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Il milione e mezzo “delle telecamere ZTL” vada, piuttosto, a sostegno dell’Associazionismo cittadino

Tante le realtà del Terzo Settore messe in ginocchio dall’emergenza COVID-19: non possiamo permetterci che, non più in grado di pagare utenze e concessioni, interrompano in massa la loro attività. Nei loro confronti la Giunta sta dimostrando totale disattenzione, preferendo investire sul monitoraggio degli ingressi in ZTL.

Il milione e mezzo “delle telecamere” è una spesa peggio che inutile: è una spesa dannosa. Utilizziamo questi fondi, piuttosto, per sostenere l’Associazionismo della nostra città, che versa alle casse comunali in un anno, mediamente, una cifra analoga. Ci sono decine e decine di realtà – dalla cultura allo sport – che per mesi non sono state in grado, causa emergenza da COVID19, di portare avanti le attività sociali e dunque di incassare e finanziarsi. Con le casse sociali vuote, pagare in tempo utenze e concessioni non è difficile: è impossibile. Ricordo che a una realtà che non ha versato il dovuto nei tempi richiesti la Città non può concedere patrocini né rinnovare concessioni. Il progetto Centro Aperto è inutile e inappropriato, anche alla luce dei cambiamenti in atto dopo la pandemia, a partire da uno smartworking sempre più diffuso (con gravi conseguenze sulle attività commerciali del centro). Questa Giunta ha dimostrato finora un totale disinteresse nei confronti dell’Associazionismo. Un interesse che, invece, dovrebbe risvegliarsi riflettendo sul fatto che, se un numero rilevante di queste realtà sarà costretta a interrompere l’attività, il colpo sarebbe tremendo sia per le casse della Città di Torino sia per il nostro stesso tessuto culturale e sociale. Se il mondo associativo chiude, il danno è irreversibile. E noi non possiamo permettercelo. 

No all’interruzione dell’attività professionale per chi frequenta i CFSMG

Urge modificare questo vincolo nelle modalità d’accesso ai Corsi: ho presentato un’interrogazione a risposta immediata (sarà discussa domani in Consiglio Regionale) per chiedere alla Giunta la disponibilità ad attivarsi.

Attualmente i medici ammessi a partecipare al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) grazie al superamento di un concorso o a mezzo di graduatoria riservata senza borsa di studio sono chiamati a interrompere gli incarichi lavorativi in essere: evidenti sono i disagi creati da questa interruzione ai servizi aziendali di continuità assistenziale. Chi partecipa dovendo interrompere la propria attività professionale ne subisce, inoltre, un danno in termini di guadagno, trovandosi per un certo periodo senza fonti di reddito. Durante il corso potranno sì tornare a ricoprire incarichi di medicina generale, ma con lo svantaggio di dover attendere la pubblicazione del bando e di doversi rimettere in coda in graduatoria. Ritengo che questo obbligo debba essere cancellato. Ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta Regionale un’urgente modifica alle modalità di accesso ai CFSMG. Il mio atto si discuterà nel corso della seduta di domani.

INTERPELLANZA – L’illusione del concreto: il metodo dell’Amministrazione Appendino per la gestione dell’illegalità e delle occupazioni abusive

PREMESSO CHE

  • nelle scorse settimane lo scrivente ha ricevuto numerosissime e preoccupanti segnalazioni provenienti da cittadini residenti in via Aosta 31 e 37 e in via Bologna 267 aventi ad oggetto la presenza di insediamenti costanti di persone di etnia rom a cui si lega eziologicamente il fenomeno dell’occupazione abusiva di unità immobiliari ATC nonché la creazione di situazioni di degrado e di disturbo della quiete pubblica;

TENUTO CONTO CHE

  • al fine di sollecitare l’attenzione e l’interesse della Giunta sul tema delle occupazioni abusive di immobili ATC lo scrivente ha depositato in data 7 maggio 2020 un’interpellanza (mecc. 2020 01078) relativa alla situazione in corso Salvemini 25, via Roveda 45 interno 8 e via Scarsellini 12;
  • precedentemente lo scrivente si era occupato della situazione del compendio immobiliare “M2” in corso Agnelli/corso Tazzoli/via Dina/via D’Arborea/via De Bernardi (mecc. 2020 00715);
  • altra situazione già oggetto di attenzione da parte del sottoscritto è stata la condizione di corso Racconigi 25 (mecc. 2019 04088) e del compendio in via Pietro Cossa 280 (suoi interni);
  • con un’interpellanza presentata il 5 giugno 2020 (mecc. 2020 01270) lo scrivente si faceva latore di alcune preoccupate e preoccupanti segnalazioni da parte di inquilini residenti presso le case ATC in via Bologna 267: da fine dicembre 2019 erano stati occupati diversi appartamenti da parte di persone di etnia rom. Si trattava di una ventina di persone che usavano stazionare in cortile durante il giorno con le loro auto e con caravan in strada. Gli inquilini/affittuari non avevano più la possibilità di parcheggiare le loro auto nel cortile. Inoltre, venivano scaricati vicino ai bidoni vari generi e tipologie di rifiuti e chi si azzardava a porre rilievi veniva ricoperto di improperi e insulti; si erano già verificati episodi di violenza e si stavano inoltre verificando numerosi furti nelle cantine. Altri punti di doglianza risiedevano nel fatto che gli inquilini/affittuari pagavano le spese generali anche per i consumi incontrollati degli occupanti abusivi;
  • questa la risposta ricevuta dalla Vice Sindaca nel corso del Consiglio Comunale del 6 luglio 2020: “Nel caso specifico gli accertamenti effettuati presso le case ATC di via Bologna 267 non hanno riscontrato particolari criticità a parte qualche caso di presenze piuttosto numerose nel cortile. Gli agenti, comunque, hanno provveduto a diffidare le famiglie occupanti abusive dal creare disturbi o assembramenti nelle parti comuni.”;              

RILEVATO CHE

  • con riferimento alla situazione in via Aosta 31 e 37 allo scrivente è stato narrato di numerose unità immobiliari ATC già indebitamente occupate e di altre ad oggi vuote ma ovviamente a rischio di probabile futura (abusiva) occupazione. Inoltre, si rileva un contesto di forte degrado e di costante disturbo della quiete pubblica da parte di soggetti che abitualmente stazionano con auto e caravan nelle pertinenze delle unità immobiliari in oggetto. Ne consegue una forte e ingiusta contrazione della libertà personale da parte dei residenti in regola (sovente intimiditi dagli irregolari di etnia rom e apostrofati con improperi impronunciabili in questa sede), la cui percezione del senso di sicurezza è ormai giunta a livelli prossimi allo zero;
  • con riferimento a via Bologna 267, a supporto di quanto già descritto con la precedente interpellanza e a fronte di un evanescente approccio dell’Amministrazione, come reso evidente dalle parole pronunciate il 6 luglio u.s. dalla Vice Sindaca (sopra riportate in virgolettato), appare utile riportare il testo di una delle numerose mail che lo scrivente ha ricevuto da parte dei cittadini ivi residenti, per ragioni di tutela della privacy e della incolumità personale si omette il nominativo del mittente: “La situazione ha conosciuto un recrudescente incremento nelle ultime settimane, la situazione in via Bologna è sempre più drammatica. Sono tornati dalle ferie e sicuramente le persone che soggiornano nei tre appartamenti sono una cinquantina, più quelli che vivono all’interno di un furgone posteggiato in cortile. Furgoni e camper sono ovunque, dalle nostre case fino in corso Taranto. Sono sempre in movimento, vanno e vengono con macchine da cui scaricano generi vari (argenteria, copertoni ecc.) le cantine sono piene. ATC ci aveva fatto sapere che un eventuale sgombero (prima dei fatti) sarebbe stato a nostro carico. Noi ormai siamo impossibilitati a scendere in cortile, è pieno costantemente fino a notte inoltrata. La sindaca, in un post su Facebook aveva fatto sapere di essere soddisfatta dello sgombero in via Germagnano. Dice che solo 2 furgoni sono in piazza D’Armi, monitorati dai vigili. Ci prendono anche in giro, venissero a vedere dove sono allacciati per la luce (che noi paghiamo). Qui in via Bologna in maggioranza siamo anziani o marocchini che hanno paura. Squallore assoluto, si sono impossessati delle nostre case. Fanno tutto ciò che più gli piace. Per la droga, il mister è agli arresti domiciliari, è stato pizzicato fuori, portato via, dopo un giorno è tornato, abbiamo gente in continuazione nelle scale che fumano erba e già tutti ci siamo ribellati, niente, a me ha rotto per tre volte la cassetta della posta. Grazie saluti cordiali.”;

 CONSIDERATO CHE

  • le azioni intraprese dall’Amministrazione Appendino a tutela della legalità – e pertanto a favore dei cittadini più deboli – al fine di contrastare il disgustoso fenomeno dell’occupazione indebita di immobili ATC appare scevra di adeguata progettualità e guidata unicamente da un afflato singhiozzante;
  • l’illusione del concreto appare il modo più appropriato a descrivere l’inadeguata, inefficace e vacua azione politico-amministrativa della Giunta Appendino in tema di contrasto delle occupazioni irregolari e di tutela della quiete pubblica;
  • l’occupazione abusiva degli immobili e delle loro pertinenze non può essere equiparata all’acquisizione di un diritto e tantomeno può essere inclusa nel novero delle azioni legali, va contrastata con prontezza e senza ritardi con gli strumenti di cui è titolare l’Amministrazione;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia consapevolezza delle situazioni di degrado, di insicurezza e di illegalità sopra sinteticamente descritte con riferimento ai compendi immobiliari di via Bologna 267 e via Aosta 31 e 37 e relative pertinenze;
  2. se l’Amministrazione, spinta dall’imminente appuntamento elettorale della primavera 2021, ritenga di voler spendere qualche azione concreta ed efficace per il ripristino della legalità e a fini di tutela della convivenza civile e della quiete pubblica presso gli indirizzi indicati;
  3. se l’Amministrazione, qualora ritenesse di non avere competenza in materia, desideri coinvolgere altri attori pubblici al fine di incrementare il livello di sicurezza dei cittadini residenti in via Bologna 267 e via Aosta 31 e 37.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Scuola dell’Infanzia Borgarello: cosa deve ancora (ac)cadere per stimolare l’Amministrazione ad intervenire?

PREMESSO CHE

  • la Scuola dell’Infanzia Borgarello ha sede in corso Sicilia 24 e fa parte dell’Istituto Comprensivo Matteotti-Pellico;

 RILEVATO CHE

  • già nel mese di gennaio scorso l’Amministrazione è stata chiamata a rispondere ad un’interpellanza con cui si chiedeva conto delle infiltrazioni e dei conseguenti pericolosi distacchi e crolli di porzioni dei soffitti (pannelli in fibra minerale leggera) avvenute nei mesi autunnali;  
  • si ripropongono ampi stralci della risposta fornita in Aula dall’Assessore in data 13 gennaio 2020: “…avevo letto anche io quegli articoli di giornali che, effettivamente, non riportavano esattamente quello che era successo, infatti, anche nel terzo caso non abbiamo avuto un crollo del controsoffitto, in questo caso si sono staccate parti…, pezzi di un pannello in fibra minerale leggera in quanto impregnata di acqua e nell’occasione la Città ne ha sostituiti alcuni che erano a loro volta macchiati…per la scuola in oggetto è stato previsto l’intervento di ripristino degli intradossi dei solai all’interno dell’appalto del Bilancio 2019, che è in corso di aggiudicazione, con una previsione di spesa di circa 60.000 euro, tali interventi, salvo imprevisti, sono programmati nella seconda metà del 2020. […] Le criticità che si sono manifestate, sempre in occasione di quella famosa settimana di pioggia di novembre, anche in questo caso sono derivate dall’occlusione degli scarichi pluviali, dovuta alla presenza di foglie e palloni in PVC lanciati sul tetto della scuola dai bambini durante le ore di gioco all’esterno. Quindi si è reso necessario provvedere alla disostruzione dei suddetti scarichi e alla sostituzione, come dicevo prima, di alcuni pannelli di controsoffitto in fibra minerale leggera che si sono macchiati o imbibiti di acqua. […] Ad oggi non risultano altre situazioni precarie all’interno dello stabile.”;

CONSIDERATO CHE

  • stando alle segnalazioni ricevute, nello scorso mese di giugno si sono verificati nuovi distacchi e cadute di materiale dai soffitti e dalle strutture della Scuola dell’Infanzia Borgarello, che avrebbero interessato le stesse porzioni e aree che avevano conosciuto i crolli dell’autunno scorso: se ciò fosse confermato, parrebbe opportuno porsi qualche  interrogativo circa la qualità dei lavori di ripristino recentemente effettuati;
  • la recente deliberazione della Giunta comunale del 23 giugno 2020 (mecc. 2020 01351), pur avendo ad oggetto “MANUTENZIONE STRAORDINARIA NEGLI EDIFICI SCOLASTICI DI CORSO SICILIA 28, CORSO MONCALIERI 400 E VIA LUGARO 6. (C.O.4793 CUP C19E19000440001). APPROVAZIONE PROGETTO ESECUTIVO IMPORTO EURO 249.739,02 IVA COMPRESA. FINANZIAMENTO LEGGE N. 160 DEL 27.12.2019” e occupandosi dell’edificio di corso Sicilia 28 (ospitante un asilo nido), non si preoccupa di predisporre alcun intervento presso la Scuola dell’Infanzia Borgarello di corso Sicilia 24;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se sia stato verificato se i distacchi e i crolli di giugno abbiano interessato le medesime parti già crollate nell’autunno scorso;
  2. in caso di risposta affermativa, se sia stata accertata la qualità degli interventi di ripristino e se la motivazione possa nuovamente risiedere nella presenza di palloni lanciati dai bimbi (tenuto conto dei 4 mesi di “lockdown” in cui la struttura è stata chiusa);
  3. quale sia la natura e la motivazione dei distacchi/crolli di giugno e se sia già stata svolta una valutazione economica dei danni;
  4. per quali motivi, tenuto conto degli eventi già occorsi nell’autunno 2019, l’Amministrazione non abbia ritenuto di intervenire con carattere d’urgenza presso la Scuola Borgarello di corso Sicilia 24, a maggior ragione considerando che con la recente delibera del 23 giugno la Giunta ha stabilito di interviene presso l’asilo nido di corso Sicilia 28;
  5. se e quando l’Amministrazione intenda intervenire presso la Scuola Borgarello e quali siano gli interventi previsti.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Nuovi dehors, nuove regole e nuovi problemi

PREMESSO CHE

  • la disciplina relativa all’allestimento di spazi e strutture all’aperto attrezzati per il consumo di alimenti e bevande annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione è stata recentemente innovata con l’approvazione del nuovo Regolamento n. 388 (per dehors e padiglioni);
  • l’emergenza sanitaria da COVID-19 ha costretto l’Amministrazione ad adeguare la disciplina, almeno temporanea, di taluni settori produttivi alla situazione contingente;
  • in data 18 maggio 2020 è stata approvata la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2020 01121/016 (proposta dalla Giunta comunale il 15 maggio 2020) con cui è stata introdotta nell’ordinamento comunale una disciplina straordinaria e temporanea per l’occupazione del suolo pubblico, prevedendo allestimenti di spazi esterni (dehors) per l’anno in corso a determinate condizioni e con modalità semplificate;

 RILEVATO CHE

  • nelle scorse settimane lo scrivente ha avuto modo di interloquire con un gruppo di professionisti che da anni operano del settore dei dehors (essenzialmente geometri e architetti) che hanno enunciato la situazione di oggettiva difficoltà nella quale si trovano ad operare;
  • da quanto ascoltato pare che essi abbiano protocollato dal mese di gennaio scorso una serie di pratiche dehors, tutte bloccate in quanto sprovviste di certificazione CE degli ombrelloni posizionati nei dehors di tipologia D2;
  • tutte le pratiche protocollate sarebbero state sospese poiché sprovviste di certificazione CE;
  • al fine di trovare una soluzione utile i professionisti hanno successivamente prodotto le certificazioni rilasciate dalle ditte costruttrici di ombrelloni ma le pratiche sono state rigettate in quanto non considerate idonee dai competenti uffici della Civica Amministrazione;
  • questo gruppo di professionisti sostiene di non avere trovato alcun fornitore in tutto il territorio nazionale che rilasci la certificazione CE per gli ombrelloni; se ciò corrispondesse al vero significherebbe che la città di Torino non ha la possibilità di avere l’approvazione di dehors;
  • avendo tutte le pratiche dell’anno in corso ferme presso gli uffici tecnici, questi professionisti stanno patendo rilevanti danni sia per sé sia per il loro clienti: professionisti che negli ultimi anni hanno protocollato centinaia di pratiche si trovano ora in una difficoltà mai vissuta e con un’oggettiva impossibilità di portare a termine l’incarico conferito dai clienti;

CONSIDERATO CHE

  • il buon andamento, l’imparzialità, l’efficacia e l’efficienza della Pubblica Amministrazione sono principi cardine nella gestione della cosa pubblica ma non devono né possono fungere da strumento per ostacolare la libera iniziativa imprenditoriale privata: una Pubblica Amministrazione può mantenere la propria specifica funzione di terzietà pur operando “al fianco” del cittadino, sempre nel rispetto della legge, sostenendone le attività e i bisogni;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione abbia consapevolezza della situazione esposta nel presente atto;
  2. se corrisponda al vero che sia necessaria la certificazione CE per gli ombrelloni da collocarsi all’interno dei nuovi dehors;
  3. quali siano le linee guida seguite dagli uffici tecnici della Civica Amministrazione per le concessioni dei nuovi dehors e degli elementi di arredo degli stessi;
  4. se l’Amministrazione abbia valutato se l’attuale situazione emergenziale, con specifica regolamentazione dei dehors fino al 30 novembre, potrà portare nel periodo successivo a deroghe al nuovo Regolamento n. 388.

Silvio Magliano