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Tag: Covid-19

Stop alla frequenza scolastica per 15 giorni? Siano davvero 15 giorni, non uno di più

La DAD non può diventare la nuova normalità, non scarichiamo sulla scuola i fallimenti della politica. Nessuna evidenza porta a ritenere che la scuola sia un luogo di contagio: lo sono piuttosto gli assembramenti in strade, piazze e parchi cittadini. Tutti gli studenti, soprattutto quelli delle Superiori e quelli che sosterranno gli esami a fine anno, hanno bisogno di tornare in presenza. La politica affronti il problema delle conseguenze psicofisiche che stanno cominciando a emergere in tutta la loro gravità negli studenti. Faccio mie le richieste degli studenti che stanno manifestando.

Agli studenti piemontesi è stato imposto l’ennesimo sacrificio: ma adesso pretendiamo che questi 15 giorni di didattica a distanza siano davvero “soltanto” 15 e non uno di più. La scuola, in particolare il ciclo della Secondaria di secondo grado, non può continuare a pagare il prezzo delle mancanze della politica. Non esistono evidenze di alcun tipo sul fatto che la scuola possa essere luogo di contagio: anzi, è proprio la scuola, in questa fase, il contesto più sicuro, nel quale la corretta applicazione di tutte le misure di sicurezza può essere garantita e controllata per la salute di ragazzi, docenti e personale ATA. Le Istituzioni si preoccupino piuttosto di prevenire situazioni a rischio nelle fasce orarie non scolastiche. Il compito spetta alla Regione, ai Comuni, alle Forze dell’Ordine e, naturalmente, alle stesse famiglie. Non è impedendo la normale didattica in presenza (per la quale gli spazi non mancano) che si limita il contagio. Mi associo alle richieste che gli stessi studenti, con prese di posizione e manifestazioni anche sul nostro territorio, stanno portando avanti. I danni della didattica a distanza stanno cominciando a manifestarsi nei nostri ragazzi, sia in termini di apprendimento sia a livello psicofisico. Anche queste sono criticità in merito alle quali spetta alla politica, anzitutto regionale, dare risposte. 

Almeno fino alle Medie teniamo aperte le Scuole

Mamme e papà che lavorano hanno ormai esaurito ferie e permessi. Si faccia di tutto, ricorrendo il più possibile alla dipartimentazione, per evitare lo stop, almeno per Nidi, Materne, Scuola Primaria e Secondaria di I Grado. Le famiglie non possono rimanere nell’incertezza: evitiamo che debbano ricorrere a permessi non retribuiti o all’aiuto di nonne e nonni, i più vulnerabili per età. La didattica sia in presenza quanto più possibile.

In queste ore il Presidente Cirio dovrà decidere che cosa fare alla luce del nuovo DPCM: siamo come Moderati estremamente preoccupati dalla possibilità di una chiusura delle Scuole di ogni ordine e grado a partire da lunedì. Si faccia di tutto per preservare l’attività didattica in presenza almeno dai Nidi alla Scuola Secondaria di I Grado, ricorrendo il più possibile alla dipartimentazione e intervenendo piuttosto, quando la situazione lo richiede, a livello locale. La situazione è tanto drammatica quanto chiara: i genitori hanno esaurito permessi e ferie e rischiano di trovarsi nella condizione di scegliere se rinunciare al lavoro o chiedere sostegno a nonne e nonni, per i quali il contagio è più pericoloso. Ci sono aziende che non sono più disposte a fare concessioni in termini di permessi. Spero che nessuno si aspetti davvero che le famiglie prendano dal lavoro permessi non retribuiti, con un ulteriore contraccolpo economico dopo mesi davvero drammatici. Non possiamo lasciare ancora le famiglie nell’incertezza. L’istruzione e la formazione passano anche attraverso l’interazione interpersonale in presenza, a maggior ragione per gli scolari più piccoli.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità, ora si faccia in fretta

Fondamentale garantire alle persone con disabilità – ma anche alle persone con patologie croniche o rare – l’accesso prioritario all’immunizzazione. Accesso prioritario che a oggi manca: grande preoccupazione, rischiamo di perdere altro tempo. Anche la Regione faccia la sua parte.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità? Ancora non si sa quando. Ed è gravissimo. Sostengo convintamente gli appelli di Anffas Torino e delle altre Associazioni che chiedono una revisione dei criteri. La Giunta Regionale si è detta più volte d’accordo sulla necessità di garantire alle persone con disabilità l’accesso ai vaccini: ora è il momento di stringere i tempi. Non è accettabile che le persone con disabilità non ospitate in strutture siano ignorate e scavalcate, contro ogni logica e nonostante tutte le richieste. Chiediamo un accesso prioritario ai vaccini anche per le persone con patologie croniche e rare. Neppure chi assiste una persona con disabilità ha, al momento, alcuna priorità. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. La Giunta si muova.

“Riapertura o sostegno economico”: le Scuole di Lingue chiedono, Cirio risponda

Trenta Istituti scrivono al Presidente per chiedere di poter tornare a lavorare in presenza o, in alternativa, gli aiuti economici necessari al settore: sostengo convintamente le loro ragioni, delle quali mi farò portavoce in Consiglio Regionale (dove già ottenni per il comparto, lo scorso maggio, 1.000 euro di bonus a fondo perduto). L’alternativa è la chiusura di un numero imprecisato di aziende: sono in gioco 1.200 posti di lavoro sul territorio regionale.

Consentiteci di riaprire, sempre in piena sicurezza, oppure garantiteci i ristori

Faccio mio il grido di aiuto delle Scuole di Lingue piemontesi, che danno lavoro a 1.200 persone. Oggi trenta Scuole di Lingue chiedono alla Giunta Regionale di chiarire quali siano, sul nostro territorio, gli effetti del DPCM dello scorso 16 gennaio, in particolare in merito all’articolo 10-S, che di fatto impedisce a queste realtà di aprire in quanto svolgono un’attività che si può portare avanti, in teoria, in videoconferenza. Solo in teoria, però: perché, al lato pratico, la strada della didattica a distanza non è quasi mai percorribile ed è vista con sempre maggiore diffidenza dai potenziali clienti. Il comparto identificato dal codice Ateco 85.59.30 è chiuso dallo scorso marzo; come rivelato da un recente sondaggio, per più di una scuola su due sarà molto difficile restare in attività. Pochissimi i nuovi clienti; molti, di contro, i contratti non rinnovati. Tornerò a farmi sentire in Consiglio Regionale, chiedendo alla Giunta Cirio un atto di coraggio e di giustizia nei confronti di 1.200 famiglie piemontesi, dopo aver ottenuto, lo scorso maggio, il riconoscimento di un bonus a fondo perduto pari a mille euro per questo settore. 

La crisi delle Scuole di Lingue si abbatte su 1.200 famiglie piemontesi

“Consentiteci di riaprire, oppure garantiteci i ristori”: faccio mio il grido di aiuto delle ottanta realtà sul nostro territorio, che danno lavoro a 1.200 persone. Oltre la metà degli istituti rischia di non riaprire: il danno sarebbe enorme. Dopo aver ottenuto il riconoscimento del bonus lo scorso maggio, tornerò a chiedere sostegno per il settore in Consiglio Regionale.

Scuole di Lingue, è sempre più crisi: faccio mia la preoccupazione di un settore che, nella nostra regione, dà lavoro a 1.200 persone. Fatturati e ricavi a picco, dalle Istituzioni nessun aiuto: ecco riassunta in poche parole la situazione di realtà nuovamente costrette alla chiusura a partire dallo scorso novembre e chissà per quanto. Queste realtà non chiedono altro che poter tornare a lavorare oppure di ricevere ristori adeguati e certi. Peccato che il codice ATECO 855930 sia stato escluso dai ristori. Gli effetti della crisi sono ben riassunti nei dati di un recente sondaggio: per più di una scuola su due, arrivare “in piedi” al prossimo anno sarà molto difficile e oltre una su cinque avrà bisogno di almeno un anno per riprendersi dalla batosta della crisi. Pochissimi i nuovi clienti, molti, di contro, i contratti non rinnovati. Ricorrere alla didattica a distanza? Difficile, non solo perché non adatta al target di riferimento, ma anche perché sempre più persone la guardano con diffidenza. Tornerò a farmi sentire in Consiglio Regionale, chiedendo alla Giunta Cirio un atto di coraggio e di giustizia nei confronti di 1.200 famiglie piemontesi, dopo aver ottenuto, lo scorso maggio, il riconoscimento di un bonus a fondo perduto pari a mille euro per questo settore.