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Tag: Comune di Torino

Strada Castello di Mirafiori, la pista ciclabile che non c’è (e non ci sarà per molto tempo ancora)

La prospettiva di realizzare in zona ciclopiste, già ipotizzata dall’Assessore Unia a inizio marzo, è presente nella delibera di Giunta dello scorso giugno: ma l’Assessore Lapietra si è rimangiata tutto rispondendo, poco fa in Sala Rossa, alla mia nuova interpellanza sul tema. Risultato: almeno per ora, niente collegamento tra via Artom e corso Unione Sovietica: bici e monopattini (mai sanzionati in zona negli ultimi tre anni) continueranno a sfrecciare sui marciapiedi. In questa città solo il centro ha diritto ad avere ciclopiste?

La pista ciclabile lungo strada Castello di Mirafiori non si farà: l’Assessore Lapietra ha poco fa smentito in Aula il collega Unia, che solo un paio di mesi fa aveva ipotizzato la realizzazione di ciclopiste in zona, rispondendo a un mio analogo quesito in Consiglio. Molto nebulosi anche i riferimenti, da parte dell’Assessore Lapietra, alla possibilità di realizzare il collegamento in futuro: la sensazione è che non vedremo la ciclopista ancora per molto tempo. Con buona pace della delibera di Giunta dello scorso giugno, che prevedeva la realizzazione di un collegamento ciclabile tra il parco Colonnetti e la cascina Piemonte.

Risultato: biciclette e monopattini continueranno a sfrecciare sul marciapiede nord di strada Castello di Mirafiori, in particolare nel tratto compreso tra via Morandi e strada delle Cacce. Il fatto che – è ancora l’Assessore Lapietra a riferirlo candidamente – nessuna sanzione sia stata comminata in zona, per comportamenti scorretti, a utenti di monopattini o biciclette negli ultimi tre anni è un ulteriore segnale inequivocabile. Forse secondo questa Amministrazione le piste ciclabili si devono realizzare solo in centro.

Per i pedoni, una situazione di assoluto pericolo. La voce di residenti e negozianti si è più volte fatta sentire per chiedere la soluzione del problema: neanche questa volta l’Amministrazione ha voluto o saputo rispondere a queste richieste. Con una deliberazione dello scorso giugno, la Giunta aveva approvato interventi per migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’intera zona e il progetto di completamento del parco Sangone prevedeva la realizzazione del percorso ciclopedonale.

Scopriamo oggi che tale progetto non sarà realizzato ancora per chissà quanto. Le piste ciclabili sarebbero utili anche in periferia: ma evidentemente questa Giunta la pensa diversamente. Quella che ho ricevuto in Aula poco fa è stata una risposta sconfortante.

Insediamento abusivo in corso Salvemini: ecco che cosa accade quando non si interviene immediatamente

Una zona vivibile trasformata in una zona di degrado: hanno ragione i residenti, che hanno raccolto centinaia di firme, a chiedere misure urgenti; misure che, però, si sarebbero già dovute applicare da tempo. Il tema, del quale mi sono sempre occupato, è stato appena approfondito in Commissione dopo il Diritto di Tribuna dello scorso 11 maggio. Si applichi fino in fondo la normativa regionale sui sequestri dei mezzi.

Una zona cittadina fino a poco tempo fa sicura e vivibile è ora diventata segnata da insicurezza e degrado. Più che condivisibile la raccolta firme dei residenti, che chiedono interventi urgenti da parte dell’Amministrazione: interventi che, però, sarebbero stati necessari molto tempo fa. Si parte con una manciata di mezzi, spesso utilizzati come punto di osservazione sui vicini appartamenti ATC da occupare: è questo il momento in cui l’Amministrazione deve agire. Chiedo ancora una volta che la normativa regionale sui sequestri di camper e roulotte sia applicata fino in fondo. Limitarsi alle sole diffide è una scelta politica. Intimidazioni nei confronti dei residenti, furti, abbandono di rifiuti e illegalità non sono più tollerabili.

Torino perde un altro pezzo della propria storia: la Scuola di Applicazione di Torino diventa biennale

A partire dall’Anno Accademico 2023-24 il triennio, equivalente a una laurea magistrale, perderà un anno a favore del ciclo immediatamente precedente (l’Accademia Militare di Modena). Ridimensionata in proporzione la presenza di studenti e docenti nella nostra città, con relativo indotto.

Un altro piccolo ma importante pezzo di storia abbandona Torino: il corso di laurea della Scuola di Applicazione di via Arsenale passerà da triennale a biennale nel corso di due anni accademici. Inesorabile la necessità di allineare anche la formazione militare alle tempistiche e ai calendari della formazione universitaria, necessità di fronte alla quale l’Amministrazione non è al momento stata in grado di agire per mantenere il triennio nella sua interezza a Torino. Ci resterà dunque il solo biennio necessario al conseguimento della laurea magistrale in Scienze Strategiche. Il tema è stato oggetto di una mia interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale.

Vedremo dunque ridimensionata, almeno in senso quantitativo, un’importante sede di formazione per le future generazioni di professionisti della difesa nazionale, nonché un rilevante pezzo della nostra storia e tradizione. Il progetto vedrà il suo avvio a partire dai futuri reclutamenti, che saranno realizzati il prossimo settembre con effetti sulla Scuola di Applicazione tra due anni accademici. Sarà ridimensionata in proporzione anche la presenza di studenti e docenti nella nostra città, con relativo indotto.

NUMERI
La Scuola di Applicazione ha sede presso il Palazzo dell’Arsenale e accoglie circa mille Ufficiali frequentatori ogni anno, un centinaio di studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti militari che insegnano oltre 100 materie universitarie e 28 materie militari di carattere tecnico-professionale.

Infarto Luca Zambelli, il dissuasore non si abbassò all’arrivo dei mezzi di soccorso: ma ancora non c’è un perché

Appena discussa la mia seconda interpellanza sulla tragedia dello scorso gennaio al Valentino, ma di nuovo non ho ricevuto al mio interrogativo una risposta degna di questo nome. È emersa in compenso una gestione della sicurezza indegna di un Paese civile, fatta di ruoli non chiari e totale sciatteria. Mi sono sentito rispondere che azionare i dissuasori in caso di urgenza è compito, quando attiva, della portineria della Facoltà di Architettura e che, testuale, “non risultano richieste” alla Municipale per l’apertura del varco nella domenica della tragedia. Evitata in maniera inaccettabile, facendo appello a un guasto, anche la mia domanda sul numero di telefonate effettuate negli ultimi tre anni da mezzi di soccorso che chiedevano di accedere al parco. Risposte inaccettabili, fossi un runner avrei timore di allenarmi in quel parco in queste condizioni. Seguirà una mia richiesta di accesso agli atti.

Perché, quella maledetta domenica 10 gennaio 2021, il dissuasore non si è abbassato all’arrivo dei mezzi di soccorso che dovevano portare aiuto all’avvocato e runner Luca Zambelli, colto da malore? Nuova interpellanza da parte mia appena discussa, ma una risposta degna di questo nome a tale quesito ancora non c’è stata. Emerge, in compenso, una situazione nella quale le responsabilità si rimpallano, i ruoli non sono chiari e l’intera gestione appare improvvisata. In una parola: attualmente, l’Amministrazione non sta garantendo la sicurezza di chi fa sport presso il parco del Valentino. La gestione dei varchi di sicurezza è attualmente lasciata, da risposta della Giunta, alla portineria dell’adiacente Facoltà di Architettura. Nelle fasce di chiusura della portineria, occorre telefonare alla Municipale, ma alla domanda precisa su quanto successo lo scorso 10 gennaio mi sono sentito dire a verbale che il giorno della morte dell’avvocato e runner Luca Zambelli “non risultano richieste in merito all’apertura del pilomat in questione”. E le ripetute, insistenti chiamate dei Volontari che provavano a entrare nel parco per portare soccorso? Secondo la Municipale, evidentemente, i nostri Volontari se le sono inventate. Neanche la domanda sul numero di telefonate effettuate da mezzi di soccorso negli ultimi tre anni ha ricevuto risposta: la Giunta ha addirittura scelto, pur di non dare riscontro, di appellarsi a un guasto che impedirebbe di consultare tutti i dati relativi al sistema utilizzato fino allo scorso novembre. Di questi dati non esiste un backup? Quanti mesi sono necessari per risolvere il problema? Quando potremo accedere alle informazioni richieste? 

Capire esattamente a chi spetti il compito di azionare i dissuasori appare impossibile, così come impossibile è sentirsi sicuri, in queste condizioni, allenandosi presso il principale parco cittadino. È evidente che l’Amministrazione non sta controllando quell’area in maniera adeguata. Ho dovuto presentare questa seconda interpellanza dopo che il mio precedente quesito, il mese scorso, non aveva ricevuto risposte soddisfacenti. La situazione si è di fatto ripetuta oggi: presenterò dunque un accesso agli atti. Chissà se risposte puntuali mi saranno negate anche così. 

Scuola di Applicazione dell’Esercito a rischio trasferimento?

Torino potrebbe perdere un altro pezzo della propria storia: l’ennesimo. Domani in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema.

Sembrerebbe intenzione dell’Esercito “trasferire” da Torino a Modena i corsi di laurea triennale della Scuola di Applicazione di via Arsenale. Lo si apprende da fonti giornalistiche. L’Esercito avrebbe manifestato la volontà di stipulare, tramite la Scuola di Applicazione, una nuova convenzione con l’Università degli Studi di Torino per il solo biennio necessario al conseguimento della laurea magistrale in Scienze Strategiche. Torino rischia dunque di perdere un’importante sede di formazione per le future generazioni di professionisti della difesa nazionale, nonché un importante pezzo della propria storia e tradizione. L’ennesimo. La Giunta Comunale è a conoscenza della situazione? Come intende muoversi a riguardo? Lo chiederò domani in Consiglio Comunale, discutendo la mia interpellanza sul tema, verificando in particolare se l’Amministrazione abbia svolto interlocuzioni di approfondimento con i vertici istituzionali delle Forze Armate e del Ministero della Difesa, aprendo al contempo un canale di dialogo con l’Università. Identificare e seguire una strategia comune è fondamentale per mantenere a Torino i corsi di laurea triennale e per evitare ulteriori ricadute negative per il tessuto economico, culturale e sociale della città. Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito ha la responsabilità della gestione unitaria del settore “formazione” per tutto il personale delle Forze Armate. La Scuola ha sede presso il Palazzo dell’Arsenale e accoglie circa 1000 Ufficiali frequentatori ogni anno, un centinaio di studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti militari che insegnano oltre 100 materie universitarie e 28 materie militari di carattere tecnico-professionale. Non possiamo perdere tutto questo.