Skip to main content

Torino Zona Rossa: si sospenda immediatamente la Zona Blu

Chiediamo inoltre che la sospensione scatti in automatico nel caso in cui la Zona Rossa si attivi nuovamente in futuro.

Siamo in Zona Rossa: chiedo pertanto che si sospenda immediatamente la validità della Zona Blu del posteggio a pagamento. Chiedo inoltre che il Comune disponga che la gratuità del posteggio su strada su tutto il territorio cittadino si applichi automaticamente nel caso in cui la Zona Rossa scatti nuovamente in futuro, cosa che non ci auguriamo assolutamente. Le condizioni oggettive che hanno portato alla giusta decisione di sospendere, come da me richiesto, la sosta a pagamento nei mesi passati si stanno, purtroppo, verificando di nuovo. Vogliamo evitare che i mezzi pubblici tornino a essere affollati oltre un livello gestibile. Le tante richieste che, in questo senso, ci stanno arrivando da parte di cittadini ci fanno pensare che questo pensiero sia condiviso da molti: la Giunta Appendino prenda atto e agisca di conseguenza.

Corso Marconi sia sicuro e accessibile: a quando la “piazza” di fronte alla Scuola Manzoni?

Questo nuovo spazio pedonale è stato a più riprese promesso dall’Amministrazione insieme alla pedonalizzazione dei due controviali tra corso Massimo d’Azeglio e via Madama Cristina. Domani in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema: chiederò inoltre novità sulla mappatura delle barriere architettoniche e quali siano i progetti della Giunta per tutta la zona.
Alunni e genitori dell’Istituto Comprensivo Manzoni la chiedono a gran voce insieme agli insegnanti; la stessa progettualità del Torino Mobility Lab la prevedeva: quando vedremo la pedonalizzazione dei due controviali di corso Marconi? Quando sarà inaugurata la “piazza”, cioè l’area pedonalizzata di fronte alla scuola Manzoni, a disposizione della cittadinanza? Gli insegnanti chiedono inoltre di poter usufruire di un tratto di controviale per fini ludici e didattici. 
Ma l’Amministrazione – che di questo progetto è sempre stata promotrice, così come della sperimentazione Scuola Car-Free – non ha ancora provveduto a mettere in sicurezza l’area. La Scuola Manzoni non è ancora stata messa nelle condizioni, dunque, di poter utilizzare lo spazio antistante per i propri alunni. 
Si discute domani in Consiglio Comunale la mia interpellanza per sapere se siano di prossima realizzazione la “piazza” e lo spazio pedonale tra corso Massimo d’Azeglio e via Madama Cristina. Chiederò inoltre se sia stata portata a compimento l’opera di mappatura delle barriere architettoniche in zona. Infine, dal momento che la realizzazione del progetto artistico previsto per la carreggiata centrale del corso ha recentemente ricevuto parere contrario dalla Soprintendenza, chiederò se quest’ultima sia stata coinvolta e interpellata dall’Amministrazione già in una fase antecedente all’avvio della realizzazione e ancora, in generale, quale sia il futuro di un’area che ha visto, recentemente, progetti di realizzazione di un parcheggio sotterraneo, pedonalizzazioni temporanee, nuove piste ciclabili e altri progetti ancora.

Assurdo: per la Regione, i piemontesi dovrebbero conoscere uno per uno i componenti dei vaccini

Sulla scheda anamnestica (documento della Direzione Sanità e Welfare) per la vaccinazione anti-COVID si chiede al vaccinando se sia allergico a qualcuno dei componenti del farmaco: come possiamo immaginare che un normale cittadino debba o possa sapere quali siano? Eccoci di fronte a un nuovo e inaccettabile tentativo di scarico di responsabilità sulla pelle dei cittadini e della loro salute. 

“Soffre di allergie ai componenti del vaccino?”

Questa domanda è riportata sul modulo di consenso che il cittadino è tenuto a compilare prima di essere vaccinato contro il Covid-19. Sembrerebbe un vero e stucchevole scarico di responsabilità ai danni dei cittadini e della loro salute, proprio in un momento in cui più persone stanno esprimendo preoccupazione per ipotetiche controindicazioni ed è stato sospeso uno dei lotti AstraZeneca.

Mi chiedo come si possa partire dal presupposto che i piemontesi debbano o possano conoscere i componenti dei vaccini. Conoscerli uno per uno: tanto da poter indicare eventuali allergie. L’inguaribile tendenza istituzionale a non prendersi mai mezza responsabilità si arricchisce di un nuovo e clamoroso capitolo. Invito dunque i piemontesi non perfettamente consapevoli di che cosa contengano i vaccini a vistare la casella “NON SO” sulla scheda anamnestica (che è un documento della Direzione Sanità e Welfare della Regione Piemonte).

Nuova fase della campagna vaccinale al via, ma medici di famiglia senza indicazioni

Da lunedì 15 marzo preadesioni per over70, estremamente vulnerabili e caregiver, ma molti medici di base non hanno ancora ricevuto da parte delle ASL e della Regione informazioni su come procedere.

I nati nel 1951, le persone estremamente vulnerabili* e i caregiver potranno, da lunedì 15 marzo, entrare in lista per ricevere il vaccino anti-COVID. I piemontesi tra i 70 e i 79 anni (nati nel 1951 compresi) potranno esprimere la preadesione alla vaccinazione sul portale www.ilPiemontetivaccina.it. Le persone estremamente vulnerabili e i caregiver potranno esprimere la propria adesione direttamente al loro medico di famiglia.

Tutto questo in teoria: perché in pratica molti medici non hanno ancora ricevuto né indicazioni né informazioni né dettagli da parte della Regione su come muoversi e su come procedere. Le continue segnalazioni che stiamo ricevendo in questi giorni danno la misura del fenomeno. 

Mi chiedo e chiederò in Consiglio Regionale se il sistema funzioni e quali siano le ragioni dei casi di mancata o ritardata comunicazione. I medici del territorio non sanno come muoversi e, come i cittadini loro pazienti, sono spaesati. Anche con la chiarezza e il tempismo delle informazioni si combatte la pandemia.

*Rientrano in questa condizione coloro che sono affetti da una delle 13 patologie indicate dal piano nazionale: malattie respiratorie; malattie cardiocircolatorie; condizioni neurologiche e disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica; diabete e altre endocrinopatie severe quali il morbo di Addison; fibrosi cistica; pazienti sottoposti a dialisi; malattie autoimmuni e immunodeficienze primitive; malattie epatiche; malattie cerebrovascolari; patologie onco-ematologiche ed emoglobinopatie; sindrome di Down; trapianto di organo solido e di cellule staminali emopoietiche, grave obesità.

Problemi economici o disoccupazione per oltre il 50% delle donne che valutano di interrompere la gravidanza

Circa il 50% delle gestanti che si rivolgono ai Centri di Aiuto alla Vita dichiara di avere difficoltà economiche e un altro 20% è senza lavoro. Qualsiasi scelta influenzata da una fragilità di tipo economico non è mai una scelta davvero libera: la Regione sostenga economicamente le famiglie e le donne che, nonostante le difficoltà, scelgono la vita. Il centrodestra a Palazzo Lascaris dimostri che la sua non è stata una provocazione politica allocando adeguate risorse finanziarie. Per garantirle, i Moderati presenteranno un emendamento al Bilancio.

Il centrodestra in Regione ha la possibilità di dimostrare che la proposta della Giunta di aprire presso i consultori e gli ospedali sportelli gestiti dalle Associazioni pro vita non è solo una provocazione politica: sono sicuro che la Giunta vorrà allocare, per coerenza, risorse finanziarie a bilancio per le coppie e le donne che intendono, nonostante le difficoltà, portare avanti una scelta a favore della vita. I dati parlano chiaro: oltre il 50% delle donne che si rivolgono ai Centri di Aiuto alla Vita si trova in condizioni di difficoltà economica o senza lavoro.

La libertà di scelta è tale solo se non è condizionata da fattori esterni, a partire, appunto, da una situazione economica drammatica. Invito tutti i colleghi – a partire da chi, eletto nelle forze di centrosinistra, si definisce sensibile al tema della difesa della vita – a far sentire la propria voce su un tema che ha una forte dimensione valoriale e socioeconomica.

Il Progetto Gemma del Movimento per la Vita assiste ogni anno nella nostra regione oltre mille gestanti, delle quali 600 straniere, impiegando fondi per decine di migliaia di euro. Con il Fondo Nasko, la Regione Lombardia supporta le mamme con difficoltà economiche a non abbandonare la strada della maternità. Per garantire alle donne una reale libertà di scelta occorre investire e devono farlo anche le Istituzioni.

Questo è il punto al quale, respingendo tutti i tentativi di sviare il discorso visti nelle ultime ore, dovremmo riportare la discussione. I dati sono devastanti.

La normativa permette di concedere spazi ad Associazioni serie (e in questo occorre vigilare) che si occupano di sostegno e aiuto alla vita. La 194 prevede esplicitamente la presenza di Volontari e non si capisce come mai solo questa parte della legge non debba essere applicata. Conosco i Centri di Aiuto alla Vita e so quante donne hanno accompagnato nella loro scelta e la qualità della loro attività discreta di sostegno anche economico.
Siamo sicuri che la Giunta vorrà trovare le risorse necessarie a sostenere le coppie e le donne che scelgono di portare avanti una gravidanza nonostante condizioni difficili: i Moderati sono pronti a presentare in Consiglio Regionale un emendamento al Bilancio per reperire le risorse finanziarie necessarie.