Il Comune ha disatteso tutti gli impegni finanziari presi nei confronti delle scuole paritarie
Un atteggiamento irresponsabile che rischia di tradursi nell’implosione dell’intero sistema scolastico della città. Tre misure per evitare il tracollo: accordo triennale tra Comune e Fism (tornando ai 3 milioni e 250 mila euro); identica tassazione sui rifiuti per le scuole Fism, statali e comunali; erogazione su base mensile dei fondi per assicurare il pagamento regolare degli stipendi.
A fronte dei tagli, il Comune aveva garantito alle scuole paritarie, perlomeno, chiarezza e precisione assolute nella quantificazione e nella comunicazione delle risorse disponibili e puntualità altrettanto assoluta nell’erogazione dei finanziamenti.
Ora (dopo il taglio di 400 mila euro deciso il 31 dicembre – applicato a posteriori e appreso dalle scuole dagli organi di stampa – sull’anno 2014, nonostante il Comune avesse garantito fondi nell’ordine di grandezza dell’anno precedente; dopo la dilazione in sei e talvolta in dodici rate delle tredicesime e il sacrificio del contributo una tantum richiesto alle famiglie, misure rese necessarie dai tagli), si discute un’ulteriore riduzione per il 2015, ad anno in corso, mentre il debito pregresso aspetta ancora di essere saldato.
Una situazione di fronte alla quale – a meno di non prendere in considerazione l’ipotesi di indebitarsi, di richiedere un sostegno a parrocchie e ordini o, ed è un caso non teorico, di utilizzare i fondi destinati al tfr per pagare insegnanti e operatori – non restano per le scuole paritarie che due strade: alzare in misura consistente le rette o chiudere bottega.
In entrambi i casi, le scuole statali e comunali della città si troverebbero a dover assorbire un surplus di alunni che, certamente, non hanno la possibilità strutturale, organizzativa e didattica di poter accogliere.
A collassare sarebbe l’intero sistema-scuola. E a risponderne sarebbe la Civica amministrazione.
Un disastro che si può evitare soltanto con una programmazione di ampio respiro sul medio-lungo periodo, ossia stabilendo un accordo triennale (tornando alla vecchia somma di 3 milioni e 250 mila euro / anno), e non più annuale, tra Comune e Fism, per evitare lo stucchevole teatrino della contrattazione annuale sulla base di una manciata di migliaia di euro.
Mi batterò inoltre affinché si riconosca una parità di trattamento tra scuole Fism e scuole comunali e statali per quanto concerne la tassazione sui rifiuti, una voce al momento decisamente gravosa per le scuole della prima tipologia.
Per garantire la regolarità degli stipendi, infine, auspico che l’erogazione dei fondi alle scuole Fism avvenga su base mensile. Non è infatti accettabile che, dal punto di vista delle garanzie sociali, insegnanti e operatori delle scuole Fism siano considerati lavoratori di serie B.