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Tag: Covid-19

Tamponi ai ragazzi: “Scuola sicura” è un progetto da estendere anche alle Superiori

Attualmente l’iniziativa, che si concluderà il 31 luglio 2021, si rivolge agli studenti di seconda e terza media: domani, con un Question Time appena presentato, proporrò alla Giunta Regionale l’allargamento alla fascia d’età immediatamente più alta. L’obiettivo è contrastare il contagio garantendo una più ampia azione di screening sugli adolescenti. Con “Scuola sicura” sono ora sottoposti a test mensili tutti i ragazzi degli ultimi due anni della Scuola Secondaria di primo grado che desiderano aderire. Uno studio dell’Università di Yale ha dimostrato che contenere il contagio, spesso asintomatico, tra gli under 16 è fondamentale per evitare una recrudescenza generale della situazione pandemica.

La pandemia non è finita: tutt’altro. Con il Progetto “Scuola sicura”, la Regione Piemonte promuove attualmente l’attività di screening tra i ragazzi delle seconde e delle terze medie, effettuando test mensili su base volontaria presso le Scuole del territorio piemontese che aderiscono all’iniziativa. La mia richiesta, con un Question Time che discuterò domani a Palazzo Lascaris, è coinvolgere anche gli studenti delle Scuole Superiori. Regioni quali Trentino Alto Adige, Lazio e Sicilia si sono già mosse nella direzione da noi auspicata. Anche con un’alta copertura vaccinale, restano fondamentali la tempestività e l’efficacia dei controlli. Il progetto “Scuola sicura” prevede uno screening modulare mensile per tutti gli studenti che intendono aderire. Verosimilmente passeranno ancora mesi prima che i giovani possano accedere al vaccino contro il COVID-19. Un recente studio dell’Università di Yale ha dimostrato quanto un efficace contenimento dell’infezione nella fascia specifica degli under 16 sia fondamentale per evitare la recrudescenza della pandemia, e dunque il rischio di una quarta ondata, nella società nel suo complesso.  Il contagio tra i più giovani è detto “silenzioso” perché molto spesso asintomatico: rappresenta dunque un veicolo di contagio particolarmente insidioso.

Con il nuovo “Green Pass”, il calmieramento del costo dei tamponi è ancora più necessario

In vigore da oggi il “Passaporto Verde” per lo spostamento tra regioni in zona rossa o arancione: un numero sempre crescente di piemontesi si rivolgerà a strutture private per effettuare i test a pagamento; c’è il timore di un’impennata dei prezzi dei test. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere che la Giunta introduca misure per il controllo dei prezzi. Altre Regioni (Lazio, Emilia Romagna) si sono già mosse in questa direzione: anche il Piemonte faccia lo stesso.

Per ottenere la “Certificazione Verde” (“Green Pass”), occorre essere in possesso del certificato di vaccinazione, di avvenuta guarigione o dell’esito negativo di un tampone. Il “Green Pass” è richiesto, a partire da oggi, per gli spostamenti in entrata e in uscita da regioni in fascia arancione e rossa. La concomitanza di queste due circostanze farà aumentare le richieste di tamponi. Aumenterà, in proporzione, anche il rischio di operazioni speculative sui prezzi. Un accordo con i soggetti privati del territorio per l’attività di testing a prezzi calmierati, equi e omogenei è dunque una misura necessaria per venire incontro alle esigenze dei cittadini piemontesi e, anche, un passo utile in vista di una sempre più urgente esigenza di uniformità di regole e prezzi a livello nazionale. Con un Question Time appena presentato chiedo alla Giunta Cirio di muoversi in questo senso. Il mio atto sarà discusso domani alle ore 14.00. Lazio ed Emilia Romagna si sono già attivate: la Regione Lazio ha siglato un accordo per l’esecuzione di test rapidi antigenici nelle strutture private al prezzo calmierato di 22 euro; la Regione Emilia-Romagna ha previsto che dal 1° febbraio chiunque sia iscritto al sistema di assistenza sanitaria regionale possa effettuare il test antigenico rapido nasale (tampone rapido) e il test sierologico nelle farmacie convenzionate al prezzo calmierato di 15 euro. I prezzi dei tamponi sono variabili, con forbice anche di diverse decine di euro, fino a cifre non irrisorie. Il mio Ordine del Giorno sul tema “Tutela dei consumatori e della salute: calmieramento e omogeneità dei prezzi dei tamponi antigenici rinofaringei (tamponi rapidi)” era stato respinto dal Consiglio Regionale lo scorso 10 dicembre.

È emergenza patologie psichiatriche, ma il Piemonte non ha ancora costituito la Consulta per la Salute Mentale

Non c’è emergenza pandemica che possa giustificare questo grave ritardo. La risposta in Consiglio alla mia interpellanza sul tema è stata desolante. Per i Moderati la costituzione della Consulta è una priorità, chiediamo un’accelerazione sull’iter affinché sia costituita entro la fine del 2021. L’allarme degli psichiatri dà la dimensione del problema: “800mila nuovi casi di depressione nei prossimi mesi a livello nazionale, non solo tra chi ha contratto il virus“.

Adesso occorre accelerare: chiediamo che la Consulta per la Salute Mentale sia costituita entro la fine dell’anno. Le patologie psichiatriche saranno le malattie del secolo: la loro diffusione aumenta a ritmi preoccupanti e la pandemia da Covid-19, con il senso di incertezza e paura che porta con sé, sta aggravando la situazione. 

Eppure, la Consulta Regionale per la Salute Mentale non è ancora stata costituita, come candidamente confermato dalla Giunta, poco fa in Consiglio Regionale, rispondendo alla mia interpellanza sul tema. “Il percorso riprenderà a fine pandemia” puntualizza la Giunta, ma la Consulta ci serve adesso: non ci sono attenuanti, tanto meno in tempi di riunioni che si tengono in videoconferenza, per un ritardo ormai francamente inaccettabile.

Neppure il Comitato promotore transitorio previsto dall’Azione 1 del Piano di Azione Regionale per la Salute Mentale (PASM) è stato costituito. Quali esattamente saranno i soggetti che faranno parte della Consulta? Neanche questo, ancora, è dato sapere. In compenso, si chiudono i Reparti Psichiatrici di Diagnosi e Cura, vedi Mauriziano di Torino.

Alcuni numeri aiutano a comprendere le dimensioni del problema: secondo gli psichiatri ci saranno nei prossimi mesi 800mila nuovo casi di depressione, tra chi si è contagiato ma non solo, a livello nazionale. La crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15.000 euro all’anno e triplica in chi è disoccupato. *

Questo immobilismo è la misura, da parte della Giunta, della sua incapacità di cogliere la gravità di quello che sta accadendo a livello di diffusione delle patologie psichiatriche, di quello che stanno soffrendo le persone colpite da queste patologie e dalle loro famiglie, che si vedono oltretutto abbandonate dalle Istituzioni. 

La Consulta può e deve essere un ambito di lavoro e monitoraggio, può e deve svolgere attività di prevenzione e attenzione su una serie di fenomeni sui quali, diversamente, rischiamo di perdere completamente il controllo. I dati sono in spaventosa crescita, ma da questa Giunta non vedo contromisure. Insieme ai Moderati, a chiedere di accelerare sono tutti i piemontesi che hanno a cuore il contrasto a queste patologie.

Il Consiglio Regionale aveva approvato a gennaio 2019 il “Piano d’azione per la salute mentale del Piemonte”, che recepisce quello nazionale.

  • Fonte di tutti i dati: “Quotidiano Sanità”, gennaio 2021.

Contro il Covid-19, sull’ozonoterapia il Piemonte può e deve puntare

Oltre 100 pazienti sono stati trattati, sul territorio nazionale, con ossigeno-ozonoterapia, facendo registrare percorsi clinici migliori dei non trattati. Questa terapia può efficacemente supportare, pare, l’effetto dei farmaci: diversi studi internazionali confermano gli effetti positivi sui pazienti. Si arrivi in Piemonte a un più esteso e sistematico uso di questa terapia non solo in ambito ospedaliero, ma anche in ambito extraospedaliero, contribuendo così a sgravare gli ospedali stessi. Discussa poco fa la mia interpellanza sul tema in Consiglio Regionale.

Il protocollo sull’ozonoterapia sta portando risultati positivi: vari dati lo confermano. Discutendo, poco fa, la mia interpellanza sul tema ho invitato la Giunta a continuare con questa sperimentazione in un più ampio numero di ospedali sul nostro territorio. Mi auguro che si acceleri su questa strada e si possa utilizzare questa terapia presso tutti gli ospedali Covid e anche in ambito extraospedaliero. Il trattamento è meno oneroso di altri e non causa effetti collaterali. Una ventina di pubblicazioni scientifiche internazionali sull’uso dell’ozonoterapia contro COVID-19 hanno confermato gli effetti positivi. Le nostre strutture ospedaliere sono, come più volte ripetuto dall’Assessore, sotto pressione; terapie che si possono portare avanti in ambito extraospedaliero possono aiutare a scaricare gli ospedali, attualmente sotto pressione come più volte affermato dalla stessa Giunta.

Recenti articoli suggeriscono la possibilità che l’ozonoterapia sistemica sia un efficace supporto in fase precoce di cura del Covid-19, con miglioramento del fenotipo clinico e dell’outcome rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia convenzionale. L’ozonoterapia sembra garantire, inoltre, una riduzione della carica virale. L’ozonoterapia è attualmente sperimentata, sul nostro territorio, presso l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino e presso l’Ospedale di Vercelli. Un nuovo studio su un campione più vasto di partecipanti è già stato avviato: se gli effetti positivi saranno confermati, si potrà estendere questa terapia sia presso gli Ospedali Covid sia in ambito extraospedaliero su tutto il territorio piemontese.

Regione, personale ostetrico inutilizzato per vaccini e tamponi: uno spreco senza alcuna logica

La Giunta non ha pensato di chiedere al Governo l’autorizzazione necessaria affinché questa categoria, che garantisce disponibilità e professionalità e che ha più volte espresso la propria disponibilità attraverso la propria Federazione Nazionale, possa mettersi a disposizione per vaccinare e sottoporre a tampone anti-Covid i piemontesi: eppure in questo momento il contributo delle ostetriche farebbe la differenza.

Risposta desolante al Question Time presentato dai Moderati e appena discusso in Consiglio Regionale sulla possibilità di avvalersi del personale ostetrico per le vaccinazioni e i tamponi anti-Covid: la Giunta, imbarazzata, si trincera dietro una risposta assurdamente burocratica, parlando di “possibilità non esplicitamente prevista dalla normativa” e di ipotesi di “esercizio abusivo della professione”. Questa Giunta non ha colto – è evidente – l’opportunità rappresentata dal contributo di una categoria che garantisce disponibilità e un alto livello di professionalità. La Giunta avrebbe potuto e dovuto farsi portavoce di questa possibilità a livello nazionale, ma di questa possibilità nessuna traccia nella risposta dell’Assessore Icardi. Da una parte abbiamo personale ad alta professionalità, dall’altra una Giunta che non perde occasione di ripetere che manca personale, ma nel frattempo non fa nulla, né ascolta le proposte che arrivano dalle Minoranze. Perdere altro tempo prima di avvalersi del contributo del personale ostetrico per vaccini e tamponi sarebbe un’ulteriore assurdità. La Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) ha più volte richiesto l’inclusione del personale ostetrico nella campagna vaccinale, tra dicembre 2020 e marzo 2021. Cirio e i suoi Assessori smettano di proporre l’introduzione di nuove categorie, come i maturandi, tra le priorità vaccinali, se poi non sono in grado di interloquire con il Governo né di fare tesoro delle proposte dei Consiglieri.