Investire oggi sull’Università per costruire il domani
La relazione dell’Ires questo pomeriggio in VI Commissione dimostra quanto livelli di eccellenza anche in questo segmento possano fare la differenza.
La didattica a distanza non è, per quanto riguarda le Università, una novità dell’anno in corso: le università telematiche esistono dal 2003 e da anni sono in crescita a doppia cifra per numero di iscritti. Ecco che aumentano gli iscritti stranieri ai nostri atenei anche in questo drammatico e atipico 2020. La didattica in presenza resterà tuttavia la modalità principale. Mantenere alto il livello dell’offerta didattica e migliorare decisamente le infrastrutture e i servizi per gli studenti (trasporti, residenzialità per gli studenti che provengono da fuori) è dunque la sfida. L’indotto economico garantito dagli studenti non piemontesi iscritti alle nostre università può essere quantificato, in termini strettamente economici, in mezzo miliardo di euro. Ogni studente universitario fuori sede residente sul nostro territorio spende in media, si calcola, dai 7mila ai 10mila euro l’anno: una somma nella quale confluiscono canone d’affitto, spese quotidiane, vestiario, divertimenti e tante altre voci. C’è poi un altro tipo di ritorno, non immediatamente esprimibile su base economica, ma altrettanto importante: ogni studente fuori sede soddisfatto della propria esperienza in Piemonte è potenzialmente il più efficace e sincero testimonial per il nostro territorio.