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Non si può più attendere: l’assistenza domiciliare sia riconosciuta anche ai piemontesi secondo i parametri ISEE nazionali

Tanti nuclei familiari nei quali è presente una persona con disabilità sono esclusi dai servizi alla luce di un ISEE troppo alto: questo accade a causa del fatto che pensioni e indennità sono calcolate nel montante. Tre sentenze del Consiglio di Stato stabiliscono che, invece, questi introiti non debbano essere computati nell’ISEE. Appena discussa a Palazzo Lascaris la mia interpellanza per chiedere che la Regione Piemonte, come già l’Inps, recepisca queste sentenze: le famiglie aspettano da sette anni.

I redditi derivanti da pensioni e indennità a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite dall’Inps da luglio 2016. Chiediamo con forza, come Moderati, che tali sentenze siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte (che dal 2015 applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al CPDM del 5 dicembre 2013): le misure di sostegno al reddito non devono essere calcolate come montante complessivo del reddito delle famiglie. Attualmente accade troppo spesso che i nuclei familiari nei quali è presente una persona con disabilità non possano accedere ai servizi alla luce di un ISEE troppo alto, proprio a causa del fatto che pensioni e indennità sono calcolate nel totale del reddito del nucleo familiare. Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino ha dichiarato a verbale, rispondendo poco fa alla mia interpellanza, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Spero che alle parole seguano i fatti e che si arrivi al più presto al risultato.

Quando potranno tornare a scuola i ragazzi con disabilità?

Si parla di mascherine, banchi e termoscanner: non dei diritti di una parte degli alunni, per i quali ancora non conosciamo né data né modalità del ritorno a scuola. Ho chiesto alla Giunta di relazionare urgentemente sull’argomento: quanti degli oltre 15mila ragazzi con disabilità iscritti alle scuole piemontesi di ogni ordine e grado sono già tornati in classe?

I diritti di alunni e studenti con disabilità dovrebbero essere al primo posto nella lista delle urgenze e delle priorità: sono ancora, invece, di fatto esclusi dal dibattito di questi giorni. Mentre politica si divide su mascherine, banchi e termoscanner, stiamo ancora aspettando indicazioni precise su tempi, termini e modi del ritorno in classe per gli alunni e gli studenti con disabilità. Quanti dei 15mila ragazzi con disabilità che, dalla Scuola per l’Infanzia alla Scuola Secondaria di Secondo Grado, sono iscritti alle scuole piemontesi sono già tornati in classe? Ho chiesto alla Giunta di rendere conto a Palazzo Lascaris su questo argomento: è in gioco il diritto allo studio di tanti.

Ausili acustici, la Regione si ravveda per non danneggiare imprese e cittadini

Perché si è scelta una procedura aperta finalizzata alla conclusione di un accordo quadro per la fornitura di ausili per l’udito? Con un question time appena discusso a Palazzo Lascaris ho invitato la Giunta a tornare sui propri passi. Presenterò, sul tema, anche un’interpellanza.

Gli ausili acustici sono considerati, nell’ambito dei LEA, dispositivi su misura a tariffa unica e non dispositivi di serie non personalizzabili lo stabilisce il TAR della Basilicata con una sentenza del 2019 (analogamente si sono espresse la Regione Veneto e la Camera dei Deputati). Solo le forniture del secondo tipo (“elenco 2” dei LEA) si assegnano tramite bando di gara. Nonostante questo, il 15 maggio 2019 è stato pubblicato dalla Regione Piemonte il bando di gara per la stipula di un accordo quadro per la fornitura di ausili per comunicazione e informazione e relativi servizi: il 4 agosto 2020 tale bando di gara risulta pubblicato anche sul sito di SCR Piemonte. Questa scelta rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di tante piccole e medie aziende del nostro territorio: decine e decine di posti di lavoro sono a rischio, dal momento l’acquisizione di lotti sarà possibilità quasi esclusiva delle aziende più grnadi. Anche i cittadini bisognosi aventi diritto saranno penalizzati, dal momento che non potranno più scegliere il loro professionista di fiducia liberamente, né scegliere la protesi più adatta alle proprie esigenze (neanche pagando personalmente la riconducibilità, salvo rinunciare alla fornitura regionale e acquistare privatamente il proprio dispositivo acustico). Il tutto, parrebbe, senza un risparmio economico per la Regione. Ho invitato la Giunta a fermarsi e a ragionare: la Regione Piemonte valuti se fare un passo indietro, come altre Regioni. Iniziamo un ragionamento che spero porti a un deciso cambio di rotta: rischiamo di danneggiare imprenditori e cittadini. Al question time appena discusso in Aula seguirà presto un’interpellanza per un ulteriore approfondimento della questione.

Dalla parte di chi oggi ha manifestato per l’accessibilità

Non c’è sostenibilità senza accessibilità di strade e marciapiedi: si calendarizzi al più presto una II Commissione sul tema con audizione di chi oggi era davanti a Palazzo Civico.

I Moderati sono da sempre favorevoli alla mobilità sostenibile, finché non crea problemi a cittadini, imprese e commercianti. Tra la mobilità sostenibile e il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, sceglieremo sempre il secondo. Ecco perché oggi sono stato a fianco di chi ha manifestato davanti a Palazzo Civico per chiedere senso civico e attenzione al diritto alla mobilità di tutti. Non ci può essere sostenibilità senza accessibilità. Una bicicletta o un monopattino parcheggiati in mezzo a un marciapiede sono un ostacolo e rappresentano una barriera architettonica: non possiamo fare passi indietro nel cammino verso la piena accessibilità. Oggi mi sarei aspettato un’audizione della delegazione dei manifestanti alla presenza dei Capigruppo: non abbiamo avuto questa occasione. Mi auguro che, in compenso, si possano presto audire i portavoce delle realtà che oggi erano in piazza in una prossima II Commissione.

Lapietra fugge… in monopattino

L’Assessora fa rinviare la discussione in Sala Rossa della mia interpellanza sul posteggio selvaggio dei mezzi in sharing: un tema urgente, che si sarebbe dovuto affrontare in Aula proprio in concomitanza con la manifestazione “Io non posso passare!”. Ritirata strategica, che dimostra ancora una volta che a questa Amministrazione dei diritti delle persone con disabilità importa poco o nulla.

Ma quale “tempo necessario per acquisire ulteriori formazioni”: questa è una fuga bella e buona. L’Assessore Lapietra trova il modo, con il più classico dei pretesti, per non rispondere in Sala Rossa alla mia interpellanza sul posteggio selvaggio dei mezzi in sharing, proprio in concomitanza con la manifestazione “In Piazza per una Torino più Accessibile”, per chiedere più civiltà, attenzione e rispetto nel posteggiare i mezzi in sharing dopo l’uso. Sta di fatto che la discussione è rinviata. Il mio atto è stato presentato a luglio: due mesi per rispondere a quesiti chiari e semplici dovrebbero essere ampiamente sufficienti. La verità è che a questa Amministrazione dell’accessibilità e dei diritti delle persone con disabilità importa proprio poco. Un fatto che emerge da questi quattro anni e mezzo, dai fatti macroscopici a quelli all’apparenza più trascurabili (ultimo in ordine cronologico: l’informativa interna sulla nomina, avvenuta a giugno 2019, di Franco Lepore a Disability Manager della Città è uscita solo giovedì scorso). I Moderati sono da sempre favorevoli alla mobilità sostenibile, finché non crea problemi a cittadini, imprese e commercianti. Tra mobilità sostenibile e il diritto alla mobilità delle persone con disabilità sceglieremo sempre il secondo. Non vediamo l’ora di confrontarci in Aula sul tema, nella speranza che non vi siano nuovi rinvii e in attesa dell’ennesimo tavolo di concertazione, vera specialità di questa Giunta.