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INTERPELLANZA – Via Vagnone 15: da residenza per anziani a “Social House”, da residenziale a commerciale. Quali accorgimenti a tutela della salute dei cittadini?

RICORDATO CHE

  • con la deliberazione della Giunta comunale del 12 aprile 2011 (mecc. 2011 02065) era stato approvato il progetto preliminare dell’intervento denominato Ristrutturazione Urbanistica in Torino, via Vagnone 15, per la realizzazione di edilizia abitativa pubblica sovvenzionata per anziani, per un importo complessivo di € 5.000.000,00 ed una disponibilità di 37 nuovi alloggi: l’Amministrazione intendeva “realizzare 30 alloggi di Edilizia Abitativa Pubblica per anziani da destinare a popolazione anziana ultrasessantacinquenne autosufficiente e relativi servizi, aperti alla cittadinanza, che si affiancheranno agli alloggi stessi. L’area oggetto dell’intervento è ubicata nella zona storica ambientale XIII, nella zona urbana di trasformazione 8t-8u – Le Chiuse, nella porzione 8t, compresa nella Circoscrizione Amministrativa n. 4 San Donato-Campidoglio-Parella e più precisamente in via Vagnone 15, nell’isolato compreso tra via Vagnone, via Le Chiuse, via Tenivelli e via San Donato.” […] “L’area è collocata in un contesto di storica urbanizzazione ove sono presenti, oltre le residenze, giardini pubblici e una elevata dotazione di servizi, di attività mercatali e commerciali, oltre al presidio ospedaliero Maria Vittoria. Sono altresì presenti, nelle vicinanze, i servizi circoscrizionali di via Bogetto 3 ove sono siti gli Uffici dell’Area Anziani e tutele e il centro diurno anziani di via Principi d’Acaja 12, ai quali l’anziano può facilmente rivolgersi per consulenze, informazioni, accesso ai servizi offerti dalla Città e presenti nel territorio quali Commissione Valutativa Geriatrica (UVG) (in collaborazione) per le persone anziane non autosufficienti, interventi di sostegno alla domiciliarità (assistenza domiciliare, assegni di cura, cure familiari, affidi diurni e residenziali, pasti a domicilio, telesoccorso), inserimenti in residenze assistenziali per autosufficienti e comunità alloggio, interventi di integrazione al reddito ed esenzione ticket sanitari, rapporti con il volontariato e la collaborazione con i servizi sanitari; attività di socializzazione, mensa, lavanderia, stireria, igiene della persona per anziani autosufficienti con  limiti  nell’autonomia.”;
  • l’intervento si inseriva nel quadro di altri programmi sperimentali per la realizzazione di “condomini solidali” riservati agli anziani autosufficienti: per tali interventi si ribadiva la necessità, per il particolare tipo di utenza, di puntare a soluzioni abitative autonome dotate di servizi, con aree integrate nel tessuto urbano, servite da mezzi di trasporto pubblico, da negozi, servizi, luoghi di relazione sociale, indicando delle linee guida progettuali e gestionali;

CONSIDERATO CHE

  • nell’ambito del progetto era stato preliminarmente necessario effettuare indagini geologiche e ambientali che avevano evidenziato il superamento, per alcuni contaminanti, delle concentrazioni per   siti   ad   uso   verde/residenziale,   dando   avvio   al   procedimento   di   bonifica   del   sito;
  • con la deliberazione della Giunta comunale del 24 gennaio 2017 (mecc. 2017 00035) è stato approvato in   linea  tecnica  il   progetto    definitivo;
  • successivamente si è provveduto a rimodulare il progetto architettonico, inserendo l’intervento nel DUP 2017/2019 al Codice Opera 4561, come attività di “Social House” ovvero di residenza temporanea;
  • con la nota prot. 4023 del 13 marzo 2018 il Servizio Edilizia Abitativa Pubblica e per il Sociale comunicava l’avvenuto cambio di destinazione d’uso dell’area in oggetto, passata da residenziale per anziani a “Social House” a carattere temporaneo, ricettivo, alberghiero, risultando applicabili le concentrazioni soglia di contaminazione per siti ad uso commerciale che portavano a considerare superato il rispetto delle concentrazioni soglia di contaminazione per siti ad uso verde pubblico e residenziale;
  • come riportato nella Determinazione dirigenziale n. 124 del 5 giugno 2018 (che si richiama integralmente) sia Città Metropolitana sia ARPA Piemonte non rilevavano elementi ostativi alla chiusura del procedimento di bonifica, esprimendo una valutazione finale complessiva favorevole all’approvazione della chiusura del procedimento per il sito in oggetto;

TENUTO CONTO CHE

  • numerosi cittadini residenti nelle vicinanze del sito in oggetto si sono rivolti allo scrivente per esprimere la loro preoccupazione per la chiusura del procedimento di bonifica, previsto per il precedente progetto di realizzazione di Edilizia Abitativa Pubblica Sovvenzionata per anziani e mutato in “Social House” con destinazione ad uso commerciale, variando così i limiti di riferimento e rendendo non necessaria la redazione dell’analisi di rischio sanitario-ambientale;
  • la destinazione ad uso commerciale non appare corretta visto che ci saranno city users che usufruiranno della struttura, seppur temporaneamente, come abitazione e una parte degli alloggi sarà destinata a famiglie in emergenza abitativa che potranno soggiornarvi per 18 mesi (rinnovabili in base al  perdurare  della necessità);
  • dalla presentazione del Progetto PonMetro TO 4.1.1 risulta che per la zona in questione (8t), in caso di acquisizione con concessione gratuita, la destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie previste siano minimo 80% della superficie a residenza e massimo 20% per attività di servizio alle persone   e   alle   imprese   e   non   si   riesce   a   risalire   alla   variazione   di   tali   percentuali;
  • in ambito architettonico sorgerebbero perplessità circa la progettazione della parte in aderenza all’edificio  di  via Vagnone 17;
  • tra ottobre e novembre 2020 pare che i condomini del civico 17 siano stati contattati dalla direttrice dei lavori, architetto Calì del Comune di Torino, tramite RR e comunicazione in bacheca condominiale, al fine di eseguire un sopralluogo negli appartamenti adiacenti all’area in questione per verifica dello stato delle murature: ai residenti la richiesta non è sembrata opportuna vista la grave   situazione               sanitaria   in   corso;

INTERPELLA

Il   Sindaco  e   l’Assessore competente  per  sapere:

  1. come verrà tutelata la salute dei residenti durante i lavori e degli ospiti a opera finita;
  2. se possano essere forniti ulteriori ragguagli in merito alla presentazione del Progetto PonMetro TO 4.1.1, ove risulterebbe che per la zona in questione (8t), in caso di acquisizione con concessione gratuita, la destinazione d’uso delle utilizzazioni edificatorie previste sarebbero minimo 80% della superficie a residenza e massimo 20% per attività di servizio alle persone e alle imprese (e i cittadini non riescono a individuare i provvedimenti finalizzati alla variazione di tali percentuali);
  3. in ambito architettonico molti cittadini nutrono perplessità sulla progettazione e realizzazione della parte in aderenza all’edificio di via Vagnone 17, nello specifico: sul dettaglio costruttivo relativo all’intercapedine tra il frontespizio sud di via Vagnone 17 e il nuovo edificio; sul dettaglio relativo al tipo di finitura a copertura del distacco; sul dettaglio relativo al distacco tra gli sporti delle falde di copertura del prospetto sud di via Vagnone 17 (sporgenti per circa 50/60 cm) ed il frontespizio del nuovo edificio. Con riferimento a questi punti si richiedono maggiori dettagli costruttivi e          disegni tecnici  per   le  parti  sopra elencate;
  4. per quale motivo nel progetto non siano stati inseriti dei servizi integrati, in considerazione del fatto che nei 32 alloggi andranno a vivere dalle 60 alle 100 persone e si sarebbero potute realizzare aule studio e una biblioteca (al momento nel progetto non pare vi siano spazi aperti alla comunità per un’integrazione dei residenti. Inoltre, verrà tolto al quartiere un parcheggio da 70 posti auto di cui         facevano  uso   gli   utenti  della  Scuola Faà  di  Bruno);
  5. se sia possibile riconvertire il preventivato progetto di Housing Sociale con caratteristiche di temporaneità in una risposta al bisogno abitativo legato ai progetti di vita indipendente ed inclusione sociale delle persone con disabilità (pur mantenendo le caratteristiche di housing, ma continuativo). Tale riconversione dovrebbe comprendere i servizi necessari sia di assistenza sia di apertura  alla  comunità;
  6. se pare d’uopo, per forme e tempi, la richiesta di sopralluogo che pare essere stata formulata nello scorso autunno dai competenti uffici  comunali.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Periferie e abbandono di rifiuti: due tra i tanti talloni d’Achille dell’Amministrazione Appendino

PREMESSO CHE

– gli interni del civico 122 di via Reiss Romoli constano di due strade caratterizzate da un’alta densità di insediamenti industriali e commerciali, da cui ne consegue un frequente passaggio di dipendenti e clienti in transito spesso anche con veicoli di grandi dimensioni;

– nella medesima zona hanno sede alcune aree per la demolizione di rifiuti industriali, quali per esempio l’azienda Stramet s.r.l., dedicato alla demolizione industriale di rottami metallici e ferrosi;

– lo scrivente ha recentemente ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini e di molti titolari di aziende che insistono sulla zona;

RILEVATO CHE

– è stato narrato allo scrivente che i titolari di alcune aziende hanno più volte evidenziato la questione al competente Assessorato (abbandono di ingenti rifiuti lungo la pubblica strada nei pressi delle loro attività) e pare che alcuni di essi abbiano già provveduto, a scopo deterrente e a proprie spese, ad installare impianti di videosorveglianza;

– pare inoltre che molti cittadini abbiano scaricato la app Junker e che abbiano segnalato con dovizia di particolari quanto avviene nella zona in oggetto, ma senza esito;

– nel sito internet di AMIAT, proprio con riferimento alla app Junker, viene espressamente riferito che “Gli utenti da parte loro possono inoltrare alla Città di Torino eventuali segnalazioni di degrado urbano allegando eventualmente una foto scattabile con il proprio smartphone.”;

– alla presente si allega la documentazione fotografica ricevuta;

– un’ulteriore problematica che affligge l’interno 5 del civico 122 di Reiss Romoli è la scarsa illuminazione causata da molti impianti dell’illuminazione pubblica non funzionanti;

– è stata inoltre da tempo segnalata la rilevante pericolosità dell’intero asse di via Reiss Romoli, derivante essenzialmente dalla velocità di percorrenza da parte di molti veicoli e dalla mancanza di uno spartitraffico centrale nonché di dissuasori e/o altri manufatti utili allo scopo;

CONSIDERATO CHE

– secondo quanto pubblicamente dichiarato, pare che recentemente l’Amministrazione stia provvedendo a installare alcune fototrappole proprio per dissuadere e sanzionare la cattiva e pericolosa abitudine dell’abbandono dei rifiuti (risposta dell’Assessore Unia all’interpellanza dello scrivente presentata il 22 luglio 2020, mecc. 2020 01635, sul tema delle discariche abusive presenti nel territorio cittadino);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda provvedere ad una pulizia straordinaria della zona in oggetto (via Reiss Romoli 122 interno 5);
  2. se l’Amministrazione abbia ricevuto i dati caricati e inviati dai cittadini sulla app Junker e come li abbia trattati;
  3. se e come l’Amministrazione intenda garantire pulizia, decoro e adeguata illuminazione a questa porzione di città;
  4. se l’Amministrazione possieda progetti, se sì quali, per garantire maggiore sicurezza stradale lungo l’intero asse di via Reiss Romoli, pur in considerazione delle peculiarità della strada e dei numerosi varchi, accessi, passi carrabili delle aziende.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Cosa ne sarà del Barattolo? Quali sono i progetti e le idee dell’Amministrazione a seguito delle intenzioni manifestate dalla Giunta regionale?

PREMESSO CHE

– con la delibera del Consiglio Comunale n. 112 del 4 novembre 2019 (mecc. 2019 01847) si provvedeva a sostituire integralmente il Regolamento n. 378 “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati”; – come riportato nel testo della delibera: “In un momento di forte crisi economica del Paese e della nostra Città, si è imposto all’attenzione un nuovo fenomeno sociale, basato sullo scambio di oggetti residuali, che presenta forti connotazioni di economia informale o circolare: è una delle risposte al disagio sociale messe in atto in particolar modo dalle fasce più deboli della popolazione, che sperano così in un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Una opportuna regolamentazione del fenomeno, finalizzata all’inclusione sociale ed economica di soggetti in situazione di svantaggio, potrebbe rispondere alle nuove sfide poste dalle conseguenze negative della globalizzazione e della crisi ambientale. Fra queste forme innovative di economia, si distinguono le attività di scambio (cioè baratto o compravendita di modico valore) di oggetti usati che non rientrano nella categoria merceologica del cibo o dell’alimentare. Tali attività commerciali sono normalmente presenti in tutte le grandi città (spesso indicate come “mercatini delle pulci”) e rappresentano, oltre che una possibilità di reddito per operatrici e operatori, anche spazi di aggregazione, di inclusione e di attrattività turistica. A Torino, questa forma di economia era ed è molto presente. Con l’abrogazione degli articoli 121 e 124 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 giugno 1931), l’articolo 6, comma 1, lettera b), del D.P.R. 28 maggio 2001, n. 311, in combinato disposto con le previsioni del Decreto Legge n. 223/2006, convertito con Legge n. 248/2006 (cosiddetta Legge Bersani) ha aperto un vuoto normativo per soggetti che non posseggono la qualifica di imprenditori commerciali (vendita al dettaglio o all’ingrosso) rendendo, di fatto, impossibile l’attività per tutte quelle operatrici e per tutti quegli operatori non in grado di sostenere le spese connesse all’apertura e al mantenimento di un’attività in proprio. Con l’approvazione, nel 2006, del Regolamento 316, la Città di Torino, prima in Italia, ha avviato una sperimentazione atta a colmare tale vuoto. Il regolamento in questione istituiva le cosiddette “aree di libero scambio” e definiva le regole per le attività in esse svolte. Negli anni, le aree di libero scambio sono aumentate di pari passo al numero di addette e addetti e hanno più volte subito cambiamenti di sede. Con la crescita del fenomeno, rinforzato anche dalla crisi economica, si è avuta, da un lato, l’estensione dello stesso ad altre fasce di marginalità sociale, e dall’altro, la comparsa di fenomeni di abusivismo e illegalità. Con deliberazione del 25 ottobre 2016 (mecc. 2016 04809/070), la Giunta Comunale ha dato avvio ad un processo di revisione delle modalità di gestione delle attività di libero scambio sul territorio cittadino in una prospettiva di inserimento delle stesse nell’ambito delle azioni di lotta alla povertà e di esclusione sociale. Gli uffici della Città hanno pertanto svolto un’analisi accurata della progettualità, al termine della quale si intende operare con una decisa modifica dell’approccio al tema. 2019 01847/096 3 Con deliberazione del 29 maggio 2017 (mecc. 2017 00547/048), esecutiva dal 12 giugno 2017, il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento “Gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati” n. 378. Nella nuova “visione”, con le attività di “Barattolo”, la Città si è proposta, da un lato, di utilizzare tutti gli strumenti necessari a promuovere dispositivi di lotta alle nuove povertà (tra i quali, appunto, il libero scambio) ed a contrastare i processi di esclusione, parimenti incentivando quelli di inclusione e dall’altro, di valorizzare i luoghi e il contesto che ospiterà le suddette attività, ed infine, ma non ultimo, eliminare l’alone di illegalità ed abusivismo che caratterizzavano le esperienze del recente passato. A tal fine, le attività denominate “Barattolo” sono state inserite in un contesto complessivo che prevede, oltre alla gestione della manifestazione, anche la promozione da parte della Città di rapporti di collaborazione con le realtà del territorio, in particolare con quelle Associazioni (senza fini di lucro) che hanno nel proprio statuto la valorizzazione dei rapporti sociali e solidali, al fine di favorire percorsi di inclusione e di contrasto alla povertà e alla marginalità sociale, il recupero e il riuso degli oggetti, sviluppando un circuito virtuoso di economia circolare e solidale. I temi su cui l’Amministrazione ha scelto di concentrarsi provando a dare una nuova risposta, incidono principalmente sulla scelta degli operatori, i beni scambiati e l’organizzazione delle attività muovendosi nel solco di tre direttrici principali che definiscono le attività di libero scambio: recupero e riciclo dei beni invenduti nell’ottica della sostenibilità ambientale, rigenerazione del territorio e maggiore regolamentazione delle attività. Tuttavia, lo stesso regolamento n. 378 ha mostrato esigenze di adattamento dettate dall’estrema variabilità delle condizioni sociali ed economiche degli ultimi anni con lo scivolamento di fasce ampie della popolazione verso situazioni di marginalità rendendo necessario adattare lo strumento regolamentare alle nuove istanze. In particolare, è emersa l’esigenza per un verso, di aumentare la quota della raccolta, con la conseguente ricaduta positiva sull’impatto ambientale, e per l’altro promuovere un ulteriore miglioramento nella gestione del fenomeno, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione delle procedure amministrative ed organizzative allo scopo di aumentare la scorrevolezza, la trasparenza e la sicurezza del sistema. Per quanto riguarda il tema del recupero e della raccolta differenziata, si sottolinea l’importante dimensione ambientale del progetto, che nel corso degli anni ha visto da un lato il progressivo aumento della differenziazione e del riuso dei materiali e dall’altro una costante diminuzione del conferimento dei rifiuti in discarica. Sotto l’aspetto della sicurezza, è previsto che ulteriori compiti di vigilanza e segnalazione siano attribuiti al gestore che dovrà segnalare agli organi istituzionali preposti ogni violazione del presente regolamento.”;

RILEVATO CHE

– nel mese di ottobre 2020 l’Assessore regionale alla Sicurezza ha avuto modo di annunciare l’intenzione di chiudere l’esperienza del Barattolo; – la dichiarazione ha avuto ampissima diffusione sugli organi di informazione; – con l’ordine del giorno n. 3 presentato in data 22 luglio 2019, discusso e approvato in Consiglio regionale nella seduta del 1° agosto 2019, è stata richiesta la modifica della D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 impegnando la Giunta regionale a eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830/2018, in considerazione dei “gravi fenomeni di degrado e disagio sociale, con particolare riferimento a vendita di merce di dubbia provenienza oppure contraffatta o ancora alimentari privi del rispetto di qualsivoglia norma igienico sanitaria”, “del profondo disagio vissuto dai quartieri – dove si localizzano tali eventi – per la permanenza di un mercato autorizzato, o comunque tollerato anche quando non autorizzato, […] ma al di fuori di ogni controllo e disciplina normativa” e di episodi di violenza verificatesi durante lo svolgimento di tali manifestazioni.; – con la deliberazione della Giunta regionale n. 28-2218 del 6 novembre 2020 si stabiliva “in ottemperanza all’ordine del giorno del Consiglio regionale n. 3 del 22 luglio 2019, di eliminare la lettera b), punto 1.2, punto 1, Capo I dell’Allegato A alla D.G.R. n. 12-6830 del 11 maggio 2018 recante “Art. 11 quinquies, comma 3 della L.R. 28/1999 s.m.i.. Criteri per lo svolgimento dell’attività di vendita occasionale nei mercatini aventi quale specializzazione il collezionismo, l’usato, l’antiquariato e l’oggettistica varia”; si decideva inoltre “che tale disposizione troverà applicazione a partire dal 23 novembre 2020.”; – con successivo provvedimento del 18 novembre 2020, deliberazione della Giunta reginale n. 2­2301, al fine di garantire una maggiore efficacia del precedente provvedimento, si stabiliva che, nelle more della convocazione del Tavolo della sicurezza sul tema, venivano sospesi gli effetti della deliberazione n. 28-2218 del 6 novembre 2020;

CONSIDERATO CHE

  • l’Amministrazione comunale ha recentemente approvato misure per una nuova regolamentazione del mercato di libero scambio e che, successivamente, l’area di via Carcano è stata interessata da rilevanti interventi di adeguamento e miglioramento (a carico del bilancio pubblico) al fine di ospitare il Barattolo anche nella giornata del sabato;
  • è estremamente probabile che il tema della cancellazione del Barattolo venga riattivato e ripreso da alcune forze politiche in vista della prossima campagna elettorale;

INTERPELLA

Il  Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e come l’Amministrazione stia operando per farsi trovare pronta qualora dovesse mutare lo scenario legislativo regionale in tema di mercatini e libero scambio;
  2. se l’Amministrazione intenda alleviare il peso gravante da tempo sulla Circoscrizione VII, prevedendo la periodica rotazione su tutte le Circoscrizioni cittadine del Barattolo;
  3. se l’Amministrazione stia valutando nuove modalità per la gestione del Barattolo e, se sì, quali.

Silvio Magliano

La spada di Damocle su piazza Baldissera (e dintorni)

Fra un anno, nuovi e ingenti flussi di traffico si riverseranno in zona dalle autostrade: attualmente, la conformazione urbanistica del quartiere non è attrezzata per assorbirli. Senza interventi, sarà il delirio. Non ci sono altre soluzioni: serve il tunnel.

Primi mesi del 2022: il traffico veicolare proveniente dalle autostrade Torino-Milano, Torino-Aosta e Torino-Caselle potrà incanalarsi su corso Venezia, grazie all’apertura del raccordo con corso Grosseto. Uno stress che piazza Baldissera, pur se semaforizzata, rischia di non essere in grado di assorbire e smaltire. Il rischio è il formarsi di ingorghi tali da bloccare completamente la circolazione. Rischiamo che gli scenari da “girone infernale degli automobilisti” visti alla fine del 2018 (e non solo allora) si ripresentino. Una spada di Damocle incombe su piazza Baldissera e sulle altre intersezioni del quartiere. Tutte le criticità si possono prevenire in un solo modo e in maniera definitiva: con il sottopasso. Le parole dell’Assessore Lapietra, secondo la quale la linea tranviaria lungo il diametro della rotonda e l’introduzione dei semafori garantiranno “la stessa efficacia a un decimo del costo” rispetto al tunnel, rischiano di essere clamorosamente smentite dai fatti già nei prossimi mesi. E non possiamo permettercelo. Piazza Baldissera ha bisogno di essere sgravata dall’afflusso di auto. E questo si ottiene in un modo solo: con il tunnel.

Nessuno tocchi i fondi regionali per la scuola

La Giunta Regionale ha provato a tranquillizzarci, rispondendo poco fa al mio Question Time sul tema, sulla propria intenzione di non ridurre le risorse per l’istruzione né quelle per gli assegni di iscrizione presso le Scuole Paritarie. Negli scorsi giorni, preoccupanti articoli sono stati pubblicati dagli organi di stampa, con la notizia di tagli per 5 milioni di euro nel bilancio di previsione. Ci assicureremo che alle parole dell’Assessore Chiorino seguano i fatti. Scuola e libertà di educazione non possono assorbire nuovi tagli dopo un anno di COVID.

La Giunta assicura, rispondendo a un mio Question Time sul tema, che non ci saranno tagli alle risorse per la scuola: bene, prendiamo atto e verificheremo che alle parole seguano i fatti. Riduzioni rilevanti nel Bilancio Previsionale 2021 su diverse voci, tra le quali la scuola (con 5 milioni di euro in meno) e in particolare gli assegni di iscrizione e frequenza per le Scuole Paritarie (con un milione in meno), sono state nei giorni scorsi oggetto degli articoli degli organi di stampa. Il Piemonte non potrebbe assorbire una diminuzione delle risorse, in una situazione di perdurante emergenza che richiederebbe, al contrario, nuovi fondi su libertà di educazione e diritto allo studio. L’Assessore Chiorino ha negato di voler procedere a tagli, facendo anzi un riferimento a verbale, per quanto generico, a una futura integrazione delle risorse. Ci auguriamo sinceramente, come Moderati, che sia davvero così. Lo stanziamento dei fondi previsto nel bilancio 2020 non è risultato sufficiente a coprire tutte le domande presentate per l’attribuzione dei voucher per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa e trasporti. Un anno di pandemia ha colpito in maniera durissima la scuola e le famiglie piemontesi. Oggi più che mai la politica ha il dovere di sostenere l’una e le altre. La scuola è forse l’ultimo vero ascensore sociale rimasto nel nostro Paese. Il Sistema Paritario è riconosciuto dalla Legge Berlinguer del 2000, così come riconosciuta è la sua funzione pubblica. Il centrodestra in Regione, che tante promesse aveva fatto due anni fa in tema di parità scolastica, dimostri nei prossimi mesi e anni di saperle mantenere: fino a questo momento ha, sul tema, più volte deluso.