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Tag: Sanità

Puntare sulla domiciliarità: unica strategia per rendere sostenibile sul lungo periodo il comparto socio sanitario

Chiediamo inoltre l’aumento dei posti convenzionati nelle RSA.

Aumentare le risorse per i posti convenzionati in RSA, puntare sulla domiciliarità in maniera lungimirante e seria: due priorità per garantire un futuro dignitoso agli anziani (e non solo agli anziani) non autosufficienti piemontesi e la tenuta stessa del sistema. Il generale invecchiamento della popolazione, un tessuto sociale sempre più povero e il caro energia sono condizioni di forte pressione su tutto il sistema e le difficoltà economiche dei gestori privati delle RSA tendono a ricadere sugli utenti con necessità di cure. La Regione versa quote sanitarie per le persone ricoverate e pertanto riteniamo doverosa la richiesta, avanzata da realtà quali la Fondazione di Promozione Sociale, di effettuare verifiche puntuali sul rispetto degli standard relativi al personale. Ci fanno piacere gli impegni della Giunta Cirio a ritoccare al rialzo i fondi rispetto all’era pre-Covid, ma questa misura rischia di non bastare a fronte del rialzo delle rette e alla difficoltà di molti malati e delle loro famiglie di farvi fronte.

DCA, ora si crei una rete regionale

Fondamentale per garantire il massimo in termini di cure e sostegno a pazienti e famiglie.

Approvato poco fa in Commissione il Testo di Legge condiviso sui disturbi alimentari: un risultato importante, che premia la capacità delle varie forze politiche in Consiglio Regionale di collaborare nel Gruppo di Lavoro a questo scopo istituito un anno fa. Il testo unitario, risultato dell’unione di quattro diverse PdL sullo stesso argomento, conferisce come da noi richiesto particolare importanza alla prevenzione, all’intercettazione precoce dei disturbi, al sostegno alle famiglie, all’informazione e alla sensibilizzazione. Rivendichiamo con orgoglio, come Moderati, il nostro esserci attivati per primi su questo cruciale argomento presentando, esattamente un anno fa, la Proposta di Legge 148/2021 sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nonché misure di sostegno per le famiglie coinvolte”. Oggi esprimiamo soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto del confronto e della mediazione a vantaggio delle persone colpite dai disturbi alimentari e delle loro famiglie. Il nostro apporto ha efficacemente inciso a sostegno delle famiglie di chi vive questo problema. Ora è necessario creare una rete omogenea in tutta la regione in grado di garantire possa avere il massimo di cure e di sostegno. Sono oltre 2 milioni in Italia i giovani con disturbi dell’alimentazione. In Piemonte i numeri sono in crescita e la pandemia ha aggravato la situazione.

«Disagio psichico tra i giovanissimi, ora è vera epidemia»

L’Ospedale Regina Margherita di Torino lancia l’allarme: liste d’attesa infinite, posti letto gravemente insufficienti per numero. Ma la Giunta Regionale ignora il tema: la mia interpellanza che chiede soluzioni attende da 177 giorni di essere portata in Aula e discussa.

Parlando di salute mentale, la parola “epidemia” non è più un’iperbole: è ormai a tutti gli effetti il termine più corretto per indicare la realtà dei fatti. I dati parlano da sé: i casi di disagio psichico risultano raddoppiati tra i giovanissimi rispetto all’era pre-Covid. È l’Ospedale Regina Margherita di Torino a lanciare l’allarme. Questa Giunta, ora ascolti: non sono soltanto i Consiglieri di Minoranza e i giornali a denunciare il problema, ma le stesse strutture della Sanità regionale. Di fronte all’emergenza – aumentano in maniera drammatica i casi di disturbi alimentari (i ricoveri crescono del 30%, del 67% i nuovi casi), ansia, panico, depressione e atti anche gravi di autolesionismo – chiediamo più posti letto e adeguate risorse economiche. Prima di tutto, pretendiamo l’attenzione della Giunta: la nostra interpellanza sul tema del Reparto di Neuropsichiatria Infantile (presso il quale i ricoveri sono aumentati del 200% dal 2019) dell’Ospedale Regina Margherita di Torino attende di essere discussa dal 15 dicembre scorso: 177 giorni d’attesa per un tema così urgente ci paiono francamente troppi. Attualmente al Reparto NPI del Regina Margherita sono occupati 38 posti letto, tanto che sono stati “presi in prestito” diversi posti letto della Pediatria. Gravissima anche la situazione delle liste d’attesa: due mesi per una visita in teoria urgente, dodici per l’inizio di un percorso di psicoterapia. Questo è un campo nel quale la tempestività degli interventi è fondamentale: sono tempistiche inaccettabili.

Stabilizzazione precari? Buon primo passo

Utile se ne seguiranno altri.

Dopo diversi passi indietro, la stabilizzazione dei 1.137 precari è un (solo) passo avanti: ci auguriamo tuttavia che ne seguano altri, diversamente l’effetto positivo di questa misura sulla Sanità piemontese sarà limitato. Le nuove, promesse stabilizzazioni non bastano neppure a colmare le oltre 1.200 unità di personale che hanno cessato l’attività tra 2020 e 2021. Il raggiungimento dei numeri minimi per garantire servizi adeguati a tutti i piemontesi è dunque un traguardo ancora lontano. Riteniamo peraltro assolutamente sensato iniziare da chi – assunto a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza Covid – attende tuttora di essere stabilizzato: in questi due anni abbiamo sempre sostenuto e difeso, come Moderati a Palazzo Lascaris, i diritti di questi lavoratori.

Aumentare le risorse per i posti convenzionati in RSA, puntare sulla domiciliarità in maniera lungimirante e seria

Solo così potremo garantire un futuro dignitoso agli anziani piemontesi (e non solo a loro) e la tenuta stessa del sistema.

Una popolazione sempre più anziana, un tessuto sociale impoverito da crisi e inflazione, costi di gestione sempre più alti: la tempesta perfetta. Di fronte a questo scenario, il tempo delle parole è terminato e occorre agire. Le nostre richieste: incrementare i fondi per avere un maggior numero di posti convenzionati in RSA con retta pagata al 50% dalle ASL, fare programmazione seria in tema di domiciliarità. Quest’ultimo concetto è stato, in anni recenti, più uno slogan che una linea di indirizzo strategico: le cose devono cambiare, per una questione di qualità della vita di nonne e nonni piemontesi, così come delle persone più giovani con malattie neurodegenerative e che necessitano di assistenza, prima di tutto, ma anche per garantire la sostenibilità – economica e organizzativa – di un sistema che dovrà presto far fronte alle esigenze di una popolazione over 65 ancora più ampia di oggi. La Giunta faccia tesoro delle indicazioni arrivate da varie fonti, comprese diverse Diocesi del territorio, che hanno inviato proprio nelle scorse ore una lunga lettera aperta. Da parte nostra, continueremo a garantire il nostro massimo impegno in Aula per costruire un sistema in grado garantire a tutti i piemontesi una qualità della vita dignitosa anche negli ultimi anni della loro esistenza.