristini i 25 milioni di euro per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare

Inserito tra gli atti da discutere in Consiglio Regionale del Piemonte il mio Ordine del Giorno che chiede alla Giunta di interloquire con il Governo per il ripristino dei fondi e la garanzia della continuità delle cure per i pazienti piemontesi.

Ritengo doveroso e urgente ripristinare i fondi nazionali destinati al contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, azzerati nella Legge di Bilancio 2024: ho dunque presentato un Ordine del Giorno che chiede alla Giunta Cirio di interloquire con il Governo per il ripristino di questi 25 milioni di euro e di garantire in ogni caso la continuità delle cure per i pazienti piemontesi. Ho chiesto e ottenuto l’inserimento del mio atto nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte. Lo scorso venerdì le Associazioni hanno manifestato in 29 piazze italiane, compresa piazza Castello a Torino, per chiedere il ripristino di queste risorse economiche. Da firmatario della prima delle tre Proposte di Legge confluite nel testo finale della Legge sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare” approvato lo scorso anno all’unanimità dal Consiglio Regionale continuo, con questo atto che mi auguro sia al più presto discusso, nel mio impegno a sostegno delle persone colpite dai disturbi alimentari e delle loro famiglie, nella convinzione che tutte le forze politiche possano e debbano collaborare nel contrasto del problema. Sono, secondo le stime, oltre 2 milioni in Italia le persone con disturbi dell’alimentazione. Anche in Piemonte la crescita delle proporzioni di questo fenomeno preoccupante è stata accelerata dalla pandemia, con circa 30mila casi accertati (il dato non include né stima il numero dei casi non diagnosticati).