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Mirafiori Nord in un “cono d’ombra”, la Giunta prende atto del problema

La mia interpellanza sulla scarsa illuminazione presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli ottiene almeno un risultato: l’Amministrazione ha riconosciuto l’urgenza di sostituire l’attuale sistema di illuminazione, che è palesemente inadeguato, e ha promesso che l’intervento per l’installazione dei led (progetto “Led per Torino”) inizierà entro l’anno in corso, per un investimento fino a 380mila euro. Seguiranno i fatti?

Illuminazione a Mirafiori Nord, problema almeno a parole preso in carico dall’Amministrazione: la Giunta ha riconosciuto, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sull’argomento, che l’attuale sistema presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli è inadeguato e va cambiato, garantendo che i lavori per l’installazione dei nuovi led (progetto “Led per Torino”) inizieranno entro l’anno in corso. Bene: non possiamo accettare una Torino a doppia velocità dal punto di vista del diritto a una pubblica illuminazione adeguata. Del tema i Moderati si occupano da tempo, in Comune e in Circoscrizione. Un quartiere ben illuminato è un quartiere sicuro. Mi auguro che alle parole seguano i fatti e che la promessa sia mantenuta: si parla di un investimento fino a 380mila euro per l’area della quale stiamo parlando. I cittadini aspettano da tempo un intervento risolutivo. Ascoltare e poi non agire scredita la politica e le Istituzioni: mi auguro davvero che questo non avvenga. 

Museo dell’Artiglieria, la grande occasione (fin qui) sprecata del turismo torinese

Questa realtà ha un potenziale (culturale, turistico, economico) enorme e inespresso: in altre nazioni sarebbe al centro di progettualità ambiziose, noi quasi ne proviamo vergogna. Appena discussa in Consiglio Comunale la mia più recente interpellanza sul tema: il ritorno del Museo alla Cittadella pare ancora un obiettivo lontano.

Immobilismo totale: quasi ci vergognassimo, come Città, della nostra storia. Eppure il Museo dell’Artiglieria è, o meglio sarebbe, un’assoluta eccellenza, sulla quale sarebbe possibile, e politicamente doveroso, basare una progettualità a tutto tondo in grado di generare un indotto turistico di rilievo. Ma le priorità, negli ultimi anni e ancora di più con questa Giunta, sembrano essere sempre altre: una sensazione che la risposta che ho appena ricevuto a verbale alla mia più recente interpellanza sull’argomento non ha dissipato. La questione è politica e di certo la Giunta Appendino non ha accelerato i tempi. Tutt’altro. Né abbiamo mai cercato, come Città, di dare forza e gambe a un progetto unitario. Mi auguro, ora, che questa lenta agonia si interrompa: dopo anni di esilio, il Museo deve tornare al Mastio della Cittadella, per tornare a far parte a pieno titolo del patrimonio culturale e dell’offerta turistica torinese.

Collocare un defibrillatore in città? Impresa titanica

La burocrazia è troppo spesso un insuperabile muro di gomma: inaugurato questa mattina il DAE (dono di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco) presso il Circolo Cerea al Valentino, risultato ottenuto nonostante plurimi veti e soltanto grazie all’impegno delle Associazioni e dei cittadini. Presenterò un’interpellanza in Consiglio Comunale: la sicurezza di tutti non può essere messa a repentaglio da lungaggini assurde (a maggior ragione dopo la tragica scomparsa di un runner lo scorso 10 gennaio) e “no” utili soltanto a evitare di assumersi responsabilità.

Una montagna da scalare fatta di burocrazia: questo l’ostacolo che si trova di fronte chiunque intenda far collocare, sul territorio cittadino, un nuovo defibrillazione. Sembra davvero che le Istituzioni facciano di tutto per rendere impercorribile l’iter per dotare il nostro territorio e i nostri parchi di dispositivi in grado di salvare vite. Il più recente caso è quello del DAE inaugurato questa mattina al Parco del Valentino, grazie alla donazione di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco con il contributo dei runner torinesi e con il decisivo supporto del Circolo Cerea, che ha messo a disposizione i propri spazi affacciati su viale Virgilio 61 (aggirando così i ripetuti veti a collocare il dispositivo e la relativa segnaletica su spazio pubblico) e la corrente elettrica. Diversamente, sarebbe stato impossibile arrivare al risultato: cittadini e Terzo Settore arrivano ancora una volta dove le Istituzioni non sono state in grado di giungere. Questioni estetiche, questioni di forma procedurale, questioni relative alle alberate: qualsiasi pretesto, o quasi, va bene pur di ostacolare il percorso (forse per qualcuno è più comodo trovare il modo di dire dei “no”, piuttosto che prendersi una responsabilità). Anche di questo chiederò conto in Consiglio Comunale con un’interpellanza. Siamo stufi di sentire scuse e pretesti (ancora più inaccettabili a due settimane dalla tragica scomparsa del runner e avvocato Luca Zambelli) per impedire misure reali di protezione dei cittadini e dei runner. E non si dica che i problemi sono i furti: tre episodi (con il recupero del dispositivo trafugato in due casi su tre) di questo tipo su 500 postazioni sono una percentuale risibile.

Il Museo dell’Artiglieria deve tornare alla Cittadella (e farlo in tempi brevi)

Lunedì in Consiglio Comunale la mia nuova interpellanza sul tema.

Centotrent’anni: da tanto dura il vincolo che impone di destinare la Cittadella a sede Museo Storico Nazionale d’Artiglieria. Questa condizione fu posta al momento della cessione del bene al Comune di Torino (1891): dal 2008, tuttavia, data di inizio dei lavori di ristrutturazione, tutti gli allestimenti e i documenti sono sono stati trasferiti presso la Caserma “Carlo Amione” in piazza Rivoli. Qui, le condizioni di contesto non sono adatte non dico all’esposizione, ma forse neanche alla conservazione di un patrimonio storico-culturale di tale prestigio, natura e dimensione; lo stesso locale messo a disposizione dell’Associazione Amici del Museo (la cui attività è ferma da due anni) quale ufficio e archivio è stato dichiarato inagibile. Torno lunedì in Consiglio Comunale, dopo i quesiti da me discussi nel 2018, a presentare un’interpellanza sul tema. Non pare siano stati avviati studi per un riallestimento museale della parte già agibile della Cittadella: per il rifacimento, ritenuto indispensabile, del padiglione laterale manca ancora il finanziamento (circa 10 milioni di euro): tempi lunghi, dunque? Quanto esattamente? Urge sollecitare il Ministero della Difesa a utilizzare al più presto il Mastio per ripresentare al pubblico il patrimonio del Museo. Mi aspetto risposte puntuali e convincenti: il Museo dell’Artiglieria deve tornare a far parte a pieno titolo del patrimonio culturale e dell’offerta turistica di Torino. 

Progetto “Led per Torino”, Mirafiori Nord brancola ancora… nel buio

In quattro anni e mezzo tante promesse e pochi risultati: alla “luce” della risposta possibilista ricevuta un anno fa alla mia precedente interpellanza sull’argomento, non avendo ancora visto risultati apprezzabili, torno lunedì a interrogare la Giunta. Il quartiere uscirà dal “cono d’ombra”?

Rispettare le promesse fatte in campagna elettorale è un dovere verso i propri elettori; garantire un’illuminazione adeguata è un dovere verso tutti i cittadini, nonché il modo migliore per garantire sicurezza. Lunedì discuterò in Consiglio Comunale una nuova interpellanza sul progetto “Led per Torino”. Dalle informazioni ricevute risulta che, a un anno dal mio precedente quesito sull’argomento (febbraio 2020), i residenti delle vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli non possano ancora usufruire delle nuove luci. Gli attuali impianti luce sono obsoleti da tutti i punti di vista (potenza, efficienza, efficacia, risparmio), con i disagi che si possono immaginare. Lo scorso febbraio avevo ricevuto dalla Giunta la garanzia che tale area di Mirafiori Nord sarebbe stata senz’altro “tenuta in debita considerazione nel piano degli interventi 2020”. Lunedì chiederò in Sala Rossa, con una nuova interpellanza, un aggiornamento circa lo stato dei lavori, nella speranza che, entro l’ormai prossima fine del mandato, i residenti possano uscire dal “cono d’ombra” e tornare a vedere qualche novità.