Skip to main content

Emergenza clochard, certe polemiche sono pura ipocrisia politica

Fuori luogo l’indignazione di facciata di chi, fino a ieri, parlava di “fenomeno da far sparire dal salotto buono di Torino” e oggi alza alte grida di condanna per gli interventi. Questo è invece il momento dell’unità e della collaborazione. Il problema è reale. Auspico che ogni eventuale fenomeno di racket e sfruttamento sia identificato e smantellato. Anche dopo aver rifiutato ogni offerta di aiuto, rispettare le leggi resta un dovere della persona. Mettere a disposizione ogni mezzo perché a tutti sia garantito sostegno è compito delle Istituzioni. Chiesa e Terzo Settore lo fanno da sempre: all’Arcivescovo, alla Curia e ai Volontari – ai quali nessun Consigliere può permettersi di dare lezioni – il mio grazie più sincero.

L’indignazione “a favore di telecamere” di chi, fino a ieri, si riferiva ai clochard quale “fenomeno da portare lontano dal salotto buono della città” e oggi si lamenta per i recenti interventi si smaschera da sé quale mera mossa politica. Un atteggiamento che spiace, perché il problema è reale: questo dovrebbe essere, piuttosto, il momento dell’unità e della collaborazione. Compito e dovere delle Istituzioni è fornire tutte le occasioni, tutti gli strumenti e tutti i percorsi possibili affinché ogni persona possa essere accolta, dormire al caldo, avere l’opportunità di costruirsi di nuovo una vita. Chi invece rifiuta, scientificamente e volontariamente, tutte le occasioni di aiuto ha sempre e comunque il dovere di rispettare le regole e le leggi. Auspico che siano identificati e smantellati gli eventuali fenomeni di racket, ricatto o sfruttamento ai danni delle persone che dormono in strada. Questo non è un tema sul quale dividersi, ma sul quale collaborare. Il mio più grande ringraziamento va all’Arcivescovo e alla Curia, alle Associazioni e ai Volontari, che, da sempre, si impegnano gratuitamente a favore degli ultimi e delle persone più fragili. E quei colleghi Consiglieri che si permettono di invitare a un maggior impegno la Curia e l’Associazionismo la prossima volta si informino meglio su tutto il bene che da sempre Chiesa e Volontari fanno per le persone più fragili.

Delirante post antisemita della Consigliera Amore: ci stupiamo dello stupore

Se il contenuto della grafica recentemente condivisa dalla Consigliera Cinque Stelle è motivo di sdegno, indignazione e assoluta condanna, ci meraviglia il clamore che ha suscitato: chi mai pensavate fosse stato eletto, cinque anni fa?

Per quanto l’ultimo e inaccettabile caso della grafica antisemita condivisa dalla Consigliera Amore sia infinitamente peggiore degli altri per la propria assoluta gravità, è mediamente questo il livello di alcuni degli eletti in quota Cinque Stelle, ormai quasi cinque anni fa, in Sala Rossa e nelle Circoscrizioni cittadine. Ci stupiamo, dunque, dello stupore e del clamore suscitato anche a livello giornalistico e politico. 

Questo è solo il punto di gran lunga più basso di una serie di uscite una peggiore dell’altra, dai centri sociali paragonati agli ospedali fino alle occupazioni – esempio del disprezzo di ogni regola e legge – descritte come luoghi di libertà, dalle espressioni di solidarietà ai manifestanti NO TAV autori di atti di violenza fino ai post contro le Forze dell’Ordine. Farsi un giro sui vari profili social per credere. Questo è il livello di consapevolezza, questo il livello di cultura storica, questo il livello di adeguatezza a ricoprire incarichi istituzionali di una parte (solo di una parte, per fortuna) degli eletti del Movimento Cinque Stelle. I torinesi imparino dunque chi c’è, in alcuni casi, dietro al simbolo pentastellato e ne facciano tesoro.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Carlotta Salerno – Coordinatrice Provinciale dei Moderati.

“Strada della Morte” messa in sicurezza con due rotonde entro il 2022

Strada della Rezza (SP 122), accolte le mie richieste: dopo Pavarolo, anche Montaldo avrà la sua rotatoria. Abbandonato il progetto di un’unica rotonda centrale rispetto alle due intersezioni. Il piano di fattibilità sarà pronto entro l’anno in corso. Appena discussa in Consiglio Metropolitano la mia interpellanza sul tema. Risultato che accolgo con soddisfazione.

Due rotonde per mettere in sicurezza il tratto di strada della Rezza (SP 122, giornalisticamente chiamata “Strada della Morte” per il gran numero di incidenti che vi si verificano): la Città Metropolitana dice sì. Si realizzeranno entrambe le rotatorie, sia quella in corrispondenza tra la stessa SP122 e la SP4 presso Pavarolo (pronta entro la primavera del 2021) sia quella, un centinaio di metri più a nord, in corrispondenza della confluenza tra la stessa SP122 e la SP4 presso Montaldo (entro i primi mesi del 2022). Il piano di fattibilità sarà pronto entro l’anno in corso.

La sicurezza stradale è, da sempre, una mia priorità e oggi otteniamo un risultato importante per tutti gli utenti di quel tratto di strada. Molto positivo che la Città Metropolitana abbia quantificato le risorse. Il costo stimato per la prima delle due rotonde è pari a 375mila euro, per la seconda pari a 220mila. Le risorse si troveranno tra economie, avanzi di esercizio, contributo dei due Comuni coinvolti ed eventualmente Ricovery Plan. 

Positivo anche che l’Amministrazione Metropolitana abbia abbandonato l’intenzione di realizzare un’unica rotatoria in una zona mediana tra la SP122 e gli svincoli per Pavarolo e per Montaldo, soluzione costosa e poco efficace. Con la realizzazione delle tue rotonde si migliorerà la sicurezza di entrambi i sensi di marcia: un risultato molto positivo che condivido con il Sindaco Sergio Gaiotti (Montaldo), da sempre molto attento al tema della sicurezza stradale.

Ma non abbiamo controllato, prima? Nuovi tram troppo lunghi rispetto al capolinea

Succede in via Brissogne, Borgata Lesna: la storica fermata di partenza della linea 15 non può ospitare, pare, due delle nuove motrici Hitachi incolonnate. La soluzione di spostare il capolinea in via Tofane non ha senso: non si penalizza un territorio perché non siamo in grado di fare programmazione o, semplicemente, di considerare la lunghezza dei tram che acquistiamo. Presenterò sul tema un’interpellanza in Sala Rossa.

Prima ordiniamo 30 nuovi tram e poi ci rendiamo conto che sono troppo lunghi per i nostri capolinea: succede, con il 15, in via Brissogne, Borgata Lesna. La soluzione ipotizzata: trasferire, come se nulla fosse, la fermata di partenza della linea in un’altra via (nello specifico: via Tofane, a un chilometro di distanza). Il 15 è, con il 64, l’unico mezzo pubblico che serve Borgata Lesna. Il trasferimento penalizzerebbe fortemente i 10mila residenti del quartiere, ma anche gli abitanti del quartiere Aeronautica e della confinante Grugliasco. La modifica dovrebbe essere operativa a partire dal 2023, anno in cui entrerà in funzione il nuovo piano del trasporto pubblico. I nuovi tram (Hitachi si è aggiudicata il bando di gara per fornire a GTT 30 nuovi mezzi) non potrebbero incolonnarsi, a causa della loro lunghezza lineare (28 metri in totale), in via Brissogne. La spesa per l’acquisto dei tram (63 milioni di euro) è stata interamente coperta dal Ministero dei Trasporti. L’ipotesi di spostare il capolinea sarebbe mai stata presa in considerazione se non si fosse presentato il problema? Porterò il tema in Consiglio Comunale con un’interpellanza, chiedendo spiegazioni e soluzioni.

La Monorotaia di Italia ’61 come la High Line di New York? Sogno possibile

La Giunta è possibilista sul progetto dell’Ingegner Luca Valzano per restituire ai torinesi questo storico collegamento, che diventerebbe una passeggiata sopraelevata: con la mia interpellanza sul tema, appena discussa in Consiglio Comunale, ho chiesto che questo bene possa tornare a nuova vita dopo anni di abbandono.

Una nuova vita per la Monorotaia di Italia ’61, prendendo spunto dalla High Line di New York? Sognare si può. La Giunta, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, si è detta d’accordo sul fatto che un simile progetto sarebbe interessante e darebbe valore a questa storica area da troppo tempo abbandonata a se stessa. Il piano dell’ingegner Luca Valzano consiste nel recupero e nella rifunzionalizzazione della Stazione Sud e del tracciato della Monorotaia, con la trasformazione del binario sopraelevato in una passeggiata aerea, con connessione diretta al Palazzo del Lavoro. Un progetto simile, dunque, al newyorkese High Line, parco lineare realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line. Che l’Amministrazione stia prendendo in considerazione l’ipotesi è già di per sé un fatto positivo: auspico, a questo punto,  un incontro tra l’ingegner Valzano e la Giunta. Abbandonare Italia ’61 nelle sue attuali condizioni significa calpestare la storia stessa della nostra città porgendo un pessimo biglietto da visita, proprio all’ingresso della città, a chi giunge da sud. L’auspicio è che il prossimo Governo possa prendere in considerazione questa progettualità per il Recovery Fund. È fondamentale costruire fin da ora le premesse affinché la prossima Amministrazione possa realizzare un intervento importante. La riqualificazione della Stazione Sud potrebbe ospitare nuove funzioni di pubblica utilità (per esempio una caffetteria al piano terra e uno spazio polivalente per attività socio-culturale al piano sopraelevato) e rappresenterebbe un esempio di innovazione e sostenibilità.