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Tag: Sanità

Salute mentale, dopo la pandemia è già emergenza: si incrementino i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura

Casi di ansia e depressione aumentati del 25% dopo il Covid (dato OMS): la disponibilità di posti letto dovrebbe essere aumentata o almeno ripristinata ai livelli pre-pandemia, a cominciare dal Mauriziano di Torino. La Giunta agisca.

Ora è emergenza vera: a pandemia non ancora finita, i casi di ansia e depressione sono aumentati, a livello mondiale, del 25%. Il dato è stato appena reso noto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che invita a correre ai ripari potenziando i servizi di Salute Mentale.

Anche il Piemonte deve fare la propria parte per arginare l’emergenza. Il nostro Sistema Regionale, tuttavia, al momento è ben lungi dall’essere strutturato per resistere a questo impatto. Il primo elemento di debolezza è il sottodimensionamento dei servizi, con il numero di psichiatri, psicologi e operatori sanitari in costante decrescita. Il secondo è la scarsità di strutture e posti letto.

L’unica via per colmare lo iato tra domanda e offerta è la volontà di investire da parte della Regione. Lo ribadiamo con forza oggi, dopo aver chiesto ripetutamente negli scorsi mesi – con un’interrogazione e un Ordine del Giorno – la riapertura del SPDC del Mauriziano, chiuso a marzo 2020 e mai più riaperto.

Dalla Giunta Cirio sono arrivati, in risposta, solo vaghi riferimenti a un’ipotetica riapertura. Chiediamo, al contrario, una progettualità concreta, che preveda un cronoprogramma e delle modalità precise e credibili.

Screening gratuito contro la malattia di Chagas: sia introdotto entro il 14 aprile

In tale data si celebra la Giornata Mondiale di sensibilizzazione su questa patologia: il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso dicembre dà in merito indicazioni molto chiare alla Giunta e ribadiamo oggi come Moderati, con un Question Time appena discusso in Aula, la richiesta alla Giunta di fare la propria parte per la lotta contro questa malattia. Agire in tempi brevi è fondamentale per salvare vite.

Garantire screening gratuiti per la malattia di Chagas anche in Piemonte: questa l’indicazione che il mio Ordine del Giorno approvato lo scorso dicembre dà, in maniera molto chiara e vincolante, alla Giunta Cirio. Si raggiunga questo risultato entro il 14 aprile, Giornata Mondiale di sensibilizzazione su questa patologia: questa è invece la richiesta che ho appena rivolto alla Giunta discutendo in Aula un Question Time sul tema.

Non si perda tempo: l’intenzione, espressa a verbale, di tornare a considerare l’ipotesi di introdurre il test gratuito per le donne in gravidanza e per i bambini in arrivo dai Paesi nei quali la malattia di Chagas è endemica è una buona notizia, ma, non essendo state comunicate tempistiche esatte, il timore è che il processo possa andare per le lunghe.

Non possiamo permetterlo (il mio primo atto sull’argomento, presentato lo scorso maggio, è stato discusso e approvato solo a fine 2021). Non esistono né cittadini né patologie di serie A e di serie B e in gioco c’è la possibilità di salvare vite umane.

Con i flussi migratori questa parassitosi originaria ed endemica in America Latina, in alcuni casi mortale, è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Il Piemonte segua al più presto l’esempio di Toscana e Lombardia introducendo screening gratuiti nei propri protocolli sanitari. La pratica dello screening sulla popolazione è fondamentale per identificare le persone infette.

L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione latinoamericana: sono circa 400mila le persone di origine latinoamericana residenti nel nostro Paese; i residenti in Piemonte di origine latinoamericana sono circa 25mila.

Due anni esatti di Covid: è ora arrivato il momento di sostenere davvero le professioni infermieristiche

Ho presentato a Palazzo Lascaris, a 24 mesi dal primo caso accertato di Coronavirus in Italia, un Ordine del Giorno che, se approvato, impegnerà la Giunta Cirio ad allocare risorse straordinarie nel Bilancio Previsionale 2022-24: in due anni di pandemia l’impegno e il sacrificio di infermiere e infermieri sono stati straordinari. L’auspicio è che tutti i colleghi Consiglieri sostengano in Aula l’atto dei Moderati, proprio in concomitanza con la Giornata Nazionale del Personale Sanitario.

Nei giorni in cui ricorrono sia la Giornata Nazionale del Personale Sanitario sia i due anni dalla scoperta del primo caso di Covid nel nostro Paese, ho presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno per chiedere sostegno economico concreto alle professioni infermieristiche. L’atto dei Moderati sarà prossimamente discusso in Aula: se il Consiglio – come auspichiamo sentitamente – darà voto favorevole la Giunta dovrà prevedere un fondo straordinario nel Bilancio Previsionale 2022-24 per sostenere il personale infermieristico, il cui lavoro negli ultimi 24 mesi è stato insostituibile e non certo privo di rischi. La Giunta dovrà inoltre promuovere con il Governo azioni concrete sia in termini economici che operativi a favore delle persone attive in questo comparto. Questo settore è stato direttamente e drammaticamente travolto dalla pandemia. Da due anni gli infermieri si sacrificano per salvare vite, con dedizione assoluta nonostante scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro e carenze di personale. Ai maggiori sacrifici richiesti, alle accresciute responsabilità e all’incremento dell’orario di lavoro non ha fatto da contraltare un equivalente e congruo aumento della corresponsione economica, che resta anzi tra le più basse a livello continentale. Dopo due anni di pandemia continuano ad affrontare uno stress fisico e psicologico senza precedenti. Tutte queste criticità sono state tra le cause dei recenti scioperi (28 gennaio scorso), su tutto il territorio nazionale, delle professioni infermieristiche. Sullo stesso tema, un mio Question Time è stato discusso a Palazzo Lascaris lo scorso 18 gennaio.

Novavax in arrivo tra nove giorni, ma la Giunta Regionale non sa ancora quali saranno le disponibilità e i criteri di somministrazione del nuovo vaccino

In risposta al mio Question Time sul tema, appena discusso in Consiglio Regionale, apprendiamo novità che non ci rassicurano: nulla ha finora comunicato il Ministero all’Assessorato Icardi, mentre la Regione Lombardia ha già comunicato quale criterio di erogazione utilizzerà. La gestione a macchia di leopardo con differenze tra le Regioni proprio non ci piace. Ci auguriamo che la Giunta faccia sentire la propria voce e che sia garantita ai cittadini la possibilità di scegliere con quale vaccino essere immunizzati: solo così si potrà convincere almeno una parte dei non ancora vaccinati.

Una risposta, quella appena ricevuta al Question Time sul nuovo vaccino, che ci preoccupa: mancano nove giorni all’arrivo del Novavax e la Giunta Cirio rivela di non avere ancora ricevuto, dalla Struttura Commissariale, indicazioni né sui quantitativi disponibili, né sulla popolazione target, né sulle modalità di erogazione. Una situazione gravissima. A maggior ragione considerando che, nel frattempo, la Regione Lombardia ha già reso noto il proprio criterio di somministrazione.

Questa gestione a macchia di leopardo, questa Italia a tante velocità quante sono le nostre Regioni proprio non ci convince. Il problema rappresentato da quella rilevante percentuale di popolazione che ha scelto di non vaccinarsi è trasversale e non ha confini regionali. La regia dovrebbe essere unica e la tempistica delle informazioni dovrebbe essere la stessa per tutti.

Ci auguriamo davvero che sia garantita alla popolazione la possibilità di scegliere il Novavax. Manca poco più di una settimana alla disponibilità del nuovo vaccino e sarebbe assurdo sprecare una simile occasione per convincere una parte almeno di quei cittadini che finora, per comprensibile paura o molto meno comprensibile rifiuto ideologico, non si sono ancora vaccinati. La Giunta faccia sentire la propria voce per avere quanto prima i dati necessari.

La Regione Lombardia ha dichiarato che seguirà un criterio diverso, somministrando Pfeizer, Moderna o Novavax a seconda delle disponibilità del momento, senza garantire ai cittadini la possibilità di scegliere: un criterio che rischia, oltretutto, di far registrare molti casi di rinuncia last minute tra chi non intende accettare altro vaccino che il Novavax.

Storie di ordinaria burocrazia: per gli studenti extracomunitari in Italia, tempi lunghissimi (e incerti) per ottenere codice fiscale e Green Pass

Modalità cervellotiche, code infinite, tempi spesso più lunghi della durata prevista del soggiorno: i casi di questo tipo sono decine ogni mese. È chiaro che così le cose non possono funzionare, chiediamo una razionalizzazione delle procedure e nuove assunzioni di personale.

Ci sono casi limite (ma poi neanche tanto), come quello della studente colombiana che si è sentita dire “Per concederle il Green Pass deve venire di persona e ci serve il suo codice fiscale” e poi, nel tentativo di farsi rilasciare quest’ultimo, si è sentita rispondere “Per concederle il codice fiscale, che non può fare online, ci serve il suo Green Pass”.

E poi ci sono tantissimi (decine ogni mese solo a Torino) casi “ordinari”, fatti di code interminabili, tempistiche ignote e, talvolta, risposte poco rispettose, ci è stato riferito, ricevute dal (poco) personale disponibile. 

Studenti (e turisti) in arrivo in Italia da un Paese extracomunitario hanno bisogno dell’authcode, generato nel momento in cui l’Autorità Sanitaria competente valida la certificazione sanitaria del viaggiatore. In Piemonte, si utilizza a questo fine la piattaforma Ocean, che fino a Natale garantiva il risultato in tempi brevi, non superiori alle 48 ore. Poi, le cose sono drammaticamente peggiorate: sempre considerando il caso torinese, le code in corso Bolzano per ottenere il codice fiscale sono spesso infinite. Ci sono segnalati casi di studenti e turisti cacciati in malo modo. Recentemente è stata introdotto l’obbligo di prenotazione, ma nonostante questo serve almeno una settimana per ottenere il codice fiscale prima e poter accedere poi alla piattaforma Ocean: un altro “limbo”, con tempi di risposta che possono superare le quattro settimane.

Cavarsela senza un aiuto, per esempio da parte della scuola che si intende frequentare, è sostanzialmente impossibile.

Chiediamo con forza un’ottimizzazione delle procedure, una loro semplificazione e nuove assunzioni di personale.