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Tag: Regione Piemonte

Di fronte al dramma della disoccupazione giovanile, la Regione Piemonte deve fare la sua parte

Come Moderati vigileremo sull’efficacia delle misure presentate dalla Giunta, nonché sull’adeguatezza delle somme economiche allocate per portarle avanti: solo con scuola e formazione di qualità – e non con i sussidi – si costruisce il futuro professionale dei più giovani.

Non lavora un giovane piemontese su quattro e il dato arriva al 58% considerando la sola popolazione femminile nella fascia d’età 15-24: la situazione è tragica. Ho appena discusso, sul tema, un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta politiche in grado di cambiare le cose. La situazione in Piemonte è particolarmente grave in un contesto, quello europeo, nel quale il tasso di occupazione tra i giovani (cioè la percentuale di occupati rapportata al totale della popolazione raffrontabile di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è invece in progressivo aumento. L’imprenditoria crea lavoro e per questo deve essere sostenuta; la scuola forma cittadini maturi e consapevoli e a quel lavoro prepara. Le persone, con buona pace delle proposte politiche di qualcuno, non chiedono sussidi, ma possibilità, prospettive e, appunto, lavoro. Sta alla politica lavorare per garantire tutto questo, senza dimenticare il futuro, rappresentato dai giovani. Saranno le nuove generazioni, infatti, a sostenere non solo l’economia, ma le pensioni alle generazioni più anziane oggi, domani e in un futuro meno prossimo.

Ci serve una scuola di qualità, unico strumento per costruire una vera alternativa al reddito di cittadinanza. Due anni di pandemia hanno inevitabilmente abbassato il livello, che deve tornare ai valori precedenti. Come Moderati, sproneremo la Giunta affinché tutte le misure elencate rispondendo al nostro Question Time siano applicate fino in fondo e in tempi brevi. La scuola deve tornare a valorizzare i talenti e con la formazione continua dobbiamo fornire gli strumenti affinché i giovani che hanno un’occupazione non la perdano. 

Le politiche della Regione indirizzate ai giovani e non solo (per esempio il modello delle “Academy di filiera”, le politiche per l’orientamento e i corsi “Macro Ambito 3”), sia in termini di formazione che di inserimento nel mondo del lavoro, saranno oggetto della nostra attenzione: ne valuteremo attentamente l’efficacia. E valuteremo se i fondi allocati siano o meno sufficienti, a partire dai 38 milioni di euro per avviare un nuovo modello di formazione contro la disoccupazione.

Torino, sui nuovi bus GTT gli avvisi sonori di fermata non funzionano in un caso su due: è ora che la Regione sanzioni

Appena discussa la mia interpellanza per chiedere alla Giunta Cirio di introdurre ammende in caso di malfunzionamento o volontaria disattivazione dei segnali visivi e sonori di fermata. I passeggeri con disabilità sensoriale pagano il prezzo più alto se tale tecnologia non è attiva. Inaccettabile che, in un numero rilevante di casi, siano stati in passato proprio gli autisti a disattivare il servizio, per evitare il “fastidio” di sentire gli annunci vocali. Molto parziale la risposta della Giunta: ora la battaglia dei Moderati continua in Consiglio e in Commissione.

Più di un pullman su due (il 51,4% dei controlli effettuati a Torino) senza segnali audio-video di fermata: e non perché i mezzi siano vecchi e sprovvisti di una tale tecnologia, ma perché – in 16 casi – la funzione è stata volontariamente disattivata sui (nuovissimi) bus Mercedes-Benz Conecto. Succede nel capoluogo della nostra Regione. Il tema è stato da me appena portato in Consiglio Regionale con un’interpellanza.

Parziale la risposta della Giunta: non una parola, per esempio, sull’ipotesi da me avanzata di modificare la Legge Regionale 1/2000, prevedendo specifiche sanzioni pecuniarie in caso di mancata presenza o mancato funzionamento di dotazioni e servizi di bordo in grado di garantire l’accessibilità del mezzo. Con la mia interpellanza chiedevo inoltre di introdurre l’obbligo della formazione aziendale per tutti gli addetti ai servizi di trasporto pubblico locale, altro elemento eluso nella replica a verbale.

Questa situazione non può essere ignorata: mi occuperò, dunque, di proporre io stesso una modifica della Legge, affinché le sanzioni siano previste, siano certe e siano congrue. I troppi casi di mancato funzionamento (e, peggio ancora, di volontario spegnimento) degli indicatori interni visivi e sonori di prossima fermata non sono accettabili. Dobbiamo dotarci, finalmente, degli strumenti normativi per sanzionare chi sbaglia, a maggior ragione alla luce dei fondi erogati dalla Regione per l’acquisto dei mezzi. 

I cittadini con disabilità devono poter contare su mezzi pubblici accessibili davvero, perché questo richiede un elementare senso di civiltà e perché, oltre tutto e banalmente, conviene rispetto ad altre più costose e meno sostenibili soluzioni di mobilità. Le denunce dell’Unione Italiana Ciechi di Torino si sono dimostrate più che fondate e ora è compito della politica cambiare la situazione.

Disoccupato un giovane piemontese su quattro

Il dato arriva al 58% considerando la sola popolazione femminile nella fascia d’età 15-24: la situazione è drammatica. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta politiche in grado di cambiare le cose.

Il 24% dei giovani piemontesi nella fascia d’età 15-24 non lavora; una percentuale che arriva al 58% considerando solo le ragazze, elemento che di per sé rappresenta una rilevantissima differenza di genere. Questi dati drammatici (fonti: Istat, Eurostat) rendono la situazione in Piemonte particolarmente grave in un contesto, quello europeo, nel quale il tasso di occupazione tra i giovani (cioè la percentuale di occupati rapportata al totale della popolazione raffrontabile di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è invece in progressivo aumento.

Con un Question Time appena presentato a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta, nella seduta di domani del Consiglio Regionale, quali misure urgenti si intendano attuare a favore dell’occupazione giovanile in Piemonte. Aiutare i giovani a entrare – e a rimanere – nel mercato del lavoro è una parte essenziale delle politiche che promuovono la crescita economica e migliorano le condizioni di vita di un territorio, in questo caso quello della nostra regione. Da qualche anno è attivo, in Piemonte, il programma “Garanzia Giovani”, rivolto ai giovani NEET (acronimo per “Not in Education, Employment or Training”, cioè persone non impegnate nello studio, né nel lavoro, né nella formazione: 135 mila in Piemonte), costituito da una rete di operatori specializzati dei Centri per l’impiego e delle Agenzie accreditate, che accompagna i giovani nel mondo del lavoro. Ma, a fronte di questi numeri e di questi dati, servono altri e ancora più efficaci strumenti.

Metro 2, il finanziamento è una buona notizia

Anche con questa infrastruttura Torino e il Piemonte torneranno a un ruolo da protagonisti in Europa.

Accogliamo con soddisfazione, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la notizia del finanziamento per la seconda linea di Metropolitana a Torino. Con il miliardo e duecento milioni di euro che il MIT metterà a disposizione del Comune di Torino si potrà cambiare volto alla mobilità cittadina, realizzando un’infrastruttura strategica quale sarà la tratta Rebaudengo-Politecnico della Metro 2. Il ritorno di Torino e dell’intero Piemonte a un ruolo da protagonisti a livello nazionale e internazionale, da “capitale” europea, passa anche attraverso una migliore connessione e sostenibilità del trasporto. I quartieri attraversati dalla Linea 2 si scopriranno a loro volta, a intervento completato, riqualificati e meglio connessi con il centro cittadino.

Un Comune di 1500 abitanti senza scuolabus: inaccettabile nel 2022

Succede a Bruzolo, piccolo centro della Valle di Susa, i cui ragazzi frequentano la Scuola Media a Bussoleno: ho chiesto alla Giunta Cirio, con un Question Time appena discusso a Palazzo Lascaris, un adeguato impegno organizzativo ed economico per evitare che situazioni simili si verifichino. Senza servizi all’altezza (le promesse non bastano), per le nostre valli e per i nostri territori montani l’unico futuro possibile è lo spopolamento.

Se questa Giunta intende davvero, come più volte dichiarato, valorizzare tutti i territori della nostra Regione, piccoli centri di valli e zone montane comprese, non può continuare ad avere un approccio semplicemente ragionieristico ed efficientistico ai servizi. Senza servizi all’altezza, infatti, non ci sarà altro futuro, per molte zone della nostra regione, che lo spopolamento e l’abbandono. Un esempio su tutti, da me portato in Aula poco fa con un Question Time: quello del Comune di Bruzolo (1.500 abitanti), senza scuolabus dal 2019. Grave il disagio per gli studenti di questo centro della Valle di Susa, che frequentano la Scuola Secondaria di Primo Grado a Bussoleno, distante 8 chilometri. Deludente la risposta della Giunta, molto concentrata sull’equilibrio tra risorse economiche disponibili e servizio erogato e molto meno sulla conformità del servizio stesso rispetto alle esigenze del territorio.

A Bruzolo, diversamente da quanto accadeva con la precedente linea dedicata che trasportava gli studenti direttamente davanti alla Scuola Media di Bussoleno, ora i ragazzi devono salire su un autobus di linea spesso affollatissimo e non in grado di garantire corse in concomitanza con la fine delle lezioni. Le famiglie si stanno organizzando a turni per portare in auto i ragazzi a scuola, ma così non si può continuare: serve un investimento affinché il servizio sia adeguato alle esigenze degli abitanti e di un territorio da troppo tempo al centro più di parole e promesse che di specifiche azioni politiche.