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Tag: Covid-19

INTERPELLANZA – Quanto raccolto? Quanto ancora da spendere? Facciamo il punto della situazione sulle donazioni durante la prima fase dell’emergenza da COVID-19

Premesso che:

• durante il periodo di emergenza tutti – dalle grandi alle piccole aziende, alle Fondazioni, ai privati cittadini – hanno dimostrando la loro grande generosità, con donazioni grandi e piccole a favore di Ospedali, Croce Rossa, Asl e istituti di ricerca impegnati sia nel curare malati che nel contrastare il
diffondersi del contagio da Covid-19.

Rilevato che:

• per Decreto tutte le Pubbliche Amministrazioni beneficiarie, durante la prima fase dell’emergenza della scorsa primavera, di donazioni dovevano aprire un c/c dedicato, garantendo la completa tracciabilità di quanto ricevuto in donazione;
• devono inoltre pubblicare sul proprio sito web le destinazioni delle liberalità entro la fine dell’emergenza stessa;
• il Decreto impone alle Regioni di rendicontare online l’utilizzo dei fondi raccolti;
• il Decreto Cura Italia, trasformato in Legge, impone di tenere tali fondi separati dal bilancio regionale e impedisce di utilizzarli per fini diversi dall’emergenza Covid-19.

Constatato che:

• la Regione Piemonte ha dedicato un apposito Conto Corrente, presso UniCredit Group, alla raccolta delle donazioni a sostegno del Sistema Sanitario Piemontese;
• l’obiettivo era raccogliere fondi per acquistare dispositivi medici, sostenere le strutture sanitarie e il personale che, in quel periodo, stava combattendo una durissima battaglia contro il Covid-19 per curare i cittadini piemontesi.

Considerato che:

• da fonti giornaliste si è appreso che il Piemonte ha raccolto € 21.289.500, di questi risultano non spesi € 6.789.500.

Interpella la Giunta regionale per sapere:

  • se l’ammontare delle donazioni corrisponde a quanto scritto dai giornali;
  • ad oggi come siano state spese le donazioni raccolte;
  • quale sia lo stato dell’arte in termini di tracciabilità e rendicontazione dei fondi donati e impiegati;
  • come questa Giunta intenda investire i fondi eventualmente rimasti.

Vaccini ai Volontari: a tutti, subito

Continua in Consiglio Regionale la battaglia dei Moderati: tutti i Volontari attivi nel contrasto alla pandemia rientrino nel primo scaglione di vaccini anti-COVID (21 gennaio 2021). Dopo mesi di ringraziamenti a parole, ora è tempo di fatti.

Piano regionale vaccinazioni anti-COVID: apprendiamo che il raggio dei vaccinati della prima fase, al via il 21 gennaio, sarà allargato anche a non meglio precisati “Volontari”. Vorremmo avere informazioni esatte su quali e quanti. È fondamentale che tutti i Volontari siano coperti fin da subito: quelli della Protezione Civile, ma anche chi – per esempio – è attivo a bordo delle ambulanze, a chi svolge il proprio compito presso gli snodi per la distribuzione alimentare e a tutti coloro che da mesi sono in prima linea in questa emergenza. C’è un Registro delle Associazioni al quale fare riferimento. Tutti hanno diritto a poter esercitare fin da subito la propria attività, fondamentale per l’intera popolazione, in sicurezza. Ribadiamo il concetto già espresso con un Ordine del Giorno che il centrodestra in Consiglio Regionale ha creduto di dover bocciare nella più recente seduta: anche i Volontari devono rientrare nel primo scaglione di vaccinazioni insieme al personale sanitario e sociosanitario e alle persone considerate a rischio. Le tante parole di ringraziamento e lode spese in questi mesi non restino vuota retorica: facciamo qualcosa di concreto per i Volontari e per le loro famiglie (a rischio tanto quanto quelle, per esempio, dei medici). Dalle parole si passi ai fatti.

La Maggioranza in Regione getta la maschera

Appena respinti tre miei ordini del giorno: nessun interesse da parte del centrodestra, evidentemente, a tenere bassi i prezzi dei test rapidi antigenici (meglio l’attuale Far West?), a garantire l’accessibilità dei nostri scuolabus e a vaccinare immediatamente i Volontari contro il COVID-19.

Tre su tre: questa Maggioranza esce allo scoperto, bocciando tre miei ordini del giorno in rapida successione. Ora i Colleghi del centrodestra dovranno spiegare perché secondo loro i piemontesi non abbiano diritto a test rapidi anti-COVID a prezzi ragionevoli; perché i Volontari – che tanto hanno fatto in questi mesi di pandemia – non debbano avere il diritto a essere subito vaccinati contro il virus; perché ritengano così poco importante che i nostri scuolabus siano attrezzati per il trasporto di alunni con disabilità.

Con il primo dei miei atti chiedevo appunto il calmieramento e l’omogeneità dei prezzi dei tamponi rapidi anti-COVID. Con il secondo, chiedevo il vaccino immediato, oltre che per personale sanitario e persone a rischio, anche per i Volontari attivi nel contrasto alla pandemia. Con il terzo, chiedevo sovvenzioni regionali per l’acquisto dei soli scuolabus attrezzati per il trasporto di studenti con disabilità. Ringrazio i colleghi Consiglieri che hanno voluto sostenere, con il loro voto, le mie proposte.

Cercando un accordo quadro con le realtà private del nostro territorio (la Regione Lazio si è già mossa, con successo, in questo senso), avremmo garantito, in piena seconda ondata e nella necessità di prevenire la terza, prezzi equi per i tamponi rapidi antigenici, evitando al contempo casi odiosi di speculazione. Invece, ci teniamo l’attuale Far West, nel quale tanti soggetti si stanno improvvisando erogatori di test rapidi e i prezzi raggiungono cifre assurde.

Garantendo ai Volontari la possibilità di vaccinarsi nelle prime settimane di disponibilità del vaccino anti-COVID (verosimilmente a inizio 2021), non avremmo perso l’occasione di fare finalmente qualcosa di concreto, dopo tante parole che erano evidentemente mera retorica, per un settore che ha dato tantissimo in tutti questi mesi di pandemia, spesso esponendo a rischio la stessa salute dei Volontari.

Limitando ai soli mezzi accessibili la possibilità di acquistare scuolabus con i fondi regionali, avremmo posto le basi per iniziare a costruire una flotta di minibus in grado di accogliere e trasportare, su tutto il nostro territorio, alunni con disabilità. Invece, abbiamo perso l’occasione per iniziare un vero cambio di mentalità e cultura, cambio peraltro già intrapreso con un’analoga misura dalla Lombardia, spesso vista come modello da questo Governo Regionale.

COVID-19, vaccino subito anche per i Volontari attivi nel contrasto alla pandemia

Con un Ordine del Giorno appena presentato in Consiglio Regionale, chiedo che i Volontari impegnati sulle ambulanze, nell’ambito socio-assistenziale e nel supporto alla popolazione rientrino nel primo segmento di vaccinati non appena le prime dosi saranno disponibili.

Volontari impegnati nel contrasto alla pandemia vaccinati subito contro il COVID-19: lo chiedo con un Ordine del Giorno appena presentato a Palazzo Lascaris. Come il personale medico e infermieristico, anche i Volontari sono costantemente a diretto contatto con le persone e dunque particolarmente esposti al rischio di contagio. Con il mio atto chiedo che anche i Volontari rientrino nel primo scaglione di vaccinazioni previsto per le prime settimane del 2021, insieme al personale sanitario e sociosanitario e alle persone considerate a rischio. I Volontari sono stati e sono tuttora decisivi – sulle ambulanze e sul territorio – durante tutta la durata della crisi pandemica. La Regione Piemonte sta predisponendo proprio in questi giorni il proprio piano relativo alle modalità di attuazione del programma vaccinale anti-COVID e relativa distribuzione. Il piano vaccini prevede una serie di fasi e si prevede che i primi saranno disponibili entro il mese di gennaio. Abbiamo sentito tante volte in questi mesi parole di ringraziamento e di lode per i Volontari. Oggi abbiamo la possibilità di fare qualcosa di concreto per loro e per le loro famiglie (a rischio tanto quanto quelle, per esempio, dei medici), affinché dalle parole si passi ai fatti. 

Salviamo il Natale degli ospiti delle strutture residenziali e dei residenti dei piccoli Comuni

Risparmiamo agli uni e agli altri un Natale di solitudine: permettiamo a migliaia di piemontesi di tornare a incontrare i propri familiari almeno per le feste.

Un Natale e un Capodanno all’insegna dell’isolamento: alla luce dell’attuale situazione pandemica e del DPCM attualmente in vigore rischiano di passare feste di sostanziale clausura sia gli ospiti delle strutture alloggio per persone con disabilità sia molti residenti dei piccoli Comuni del nostro territorio.

I Moderati sono pronti a sostenere ogni proposta sensata per garantire a migliaia di piemontesi il ricongiungimento familiare almeno per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, purché in totale sicurezza.

Sono tante le strutture residenziali che, in questi mesi, hanno lanciato il loro allarme: alcuni degli ospiti non incontrano i familiari dallo scorso febbraio e le restrizioni del secondo lockdown hanno reso ancora più difficile la situazione. Per molte persone la solitudine è diventata ormai intollerabile. Gravi e talvolta gravissime sono le conseguenze psicologiche, specialmente sui soggetti più fragili.

Il Piemonte, settima regione italiana per numero di abitanti, è seconda in assoluto per numero di Comuni (1.181): il 90% di questi è sotto i 5mila abitanti. Data la conformazione  peculiare del nostro territorio, vi sono Comuni isolati di poche centinaia o talvolta di poche decine di abitanti. Sono sicuro che sia possibile trovare il modo di permettere a chi abita in un piccolo Comune di spostarsi di pochi chilometri per raggiungere i propri cari senza compromettere la sicurezza.

Il Ministero della Salute ha recentemente emesso una circolare per regolare l’accesso dei familiari delle persone con disabilità alle strutture che le ospitano: si attuino subito queste direttive.