L’emergenza pandemica è ufficialmente terminata (tale è stata dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso 5 maggio), eppure in molti Reparti degli Ospedali piemontesi i Volontari non hanno ancora accesso. Ho appena presentato un Question Time per chiedere come intenda intervenire la Giunta per permettere nuovamente ai Volontari, in maniera uniforme in tutte le strutture ospedaliere regionali, di essere presenti e attivi nei Reparti. Diverse Associazioni segnalano di non avere ancora ottenuto il permesso di tornare a svolgere la propria attività in alcuni dei Reparti ospedalieri della nostra Regione, sul territorio della quale – sempre secondo le testimonianze delle Associazioni – si registra una certa disomogeneità: se strutture come l’Ospedale di Rivoli e il Regina Margherita di Torino sono tornate, per esempio, ad ammettere i Volontari non solo presso l’Area Accoglienza, come anche presso i singoli reparti, nei reparti di altre strutture piemontesi l’ingresso ai Volontari non risulta ancora consentito. Siamo convinti che, dopo oltre tre anni, esistano tutte le condizioni affinché i Volontari possano tornare a essere presenti in corsia a dare quel conforto e quel calore umano così necessari.
Volontari impossibilitati a raggiungere gli hub vaccinali e gli altri luoghi della loro attività: l’unico riferimento, peraltro poco chiaro, nella Deliberazione di Giunta dello scorso agosto è quello relativo alla possibilità di circolare per i veicoli “in servizio di Protezione Civile”. Le auto private dei Volontari sono incluse? Difficile da stabilire: nel dubbio, ieri e oggi molti Volontari ci hanno riferito di aver rinunciato a uscire. Le limitazioni di Livello 1 valide in questi due giorni riguardano anche i mezzi che hanno attivato il Move In: a che cos’è dunque servito, per tanti piemontesi, spendere per questa tecnologia? Presenterò un Question Time sul tema a Palazzo Lascaris per avere risposte.
Ennesima amnesia della Regione Piemonte, che ha tralasciato di inserire riferimenti al Volontariato, ai Volontari e alle Associazioni tra le deroghe ai provvedimenti di limitazione del traffico. Qui non si tratta di errare, ma di perseverare nell’errore. C’è nel documento – è vero – un vago riferimento alla Protezione Civile, ma la formula utilizzata è così ambigua (“esentati i veicoli in servizio di Protezione Civile”) che abbiamo notizia di diversi Volontari che ieri e oggi hanno rinunciato a recarsi presso i luoghi della loro attività volontaria, a partire dagli hub vaccinali. Alla Giunta Cirio è chiaro che non tutti i Volontari possono permettersi di sostituire l’automobile ogni anno?
La mancanza a monte, cioè nella Deliberazione della Regione, crea a cascata effetti a valle, cioè nelle Ordinanze emesse dai singoli Comuni (che possono al limite introdurre le loro modifiche). Chiederemo alla Giunta di inserire esplicitamente i Volontari tra le esenzioni dalle limitazioni del traffico e di spiegare le ragioni di una così poco sensata omissione.
L’Assessore Icardi si è impegnato a inviare una circolare alle Asl piemontesi chiedendo la piena applicazione del Protocollo del Dirmei: sono stati gli stessi Volontari, da mesi in prima linea contro il Covid, a chiedere di poter contare questa forma di screening. Appena discusso in Consiglio Regionale il mio Question Time sul tema.
Lo abbiamo chiesto con un Question Time appena discusso a Palazzo Lascaris e la Giunta si è detta d’accordo: il diritto dei Volontari ai tamponi anti-Covid gratuiti, già previsto teoricamente, sarà finalmente garantito anche nella pratica. Lo stesso Assessore Icardi si è impegnato in prima persona a inviare una circolare alle Asl del territorio chiedendo la piena applicazione del protocollo emesso dal Dirmei lo scorso novembre, testo che prevede esplicitamente che tutto il personale necessario alla gestione del COVID debba essere gratuitamente sottoposto a screening, su base volontaria.
Sono stati i Volontari stessi a chiederci, con diverse segnalazioni, di poter contare su questa forma di sicurezza sanitaria. Stiamo chiedendo ai Volontari di Protezione Civile di esporsi a rischi prestando servizio presso gli hub vaccinali e presso altri presidi di contrasto al Covid ed è giusto garantire loro, pur vaccinati contro il Covid, lo stesso livello di sicurezza sul quale può contare il personale sanitario, correndo entrambi lo stesso tipo di rischio per sé e per le rispettive famiglie.
Il fatto che le vaccinazioni non escludano del tutto il rischio di infezione da Covid-19, l’elevata età media dei Volontari e la loro operatività in condizioni di oggettivo rischio rendono questa misura necessaria oltre che equa. Ci fa piacere che la Giunta si sia detta d’accordo su questo. Ora vigileremo affinché alle promesse seguano i fatti e ci assicureremo che le indicazioni previste dalla circolare siano pienamente e ovunque rispettate. Buon senso e prudenza impongono di dare assoluta precedenza alle persone più esposte.
Appena discussa la mia seconda interpellanza sulla tragedia dello scorso gennaio al Valentino, ma di nuovo non ho ricevuto al mio interrogativo una risposta degna di questo nome. È emersa in compenso una gestione della sicurezza indegna di un Paese civile, fatta di ruoli non chiari e totale sciatteria. Mi sono sentito rispondere che azionare i dissuasori in caso di urgenza è compito, quando attiva, della portineria della Facoltà di Architettura e che, testuale, “non risultano richieste” alla Municipale per l’apertura del varco nella domenica della tragedia. Evitata in maniera inaccettabile, facendo appello a un guasto, anche la mia domanda sul numero di telefonate effettuate negli ultimi tre anni da mezzi di soccorso che chiedevano di accedere al parco. Risposte inaccettabili, fossi un runner avrei timore di allenarmi in quel parco in queste condizioni. Seguirà una mia richiesta di accesso agli atti.
Perché, quella maledetta domenica 10 gennaio 2021, il dissuasore non si è abbassato all’arrivo dei mezzi di soccorso che dovevano portare aiuto all’avvocato e runner Luca Zambelli, colto da malore? Nuova interpellanza da parte mia appena discussa, ma una risposta degna di questo nome a tale quesito ancora non c’è stata. Emerge, in compenso, una situazione nella quale le responsabilità si rimpallano, i ruoli non sono chiari e l’intera gestione appare improvvisata. In una parola: attualmente, l’Amministrazione non sta garantendo la sicurezza di chi fa sport presso il parco del Valentino. La gestione dei varchi di sicurezza è attualmente lasciata, da risposta della Giunta, alla portineria dell’adiacente Facoltà di Architettura. Nelle fasce di chiusura della portineria, occorre telefonare alla Municipale, ma alla domanda precisa su quanto successo lo scorso 10 gennaio mi sono sentito dire a verbale che il giorno della morte dell’avvocato e runner Luca Zambelli “non risultano richieste in merito all’apertura del pilomat in questione”. E le ripetute, insistenti chiamate dei Volontari che provavano a entrare nel parco per portare soccorso? Secondo la Municipale, evidentemente, i nostri Volontari se le sono inventate. Neanche la domanda sul numero di telefonate effettuate da mezzi di soccorso negli ultimi tre anni ha ricevuto risposta: la Giunta ha addirittura scelto, pur di non dare riscontro, di appellarsi a un guasto che impedirebbe di consultare tutti i dati relativi al sistema utilizzato fino allo scorso novembre. Di questi dati non esiste un backup? Quanti mesi sono necessari per risolvere il problema? Quando potremo accedere alle informazioni richieste?
Capire esattamente a chi spetti il compito di azionare i dissuasori appare impossibile, così come impossibile è sentirsi sicuri, in queste condizioni, allenandosi presso il principale parco cittadino. È evidente che l’Amministrazione non sta controllando quell’area in maniera adeguata. Ho dovuto presentare questa seconda interpellanza dopo che il mio precedente quesito, il mese scorso, non aveva ricevuto risposte soddisfacenti. La situazione si è di fatto ripetuta oggi: presenterò dunque un accesso agli atti. Chissà se risposte puntuali mi saranno negate anche così.
Continua in Consiglio Regionale la battaglia dei Moderati: tutti i Volontari attivi nel contrasto alla pandemia rientrino nel primo scaglione di vaccini anti-COVID (21 gennaio 2021). Dopo mesi di ringraziamenti a parole, ora è tempo di fatti.
Piano regionale vaccinazioni anti-COVID: apprendiamo che il raggio dei vaccinati della prima fase, al via il 21 gennaio, sarà allargato anche a non meglio precisati “Volontari”. Vorremmo avere informazioni esatte su quali e quanti. È fondamentale che tutti i Volontari siano coperti fin da subito: quelli della Protezione Civile, ma anche chi – per esempio – è attivo a bordo delle ambulanze, a chi svolge il proprio compito presso gli snodi per la distribuzione alimentare e a tutti coloro che da mesi sono in prima linea in questa emergenza. C’è un Registro delle Associazioni al quale fare riferimento. Tutti hanno diritto a poter esercitare fin da subito la propria attività, fondamentale per l’intera popolazione, in sicurezza. Ribadiamo il concetto già espresso con un Ordine del Giorno che il centrodestra in Consiglio Regionale ha creduto di dover bocciare nella più recente seduta: anche i Volontari devono rientrare nel primo scaglione di vaccinazioni insieme al personale sanitario e sociosanitario e alle persone considerate a rischio. Le tante parole di ringraziamento e lode spese in questi mesi non restino vuota retorica: facciamo qualcosa di concreto per i Volontari e per le loro famiglie (a rischio tanto quanto quelle, per esempio, dei medici). Dalle parole si passi ai fatti.