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Tag: Regione Piemonte

Studenti di Bruzolo isolati: senza scuolabus dal 2019

Solo i mezzi di linea (inadeguati per itinerario e orari, scomodi e sovraffollati) collegano ora il piccolo comune della Valle di Susa con Bussoleno, dove si trova il plesso della Secondaria di Primo Grado frequentato dai ragazzi bruzolesi: evidenti i disagi per le famiglie e per gli studenti. Domani chiederò soluzioni alla Giunta Cirio, discutendo in Aula un Question Time sull’argomento: attualmente sono le famiglie ad accompagnare in auto, a turno, i ragazzi alle lezioni.

Comune di Bruzolo (Torino) senza scuolabus dal 2019: un grave disagio per gli studenti di questo centro della Valle di Susa, che frequentano la scuola a Bussoleno, distante 8 chilometri. Quali misure intende mettere in campo la Giunta per garantire, ai genitori degli studenti, che lo spostamento dei propri figli verso la scuola avvenga in sicurezza? Lo chiederò direttamente all’Assessore competente, domani in Aula, discutendo un Question Time appena presentato. Proprio a Bussoleno si trova il plesso di riferimento per gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado residenti a Bruzolo. Dal 2019, anno a partire dal quale il servizio di scuolabus è stato soppresso per ragioni di sostenibilità economica, l’unica possibilità, oltre all’auto privata dei genitori, per gli studenti di Bruzolo è la corriera di linea: un collegamento per nulla rispondente alle esigenze dei minori, sia in relazione agli orari che alle modalità di trasporto. Diversamente da quanto accadeva con la precedente linea dedicata che trasportava gli studenti direttamente davanti alla Scuola Media di Bussoleno, ora i ragazzi devono recarsi sulla statale e salire su un autobus di linea spesso affollatissimo; la fermata di arrivo è distante dalla scuola; gli orari del servizio di trasporto non coincidono con l’orario di uscita degli studenti, i quali sono costretti ad attendere l’autobus sulla statale per oltre 45 minuti dopo la fine delle lezioni. Le famiglie si stanno organizzando a turni per portare in auto i ragazzi a scuola, ma così non si può continuare: ci aspettiamo che la Regione faccia la sua parte.

Due anni esatti di Covid: è ora arrivato il momento di sostenere davvero le professioni infermieristiche

Ho presentato a Palazzo Lascaris, a 24 mesi dal primo caso accertato di Coronavirus in Italia, un Ordine del Giorno che, se approvato, impegnerà la Giunta Cirio ad allocare risorse straordinarie nel Bilancio Previsionale 2022-24: in due anni di pandemia l’impegno e il sacrificio di infermiere e infermieri sono stati straordinari. L’auspicio è che tutti i colleghi Consiglieri sostengano in Aula l’atto dei Moderati, proprio in concomitanza con la Giornata Nazionale del Personale Sanitario.

Nei giorni in cui ricorrono sia la Giornata Nazionale del Personale Sanitario sia i due anni dalla scoperta del primo caso di Covid nel nostro Paese, ho presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno per chiedere sostegno economico concreto alle professioni infermieristiche. L’atto dei Moderati sarà prossimamente discusso in Aula: se il Consiglio – come auspichiamo sentitamente – darà voto favorevole la Giunta dovrà prevedere un fondo straordinario nel Bilancio Previsionale 2022-24 per sostenere il personale infermieristico, il cui lavoro negli ultimi 24 mesi è stato insostituibile e non certo privo di rischi. La Giunta dovrà inoltre promuovere con il Governo azioni concrete sia in termini economici che operativi a favore delle persone attive in questo comparto. Questo settore è stato direttamente e drammaticamente travolto dalla pandemia. Da due anni gli infermieri si sacrificano per salvare vite, con dedizione assoluta nonostante scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro e carenze di personale. Ai maggiori sacrifici richiesti, alle accresciute responsabilità e all’incremento dell’orario di lavoro non ha fatto da contraltare un equivalente e congruo aumento della corresponsione economica, che resta anzi tra le più basse a livello continentale. Dopo due anni di pandemia continuano ad affrontare uno stress fisico e psicologico senza precedenti. Tutte queste criticità sono state tra le cause dei recenti scioperi (28 gennaio scorso), su tutto il territorio nazionale, delle professioni infermieristiche. Sullo stesso tema, un mio Question Time è stato discusso a Palazzo Lascaris lo scorso 18 gennaio.

Attività di noleggio con conducente messe in ginocchio dalla crisi: la Giunta Regionale come risponde?

Manifestazione – questa mattina a Torino e nelle principali città italiane – da parte di un settore strategico per il nostro turismo e per altri comparti della nostra economia: sostegno economico e ascolto da parte delle Istituzioni sono le comprensibili richieste. A più riprese mi sono fatto portavoce in Consiglio Regionale, in questi due anni, delle esigenze di un comparto i cui mezzi sono stati fermi a lungo sui piazzali e il cui fatturato è sceso fino all’80% in due anni di pandemia. Le 1.300 aziende (per 5mila addetti) ora chiedono di essere ricevute e ascoltate dalle Istituzioni.

Sappiamo che questa Giunta Regionale, quando intende sostenere un comparto, trova le necessarie risorse: lo ha dimostrato in questi due anni di pandemia. Anche le attività di Noleggio con Conducente devono ora rientrare tra le priorità (come anche i bus turistici) dopo essere state duramente colpite dalla crisi ed essendo strategiche per la ripartenza del comparto turistico e dell’economia regionale tutta.

La politica ascolti le richieste dei lavoratori del settore, che hanno manifestato questa mattina a Torino e nelle principali città italiane. Sostengo convintamente le loro istanze, delle quali a più riprese mi sono fatto portavoce in Consiglio Regionale del Piemonte.

Prima di tutto gli operatori NCC (Noleggio con Conducente) e dei bus turistici chiedono attenzione da parte della politica, dalla quale spesso hanno avuto difficoltà anche solo a farsi ascoltare. Come Moderati in Consiglio Regionale avevamo chiesto alla Giunta di sostenere economicamente il comparto, promuovendo per esempio l’ipotesi del voucher.

Dopo due anni di gite scolastiche, congressi, viaggi culturali e altre tipologie di spostamenti – turistici e d’affari – cancellati, ci aspettiamo che la Giunta Regionale risponda alle richieste di incontro da parte dei rappresentanti del settore.

La politica ascolti il grido d’allarme delle attività di noleggio con conducente messe in ginocchio dalla crisi

Il settore, strategico per il nostro turismo e per altri comparti della nostra economia, non è stato praticamente mai sostenuto dalle Istituzioni e domani mattina scende in piazza a Torino: il supporto economico tante volte richiesto – istanza della quale a più riprese mi sono fatto portavoce in Consiglio Regionale – non è stato di fatto accordato nonostante due anni terribili. I mezzi sono stati fermi a lungo sui piazzali, i cali di fatturato hanno raggiunto l’80%: 1.300 aziende e 5mila addetti, che hanno sempre pagato il bollo, ora chiedono che la politica, perlomeno, li riceva e ascolti.

Quando questa Giunta Regionale intende sostenere un comparto sa trovare le necessarie risorse: lo ha dimostrato in questi due anni di pandemia. Ora chiediamo che anche le attività di Noleggio con Conducente rientrino davvero tra le priorità, essendo state duramente colpite dalla crisi ed essendo strategiche per la ripartenza del comparto turistico e dell’economia regionale tutta.

Domani alle 10 in piazza Castello a Torino gli operatori NCC (Noleggio con Conducente) manifesteranno per chiedere, finalmente, l’attenzione della politica: la loro è una giusta protesta. Come Moderati in Consiglio Regionale avevamo chiesto alla Giunta di sostenere il comparto, promuovendo per esempio l’ipotesi del voucher.

Dopo due anni di gite scolastiche, congressi, viaggi culturali e altre tipologie di spostamenti – turistici e d’affari – cancellati, ci aspettiamo che la Giunta Regionale risponda alle richieste di incontro da parte dei rappresentanti del settore.

Novavax in arrivo tra nove giorni, ma la Giunta Regionale non sa ancora quali saranno le disponibilità e i criteri di somministrazione del nuovo vaccino

In risposta al mio Question Time sul tema, appena discusso in Consiglio Regionale, apprendiamo novità che non ci rassicurano: nulla ha finora comunicato il Ministero all’Assessorato Icardi, mentre la Regione Lombardia ha già comunicato quale criterio di erogazione utilizzerà. La gestione a macchia di leopardo con differenze tra le Regioni proprio non ci piace. Ci auguriamo che la Giunta faccia sentire la propria voce e che sia garantita ai cittadini la possibilità di scegliere con quale vaccino essere immunizzati: solo così si potrà convincere almeno una parte dei non ancora vaccinati.

Una risposta, quella appena ricevuta al Question Time sul nuovo vaccino, che ci preoccupa: mancano nove giorni all’arrivo del Novavax e la Giunta Cirio rivela di non avere ancora ricevuto, dalla Struttura Commissariale, indicazioni né sui quantitativi disponibili, né sulla popolazione target, né sulle modalità di erogazione. Una situazione gravissima. A maggior ragione considerando che, nel frattempo, la Regione Lombardia ha già reso noto il proprio criterio di somministrazione.

Questa gestione a macchia di leopardo, questa Italia a tante velocità quante sono le nostre Regioni proprio non ci convince. Il problema rappresentato da quella rilevante percentuale di popolazione che ha scelto di non vaccinarsi è trasversale e non ha confini regionali. La regia dovrebbe essere unica e la tempistica delle informazioni dovrebbe essere la stessa per tutti.

Ci auguriamo davvero che sia garantita alla popolazione la possibilità di scegliere il Novavax. Manca poco più di una settimana alla disponibilità del nuovo vaccino e sarebbe assurdo sprecare una simile occasione per convincere una parte almeno di quei cittadini che finora, per comprensibile paura o molto meno comprensibile rifiuto ideologico, non si sono ancora vaccinati. La Giunta faccia sentire la propria voce per avere quanto prima i dati necessari.

La Regione Lombardia ha dichiarato che seguirà un criterio diverso, somministrando Pfeizer, Moderna o Novavax a seconda delle disponibilità del momento, senza garantire ai cittadini la possibilità di scegliere: un criterio che rischia, oltretutto, di far registrare molti casi di rinuncia last minute tra chi non intende accettare altro vaccino che il Novavax.