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Trasferimenti da corso Racconigi 25, non dimentichiamoci dei proprietari

L’Assessora Caucino ha garantito, rispondendo al mio Question Time sul tema, che sono ripresi i colloqui per trovare per tutti una soluzione adeguata: vigilerò perché si proceda con la dovuta attenzione. Se per gli affittuari sarà concordato il trasferimento in altri stabili ATC, la difficile situazione dei proprietari, possessori di un appartamento nel quale non potranno restare e che non potranno rivendere, è più complessa. Gli spostamenti sono necessari alla luce dei problemi di statica dell’edificio, emersi nel 2018.

Una nuova e adeguata sistemazione per tutti i cittadini attualmente residenti in corso Racconigi 25 a Torino, proprietari privati compresi? Un risultato raggiunto, si spera, in un futuro non troppo lontano, ma al momento soltanto una speranza.
L’Assessora Caucino, rispondendo poco fa a Palazzo Lascaris al mio Question Time sull’argomento, ha garantito che i colloqui con i proprietari di alloggi nello stabile sono prontamente ripresi dopo l’interruzione durante i mesi di lockdown. Prendo atto della risposta: vigilerò perché alle parole seguano i fatti, se possibile in tempi brevi e con risultati soddisfacenti.
Proprio da questi colloqui, infatti, dovrebbe scaturire una soluzione soddisfacente per chi ha riscattato il proprio alloggio da ATC o l’ha acquistato da terze parti. 
Il trasferimento a scopo precauzionale di tutte le famiglie residenti è stato deciso alla luce del rischio di cedimenti strutturali dell’edificio al civico 25: le criticità sono emerse già nel 2018. Se gli affittuari di unità ATC sono o saranno trasferiti in appartamenti equivalenti, più complessa è la situazione per i proprietari privati, possessori di un appartamento nel quale non potranno restare, ma che non potranno neppure rivendere. Alcuni hanno un mutuo aperto, altri ancora hanno fatto investimenti anche cospicui in manutenzione straordinaria e migliorie. 
La strada che si sta seguendo è la permuta con un’altra abitazione ATC: perché questo si concretizzi con la soddisfazione di tutti, la strada è appunto quella dell’interlocuzione con le singole famiglie. Mi assicurerò che il processo sia seguito con la dovuta attenzione e il giusto grado di approfondimento, cosa a proposito della quale ho, per il momento, i miei dubbi. 

Combi riqualificato, ci sia spazio anche per le esigenze di disabilità e fragilità

Corso Unione Sovietica 220/D: Iaria, “Assessore dei Sì”, non dica “no” a un parcheggio adeguato, alla messa in sicurezza dell’area e alla riqualificazione dell’adiacente basso fabbricato: interventi fondamentali per quel polo nel quale si trovano servizi per la disabilità del Comune di Torino e sedi di Associazioni.

Accolgo come notizia estremamente positiva il progetto di riqualificazione dell’area ex Combi (e in particolare degli spazi centrali attualmente dismessi e inutilizzati) con la realizzazione di un centro a vocazione sportiva e universitaria. Un bel progetto, che tuttavia non basta: con un’interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale ho chiesto garanzie in merito alla necessità di intervenire, in maniera prodromica o in parallelo, sulla struttura di corso Unione Sovietica 220/D, vero polo della disabilità, sede di diversi Servizi comunali, del “Servizio Passepartout” e di diverse realtà del Terzo Settore e dell’Associazionismo. Urgono un parcheggio di ampiezza adeguata, una recinzione e la ristrutturazione del basso fabbricato in corrispondenza con la Scuola di Management ESCP Business School. Ho invitato l’Assessore Iaria, che sempre più si sta affermando quale “Assessore dei Sì”, a non dire “no” a queste richieste.. Le recinzioni attualmente esistenti sono assolutamente inadeguate, mentre il villino rimesso a nuovo potrà accogliere laboratori e attività varie. Si possono immaginare opere a scomputo o altre formule: basta che ci si faccia carico di queste istanze. Non vorrei che,nelle more della firma dei vari protocolli, si “dimentichino” le precise richieste del mondo della disabilità. Nella delibera “Protocollo di intesa per la riqualificazione dell’area ex Combi tra Città, Università degli Studi e Politecnico di Torino” è espressa l’intenzione di tenere conto delle necessità di tutte le realtà esistenti in zona: mi aspetto che si faccia seguito a queste intenzioni teoriche non dimenticando nella pratica le esigenze della disabilità e della fragilità. Impegno che, nella risposta a verbale, non mi pare sia stato affermato con fermezza.

Suolo pubblico gratuito per gli espositori di mercati tematici e feste di via: il Consiglio Comunale dice sì

Oltre alla mia mozione che lo chiede, passa in Sala Rossa anche il mio ordine del giorno per la revisione della Legge Regionale sui mercatini periodici: doppio risultato che accolgo con soddisfazione e che sarà utile per il sostegno a settori importanti e per superare una delle normative nei fatti meno applicate a livello piemontese.

Due su due: doppio risultato portato a casa in Consiglio Comunale. I colleghi Consiglieri votano a favore, in rapida successione, in merito a una mia mozione e a un mio ordine del giorno.

Con la mozione impegno l’Amministrazione a riconoscere una sospensione della COSAP per gli operatori dei mercati tematici periodici e delle feste di via, dopo aver ottenuto la riapertura al pubblico, in presenza e senza ulteriori ritardi, degli uffici della Divisione Commercio destinati a svolgere le funzioni amministrative (essenzialmente rilascio e rinnovo dei tesserini). Una misura, quella sulla gratuità del suolo pubblico, di sostegno sostanziale agli organizzatori, ai Presidenti, ai commercianti e agli espositori, utile per far ripartire un settore che vedrà nuovamente organizzati eventi di interesse e richiamo. Giusto, dopo aver garantito un’analoga esenzione per quanto riguarda i dehors, fare lo stesso per quanto riguarda questo segmento.

Con l’approvazione del mio Ordine del Giorno, la Giunta potrà avviare, forte del mandato del Consiglio Comunale, le opportune interlocuzioni con la Regione Piemonte affinché sia sospesa e, a tendere, profondamente rivista la disciplina regionale in tema di vendita occasionale su area pubblica. Questa è una delle leggi regionali meno osservate in assoluto. In queste settimane post-quarantena ci siamo trovati nella paradossale situazione per cui gli espositori non potevano mettersi in regola, dal momento che quasi sempre chiusi erano gli sportelli per il rilascio e il rinnovo dei tesserini. Rivedere la normativa, a partire dalla possibilità di estendere oltre il limite di 18 “timbrature”annuali il diritto di partecipare come espositori ai mercatini stessi, è necessario, a maggior ragione in una fase di crisi economica nella quale per un numero crescente di persone gli introiti derivanti dalla partecipazione ai mercatini diventano necessari per la sussistenza.

L’attuale normativa è restrittiva, penalizzante per un settore che coinvolge migliaia di persone e di fatto non applicata se non a macchia di leopardo.

Quattro mesi per una pratica all’archivio edilizio comunale

Architetti, ingegneri e geometri devono attendere, a Torino, tempi lunghissimi per consultare una pratica: la ripartenza dopo il lockdown è al rallentatore. Ho portato il problema in Sala Rossa con un’interpellanza appena discussa. Le imprese hanno l’urgente esigenza di ricominciare a lavorare: facciamole ripartire per trainare la ripresa cittadina.

Vi sono professionisti che sono stati rimandati, per la consultazione delle pratiche necessarie, a ottobre. Un tempo davvero troppo lungo per chi ha urgenza di verificare lo stato dell’arte di uno stabile o di un cantiere prima di far partire un nuovo lavoro. A occuparsi della digitalizzazione dei fascicoli vi è stata per lungo tempo una sola persona: una seconda è stata affiancata alla prima da pochissimi giorni. Il ritardo è un’ovvia conseguenza anche di questo dato (non letto a verbale dall’Assessore nella sua risposta, ma comunicato in un secondo momento con risposta scritta). Nonostante le dichiarazioni della Giunta, spesso roboanti in tema di innovazione, siamo oggettivamente in ritardo nel percorso verso la piena digitalizzazione di questo settore. Per far partire una pratica edilizia (e dunque per dare lavoro a tante persone) quattro mesi sono un tempo spropositato. Le imprese edilizie del nostro territorio vorrebbero ricominciare a lavorare: mi aspetto che l’Amministrazione dia loro una mano snellendo e rendendo più spediti i processi. La nostra città ne ha assoluto bisogno per ripartire.

«La prossima pandemia di cui occuparsi? Potrebbe essere quella della sofferenza mentale»

Lo afferma l’Università di Torino sulla base dei preoccupanti dati di uno studio appena pubblicato. Non riaprire l’SPDC del Mauriziano è a maggior ragione un’ipotesi senza senso: sarà presto discusso in Consiglio Regionale il mio OdG sul tema.

«La sofferenza mentale potrebbe rappresentare un’ennesima pandemia di cui occuparsi, soprattutto per i soggetti più a rischio, quali i giovani, le persone sole o chi ha perso o rischia di perdere il lavoro»

Lo dichiarano gli esperti del dipartimento di Scienze della Salute Pubblica e Pediatrica dell’Università di Torino. Ancora più assurda appare, alla luce di questa situazione, l’ipotesi di non riaprire il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Mauriziano di Torino. Con un mio Ordine del Giorno presto discusso in Consiglio Regionale chiederò che quei sedici posti letto, negli scorsi mesi destinati a pazienti COVID-19, tornino a essere destinati a pazienti con disturbi psichiatrici gravi. Gli effetti di una pandemia globale non ancora conclusa e quelli di una crisi economica durissima rischiano di tradursi in un drammatico aumento dei casi clinici che necessitano di cure psichiatriche  Lo studio dell’Università di Torino, appena pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, riporta che un italiano su quattro (24%) ha sofferto, durante la fase di lockdown, di depressione; molto diffusi anche stati ansiosi (ne sono colpiti 23 italiani su 100) e insonnia (42%). L’indagine è stata condotta su un campione di 1.500 soggetti tra il 19 aprile e il 3 maggio scorsi. Davvero non possiamo permetterci di rinunciare a un reparto da 16 posti letto con medici e professionisti di eccellenza come quello di largo Turati a Torino. Tantomeno in questa fase.