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I malati cronici non siano costretti a rinunciare alle cure in questa fase di emergenza

Ho presentato un Question Time a Palazzo Lascaris per chiedere che sia garantita la continuità assistenziale e di cura per le persone affette da malattie croniche, rare o con necessità di trattamento del dolore cronico: il COVID-19 non cancella purtroppo le altre malattie.

Chiudono ambulatori, poliambulatori, day hospital, day service e talvolta interi reparti. Un gran numero di specialisti degli ambulatori è destinato ad altre attività relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma non per questo le altre malattie sono scomparse in questa fase di massima emergenza. Ho appena presentato in Consiglio Regionale un Question Time per chiedere alla Giunta di intervenire affinché sia garantita la continuità assistenziale ai malati cronici. C’è un’ampia fetta di popolazione, oggi, preoccupata non soltanto di contrarre il COVID-19, ma anche di non poter proseguire le cure richieste dalla propria situazione medica di partenza. In particolare per chi soffre di patologie croniche e rare, di patologie su base autoimmune, di gravi forme di patologia reumatica e di patologie che necessitano di un trattamento del dolore cronico l’interruzione della continuità delle cure può risolversi in una recrudescenza della malattia stessa. Le sole patologie di tipo reumatologico sono oltre 120, ciascuna con bisogni differenti e talvolta ultraspecialistici. La gestione dell’attuale emergenza non può tradursi nella negazione dei bisogni di centinaia di migliaia di altri malati sul territorio piemontese.

Via Nizza 22/F, chi vincerà la volata tra le bici, i monopattini, le auto e la sicurezza dei bambini?

Davanti agli Istituti Bonacossa/Fregonese sfrecciano ciclisti, monopattinisti e automobilisti, rischiando di travolgere genitori e piccoli alunni nelle fasce orarie di entrata e uscita da scuola. Ho appena presentato, sul tema, un’interpellanza in Sala Rossa.

La ciclabile c’era già. E funzionava. Come funziona tuttora, sul lato dei civici dispari di via Nizza, marciapiede est. Ma porta con sé una macchia irredimibile, l’essere stata voluta dalla precedente Giunta. E così l’attuale Amministrazione ne ha realizzata un’altra, parallela e adiacente al marciapiede ovest. Proprio così: una seconda pista ciclabile sulla stessa strada. La nuova ciclopista passa proprio davanti alle Scuole Bonacossa e Fregonese. Davanti al civico 22/F i genitori accompagnano e attendono. rispettivamente nelle fasce orarie d’entrata e di uscita, le bimbe e i bimbi: sono circa 200 a frequentare le classi della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria. Facile immaginare la quantità di persone presenti sul marciapiede nelle ore “di punta”. Sull’adiacente ciclabile a doppia corsia sfrecciano talora a velocità folle, come da me verificato personalmente, biciclette e monopattini. A centro strada accelerano le auto dopo lo stop al semaforo di largo Marconi. Le situazioni di pericolo sono all’ordine del giorno. Ho fatto mie le richieste delle Scuole e delle famiglie, che chiedono a gran voce maggiore sicurezza. In particolare, con un’interpellanza già depositata in Sala Rossa, chiederò alla Giunta Appendino interventi finalizzati a rallentare la velocità, in quel tratto di strada, sia dei veicoli a motore sia di biciclette e monopattini, tramite il posizionamento di dissuasori e con il potenziamento della segnaletica sia orizzontale sia verticale. Proporrò inoltre di realizzare un dosso in corrispondenza dell’attraversamento pedonale, sulla falsariga del manufatto già presente nella vicina via Emanuele Thesauro. Segnalo che a fine ottobre sono comparse nuove strisce bianche lungo la ciclabile, ma in posizione errata rispetto alle necessità (vedi foto in evidenza): anche su questo chiederò informazioni all’Assessore competente.

Ex Astanteria Martini, il lungo sonno delle Istituzioni

Da troppo tempo sul tema della struttura abbandonata di largo Cigna a Torino né la Regione né il Comune si muovono: il risultato è un ricettacolo di degrado, proprio quando più avremmo bisogno di posti letto.
 
Avremmo bisogno di posti letto, ci ritroviamo degrado e sospette occupazioni abusive: ecco la situazione attuale dell’ex Astanteria Martini di largo Cigna 74 a Torino. Il tema è oggetto di due mie interpellanze, una appena discussa in Consiglio Comunale e l’altra già presentata in Consiglio Regionale. 

All’Amministrazione Civica contesto la sostanziale inerzia, laddove si sarebbe potuto e dovuto cercare un’interlocuzione con l’ente regionale e con l’Asl proprietaria del bene per provare a dare una svolta a una situazione che, lungi dall’essere risolta, peggiora con gli anni. Viviamo in questi tempi difficili una drammatica carenza di posti letto e simili strutture sarebbero oggi più che mai utili. Per quanto riguarda la sospetta presenza di soggetti che si introducono abusivamente nell’ex Astanteria, la risposta “non ci sono giunte segnalazioni a riguardo” è, da parte dell’Assessore Iaria, assolutamente insoddisfacente. Mi auguro almeno che ora il Comune faccia, con la Municipale, le proprie verifiche.

Discuterò prossimamente la mia interpellanza anche in Consiglio Regionale: la prospettiva della realizzazione di un poliambulatorio è auspicata dai residenti e mi troverebbe assolutamente favorevole. Urge una programmazione seria per dare nuova vita a un bene inutilizzato dal lontano 2003 e per riqualificare un quartiere che si sente sempre più abbandonato dalla politica.

Servizio Trasporto Persone con Disabilità, è arrivato il momento di cambiare modello

Le criticità ancora irrisolte (che riguardano ora anche i Centri Diurni, oltre al Servizio Studenti e ai Buoni Taxi) e la necessità di un nuovo ricorso all’Articolo 30 da parte dell’Amministrazione sono segnali inequivocabili: serve un altro tipo di organizzazione, magari mettendo in campo GTT o introducendo procedure di accreditamento affinché i Centri stessi possano gestire autonomamente il servizio.

Se un’Amministrazione deve ricorrere più volte in pochi anni all’Articolo 30, significa che c’è un problema: esattamente questo è il caso del Servizio Comunale Trasporto Persone con Disabilità gestito da Tundo. Le criticità sono sotto gli occhi di tutti, tra stipendi non pagati o pagati in ritardo, TFR che non arrivano e disservizi per utenti e famiglie. Per quanto la Città stia provando a fare la sua parte (tutti gli stipendi arretrati saranno versati entro fine mese), dobbiamo pensare a un nuovo modello perché questo – come ormai sotto gli occhi di tutti – non funziona. 

Rilancio ancora una volta l’ipotesi di mettere in campo la società di trasporto pubblico GTT, garantendo così un servizio privo di intoppi operativi e di natura finanziaria. Per quanto riguarda i Centri Diurni, servizio che a sua volta sta cominciando a far registrare disservizi, è ora di provare a immaginare, per esempio, nuove procedure di accreditamento o modalità che permettano ai Centri di gestire direttamente il servizio di trasporto, magari dotandosi di personale aggiuntivo, Guardiamo in questo senso alle esperienze virtuose di comuni come Genova.

Soltanto in questi ultimi giorni, con un minor numero di persone da trasportare a causa del lockdown, è in parte rientrata l’emergenza disservizi. Pur nell’attenzione alla materia dimostrata dall’Assessorato, non nascondo la mia preoccupazione e mi auguro che, dove mancante, la ditta riceva le dovute sanzioni.

Nella mia interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale, ho toccato anche altre criticità, quali il numero ridotto di mezzi utilizzato (37, contro i 40 su strada indicati nel capitolato), la copertura assicurativa dei mezzi, la regolarità della licenza per l’esercizio del servizio di trasporto, la sanificazione dei mezzi, le visite mediche di controllo e le condizioni dell’uso del posteggio in piazzale Caio Mario. Mi auguro che la Città abbia la forza di controllare singolarmente tutti i vari casi, senza doversi basare sulle sole autocertificazioni da parte dell’azienda.

La “lezione” delle Scuole di Lingua non è stata appresa

Dopo la “dimenticanza” della scorsa primavera, neppure per questo secondo lockdown sono stati previsti ristori per le Scuole di Lingua e per le Scuole di Italiano per Stranieri: occorre porre rimedio al più presto o le realtà di questo importante comparto culturale saranno decimate. Garantisco il mio impegno in Consiglio Regionale.

Ci risiamo: eccoci di nuovo a tentare una corsa contro il tempo per salvare il settore delle Scuole di Lingue e delle Scuole di Italiano per Stranieri dal collasso finanziario. Il codice Ateco 855930 (Scuole e Corsi di Lingua) è rimasto escluso dal Decreto Ristori bis: la lezione, evidentemente, non è stata imparata. Tale mancato inserimento nell’elenco dei beneficiari dei ristori rischia di avere risvolti drammatici: ancora una volta le realtà del settore della formazione linguistica in Italia e in particolare del settore dell’organizzazione dei soggiorni linguistici rischiano di essere decimate. Non basta la considerazione che queste attività possono proseguire online la loro attività. Queste attività hanno subito drammatiche perdite di fatturato negli ultimi dieci mesi e oggi hanno bisogno di un sostegno reale e immediato. Mi farò portavoce di questa esigenza in Consiglio Regionale: alla GIunta Cirio chiedo un atto di coraggio a tutela di realtà private che si sostengono con le quote versate dagli studenti stessi. Per queste Scuole la didattica a distanza non è, di fatto, un’alternativa praticabile, dal momento che il pubblico di riferimento concepisce corsi di questo tipo quasi esclusivamente in presenza. Almeno la Giunta Regionale ne tenga conto.