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Prezzi calmierati e omogenei per i tamponi rapidi effettuati in ambulatori privati

È la richiesta dei Moderati in Consiglio Regionale: ho appena presentato, sul tema, il mio Ordine del Giorno. La Regione Lazio si è già mossa in questa direzione e il Piemonte può seguire con successo la stessa strategia.

Il Piemonte come il Lazio: con questo auspicio e obiettivo ho appena presentato in Consiglio Regionale del Piemonte un Ordine del Giorno che impegna la Giunta a cercare un accordo con gli ambulatori e i laboratori privati del territorio per l’attività di testing anti-COVID con tamponi rapidi antigenici rinofaringei a prezzi calmierati, equi e omogenei.

Questa è una misura assolutamente necessaria per venire incontro alle esigenze dei cittadini piemontesi e, anche, un primo, necessario passo in vista di una sempre più urgente esigenza di uniformità di regole e prezzi a livello nazionale. 

La situazione è nella nostra Regione, che è Zona Rossa, particolarmente preoccupante. In questo contesto, un numero crescente di piemontesi decide di rivolgersi a strutture private per effettuare il tampone a pagamento: tale trend è verosimilmente destinato ad aumentare nelle prossime settimane. I prezzi dei tamponi sono variabili, con una forbice anche di diverse decine di euro, fino a cifre non irrisorie.

Sempre più estesa, in questa fase di picco della seconda ondata, è la necessità di testare la propria eventuale positività, sia per chi è venuto a contatto con persone positive sia per chi intende cautelarsi. La Regione Lazio ha recentemente siglato un accordo con le realtà private del territorio per effettuare test rapidi antigenici nelle strutture private al prezzo calmierato di 22 euro. Auspico che i colleghi Consiglieri colgano l’opportunità e l’urgenza di seguire, anche in Piemonte, la stessa strada.

Tre ore (e più) in pullman solo per frequentare il liceo: la quotidianità degli studenti dell’Alta Val Chisone

Il mio impegno in Città Metropolitana (che apre spiragli) e presto anche in Consiglio Regionale del Piemonte per provare a potenziare il trasporto pubblico dei nostri territori montani: una scuola di eccellenza è la prima garanzia contro lo spopolamento. Appena discussa in Consiglio Metropolitano la mia interpellanza sul tema.

Quanto è difficile studiare in valle. Ci sono ragazzi che passano, tutti i giorni, tre ore e più a bordo di un bus per raggiungere il proprio istituto la mattina e per tornare a casa dopo le lezioni. Tra i diversi casi, quello del Liceo Des Ambrois di Oulx e di molti dei suoi studenti. Ho portato questo tema poco fa all’attenzione della Giunta della Città Metropolitana con un’interpellanza, chiedendo una soluzione in termini di potenziamento del servizio di trasporto. La risposta del Consigliere Delegato lascia aperto uno spiraglio, garantendo che la Città Metropolitana verificherà la possibilità di intervenire sulla base del Decreto 111 del 2020 in tema di integrazione per il trasporto scolastico. Spero davvero si arrivi a una soluzione, anche utilizzando i fondi messi a disposizione dal Governo. Presenterò prossimamente un atto analogo anche in Consiglio Regionale. La vita degli studenti – un numero crescente, molti dei quali sono giovani promesse dello sport – dell’Alta Val Chisone che hanno scelto di frequentare le superiori in Valsusa non è facile: si prende il pullman alle 6.30 per arrivare a lezione alle 7.50: il pullman del ritorno arriva a Sestriere alle 13:50 e qui gli studenti attendono altri 40 minuti l’arrivo di un altro bus, che parte da Cesana, per arrivare a casa alle 14:50. Con il mio atto chiedevo alla Città Metropolitana di coinvolgere la ditta (Arriva, ex Sadem) che opera tale collegamento per arrivare a una soluzione utile e ragionevole. Oggi cambiare il paradigma è necessario e i costi necessari per farlo non possono gravare soltanto sui Comuni. Il problema è noto da dieci anni. Licei di eccellenza come il Des Ambrois di Oulx sono la garanzia che i nostri territori montani e le nostre valli non moriranno. Tutti in politica affermano di credere nelle nostre valli: ora è tempo di dimostrarlo con i fatti.

Convenzionare i laboratori privati? Non basta, se questi non inseriscono gli esiti sulla piattaforma Covid

La Giunta Regionale ha annunciato un bando finalizzato al potenziamento della capacità di effettuare tamponi: bene, ma occorre anche, come da me suggerito ieri in Consiglio, che le strutture che entrano nel network inseriscano poi direttamente gli esiti a sistema, in modo da sgravare i medici di base. O avremo una misura utile soltanto a metà.

La Giunta Regionale accoglie in parte la mia proposta e lancia con procedura d’urgenza un bando, destinato anche alle realtà private, per aumentare il numero di strutture in grado di effettuare tamponi anti-Covid. Bene, ma non è sufficiente: è necessario anche che le strutture convenzionate inseriscano direttamente gli esiti sulla piattaforma Covid.
Diversamente, la misura sarà sostanzialmente inefficace: avremo sì aumentato il numero dei laboratori del network, ma i cittadini, ottenuto l’esito, dovranno comunque rivolgersi ai medici di base, che saranno ulteriormente intasati, per la comunicazione al SISP.
La certezza e la rapidità delle informazioni sono, in casi di crisi come quello che stiamo vivendo, fondamentali. Un numero imprecisato di piemontesi è da giorni, quando non da settimane, bloccato a casa in attesa che sia documentata la propria negativizzazione prima di tornare alla propria attività professionale. La mancanza di sicurezza e velocità delle informazioni è attualmente una delle più gravi carenze avvertite dai piemontesi.

Tamponi, subito una convenzione con le realtà del privato

La mia proposta alla Giunta Regionale: si crei una rete di ambulatori privati accreditati che possano effettuare test a prezzi calmierati inserendo gli esiti, positivi o negativi, sulla piattaforma Covid. Acceleriamo inoltre sui tamponi gratuiti per il personale volontario di Ambulanze e camper Covid e studiamo canali preferenziali per le donne in stato di gravidanza, per le persone fragili e per le persone con disabilità.

Le mie proposte alla Giunta nel momento di un’emergenza che torna a essere gravissima: convenzioni con i soggetti privati in grado di effettuare test, tamponi gratuiti per il personale di Ambulanze e camper Covid, canali preferenziali per le donne in stato di gravidanza, per le persone in condizioni di fragilità e per le persone con disabilità.

Una volta convenzionate, le realtà private potranno inserire nella piattaforma Covid gli esiti, sia i positivi sia i negativi, dei test, contribuendo così a evitare il formarsi di lunghe code e permettendo ai cittadini di avere risultati certi in tempi brevi e, se negativizzati, di poter tornare alle consuete attività. La mancanza di certezza e velocità delle informazioni è attualmente una delle più gravi carenze avvertite dai piemontesi.

Una rete suppletiva di ambulatori in grado di effettuare tamponi, purché a prezzi calmierati, potrebbe essere la soluzione giusta per colmare questa lacuna. Ho inoltre invitato la Giunta ad accelerare sul tema dei tamponi gratuiti garantiti al personale Volontario e a valutare l’opportunità di creare canali preferenziali per le donne in stato di gravidanza, per le persone fragili e per le persone con disabilità.

Corso Racconigi 25? Siamo fermi al palo

Ancora 161 i nuclei familiari che attendono di essere trasferiti lontano da un complesso abitativo che presenta criticità strutturali; cinquanta circa sono, in particolare, i proprietari che ancora attendono una proposta di permuta: al momento sono abbandonati a se stessi. A che punto siamo sulla tabella di marcia, dopo le promesse di luglio? Che cosa intende fare la Giunta Regionale? Discutendo poco fa in Consiglio la mia interrogazione sul tema di fatto non ho ottenuto risposta. E nel frattempo quei caseggiati stanno diventando ricettacolo di degrado e luogo di spaccio.  

Un lungo preambolo, un elenco fin troppo accurato di numeri già noti, una precisione elvetica nel puntualizzare cifre non strettamente attinenti al tema: tanto basta perché il tempo a disposizione passi quasi del tutto senza che l’Assessore Protopapa comunichi, leggendo la nota della collega Caucino, veri aggiornamenti. Questo è il riassunto della discussione a verbale, poco fa, della mia interrogazione sulle prospettive di trasferimento per chi abita nel complesso ATC di corso Racconigi 25 a Torino. Negli ultimi secondi dell’intervento c’è appena il tempo di far trasparire la cruda verità: ancora non siamo giunti a una conclusione.

Tutto il resto è dato di fatto: i colloqui – ne sono stati fatti pochi, pochissimi – sono fermi da un anno, i cinquanta (circa) proprietari privati, abbandonati a se stessi, che ancora non sono stati trasferiti attendono che sia per loro trovata in permuta un’alternativa valida. Tutto questo nonostante le promesse, lo scorso luglio, dell’Assessore Caucino.

Che vi siano criticità strutturali è noto da quasi tre anni. E ora il complesso edilizio, per metà disabitato, sta diventando ricettacolo di degrado, luogo di spaccio, deposito della mercanzia degli abusivi dell’antistante “minisuk”. Aumenta il rischio di occupazioni abusive. Ad oggi risultano liberati soltanto 189 alloggi, a fronte dei 350 totali.

I cittadini si sentono avviliti e scoraggiati, abbandonati a se stessi, lasciati senza risposte. Urge una soluzione: ho chiesto alla Giunta che la Regione si faccia parte diligente con ATC affinché sia trovata in tempi brevi.