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Infarto Luca Zambelli, il dissuasore non si abbassò all’arrivo dei mezzi di soccorso: ma ancora non c’è un perché

Appena discussa la mia seconda interpellanza sulla tragedia dello scorso gennaio al Valentino, ma di nuovo non ho ricevuto al mio interrogativo una risposta degna di questo nome. È emersa in compenso una gestione della sicurezza indegna di un Paese civile, fatta di ruoli non chiari e totale sciatteria. Mi sono sentito rispondere che azionare i dissuasori in caso di urgenza è compito, quando attiva, della portineria della Facoltà di Architettura e che, testuale, “non risultano richieste” alla Municipale per l’apertura del varco nella domenica della tragedia. Evitata in maniera inaccettabile, facendo appello a un guasto, anche la mia domanda sul numero di telefonate effettuate negli ultimi tre anni da mezzi di soccorso che chiedevano di accedere al parco. Risposte inaccettabili, fossi un runner avrei timore di allenarmi in quel parco in queste condizioni. Seguirà una mia richiesta di accesso agli atti.

Perché, quella maledetta domenica 10 gennaio 2021, il dissuasore non si è abbassato all’arrivo dei mezzi di soccorso che dovevano portare aiuto all’avvocato e runner Luca Zambelli, colto da malore? Nuova interpellanza da parte mia appena discussa, ma una risposta degna di questo nome a tale quesito ancora non c’è stata. Emerge, in compenso, una situazione nella quale le responsabilità si rimpallano, i ruoli non sono chiari e l’intera gestione appare improvvisata. In una parola: attualmente, l’Amministrazione non sta garantendo la sicurezza di chi fa sport presso il parco del Valentino. La gestione dei varchi di sicurezza è attualmente lasciata, da risposta della Giunta, alla portineria dell’adiacente Facoltà di Architettura. Nelle fasce di chiusura della portineria, occorre telefonare alla Municipale, ma alla domanda precisa su quanto successo lo scorso 10 gennaio mi sono sentito dire a verbale che il giorno della morte dell’avvocato e runner Luca Zambelli “non risultano richieste in merito all’apertura del pilomat in questione”. E le ripetute, insistenti chiamate dei Volontari che provavano a entrare nel parco per portare soccorso? Secondo la Municipale, evidentemente, i nostri Volontari se le sono inventate. Neanche la domanda sul numero di telefonate effettuate da mezzi di soccorso negli ultimi tre anni ha ricevuto risposta: la Giunta ha addirittura scelto, pur di non dare riscontro, di appellarsi a un guasto che impedirebbe di consultare tutti i dati relativi al sistema utilizzato fino allo scorso novembre. Di questi dati non esiste un backup? Quanti mesi sono necessari per risolvere il problema? Quando potremo accedere alle informazioni richieste? 

Capire esattamente a chi spetti il compito di azionare i dissuasori appare impossibile, così come impossibile è sentirsi sicuri, in queste condizioni, allenandosi presso il principale parco cittadino. È evidente che l’Amministrazione non sta controllando quell’area in maniera adeguata. Ho dovuto presentare questa seconda interpellanza dopo che il mio precedente quesito, il mese scorso, non aveva ricevuto risposte soddisfacenti. La situazione si è di fatto ripetuta oggi: presenterò dunque un accesso agli atti. Chissà se risposte puntuali mi saranno negate anche così. 

Comune di Torino, sicurezza, Volontari