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Tag: Sanità

Question Time sull’USU di Torino, occasione persa

Giunta sulla difensiva: invece di affrontare le molte criticità, l’Assessora si è limitata a rivendicare la correttezza dell’attività svolta. Restano senza risposta le istanze di pazienti e Associazioni: solo due sono i posti letto attualmente disponibili in neuro-urologia, nessuna novità è stata comunicata su riabilitazione e follow-up. L’impegno dei Moderati continua: chiederemo, anzitutto, la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’Unità Spinale Unipolare.

Dopo aver discusso poco fa in Consiglio Regionale il Question Time sulla necessità di ripristinare a pieno ritmo l’attività dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, restiamo perplessi e molto poco convinti della risposta riferita in Aula dalla Giunta, tutta improntata alla difesa dell’attività svolta.

Non ci risulta, anzitutto, che “lo scontento” sia “di singoli pazienti o Associazioni”: solo alla manifestazione dello scorso 27 ottobre erano presenti oltre cento persone con lesione midollare. Quello espresso in quell’occasione era un disagio ormai insostenibile e condiviso da altre persone ancora, per questioni contingenti non presenti quel giorno. Sono tante le voci che denunciano mancanze e scelte discutibili nella gestione dei pazienti e del personale. Di fronte a queste proteste, l’arroccarsi su posizioni difensive è forse l’atteggiamento meno costruttivo.
 
La situazione di carenza di personale persiste. Permangono e continuano, in parallelo, le lunghe liste di attesa per gli interventi di chirurgia plastica e neuro-urologia: l’attesa supera, in alcuni casi, i dodici mesi. Gli attuali due letti disponibili in neuro-urologia sono lungi dall’essere sufficienti: realtà di dimensioni analoghe, come Milano e Firenze, possono contare su un numero quintuplo di posti letto. Forse la Specialità di Neuro-urologia non fa parte a tutti gli effetti dell’Unità Spinale? I problemi neuro-urologici, insieme a quelli vulnologi, sono tra le più serie complicanze alle quali le persone con lesione midollare vanno incontro. Risposte inadeguate, quando non mancanti del tutto, sono elementi di ulteriore difficoltà nella vita dei pazienti. 

Nel frattempo mancano ancora risposte, tra gli altri temi, rispetto alla riabilitazione acquatica, a proposito della riabilitazione attraverso l’attività sportiva, circa la mancanza di follow-up programmati.

Ci aspettiamo impegni finalmente chiari sul futuro di questa Specialità, in passato eccellenza a livello nazionale. Chiederemo inoltre la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’USU dottor Petrozzino e auspichiamo un’interlocuzione finalmente diretta e ufficiale della Giunta Regionale con le Associazioni. Chiediamo infine che siano pubblicati bandi per assunzioni a tempo indeterminato per quanto concerne il personale infermieristico, in modo da poter contare su un numero di candidati finalmente all’altezza delle aspettative.

Fibrosi da sclerodermia, ora i pazienti devono pagarsi il farmaco: perché?

Questa complicanza, prima causa di morte per le persone affette da sclerosi sistemica, si può curare con il Nintedanib, la cui rimborsabilità non è stata approvata dall’AIFA. Ci associamo, come Moderati in Consiglio Regionale, alla richiesta del GILS: sia riconsiderata questa scelta e sia garantito alle persone affette da questa patologia cronica e rara il pieno diritto alla salute. Inaccettabile pensare di interrompere la cura per chi ne ha bisogno, non si capisce la ragione per la quale debbano essere ulteriormente penalizzate le persone che convivono con questa patologia rara. Sul tema, presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale.

Sosteniamo con forza e facciamo nostra, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la richiesta del GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia): l’unico farmaco per la cura della fibrosi polmonare, che colpisce anche, come complicanza, i pazienti affetti da sclerosi sistemica e rappresenta la prima causa di morte tra le persone che hanno contratto questa patologia, deve essere rimborsabile. È assurdo che i pazienti che ne hanno bisogno debbano pagare la cura: fatto che, tra l’altro, esclude dalla possibilità di curarsi coloro che non hanno sufficiente disponibilità economica.

Il Nintedanib è un farmaco indispensabile per contrastare la fibrosi polmonare associata alla Sclerosi Sistemica: ci associamo alla richiesta di tutela di tutti coloro che sono affetti da patologie croniche e rare e che hanno necessità di terapie farmacologiche efficaci e gratuite. Ci chiediamo a nostra volta quali siano le ragioni di questa incomprensibile decisione.  Sul tema, presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale.

La sclerosi sistemica o sclerodermia è una malattia rara e autoimmune a eziologia sconosciuta. Può causare fibrosi polmonare, causa a sua volta di serie difficoltà respiratorie. Questa complicanza colpisce un terzo dei pazienti ed è la principale causa di mortalità. Costringe a dipendere dall’ossigenoterapia o, nei casi più gravi, a un intervento di trapianto di polmone. Il primo e solo farmaco in grado di contrastare la fibrosi polmonare in sclerosi sistemica è stato approvato lo scorso anno dall’Agenzia Europea del Farmaco. Ma quest’anno l’AIFA ne ha bloccato la rimborsabilità con determina DC/586/2021. Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione. Non possiamo accettare il rischio di un’interruzione delle cure per chi ne ha bisogno.

Riprese le cure odontoiatriche al Valdese di Torino: era ora

Lo scorso 22 ottobre, dopo venti mesi di stop, sono stati ripristinati i servizi odontoiatrici presso la Casa della Salute di via Silvio Pellico. Una buona notizia, per arrivare alla quale sono state necessarie due mie interpellanze, una delle quali appena discussa in Consiglio Regionale, e un mio Question Time. Mi auguro ora che si lavori sulla riduzione delle liste d’attesa, che si garantisca personale adeguato per numero e tutti gli strumenti necessari alla sicurezza del personale stesso.

Da poco più di una settimana sono tornati in attività i servizi odontoiatrici della Casa della Salute Valdese di Torino: una buona notizia, appena riferita dall’Assessore Icardi rispondendo al mio ennesimo atto sul tema. Con la mia interpellanza (presentata lo scorso giugno e discussa solo questa mattina) chiedevo appunto la ripresa delle attività presso il presidio di via Silvio Pellico, interrotte a marzo 2020 e mai più riattivate per 20 mesi.

La Giunta ha provato a motivare il lunghissimo stop facendo riferimento alle particolari procedure di disinfezione necessarie dopo un lungo periodo di chiusura, rivendicando peraltro la continuità dei servizi anche nel Distretto Sud Est grazie alle tre sale del Poliambulatorio di corso Corsica, sempre attive: non posso fare a meno di chiedermi come mai le stesse identiche procedure applicate con successo nella struttura di Lingotto non si siano applicate anche a pochi chilometri di distanza, in San Salvario. 

Mi auguro che ora si risolvano anche i problemi relativi alle liste d’attesa, ulteriormente allungatesi in questi quasi due anni di mancata attività, pensando in primis ai cittadini che, per la loro condizione economica, non possono permettersi di rivolgersi al settore privato. Mi auguro inoltre che al personale, che deve essere adeguato per numero, siano garantiti tutti gli strumenti, a partire dai camici contro il rischio biologico, per svolgere il proprio lavoro in piena sicurezza.

INTERPELLANZA – Casa della Salute Valdese, niente cure odontoiatriche da oltre un anno

Premesso che:

• a luglio 2017, dopo una chiusura di 5 anni, l’Ospedale Valdese di Torino è diventato Casa
della Salute: non più un Ospedale, dunque, ma un poliambulatorio dotato di centro prelievi,
ambulatorio infermieristico, sportello dei servizi sociali, rete oncologica, specialistica,
chirurgia e altri servizi;
• a causa dell’epidemia da Covid-19 le prestazioni odontoiatriche presso la Casa della Salute
sono state sospese dai primi di marzo 2020.
Considerato che:
• dagli inizi di maggio 2020 la Regione Piemonte ha reso possibile la riapertura delle
odontoiatrie sia private che pubbliche con l’utilizzo delle procedure e delle protezioni
adeguate (per la disinfezione della stanza tra un paziente e l’altro, la vestizione e la
svestizione del personale addetto);
• alla fine di maggio 2020 nelle ASL piemontesi (per esempio Pinerolo e Rivoli) sono riprese
le prestazioni di cure odontoiatriche, con tempi più lunghi dedicati a ciascun paziente, a
causa delle necessarie disinfezioni prima e dopo la visita;
• l’8 settembre 2020 l’Assessore alla Sanità e la Direzione generale dell’ASL Città di Torino
annunciavano la riapertura dei servizi di odontoiatria pubblica presso gli ospedali e gli
ambulatori con il seguente calendario: da lunedì 14 settembre 2020 le sedi di corso Corsica,
corso Toscana, via Monginevro, via del Ridotto, via Cavezzale; successivamente via
Pacchiotti e Casa della Salute Valdese. Questo provvedimento è stato attuato in misura
parziale e i pochi ambulatori aperti (corso Corsica e via Monginevro) sono stati chiusi il 3
novembre 2020 in seguito al passaggio a Zona rossa del Piemonte. Da tale data nessun
ambulatorio odontoiatrico è stato più riaperto.

Risulta che:

• ad oggi è possibile programmare visite specialistiche tramite il CUP ad eccezione delle cure
odontoiatriche;
• il problema della riapertura delle prestazioni odontoiatriche non riguarda soltanto la Casa
della Salute, ma anche altre strutture nell’Asl Città di Torino;
• realtà analoghe, quali Pinerolo e Rivoli, lavorano a pieno regime già da maggio 2020, fatta
salva l’interruzione dello scorso autunno.

Constatato che:

• a fare le spese di questa situazione sono soprattutto le fasce di utenza con minori possibilità
economiche, per le quali accedere alle prestazioni private è economicamente proibitivo;
• ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi
odontoiatrici;
• questa situazione, inoltre, avrà ripercussioni gravissime sulle liste d’attesa, già attualmente
molto lunghe, creando una concentrazione di richieste ingigantita da oltre un anno di
inattività.

Verificato che:

• da nota prot. n. 2021/0010687 dell’ASL Città di Torino si apprende che: “la riapertura
dell’Odontoiatria presso la Casa della Salute sta subendo ritardi, rispetto alle altre sedi, a
causa di complicati problemi di sanificazione dei “riuniti”, a cui si è sopperito spostando i
pazienti, secondo un’ottica distrettuale, presso la sede di corso Corsica”.

Si interpella la Giunta regionale per sapere:

  • quando riprenderanno le cure odontoiatriche presso l’ASL Città di Torino e in particolare
    presso la Casa della Salute di via Silvio Pellico;
  • se i problemi di sanificazione presso la Casa della Salute siano stati risolti;
  • per quale motivo oggi non sia ancora possibile programmare una visita odontoiatrica, non
    solo nel breve periodo, ma anche nel medio-lungo, presso l’ASL Città di Torino, in
    particolare presso la Casa della Salute, e siano invece consentite altre visite specialistiche.

Insieme ai manifestanti per affermare a gran voce: “L’Unità Spinale di Torino non deve essere ridimensionata”

Presente anche io, poco fa, in via Zuretti, per il presidio organizzato da I Do e CPD; in Consiglio Regionale ho chiesto alla Giunta un’informativa sul tema, sul quale ho già pronto un Question Time. Non accetteremo tagli a questa eccellenza, neanche se chiamati con il nome rassicurante di “riorganizzazione”.

“No al ridimensionamento dell’Unità Spinale di Torino”: lo hanno chiesto a gran voce i cittadini e le Associazioni che hanno manifestato, poco fa, di fronte alla USU di via Zuretti a Torino e lo chiedo anche io, senza mezzi termini, alla Giunta Regionale. Dopo aver partecipato, in mattinata, al presidio, ho sollecitato dai banchi di Palazzo Lascaris un’informativa sul tema, sul quale presenterò al più presto anche un Question Time. La Giunta ci dica chiaramente che progetti ha relativamente a questa Specialistica, servizio fondamentale per le persone che hanno subito lesioni midollari e che, con percorsi di riabilitazione e follow up, possono ricominciare, letteralmente, a vivere. Che si registrino molti casi di pazienti respinti, anche in fase acuta, dall’Unità Spinale di Torino è un fatto non accettabile. Ci aspettiamo e pretendiamo un ritorno alla piena efficienza, con la riapertura a 38 posti del secondo piano della struttura, la riapertura dell’ambulatorio di vulnologia e un sostanziale incremento dei posti letto in neuro-urologia. Ci aspettiamo inoltre una presenza adeguata di personale specializzato, senza il quale non è pensabile un funzionamento a pieno regime del reparto. Le necessità di molti pazienti restano attualmente disattese e non manca chi sta pensando di rivolgersi a strutture fuori regione o al privato. Ci opporremo con forza a ogni ipotesi di smantellamento o ridimensionamento dell’Unità Spinale di Torino, da sempre punto di riferimento per tutta la regione e non solo: le persone con lesioni spinali non hanno alternative a questa Specialistica, sulla quale devono poter contare per rimettersi in gioco nel lavoro, nello sport e in tutti gli aspetti della propria vita. Un concetto ben riassunto dallo slogan “l’Unità Spinale è la nostra casa”.