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Clamorosa gaffe: errore di ortografia sulla palina in inglese per i pellegrini

Decine di migliaia di visitatori si accingono a raggiungere Torino per l’ostensione della Sindone. Ma su una delle paline segnaletiche per la circolazione dei bus in città campeggia il più classico degli errori “da matita blu”: “check-in” perde inspiegabilmente l’acca e diventa “ceck-in”. Una figuraccia? Certo. Ma soprattutto l’ennesima dimostrazione di un provincialismo incompatibile con una seria e matura vocazione turistica internazionale.

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Progetto Parco Dora: fallimento sicuro se non saranno garantiti decoro, fruibilità e sicurezza

L’acquisizione della gestione dell’area da parte del Comune e gli 800mila euro già stanziati sono ottimi punti di partenza per un progetto di riqualificazione finalmente vincente: ma in una zona in cui edifici e muri fatiscenti fanno ancora “bella” mostra di sé, e nella quale  i residenti non dormono per gli schiamazzi notturni causati da feste e manifestazioni assortite, altri interventi sostanziali sono imprescindibili. Intanto, c’è chi ipotizza di concedere l’area – il cui terreno ondulato tende a franare quando piove – per il soggiorno a Torino di 10 mila giovani in occasione dell’ostensione della Sindone: che senso ha?

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Suk alle ex OGM, uno spostamento che non è accettabile: nessuna certezza sulla bonifica dell’area, un vero disastro per commercio e residenti e soprattutto zona franca per l’illegalità

Ora basta con l’illegalità: altro che mercato di libero scambio, il Suk è una possibilità per la compravendita di refurtiva. Diciamo no con forza allo spostamento alle ex OGM perché non ci sono certezze sul fatto che l’area sia libera da rifiuti industriali pericolosi e perché il Suk distruggerebbe definitivamente il commercio in un’area già provata.

Lo spostamento del Suk alle ex OGM non è accettabile per almeno tre ordini di ragioni. In primo luogo, non è assolutamente un mercato di libero scambio, ma un’opportunità per la compravendita di refurtiva: accettare questo stato di cose è arrendersi all’illegalità, chiamarlo “mercato di libero scambio” è un’inaccettabile eufemismo: su questo l’Amministrazione mente sapendo di mentire. In secondo luogo, il Suk alle ex-OGM darebbe il colpo di grazia al commercio in un quartiere dalle molteplici problematiche: non è comprensibile perché, in un momento di crisi economica, la Giunta, anziché sostenere i commercianti dove ancora tengono duro, faccia delle scelte che ne pregiudichino ancora di più l’attività. Senza contare quello che il Suk significherebbe per la gente di un quartiere che è già provato, dove la convivenza tra persone di provenienze differenti è ancora difficile. Giustamente, oggi, durante il diritto di tribuna, i cittadini hanno espresso tutto il loro sdegno e la loro rabbia per una decisione imposta, non certo condivisibile, sicuramente non corretta e per questo inaccettabile.

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Mercato di libero scambio: siano garantite legalità e sicurezza

Risposte interlocutorie dopo l’incontro con i residenti della zona. La collocazione presso le ex OGM  via Carmagnola è inaccettabile perché insiste su un territorio già difficile ed è stata presa senza tenere conto dei veri problemi del suk: l’illegalità e la mancanza di sicurezza.

Fa quasi sorridere, se non fosse estremamente drammatica, la presa di posizione di una Giunta che, in merito alla collocazione del Suk, il cosiddetto mercato di libero scambio, presso le ex OGM, nel cuore della già martoriata zona tra via Carmagnola e via Damiano: se nella stessa via Damiano, infatti, la Giunta non è in grado di collocare un cartello di divieto di campeggio o di chiudere una fontanella dell’acqua potabile, come promesso già settimane orsono per la questione, anche questa annosa, del campeggio abusivo, come può essere in grado di tutelare la sicurezza e la legalità in un ambito, quello del mercato di libero scambio, che già tanti grattacapi e tanti disagi ha creato in Borgo Dora, per non parlare dello Scalo Vanchiglia?

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Via Borgoticino: edificio del Comune occupato. Se non riusciamo a difenderlo, abbattiamolo

Struttura comunale occupata, sgomberata a fine 2013, ora di nuovo in mano a tossicodipendenti e malviventi. Nessuna tutela del patrimonio pubblico, cittadini spaventati: se non sono in grado di tutelare un bene pubblico e non hanno idea di che cosa farne, allora lo abbattano, almeno si evita di gettare soldi per sgomberare e ripulire per poi abbandonare di nuovo tutto al degrado. Che cosa succederà se l’ASL lascerà anche la struttura adiacente, attualmente ancora in uso?

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