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Tag: Comune di Torino

Case ATC di via Bologna 267, questa Giunta non riesce a vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti

Occupazioni, degrado, intimidazioni ai residenti: ma per la Sindaca Appendino, che ha appena risposto in Aula alla mia nuova interpellanza sul tema, va tutto bene. Quasi non esistessero foto e video che testimoniano una situazione disastrosa e quasi non contassero le continue segnalazioni dei residenti. Nei cortili sostano da settimane decine di persone. Il viavai è continuo negli alloggi e nelle cantine. Nove le unità abitative occupate. Mezzi e furgoni stabilmente parcheggiati creano una sorta di accampamento abusivo permanente. I residenti non ne possono più. E stanno perdendo la residua fiducia nei confronto delle Istituzioni.

I residenti raccontano una situazione tremenda, che è quella testimoniata e comprovata dalle foto e dai video oltre che da plurime testimonianze e segnalazioni. Ma per l’Amministrazione Appendino va, ancora una volta, tutto bene: rispondendo in Aula alla mia nuova interpellanza su via Bologna 267 la Sindaca prova a convincere non solo il Consigliere interpellante ma gli stessi residenti che in quei caseggiati e in quei cortili non ci sia nulla che non va. Ma le foto, eloquenti, sono state scattate dai residenti proprio nelle case ATC di via Bologna 267, non certo in un set cinematografico. Farò a questo punto un sopralluogo di persona, senza comunicare a nessuno la mia visita. Perché pare davvero che tutte le criticità spariscano all’arrivo degli Agenti della Municipale. Mi risultano attualmente nove occupazioni abusive. Una casa è stata occupata solo pochi giorni fa e gli agenti hanno intimato alla donna con due figli di andarsene entro giugno. Altre persone fanno invece il bello e il cattivo tempo, senza che nessuno dica o faccia nulla. Abbiamo la percezione che un Assessore alla Sicurezza manchi, in questa Città, da anni. So per certo che gli inquilini fanno plurime segnalazioni ai contact center: talvolta, ed è grave, hanno l’impressione di non essere presi sul serio. Porrò lo stesso tema anche in Consiglio Regionale. La fiducia degli inquilini nei confronti delle Istituzioni è ai minimi storici.

Torino sede I3A, ci aspettiamo un’esplicita conferma

La scelta è stata presa e non prendiamo neanche in considerazione un cambio in corsa. Dopo l’assenza di ogni riferimento a Torino nella bozza che riporta i progetti del Pnrr il Consiglio dei Ministri sgomberi il campo da ogni dubbio.

Alla luce della mancata indicazione di Torino nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come sede principale dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A), non ci limitiamo ad alzare la soglia di attenzione, ma facciamo come Moderati appello al buonsenso. Per le Commissioni parlamentari la decisione è presa e non prendiamo neanche in considerazione un cambio di rotta in corsa, anche rispetto alla stessa decisione del Consiglio dei Ministri dello scorso settembre. Non possiamo accettare che la scelta di Torino sia subordinata a una gara o a un bando competitivo con altre Città candidate né che Torino sia trattata alla stregua degli altri sei centri. Mi auguro che l’assenza del riferimento a Torino nelle bozze relative ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza altro non sia che un secondo, per quanto grave, “errore materiale”, dopo l’analogo caso di un mese fa. Attendiamo la correzione e la conferma esplicita della scelta di Torino come sede dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale. Non possiamo perdere questa opportunità di crescita, che porterebbe a sfruttare al meglio per il nostro territorio, da tutti i punti di vista: per i giovani, per l’Università, per il Terzo Settore. La proposta di Don Luca Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino) è stata da noi sostenuta fin dal primo momento, nella certezza di importanti ricadute in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio.

Le piste ciclabili mal progettate intralciano gli interventi dei mezzi di soccorso: subito un’audizione del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco

Dopo le dichiarazioni a mezzo stampa, che come Moderati chiediamo di approfondire in Commissione, da parte del Comandante Carrolo, la Giunta Appendino intervenga immediatamente sulla viabilità delle zone critiche, anche per evitare precise responsabilità civili e penali.

Piste ciclabili? Molte sono il frutto di una progettazione priva di senso. E sono pericolose. Da tempo affermiamo, come Moderati, che questa ideazione improvvisata e ideologica dei percorsi ciclabili cittadini mette a repentaglio la sicurezza degli stessi ciclisti, quella dei pedoni e quella delle persone con disabilità; inoltre rende difficile l’intervento dei mezzi di soccorso. Dopo la lettera inviata dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco al Comune di Torino e alla Prefettura, chiediamo con urgenza l’audizione dello stesso Comandante Carrolo, che ha descritto perfettamente e puntualmente il problema. Piste ciclabili mal progettate, specialmente se ai margini della carreggiata (con lo spostamento verso il centro della strada degli stalli per il posteggio), rendono impossibile una normale operatività di autoscale e mezzi di soccorso. Occorre conformare immediatamente la viabilità di tutte le zone critiche, delle quali urge una mappatura. Senza questi interventi di adeguamento, precise responsabilità civili e penali graverebbero, dopo le dichiarazioni del Comandante, sulla Giunta e sulla Sindaca Appendino.

Sequestri di camper e roulotte, la normativa sia applicata fino in fondo

Limitarsi alle sole diffide è una scelta politica. Chiediamo che l’intero iter sia applicato nella sua interezza: diffida, sequestro del mezzo nelle disponibilità del proprietario con richiesta di trasferimento su suolo privato, proposta di soluzione abitativa o sociale, sequestro definitivo del mezzo in caso di rifiuto. Si è tenuta questa mattina in Consiglio Comunale la Commissione sull’applicabilità dell’emendamento della Regione sui sequestri dei mezzi abusivamente insediati.

Delle due l’una: o quella dell’Assessore regionale Marrone è soltanto una norma bandiera di fatto inapplicabile nella pratica oppure quelli chiamati in causa dal Comandante Bezzon altro non sono che cavilli di forma citati per non dover procedere al sequestro dei mezzi abusivamente insediati. Chiediamo che la normativa sia portata avanti fino in fondo. Limitarsi a procedere alle sole diffide è una scelta politica. Se una norma prevede tre gradi di azione, tutti e tre vanno percorsi, senza essere frenati dal timore di ricorsi. Per quanto riguarda le occupazioni abusive, per esempio, la trafila è portata avanti nella sua interezza. Anche con gli insediamenti improvvisati e abusivi di camper e altri mezzi chiediamo che si segua l’intero iter: prima la diffida, poi il sequestro del mezzo nelle disponibilità del proprietario con richiesta di trasferimento su suolo privato, quindi la proposta di soluzione abitativa o sociale, infine, in caso di rifiuto, il sequestro definitivo del mezzo. I soggetti che si accampano con minori, persone disabili o anziani sanno benissimo che così possono evitare di essere mandati via. Chiediamo la tutela anche dei diritti degli altri cittadini. La cosa certa – e ne siamo ancora più convinti dopo la Commissione appena tenutasi in Consiglio Comunale – è che ogni azione di deterrenza è efficace soltanto se i soggetti verso i quali è rivolta pensano di rischiare davvero qualcosa. Diversamente, non funziona. Abbiamo visto, in questi cinque anni di Amministrazione Appendino, diversi tentativi di misure di deterrenza privi di risultati reali. Da parte nostra (il nostro voto fu, in Consiglio Regionale, favorevole all’emendamento) prendiamo atto che, al momento, non siamo in grado di applicare fino in fondo la norma regionale. Quanto sta succedendo in diverse zone di Torino, con insediamenti abusivi che si formano in diversi quartieri e spesso nei pressi di caseggiati ATC, è sotto gli occhi di tutti. Porre un freno a questa criticità è dovere delle Istituzioni.

Telecamere del progetto Argo: corso Principe Oddone non deve mancare

Chiediamo che i dispositivi di sicurezza siano posizionati, in zona, anche su corso Gamba e presso il giardino di via Macerata: la nostra mozione che chiedeva il presidio fisso interforze non è mai stata fino in fondo applicata, l’attuale sistema di videosorveglianza, di per sé insufficiente, è stato in zona addirittura depotenziato. Sul tema, presenterò un atto in Sala Rossa. Apprendiamo inoltre, dalla Commissione appena tenutasi in Consiglio Comunale, che non saranno riconosciuti sgravi a chi si dota di dispositivi video collegati con il sistema della Città: assurdo, chi collabora per la sicurezza di tutti è un alleato delle Istituzioni e andrebbe premiato.

Nella dotazione di telecamere che, entro l’autunno, saranno attivate su tutto il territorio cittadino nell’ambito del progetto Argo, nuovo sistema per la videosorveglianza cittadina, non possono mancare certe zone chiave di Torino, presso le quali più preoccupante è la situazione relativa alla sicurezza. Tra queste, non ho sentito citare, nella Commissione appena terminata in Consiglio Comunale, corso Principe Oddone, corso Enrico Gamba e i giardini di via Macerata. Per quanto riguarda corso Principe Oddone, una mozione votata all’unanimità dalla Sala Rossa nell’aprile 2019 chiede la presenza fissa di un presidio interforze. Chiediamo, in attesa che la mozione sia finalmente applicata, l’inserimento di questa porzione di città, attualmente in mano a microcriminalità e spaccio, nel progetto Argo. Le telecamere sono, in una strategia integrata, il primo dei deterrenti, in grado di garantire sicurezza a quelle periferie sulle quali si era concentrata la campagna elettorale e che oggi sono state dimenticate. Ci chiediamo inoltre il perché del mancato riconoscimento di sgravi su Imu e Tasi per chi si dota di un sistema di videosorveglianza collegato con quello della Città: è assurdo non premiare chi decide di partecipare a fianco delle Istituzioni al comune impegno per la sicurezza.