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Niente utenze agli immobili occupati, a partire dal Gabrio (dove è ancora presente l’amianto)

Fondamentale impedire alle aziende fornitrici di stipulare contratti di erogazione presso gli stabili abitati abusivamente, anche se a firmare i contratti stessi sono i singoli occupanti.

Gabrio di via Millio: è scandaloso che non si prendano provvedimenti per la presenza di amianto ed è ridicolo che ci si accontenti di generiche promesse per quanto riguarda il disturbo della quiete pubblica.

Il recente caso del Gabrio di via Millio è l’esempio tipico di un meccanismo perverso: un certo stabile è abusivamente occupato, l’Amministrazione pubblica chiede di tagliare le utenze, uno degli occupanti – pare – firma un nuovo contratto a proprio nome ed ecco che in quell’immobile torna la luce elettrica. Funziona così sia nelle occupazioni a fine politico-antagonista sia nelle occupazioni delle case popolari.

Basterebbe una briciola di buon senso per risolvere il problema, vietando alle aziende fornitrici di erogare i loro servizi presso quegli stabili che risultino abusivamente occupati. Sarebbe un obbiettivo facile da raggiungere e garantirebbe la possibilità di affermare: “A Torino non si riattivano le utenze in nessuno degli stabili occupati”.

Tornando al singolo caso di via Millio, sono almeno tre gli elementi inaccettabili.

Primo: è grottesco che l’Amministrazione civica si accontenti di un generico, e autoreferenziale, impegno, da parte degli occupanti, a “limitare il frastuono e mantenere un comportamento accettabile per i residenti”.

Secondo: gli occupanti del Gabrio, forzata la saracinesca posta dalla Smat, utilizzano acqua corrente senza un regolare contratto, e quindi senza pagare. Dubito che la Smat intenda mettere a bilancio il passivo che ne deriva: sono pronto a scommettere che il costo sarà fatto pagare ai cittadini.

Terzo: l’edificio occupato dai militanti del Gabrio è inserito al numero 31 del catasto-amianto della Città. L’amianto è presente anche all’esterno della struttura e non è stato trattato per impedirne la volatilità. È gravissimo che la Città non intervenga per risolvere un problema che è tale, prima di tutto, per la salute dei cittadini. Gli occupanti sanno della presenza dell’amianto e restare lì è una loro libera scelta. Per i residenti le cose sono leggermente differenti.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Area gioco bimbi del Parco Sempione

Cocci di vetro al Parco Sempione

Con questa interpellanza chiedo alla Giunta comunale d’intervenire al più presto per restituire pulizia e decoro al Parco Sempione, insozzato dalla perenne presenza di cocci di bottiglie di vetro, di deiezioni e di cartacce.

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Passaggi pubblici e privati

Passaggi privati in corso Unione Sovietica

Con questa interpellanza domando alla Giunta comunale quante siano e in quali modi siano regolate le strade private in città, nonché come sia regolato attualmente il caso dell’interno di corso Unione Sovietica 262.

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Ora il suk è in via Monteverdi, altro pasticciaccio brutto della Giunta Fassino

Il mercato del libero scambio passa, come una patata bollente che nessuno riesce a tenere in mano, di quartiere in quartiere: e ovunque vada porta degrado e malumori. Ora, con un gioco di prestigio che sa di beffa, ritorna a Barriera di Milano.

Anche senza voler commentare la gestione perlomeno goffa della vicenda, tra ipotesi, ritardi, mancati permessi e dietrofront precipitosi, è impossibile non spendere almeno una parola su come questa Maggioranza, parlando di suk, sia chirurgicamente riuscita a scontentare tutti i soggetti coinvolti: cittadini, commercianti, circoscrizioni.

L’ultimo “capolavoro” è la decisione di spostare il suk in via Monteverdi. Come uno yo-yo impazzito, il “mercato dell’illegalità” (così lo chiamano molti cittadini) si allontana da Barriera di Milano passando per la porta, ma subito dopo vi ritorna dalla finestra. Non Beverly Hills: Barriera di Milano. Un quartiere già in ginocchio a causa di degrado, microcriminalità e quotidiana emergenza sociale.

Via Monteverdi, l’area che ospiterà il mercato del libero scambio, oltre a essere la sede del capolinea della linea 2 è priva di recinzioni. La domenica è inoltre frequentata da famiglie e sportivi (campi di via Regaldi).
I colleghi della Maggioranza giurano che si tratta di una “soluzione temporanea”, ma ho il forte sospetto che via Monteverdi si terrà il suk per parecchio tempo. Quello che è certo è che nessuno, neanche questa Giunta, può affermare che la merce scambiata (ma spesso, più banalmente, venduta) nel mercato del libero scambio sia sempre e comunque di provenienza chiara e lecita.

Quanto dobbiamo aspettare perché questa Maggioranza prenda ufficialmente le distanze da questa situazione di illegalità, ricettazione e abusivismo diffusi? Una situazione a proposito della quale i nostri concittadini hanno già espresso il loro “no” chiaro e secco.

Sono sicuro che in sede elettorale gli stessi cittadini ricorderanno tutto il bene che questa Amministrazione sta facendo per loro.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

“Parcheggi riservati solo per i disabili che escono un minimo di volte al mese per ragioni terapeutiche?” Concetto delirante, la disabilità non è malattia. Presenterò un’interpellanza

Per dieci anni era rimasta (saggiamente) lettera morta la delibera comunale risalente al 2005 che garantisce alle sole persone con disabilità “che si spostano almeno dieci volte al mese con carattere continuativo per esigenze terapeutiche” il diritto di usufruire di stalli riservati per il parcheggio. Finché, pochi giorni fa, la norma teorica è diventata beffardamente concreta a casa della torinese Maria Cometto, madre di una donna gravemente disabile. Un caso assurdo e offensivo, a riguardo del quale prenderò posizione in Sala Rossa.

Ennesimo esempio di quanto, in questa città, un grammo di burocrazia pesi più di una tonnellata di civiltà: Maria Cometto, madre torinese di una donna con disabilità grave, ha ricevuto, a inizio settembre, la visita di un agente della Polizia Municipale il quale ha chiesto alla donna di provare formalmente, con opportuna documentazione medica, che la figlia “si sposta almeno dieci volte al mese con carattere continuativo per esigenze terapeutiche”. In caso contrario, avrebbe perso il diritto al parcheggio riservato.

Tutto giusto dal punto di vista del più bieco, asettico formalismo, per carità: la delibera “Nuova disciplina delle riserve di sosta personali per disabili” include infatti un articolo secondo il quale “per i richiedenti sprovvisti di patente e non abilitati alla guida (esclusi i non vedenti dietro presentazione verbale d’invalidità) occorre documentare mediante la presentazione di un certificato rilasciato dal proprio medico di famiglia lo spostamento di almeno 10 volte al mese con carattere continuativo per esigenze terapeutiche”.

Il mondo, in dieci anni, si è evoluto, nel senso che è ormai chiaro a tutti che la persona disabile è persona, prima che disabile, e soprattutto non è un malato quindi si sposta anche per ragioni differenti da terapie e visite. Nel 2005, inoltre, i Servizi erogati dalla Città erano altri: oggi è stato chiesto alle persone disabili di scegliere tra parcheggio numerato e buoni taxi. A chi ha scelto i buoni taxi si riduce il servizio; invece a chi ha scelto il parcheggio si applicano vecchie norme senza senso. Cucù, il servizio non c’è più: qualunque scelta i cittadini abbiano fatto, va a finire che devono arrangiarsi. Solo che i servizi che ora tagliamo sono stati introdotti, a suo tempo, per colmare un gap che nasce dal modo in cui la Città è costruita e gestisce i suoi servizi.

Si vogliono controllare ed eliminare gli abusi? Perfetto, va benissimo, anzi è sacrosanto. Ma lo si faccia andando a fondo di ciascun caso specifico. È un lavoro lungo, ma il Comune ha migliaia di dipendenti che possono farlo, nonché la competenza e la conoscenza proprio dei singoli casi che deriva dall’attività dei servizi sociali.

Presenterò al più presto un’interpellanza sul tema per ricevere risposte puntuali e circostanziate dall’Assessore competente, e soprattutto per arginare questa deriva assurda in cui a pagare sono, come sempre, i cittadini meno fortunati.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)