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Tag: Sanità

Crollano le ADP, aumentano i costi per la Sanità piemontese

Le Assistenze Domiciliari Programmate attivate passano dalle 6.594 del 2019 alle 5.517 del 2020: vedremo se, alla fine dell’anno in corso, il gap sarà stato colmato. Provare a risparmiare (poco) oggi evitando di attivare un’ADP significa perdere molto di più domani in caso di ricovero improprio. ASL e Aziende Ospedaliere comincino a ragionare in maniera unitaria e consolidata, cioè come settori di un unico sistema, per il bene dei piemontesi e della Regione.

Dati significativi, quelli riferiti dalla Giunta, poco fa a Palazzo Lascaris, in risposta alla mia interpellanza sull’andamento, negli ultimi mesi, delle Assistenze Domiciliari Programmate attivate: si è registrato un vero e proprio crollo, con 1.077 attivazioni in meno nel 2020 rispetto al 2019. Diverse sono state le segnalazioni di medici di medicina generale che hanno dichiarato di essersi visti ridurre o negare richieste di presa in carico di prestazioni ADP.

Quali le ragioni? Davvero le 5.500 attivazioni del 2020 rispetto alle 6.600 dell’anno precedente si spiegano soltanto con la situazione pandemica? C’è un punto che rimane aperto: stiamo agevolando le ADP come strumento fondamentale per garantire il più possibile ai pazienti piemontesi di essere seguiti a domicilio in fase preventiva e in fase di post-acuzie o, al contrario, ci stiamo basando su criteri meramente economici? Provare a risparmiare (poco) oggi evitando un’ADP significa spendere, a conti fatti, di più domani: un ragionamento totalmente miope.

Di certo il fine non è evitare che i medici di base e i pediatri di libera scelta siano controllati. Anzi, è vero il contrario: chi fa l’ADP svolge, per una manciata di euro, un’attività che comporta dei rischi (specialmente durante una fase pandemica) e che un numero di medici crescente preferisce evitare di portare avanti. “Siamo rimasti pochi” è il commento di chi continua a effettuare ADP: siamo certi che questi medici considererebbero un valore, e non una seccatura, la possibilità di verificare con qualcun altro l’appropriatezza dell’attivazione di un’ADP.

Sulla flessione accertata dai numeri dobbiamo fare chiarezza: sono i medici di base che hanno deciso di non attivare più ADP?  Oppure, al contrario, le ADP non sono state concesse perché rappresentano, apparentemente, un costo maggiore? Il costo dell’ADP grava sull’ASL, mentre un paziente in Pronto Soccorso rappresenta un costo in più per l’Azienda Ospedaliera. Finché chi governa ASL e Aziende Ospedaliere non comincerà a ragionare in termini unitari, di bilancio consolidato, senza tentativi di risparmio gli uni a scapito degli altri non faranno un buon servizio alla Regione Piemonte.

L’Assistenza Domiciliare Programmata (ADP) – che rientra nelle Cure Domiciliari (LEA) – è diventata ancora più necessaria al fine di tenere sotto controllo l’assistito, dare indicazioni ai familiari e al personale infermieristico. In alcuni casi l’Assistenza Domiciliare rappresenta una buona alternativa al ricovero in struttura, anche alla luce dell’impossibilità, durante il periodo di pandemia, di nuovi ingressi in convenzione nelle RSA.

Vaccini: l’hub del Lingotto è una bolgia dantesca

Primo giorno di “accesso libero” (con doppia coda per prenotati e non prenotati), ore e ore di attesa al gelo di dicembre, disorganizzazione e totale mancanza di informazioni: caos in via Nizza 262. Chiederemo conto di questa situazione in Consiglio Regionale.

Ore e ore (anche più di tre) in coda. In piedi, al gelo. Intasamento e totale mancanza di informazioni. Questa la situazione, oggi, all’hub vaccinale del Lingotto. Una situazione che ha coinvolto persone di tutte le età.

Da oggi, mercoledì 1° dicembre, è consentito l’accesso diretto ai centri vaccinali per chi ha un Green Pass in scadenza e per gli appartenenti a categorie con obbligo vaccinale (personale del comparto sanitario e socio-assistenziale, personale scolastico docente e non docente, forze dell’ordine, soccorso pubblico): un incremento dell’afflusso che ha evidentemente preso di sorpresa questa Giunta. Ci pervengono segnalazioni di persone che si sono messe in coda per l’accesso libero al vaccino senza averne titolo, di un hub attivo al 50% della propria potenzialità, di problemi al cambio di turno e di una totale mancanza di comunicazioni fatte pervenire ai cittadini in coda,

Crediamo che una partita cruciale come quella delle terze dosi debba essere gestita diversamente da questa Giunta e chiederemo conto di questa situazione, prossimamente, in Consiglio Regionale del Piemonte, non solo riguardo all’organizzazione, ma anche alle modalità di comunicazione.

Ringraziamo sentitamente, invece, i Volontari attivi presso la struttura del Lingotto per la dedizione e la grande professionalità ancora una volta dimostrata e i torinesi in coda per il grande senso di civiltà.

Fibrosi polmonare da sclerosi sistemica: presentato il mio Ordine del Giorno per chiedere la rimborsabilità della cura

L’AIFA ha revocato la rimborsabilità del Nintedanib, unico farmaco in grado di contrastare questa grave patologia, che colpisce anche un terzo dei pazienti sclerodermici, tra i quali è la principale causa di mortalità: con il mio atto in Consiglio Regionale chiedo alla Giunta Cirio di attivarsi presso le sedi opportune affinché sia nuovamente prevista la gratuità della terapia.

Sosteniamo con forza e facciamo nostra, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la giusta richiesta reclamata da molte voci, tra le quali il GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia): l’unico farmaco per la cura della fibrosi polmonare  – che colpisce anche, come complicanza, i pazienti affetti da sclerosi sistemica e rappresenta la prima causa di morte tra le persone che hanno contratto questa patologia – deve essere rimborsabile. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha revocato quest’anno, con determina DC/586/2021, la rimborsabilità del Nintedanib.

Con un Ordine del Giorno appena presentato a Palazzo Lascaris chiedo al Consiglio Regionale di impegnare la Giunta Cirio ad attivarsi presso le sedi opportune affinché sia nuovamente prevista la rimborsabilità di questo medicinale. È assurdo che i pazienti che ne hanno bisogno debbano pagare la cura: fatto che, tra l’altro, esclude dalla possibilità di curarsi coloro che non hanno sufficiente disponibilità economica. 

La sclerosi sistemica o sclerodermia è una malattia rara e autoimmune a eziologia sconosciuta. Può causare fibrosi polmonare, causa a sua volta di serie difficoltà respiratorie. Questa complicanza colpisce un terzo dei pazienti ed è la principale causa di mortalità. Costringe a dipendere dall’ossigenoterapia o, nei casi più gravi, a un intervento di trapianto di polmone. Il primo e solo farmaco in grado di contrastare la fibrosi polmonare in sclerosi sistemica è stato approvato lo scorso anno dall’Agenzia Europea del Farmaco. Ma quest’anno l’AIFA ne ha bloccato la rimborsabilità con determina DC/586/2021. Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione. Non possiamo accettare il rischio di un’interruzione delle cure per chi ne ha bisogno. 

Question Time sull’USU di Torino, occasione persa

Giunta sulla difensiva: invece di affrontare le molte criticità, l’Assessora si è limitata a rivendicare la correttezza dell’attività svolta. Restano senza risposta le istanze di pazienti e Associazioni: solo due sono i posti letto attualmente disponibili in neuro-urologia, nessuna novità è stata comunicata su riabilitazione e follow-up. L’impegno dei Moderati continua: chiederemo, anzitutto, la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’Unità Spinale Unipolare.

Dopo aver discusso poco fa in Consiglio Regionale il Question Time sulla necessità di ripristinare a pieno ritmo l’attività dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, restiamo perplessi e molto poco convinti della risposta riferita in Aula dalla Giunta, tutta improntata alla difesa dell’attività svolta.

Non ci risulta, anzitutto, che “lo scontento” sia “di singoli pazienti o Associazioni”: solo alla manifestazione dello scorso 27 ottobre erano presenti oltre cento persone con lesione midollare. Quello espresso in quell’occasione era un disagio ormai insostenibile e condiviso da altre persone ancora, per questioni contingenti non presenti quel giorno. Sono tante le voci che denunciano mancanze e scelte discutibili nella gestione dei pazienti e del personale. Di fronte a queste proteste, l’arroccarsi su posizioni difensive è forse l’atteggiamento meno costruttivo.
 
La situazione di carenza di personale persiste. Permangono e continuano, in parallelo, le lunghe liste di attesa per gli interventi di chirurgia plastica e neuro-urologia: l’attesa supera, in alcuni casi, i dodici mesi. Gli attuali due letti disponibili in neuro-urologia sono lungi dall’essere sufficienti: realtà di dimensioni analoghe, come Milano e Firenze, possono contare su un numero quintuplo di posti letto. Forse la Specialità di Neuro-urologia non fa parte a tutti gli effetti dell’Unità Spinale? I problemi neuro-urologici, insieme a quelli vulnologi, sono tra le più serie complicanze alle quali le persone con lesione midollare vanno incontro. Risposte inadeguate, quando non mancanti del tutto, sono elementi di ulteriore difficoltà nella vita dei pazienti. 

Nel frattempo mancano ancora risposte, tra gli altri temi, rispetto alla riabilitazione acquatica, a proposito della riabilitazione attraverso l’attività sportiva, circa la mancanza di follow-up programmati.

Ci aspettiamo impegni finalmente chiari sul futuro di questa Specialità, in passato eccellenza a livello nazionale. Chiederemo inoltre la convocazione in Commissione Sanità del Direttore dell’USU dottor Petrozzino e auspichiamo un’interlocuzione finalmente diretta e ufficiale della Giunta Regionale con le Associazioni. Chiediamo infine che siano pubblicati bandi per assunzioni a tempo indeterminato per quanto concerne il personale infermieristico, in modo da poter contare su un numero di candidati finalmente all’altezza delle aspettative.

Fibrosi da sclerodermia, ora i pazienti devono pagarsi il farmaco: perché?

Questa complicanza, prima causa di morte per le persone affette da sclerosi sistemica, si può curare con il Nintedanib, la cui rimborsabilità non è stata approvata dall’AIFA. Ci associamo, come Moderati in Consiglio Regionale, alla richiesta del GILS: sia riconsiderata questa scelta e sia garantito alle persone affette da questa patologia cronica e rara il pieno diritto alla salute. Inaccettabile pensare di interrompere la cura per chi ne ha bisogno, non si capisce la ragione per la quale debbano essere ulteriormente penalizzate le persone che convivono con questa patologia rara. Sul tema, presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale.

Sosteniamo con forza e facciamo nostra, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la richiesta del GILS (Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia): l’unico farmaco per la cura della fibrosi polmonare, che colpisce anche, come complicanza, i pazienti affetti da sclerosi sistemica e rappresenta la prima causa di morte tra le persone che hanno contratto questa patologia, deve essere rimborsabile. È assurdo che i pazienti che ne hanno bisogno debbano pagare la cura: fatto che, tra l’altro, esclude dalla possibilità di curarsi coloro che non hanno sufficiente disponibilità economica.

Il Nintedanib è un farmaco indispensabile per contrastare la fibrosi polmonare associata alla Sclerosi Sistemica: ci associamo alla richiesta di tutela di tutti coloro che sono affetti da patologie croniche e rare e che hanno necessità di terapie farmacologiche efficaci e gratuite. Ci chiediamo a nostra volta quali siano le ragioni di questa incomprensibile decisione.  Sul tema, presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale.

La sclerosi sistemica o sclerodermia è una malattia rara e autoimmune a eziologia sconosciuta. Può causare fibrosi polmonare, causa a sua volta di serie difficoltà respiratorie. Questa complicanza colpisce un terzo dei pazienti ed è la principale causa di mortalità. Costringe a dipendere dall’ossigenoterapia o, nei casi più gravi, a un intervento di trapianto di polmone. Il primo e solo farmaco in grado di contrastare la fibrosi polmonare in sclerosi sistemica è stato approvato lo scorso anno dall’Agenzia Europea del Farmaco. Ma quest’anno l’AIFA ne ha bloccato la rimborsabilità con determina DC/586/2021. Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione. Non possiamo accettare il rischio di un’interruzione delle cure per chi ne ha bisogno.