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Tag: università

Un fondo di garanzia per studenti stranieri che cercano alloggio

Questo strumento renderebbe più facile agli universitari provenienti da altre nazioni fornire al proprietario le garanzie richieste: ne chiedo l’introduzione con un OdG il cui inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale ho ottenuto poco fa in Aula. La misura sarebbe particolarmente utile in una Regione come il Piemonte, nei cui Atenei la percentuale di iscritti stranieri (l’8,5%) è decisamente superiore alla media italiana (5,5%) e in linea con i dati europei.

Immaginare, come già avviene in altri Paesi, fondi di garanzia per gli studenti stranieri che frequentano i nostri Atenei e che cercano casa: lo chiedo con un OdG il cui inserimento nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale ho appena ottenuto. Questa strada è già percorsa con successo in altri Paesi, con vantaggi sia per i proprietari sia per gli inquilini. Se approvato dal Consiglio, il mio Ordine del Giorno impegnerà la Giunta a interloquire con il Governo per la pronta convocazione di Tavolo di Lavoro con le Fondazioni Bancarie al fine di realizzare un fondo di garanzia apposito per studenti universitari in arrivo da Paesi esteri senza la possibilità di avere un garante in Italia. La mia richiesta si inserisce nella discussione sul caro affitti e prova a introdurre una soluzione concretamente utile.

L’Italia attrae studenti soprattutto da Albania, Cina, India, Iran, Marocco, Turchia, Ucraina e Perù. Gli Atenei del Piemonte si distinguono da molti anni per la crescente attrattività nei confronti degli studenti stranieri. Ciò ha portato il sistema universitario piemontese a discostarsi dalla media nazionale (5,5%) e a raggiungere un’incidenza dell’8,5% di iscritti stranieri, allineandosi così alla media europea. Negli ultimi diciannove anni il numero di studenti con cittadinanza straniera iscritti all’Università e al Politecnico di Torino sono passati complessivamente da 1.415 nell’Anno Accademico 2002/03 a quasi 10.000 nell’Anno Accademico 2020/21. Il proprietario, oltre a richiedere allo studente la documentazione relativa all’identità o al permesso di soggiorno, a maggiore garanzia può chiedere delle referenze o delle garanzie bancarie (nella maggior parte dei casi tali garanzie sono richieste ai genitori dello studente, che tuttavia vivono nel Paese di origine). Gli studenti stranieri incontrano difficoltà peculiari nella ricerca di un appartamento da affittare, dalla burocrazia fino alle garanzie da fornire al proprietario: anche garantendo adeguate misure di tutela, quali appunto le garanzie prestate da fondi costituiti da fondazioni bancarie e agevolazioni fiscali mirate, è possibile rendere vantaggiosa, per un privato o una famiglia, l’ipotesi di affittare agli studenti stranieri un proprio immobile e farlo a prezzi vantaggiosi.

Giù tasse e IMU per chi affitta a studenti fuori sede, approvato il mio Ordine del Giorno

Il mio atto impegna la Giunta a interloquire con il Governo e con l’ANCI affinché si valuti l’introduzione di ulteriori agevolazioni fiscali per chi affitta immobili agli studenti fuori sede, per molti dei quali non è più sostenibile il costo di un posto letto. Azionando la leva fiscale oltre che, naturalmente, investendo in maniera adeguata in nuove residenze universitarie si può pensare di risolvere, in parte almeno, questa criticità sempre più sentita. Con il mio atto chiedo anche la convocazione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione, a livello nazionale, di tutte le parti interessate.

Soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale del Piemonte, del mio Ordine del Giorno che chiede alla Giunta di farsi parte attiva con il Governo affinché si identifichino le modalità più idonee per riconoscere ulteriori sgravi fiscali a chi affitta un immobile a studenti universitari fuori sede e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) affinché si valutino ulteriori riduzioni delle imposte comunali e dell’IMU ai privati che decidono di affittare un immobile agli studenti stessi. Il mio atto chiede inoltre la convocazione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione, a livello nazionale, di tutte le parti interessate.

Anche i beni immobili, spesso acquistati con i sacrifici di una vita e messi a reddito, concorrono a raggiungere il necessario budget familiare mensile ed è giusto che i proprietari siano in qualche modo tutelati. Il costo di una stanza singola in centro a Torino – dove la Città mette a disposizione solo 2mila posti letto ogni anno su una popolazione studentesca che supera le 100mila unità – è aumentato di 150 euro rispetto allo scorso anno. Gli studenti che hanno scelto il Piemonte come sede di studio risiedendo in altre regioni sono più che triplicati negli ultimi 15 anni e provengono soprattutto da Sicilia, Puglia, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Altre opportunità per i proprietari, quali per esempio la strada dell’accoglienza turistica attraverso piattaforme come AirBNB, sono indubbiamente redditizie ed è giusto e utile tutelare da perdite economiche di sorta chi è disponibile ad affittare agli studenti.

Nella sola Torino la carenza di posti letto è stimata oltre le 3mila unità. Federconsumatori stima tra gli 8mila e i 10mila euro annui le spese a carico di uno studente che soggiorni a Torino per studiare: di questa cifra, la metà è costituita proprio dal costo del posto letto. Le Amministrazioni Civiche potranno basarsi sui contratti depositati per immaginare riduzioni consistenti dell’IMU a favore dei residenti che affittano un immobile a studenti. Essendo stato verosimilmente superato il picco della fase inflattiva, anche un’opzione come la cedolare secca sugli affitti consente vantaggi sia all’inquilino (invariabilità del prezzo del canone, risparmio sulle spese delle imposte di bollo e di registro) sia al locatore (esentato dal pagamento dell’imposta di bollo e delle spese di registrazione del contratto).

Giù tasse e IMU per chi affitta a studenti

Il problema (ma non la novità: pur assurta agli onori delle cronache con il nuovo Governo, la situazione è la stessa da anni) del costo – per molti fuorisede non sostenibile – di un posto letto si risolve azionando la leva fiscale oltre che, naturalmente, investendo in maniera adeguata in nuove residenze universitarie.

Come si può convincere un privato o una famiglia ad affittare agli studenti un proprio immobile e a farlo a prezzi appetibili? Garantendo un vantaggio economico. Com’è giusto che sia, dal momento che anche i beni immobili, magari acquistati con i sacrifici di una vita e messi a reddito, concorrono a raggiungere il necessario budget familiare mensile. Governo e Amministrazioni civiche trovino modalità di interlocuzione per identificare, ciascuno per la parte di propria competenza, utili agevolazioni fiscali per i privati che, disponendo di un appartamento o di un monolocale, decidono di affittarlo a studenti in trasferta: solo azionando questa leva, infatti, risulterà vantaggioso per un privato rinunciare ad altre modalità, per esempio quella turistica, di messa a reddito del proprio immobile. Simili misure, se combinate con adeguati investimenti pubblici e privati finalizzati alla realizzazione di nuove residenze universitarie, potranno rappresentare una parziale soluzione al problema del caro affitti per gli studenti in trasferta. Nella sola Torino la carenza di posti letto è stimata oltre le 3mila unità. Federconsumatori stima tra gli 8mila e i 9.500 euro annui le spese a carico di uno studente che soggiorni a Torino per studiare: di questa cifra, la metà è costituita proprio dal costo del posto letto. Le Amministrazioni Civiche potranno basarsi sui contratti depositati per immaginare riduzioni consistenti dell’IMU a favore dei residenti che affittano un immobile a studenti. Essendo stato verosimilmente superato il picco della fase inflattiva, anche un’opzione come la cedolare secca sugli affitti consente vantaggi sia all’inquilino (invariabilità del prezzo del canone, risparmio sulle spese delle imposte di bollo e di registro) sia al locatore (esentato dal pagamento dell’imposta di bollo e delle spese di registrazione del contratto).

Investire oggi sull’Università per costruire il domani

La relazione dell’Ires questo pomeriggio in VI Commissione dimostra quanto livelli di eccellenza anche in questo segmento possano fare la differenza.

La didattica a distanza non è, per quanto riguarda le Università, una novità dell’anno in corso: le università telematiche esistono dal 2003 e da anni sono in crescita a doppia cifra per numero di iscritti. Ecco che aumentano gli iscritti stranieri ai nostri atenei anche in questo drammatico e atipico 2020. La didattica in presenza resterà tuttavia la modalità principale. Mantenere alto il livello dell’offerta didattica e migliorare decisamente le infrastrutture e i servizi per gli studenti (trasporti, residenzialità per gli studenti che provengono da fuori) è dunque la sfida. L’indotto economico garantito dagli studenti non piemontesi iscritti alle nostre università può essere quantificato, in termini strettamente economici, in mezzo miliardo di euro. Ogni studente universitario fuori sede residente sul nostro territorio spende in media, si calcola, dai 7mila ai 10mila euro l’anno: una somma nella quale confluiscono canone d’affitto, spese quotidiane, vestiario, divertimenti e tante altre voci. C’è poi un altro tipo di ritorno, non immediatamente esprimibile su base economica, ma altrettanto importante: ogni studente fuori sede soddisfatto della propria esperienza in Piemonte è potenzialmente il più efficace e sincero testimonial per il nostro territorio.