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Parcheggi riservati ai residenti di San Salvario nelle ore notturne: una misura priva di efficacia senza adeguati controlli da Municipale o GTT

Finalmente l’Amministrazione civica si muove per risolvere il problema della mancanza cronica di posteggi in San Salvario durante le ore notturne. Ma l’introduzione di posti riservati ai residenti può essere una misura efficace solo se il divieto di parcheggio per tutti gli altri sarà fatto rispettare con scrupolo e severità.
La proposta di riservare ai residenti, durante le ore notturne, il 50% dei posti auto (tutti quelli, delimitati da strisce di vernice arancione, sulla destra del senso di marcia di ciascuna via) nella zona compresa tra corso Vittorio Emanuele II, via Madama Cristina, corso Marconi e via Nizza è un primo, valido tentativo di risoluzione dell’annoso problema della mancanza di posti auto in San Salvario.
Perché il tentativo sia anche efficace, tuttavia, è necessario garantire con severità rigorosa il rispetto del divieto da parte degli automobilisti provenienti da altre zone della città, privi cioè del permesso di sosta B1-R. E questo può avvenire soltanto attraverso controlli sistematici, ed eventualmente contravvenzioni, da parte degli agenti della Municipale o del personale GTT.
Diversamente, il rischio è replicare la situazione già verificatasi in altre zone della città, nelle quali la mancanza di controlli ha reso lettera morta le misure prese dall’Amministrazione civica.

“Municipale a portata di click”, un’opportunità da non farsi scappare

L’applicativo per la segnalazione delle criticità legate a problemi di sicurezza urbana si è dimostrato uno strumento efficace e in grado di facilitare sensibilmente la comunicazione tra cittadini e Polizia Municipale. L’adozione della versione definitiva del sistema, quando sarà disponibile, potrà rappresentare da parte del Comune di Torino un’opportunità e un investimento strategico. Si lavori fin da ora per potersi dotare di questo utile strumento.
La Polizia Municipale di Torino ha testato “La Polizia Municipale di Torino a portata di click”, un servizio innovativo per la segnalazione di criticità legate alla Sicurezza Urbana che si è confermato uno strumento efficace e pratico per la comunicazione della cittadinanza con la Polizia Municipale.
L’applicativo consente non soltanto di segnalare episodi di illegalità e reati, ma anche casi di degrado, disturbo della quiete pubblica, tensione sociale eccetera. Lo strumento è multimediale, e ogni segnalazione può essere corredata di foto e video. L’informazione viene elaborata e integrata ai dati già disponibili nel database. Questi dati, nei limiti delle condizioni di utilizzo e privacy, vengono resi disponibili come open data. La criticità segnalata viene geo-localizzata sulla mappa della città. Per ogni caso, si calcola un set di indicatori chiave per la sicurezza urbana, il cui valore puntuale e la variazione nel tempo vengono visualizzati in centrale operativa.
Una quantità di dati preziosa, in grado in futuro di fornire informazioni preziose sui luoghi e sulle fasce orarie più critiche per la città, permettendo a chi governa la città di intervenire opportunamente. Scegliere di dotarsi di questo strumento non rappresenterebbe per il Comune una spesa, ma un vero e proprio investimento strategico in sicurezza ed efficienza.

Il Comune ha disatteso tutti gli impegni finanziari presi nei confronti delle scuole paritarie

Un atteggiamento irresponsabile che rischia di tradursi nell’implosione dell’intero sistema scolastico della città. Tre misure per evitare il tracollo: accordo triennale tra Comune e Fism (tornando ai 3 milioni e 250 mila euro); identica tassazione sui rifiuti per le scuole Fism, statali e comunali; erogazione su base mensile dei fondi per assicurare il pagamento regolare degli stipendi.
A fronte dei tagli, il Comune aveva garantito alle scuole paritarie, perlomeno, chiarezza e precisione assolute nella quantificazione e nella comunicazione delle risorse disponibili e puntualità altrettanto assoluta nell’erogazione dei finanziamenti.
Ora (dopo il taglio di 400 mila euro deciso il 31 dicembre – applicato a posteriori e appreso dalle scuole dagli organi di stampa – sull’anno 2014, nonostante il Comune avesse garantito fondi nell’ordine di grandezza dell’anno precedente; dopo la dilazione in sei e talvolta in dodici rate delle tredicesime e il sacrificio del contributo una tantum richiesto alle famiglie, misure rese necessarie dai tagli), si discute un’ulteriore riduzione per il 2015, ad anno in corso, mentre il debito pregresso aspetta ancora di essere saldato.
Una situazione di fronte alla quale – a meno di non prendere in considerazione l’ipotesi di indebitarsi, di richiedere un sostegno a parrocchie e ordini o, ed è un caso non teorico, di utilizzare i fondi destinati al tfr per pagare insegnanti e operatori – non restano per le scuole paritarie che due strade: alzare in misura consistente le rette o chiudere bottega.
In entrambi i casi, le scuole statali e comunali della città si troverebbero a dover assorbire un surplus di alunni che, certamente, non hanno la possibilità strutturale, organizzativa e didattica di poter accogliere.
A collassare sarebbe l’intero sistema-scuola. E a risponderne sarebbe la Civica amministrazione.
Un disastro che si può evitare soltanto con una programmazione di ampio respiro sul medio-lungo periodo, ossia stabilendo un accordo triennale (tornando alla vecchia somma di 3 milioni e 250 mila euro / anno), e non più annuale, tra Comune e Fism, per evitare lo stucchevole teatrino della contrattazione annuale sulla base di una manciata di migliaia di euro.
Mi batterò inoltre affinché si riconosca una parità di trattamento tra scuole Fism e scuole comunali e statali per quanto concerne la tassazione sui rifiuti, una voce al momento decisamente gravosa per le scuole della prima tipologia.
Per garantire la regolarità degli stipendi, infine, auspico che l’erogazione dei fondi alle scuole Fism avvenga su base mensile. Non è infatti accettabile che, dal punto di vista delle garanzie sociali, insegnanti e operatori delle scuole Fism siano considerati lavoratori di serie B.

Ostruzionismo al Bilancio del Comune: finché non sarà risolta la questione delle Scuole Paritarie sarà lotta durissima

Slitterà di una settimana la discussione dei Bilanci del Comune e del progetto ITER, delibere degli Assessori Passoni e Pellerino, a causa degli emendamenti che ho presentato. Una scelta doverosa per sottolineare che il sistema dell’istruzione pubblico sta subendo un attacco ideologico senza precedenti. Ma i 550 posti di lavoro e i 6200 studenti non sono un problema ideologico, ma posti di lavoro e famiglie che hanno diritto di scegliere come educare i loro figli.
La situazione della FISM e delle scuole materne e primarie paritarie deve trovare soluzione: dopo una delibera che entra in Giunta il 30 dicembre con la conferma dei 3milioni e 250mila euro di contributo e ne esce il 31 con un taglio di 400 mila euro, a posteriori, sull’anno 2014, dopo un debito pregresso, risalente al 2013, che aspetta ancora di essere saldato, dopo che il personale ha dovuto accettare una dilazione delle tredicesime, dopo che alle famiglie è stato chiesto di sopportare l’onere di un contributo una tantum per fare fronte alle inadempienze e ai tagli a posteriori del Comune, ora si discute un’ulteriore riduzione per il 2015, ad anno in corso. Una situazione inaccettabile che riduce ad un mercanteggiamento con un fornitore quella che invece è una questione politica e di programmazione: non solo a parole, ma nei fatti la Maggioranza deve spiegare che idea ha della libertà di educazione e come intende far fronte ai 6200 bambini che si riverseranno nelle scuole statali, peraltro insufficienti di numero, se le paritarie dovessero chiudere. I 550 posti di lavoro, i 6200 bambini, le oltre cinquemila famiglie che scelgono le scuole paritarie per dare un’educazione ai loro figli rappresentano cittadini torinesi che hanno dei diritti e che devono essere tutelati.
Quando la Giunta vorrà entrare nel merito di queste domande, quando vorrà discutere apertamente, davanti a tutti i cittadini, di che idea ha del sistema delle scuole primarie e delle scuole dell’infanzia nella nostra Città, allora mi troverà pronto e disponibile al confronto. Fino ad allora non mi resterà che perseverare in una scelta ostruzionistica, nei confronti di tutte le delibere presentate dagli Assessori Passoni e Pellerino, che altro non vuol essere se non un campanello di allarme per una situazione che non può più aspettare né sostenere i chiari di luna della Maggioranza.

La mostra di arte al Santo Volto, l’accessibilità negata e l’ostruzionismo del Comune

Dallo scorso 19 aprile fino al prossimo 19 giugno è aperta nei locali della chiesa, opera dell’architetto Botta, un’apprezzata, e molto frequentata dal pubblico, antologica di pittori italiani e internazionali. Un’iniziativa che, se da una parte rappresenta una delle rare iniziative culturali fuori dal centro storico, dall’altra è stata in grado di stimolare al massimo grado lo zelo di agenti GTT e Polizia municipale: e così sono fioccate le multe per divieto di sosta e addirittura, in data 6 maggio, sono comparsi paletti dissuasori posizionati di fronte all’ingresso. A farne le spese, i volontari, i fornitori e i visitatori (soprattutto quelli disabili), che non riescono ad accedere ai locali della mostra con facilità. Il tutto mentre il degrado del marciapiede non sembra essere stato notato dall’Amministrazione civica.

Se in altre zone del quartiere si organizzano feste notturne e manifestazioni (spesso non autorizzate), con il loro corredo di schiamazzi e disturbo della quiete pubblica, senza che ci si premuri più di tanto di effettuare controlli e comminare multe, tutto il contrario si sta verificando in occasione della mostra di arte presso il Santo Volto (una delle poche iniziative che animano le nostre periferie), che pare istigare agenti GTT e Polizia municipale al massimo dello zelo e della pignoleria. La via privata, senza nome e senza uscita, adiacente agli uffici della Curia – unica via di accesso alla mostra – è scrupolosamente presidiata dagli agenti. Le multe fioccano per le auto posteggiate da volontari, fornitori e visitatori al termine della via o sul terreno privato antistante la mostra. Addirittura, il 6 maggio sono spuntati paletti di metallo per impedire alle auto di proseguire fino in prossimità dell’accesso alla mostra.

La stessa attenzione non pare meritare, solo per fare un esempio, la situazione di degrado, potenzialmente pericoloso, in cui versa il marciapiede.

Il compito del Comune dovrebbe essere favorire, e non certo ostacolare, iniziative come questa. Come? Non certo applicando il codice della strada con una rigidità che si potrebbe scambiare per volontà ostruzionistica.

Basterebbe invece provvedere all’immediata rimozione dei paletti; alla creazione, in fondo alla via e per tutto il periodo della mostra, di stalli per il parcheggio riservati alle persone disabili; all’eliminazione delle buche e delle erbacce che rendono il percorso pedonale adiacente la chiesa simile a un percorso di guerra.

Inoltre, si potrebbe pensare di dotare i 50 volontari di un pass GTT per poter utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici durante il periodo della mostra; e ancora – sarebbe il massimo – si potrebbe predisporre una navetta GTT per portare i visitatori alla mostra, promuovendo la stessa  con pubblicità a bordo delle linee 3 e 9.