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Maggioranza e Giunta si oppongono alla riapertura dei Servizi Psichiatrici al Mauriziano

Bocciato a Palazzo Lascaris il mio Ordine del Giorno sul tema: il centrodestra si assume e si assumerà tutta la responsabilità politica di questa decisione, che avrà conseguenze gravissime e che dimostra un’assoluta incapacità di comprendere la realtà che ci circonda e le necessità dei cittadini. Non era questa la Giunta che si opponeva al taglio dei posti letto?  Mi auguro che ora familiari dei pazienti e Associazioni facciano sentire la loro voce. Non è facendo sparire i posti letto che faremo sparire le malattie psichiatriche.

Torino è, da oggi, meno strutturata per la gestione della richiesta di cure psichiatriche del post-emergenza. Ancora una volta, la Maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte boccia con un secco “niet” un mio Ordine del Giorno per provare ad affrontare il prossimo futuro con il massimo degli strumenti a disposizione. La Giunta prova a rimandare il problema a un nebuloso futuro, ma lo fa con promesse troppo vaghe per poter essere credibili.

Con il mio atto chiedevo la riapertura, dopo i mesi di chiusura a causa dell’emergenza da COVID-19, del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale Mauriziano. Ma il centrodestra ha votato contro: faremo dunque a meno di quei 16 preziosi posti letto (percentuale che sfiora un quarto dei 70 a disposizione a Torino).

La mia preoccupazione è massima, alla luce dei dati statistici che raccontano di una crescita esponenziale delle criticità psichiatriche dopo i mesi del picco dell’emergenza, non solo tra chi si è ammalato di COVID-19 e tra chi ha perso una persona cara a causa del virus, ma anche tra chi ha perso il lavoro o ha subito danni economici rilevanti. 

Ci sono patologie psichiatriche che non possono essere gestite con una consulenza ambulatoriale: servono posti letto. Con questa scellerata decisione la Maggioranza dimostra di non avere capito nulla della fase storica che stiamo vivendo e di non aver colto quante e quali conseguenze la pandemia sta avendo e continuerà ad avere a livello psichiatrico sulla popolazione. Una scelta particolarmente grave nella città di Andrea Soldi. Spero che ora i familiari dei pazienti e le associazioni facciano sentire la loro voce.

Un recente studio dell’Università di Torino ha fatto emergere scenari preoccupanti. Dal tale studio, pubblicato il mese scorso sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, emerge che un italiano su quattro (24%) ha sofferto, durante la fase di lockdown, di depressione; molto diffusi anche stati ansiosi (ne sono colpiti 23 italiani su 100) e insonnia (42%). 

Questa è una decisione scientemente presa, alla luce di ragioni di mero risparmio economico, di fronte alla quale le vaghe promesse della Giunta – la stessa Giunta che ha sempre provato a presentarsi come contraria al taglio di posti letto – valgono poco. 

Quale futuro per l’Ospedale di Settimo? Imbarazzante “non risposta” della Giunta in Regione

Con un Question Time ho chiesto in Aula notizie sulle prospettive future all’indomani della conclusione della sperimentazione gestionale che ha portato la struttura di via Santa Cristina 3 a essere, per 10 anni, presidio accreditato a gestione pubblico-privato (utilizzato dal pubblico per la lungodegenza e per la riabilitazione): l’Assessora alla Cultura (non l’Assessore alla Sanità) si è limitata a elencare, in replica, le scelte di altre Regioni. Sul Piemonte non una parola specifica. Mai sentita una cosa del genere, porterò nuovamente il tema a Palazzo Lascaris con un’interrogazione. Cittadini e lavoratori aspettano risposte.

Mai visto nulla di simile: la Giunta Regionale, “rispondendo” (virgolette d’obbligo) poco fa al mio Question Time sul futuro dell’Ospedale Civico Città di Settimo, ha taciuto clamorosamente sull’oggetto della questione. La mia domanda era chiara: la Giunta Regionale ha intenzione di mantenere l’attuale gestione o è al vaglio un’ipotesi di cessione?

Domanda puntuale e precisa, alla quale sarebbe bastata una risposta altrettanto stringata, purché chiara. Ho ricevuto in replica, invece, l’elenco delle opzioni teoricamente a disposizione della Regione Piemonte (ritorno all’area pubblica, stabilizzazione o completa privatizzazione) e qualche esempio delle decisioni prese da altre Regioni. E il Piemonte? Non è dato sapere. Solo un generico “la decisione è complessa” e altrettanto generiche rassicurazioni sul fatto che l’operatività del presidio non sarà – e ci mancherebbe altro – ridotta.

I fatti che mi hanno portato a presentare il mio atto in Consiglio Regionale: questa struttura è stata gestita dal 2007 al 1° febbraio 2019 in sperimentazione gestionale dalla Società SAAPA S.p.A  (Società Assistenza Acuzie e Post Acuzie), alla quale partecipano in qualità di soci l’Asl To4, l’Asl To2, il Comune di Settimo, la Cooperativa Sociale Pier Giorgio Frassati e il Patrimonio della Città di Settimo. Questo innovativo modello di management coinvolge nel programma di sperimentazione il settore privato, privilegiando quello appartenente alla sfera della cooperazione sociale. Il termine della sperimentazione non è ulteriormente prorogabile.

Presenterò un’interrogazione, sperando di ricevere in Aula una risposta degna di questo nome, possibilmente da parte dell’Assessore alla Sanità e non da parte dell’Assessora alla Cultura. I cittadini e i lavoratori della struttura aspettano risposte e io con loro.

Dottorato per l’Intelligenza Artificiale al Politecnico, buona notizia: ora portiamo a Torino l’Istituto Nazionale per l’IA

Occasione da non perdere affinché la nostra città torni a essere un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, creando sviluppo e attirando talenti.

Portato “a casa” (al Politecnico di Torino) il primo dottorato nazionale sull’Intelligenza Artificiale, torno a esprimere l’auspicio che anche il nuovo Istituto Nazionale per l’Intelligenza Artificiale approdi nella nostra città, che potrà così diventare una delle capitali di questo settore. Sostengo senza mezzi termini la proposta lanciata nelle scorse settimane da Don Luca Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino): una proposta che va nel senso dello sviluppo e della crescita e che potrà consentire a Torino di tornare ad attrarre talenti. La nostra città ha tutte le potenzialità e le infrastrutture per rappresentare una candidatura credibile. Le ricadute in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio sono facilmente immaginabili. Mi metto a disposizione a mia volta per un progetto che sostengo, così come sostengo l’idea di avviare al più presto un tavolo di lavoro. Anche la politica è chiamata a rispondere: progetti di questo tipo vanno oltre gli schieramenti. Sono in gioco sviluppo, competitività e sostenibilità. 

Niente cure odontoiatriche da cinque mesi: ora è vera emergenza

I servizi odontoiatrici della Casa della Salute Valdese di via Silvio Pellico a Torino, tra le poche opportunità di accedere a questo tipo di prestazione sanitaria per tanti torinesi che non possono permettersi il privato, non hanno ancora ripreso l’attività dopo il lockdown. Ancora non è stata comunicata una data certa per la riapertura. In tanti stanno rinunciando a curarsi, con le conseguenze che si possono intuire. La Regione Piemonte nega il permesso per la riapertura alla luce di alcune criticità oggettive: affronterò il tema a Palazzo Lascaris.

«Buongiorno, vorrei prenotare una visita

«Non abbiamo ancora ripreso l’attività odontoiatrica dopo l’emergenza da COVID-19»

«E quando riaprirete?»

«Non lo sappiamo ancora»

Chiunque abbia provato a fissare un appuntamento odontoiatrico presso la Casa della Salute Valdese (via Silvio Pellico 19 a Torino) si è sentito dare, in queste settimane, risposte simili: da cinque mesi – dall’inizio del lockdown – la struttura infatti è ferma e non ha ancora ripreso l’attività. Nessuna data, nemmeno ipotetica, per la riapertura. Difficile che si riprenda prima dell’autunno. Altre realtà analoghe, quali Pinerolo e Rivoli, funzionano a pieno regime da fine maggio. La Regione nega il permesso per la riapertura: tra gli altri problemi riscontrati, manca una fornitura sufficiente di DPI.

A fare le spese di questa situazione sono le fasce di utenza con minore possibilità economiche. Ci sono persone che da mesi rinunciano a curarsi e a risolvere i propri problemi odontoiatrici: per loro, il privato è infatti economicamente proibitivo. Si rivolgono dunque a strutture come quella di via Silvio Pellico.
Questa situazione, inoltre, avrà ripercussioni gravissime sulle liste d’attesa, già attualmente chilometriche, creando una concentrazione di richieste ingigantita da quasi un semestre di inattività.

Presenterò un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per affrontare queste criticità e per difendere il diritto alla cura di tutti i cittadini.

Via Bologna 267/5 è nel caos

Spaccio, minacce ai residenti, furti e aggressioni nel complesso ATC: porterò il tema in Sala Rossa con un’interpellanza.

Altro che situazione sotto controllo: nelle case ATC di via Bologna 267/5 le criticità sono esplose. I residenti riferiscono che le persone che, a decine, si sono stabilite in zona a bordo di camper e roulottes, utilizzando abusivamente acqua e luce, hanno un atteggiamento sempre più aggressivo con i residenti (minacciati o rimproverati, semplicemente, per il fatto di passare a bordo della propria auto), fanno il bello e il cattivo tempo, utilizzano le cantine come loro deposito personale, vi collocano pneumatici e altra mercanzia. In zona lo spaccio continua a essere un problema gravissimo. I furti nelle cantine sono all’ordine del giorno. L’illuminazione è carente. Dagli ultimi piani delle palazzine si staccano calcinacci. Presenterò nei prossimi giorni un’interpellanza sul tema.