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L’Assessore Curti illude: “Via Po libera dai graffiti prima della fine dell’Ostensione” – Ma un lavoro di pulizia di questo tipo necessita di almeno due mesi

Una delle vie più prestigiose di Torino versa in condizioni impresentabili, proprio mentre la città è pacificamente invasa da turisti e pellegrini. L’Assessore Curti prova a rassicurare sui tempi, garantendo la pulizia dei portici “entro la fine dell’ostensione della Sindone”, il 24 giugno (e sarebbe comunque troppo tardi). Il problema è che questo termine non è credibile: basta un minimo di buon senso per capire che un’opera di pulizia di questo tipo richiede una decina di settimane di lavoro.
Scritte ingiuriose, graffiti, disegni. E ancora slogan, insulti, parolacce. Altro che eleganza sabauda: le condizioni dei portici di via Po, una delle vie più iconiche della città, sono più simili ai muri del Bronx.
Una condizione di fronte alla quale la maggioranza comunale, nella persona dell’Assessore Curti, non sembra particolarmente preoccupata: “Siamo consapevoli della situazione e stiamo provvedendo. La via sarà in condizioni impeccabili entro la chiusura dell’ostensione della Sindone”.
A parte il fatto che si sarebbe dovuto provvedere alla pulizia prima dell’arrivo del grosso dei pellegrini e turisti in città, e non durante la loro permanenza a Torino – quando cioè la città è sotto i riflettori -, sono i tempi promessi a essere del tutto privi di credibilità.
Basta un minimo di buon senso per calcolare che un’opera di pulizia e manutenzione di questo tipo necessità di almeno 8-10 settimane, senza contare il tempo che si è perso interrompendo e facendo riprendere i lavori.
Spiace constatare che, per l’ennesima volta, la Giunta preferisca affrontare i problemi fuori tempo massimo rincorrendo disperatamente scadenze impossibili da rispettare, anziché programmare con un minimo di respiro strategico a favore dei cittadini.

Ex Anaconda: per la Giunta, occupazione, sporcizia e addirittura un allevamento abusivo di maiali non sono ragioni sufficienti per prendere provvedimenti

Inoltre, nell’edificio occupato in via Pianezza non si può escludere la presenza di amianto. Ma per l’Assessore Tedesco non ci sono le condizioni oggettive per far intervenire le Forze dell’Ordine e l’Asl.
L’ex Anaconda, edificio storico sito in via Pianezza, è da tempo occupato da abusivi che ne hanno fatto scempio, trasformandolo di fatto in una discarica. Non solo: dalle segnalazioni dei residenti, puntualmente corredate da foto, risulta che nel cortile attorno allo stabile, addirittura, si allevino maiali.
Una situazione particolare che è solo uno dei sintomi di una condizione generale di tutto il quartiere, abbandonato a se stesso tra degrado, spaccio e consumo di droga, prostituzione, illegalità e criminalità, tanto che – nonostante le vaghe e vane promesse troppe volte ripetute in questi anni – i cittadini hanno dovuto provvedere da soli alla pulizia delle sponde della Dora e i parchi giochi circostanti le case.
Una situazione grave, evidente, innegabile per chiunque. Tranne che per l’Assessore Tedesco, secondo la quale “non vi sono prove concrete che l’edificio di via Pianezza sia stabilmente occupato”.
Tanto basta, secondo l’Assessore, per negare il problema, e quindi il dovere politico di prendere provvedimenti. Un atteggiamento attendista e conservativo che fa pagare ai cittadini l’immobilismo della politica. Per l’ennesima volta.
Auspico a questo punto che il Comune emetta un’ordinanza che impegni i proprietari dello stabile a mantenere sufficienti condizioni di igiene e decoro nella loro proprietà o che, nell’impossibilità di farlo, si mobilitino le autorità competenti per cercare di dare una risposta chiesta a gran voce dai cittadini del quartiere, che da anni devono convivere con tante situazioni inaccettabili.
Nel caso si riscontrasse la presenza di amianto o di altri materiali pericolosi, inoltre, si dovrà procedere immediatamente alla bonifica.

Bonifica dell’area Ogm per organizzarvi il suk: pavimentare non basta

Di fronte alla possibilità, più che concreta, che l’area delle Officine Grandi Motori sia ancora in qualche modo inquinata dai residui, pericolosi o tossici, della passata attività industriale delle stesse Ogm, il Comune ritiene sufficiente la soluzione-tampone di una nuova pavimentazione in cemento dell’area su cui sarà organizzato il “mercato del libero scambio”.
Se invece il Comune stesso ha dei dubbi sulla salubrità di questa zona, è evidente che la sola e semplice nuova pavimentazione è una misura inadeguata a garantire l’incolumità dei fruitori del mercato. Dovrebbe quindi provvedere ad accertamenti e verifiche accurate e scientifiche ed, eventualmente, a una bonifica radicale e minuziosa di tutta l’area.
Tutto questo, ovviamente, prima che sia ufficialmente inaugurata la nuova sede: in questo periodo di grande impegno per Polizia Municipale e Forze dell’Ordine in seguito all’Ostensione della Sindone, che evidentemente sconsiglia la contemporanea apertura del Suk, si potrebbe cogliere l’occasione per fugare ogni dubbio sulle problematiche di inquinamento ambientale del sito.

Clamorosa gaffe: errore di ortografia sulla palina in inglese per i pellegrini

Decine di migliaia di visitatori si accingono a raggiungere Torino per l’ostensione della Sindone. Ma su una delle paline segnaletiche per la circolazione dei bus in città campeggia il più classico degli errori “da matita blu”: “check-in” perde inspiegabilmente l’acca e diventa “ceck-in”. Una figuraccia? Certo. Ma soprattutto l’ennesima dimostrazione di un provincialismo incompatibile con una seria e matura vocazione turistica internazionale.

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