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INTERPELLANZA – ACCESSIBILITÀ PRESSO L’AMBULATORIO ASL DI VIA DEL RIDOTTO 9, UN PERCORSO AD OSTACOLI – OVVERO: “MA IO VOLEVO SOLO CURARMI …”

Il sottoscritto Consigliere Comunale,

PREMESSO CHE

–        l’abbattimento delle barriere architettoniche è fondamentale per garantire la fruizione degli spazi e degli uffici pubblici per le persone con disabilità o con ridotta capacità motoria (come precisato dalla Legge 104/1992, articolo 24);

–        nei commi si fa riferimento a edifici pubblici e privati e si rimanda alle norme vigenti relative all’accessibilità ed al superamento delle barriere architettoniche;

–           in via del Ridotto 3-9 si trova la sede del “Poliambulatorio Ridotto” dell’ASL TO2;

RILEVATO CHE

–        la registrazione si effettua al civico 3 di via del Ridotto: per accedere ai locali, si deve superare una rampa di otto scalini;

–        è qui disponibile un elevatore di portata massima di 190 chili (vi sono carrozzine elettriche di peso analogo, al quale si deve aggiungere il peso della persona che le utilizza);

–        il cittadino deve quindi spostarsi al civico 9 (sede dei locali), dove trova un secondo elevatore, che però regge soltanto 150 chilogrammi e porta soltanto fino al primo piano;

–        chi ha necessità di raggiungere il secondo piano – presso il quale sono ubicati, tra gli altri, i servizi di geriatria, ginecologia e diabetologia – può scegliere se usare le scale o, se impossibilitato a farlo, deve percorrere un lungo corridoio e, superata una porta, utilizzare l’ascensore di un condominio privato, esterno ai locali dell’ASL e al quale si accede, dal pian terreno, con una serie di alcuni scalini;

–        oltre a quanto sopra menzionato lo scrivente ha potuto verificare personalmente in data 14 febbraio 2017 che lo stallo riservato ai disabili, di fronte al civico 3 di via del Ridotto, non sempre risulta libero, talvolta è occupato dal mezzo della stessa ASL, obbligando quindi le persone che hanno il permesso a parcheggiare sullo stallo riservato alle operazioni di carico/scarico;

CONSIDERATO CHE

–        accedere ai locali della ASL di via del Ridotto risulta, alla luce di quanto rilevato, un’impresa ardua per i cittadini con disabilità o con ridotte capacità motorie;

–        questa situazione è la medesima da molto tempo;

INTERPELLA

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

1)      se l’Amministrazione sia a conoscenza di quanto descritto in narrativa;

2)      se sia considerato rispettoso dei loro diritti di cittadini pretendere che le persone con disabilità o con ridotta capacità motoria compiano un tale percorso a ostacoli per raggiungere i locali di un luogo pubblico di cura;

3)      se la Giunta possa interagire con la Regione Piemonte e l’ASL al fine di rendere più agevole il percorso alle persone con disabilità o con limitata capacità motoria;

4)      le motivazioni per le quali la situazione sia tale da diverso tempo;

5)      se i mezzi dell’ASL abbiano effettivamente titolo a parcheggiare sullo stallo riservato ai disabili; in caso negativo se l’Amministrazione di concerto con l’ASL intenda prendere provvedimenti rispetto all’utilizzo improprio del parcheggio citato.

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA – ASCENSORE NON FUNZIONANTE A PALAZZO MADAMA: QUALI TEMPISTICHE PER IL RIPRISTINO

PREMESSO CHE

–        Palazzo Madama, tra le principali attrattive turistiche della nostra città, è patrimonio dell’Unesco come parte del sito seriale Residenze Sabaude;

–        il complesso architettonico di Palazzo Madama riassume in sé due millenni di storia della città: in epoca romana, sorgeva qui la porta orientale di Augusta Taurinorum; in epoca medievale e fino almeno al XVI secolo fu cassaforte difensiva e poi castello simbolo del potere sabaudo;

–        l’attuale facciata che dà su via Garibaldi è frutto del genio di Filippo Juvarra (progetto del 1716-1718);

–        attualmente Palazzo Madama ospita, su quattro piani, il Museo Civico di Arte Antica e diverse mostre temporanee;

–        Palazzo Madama è, fra i musei maggiormente visitati a Torino, ai primi posti in assoluto insieme al Museo Egizio, al Museo Nazionale del Cinema ed a Palazzo Reale (cfr per esempio i risultati dell’indagine della Regione Piemonte “Destinazione Torino – Una meta turistica che conquista i visitatori”);

CONSIDERATO

che con un accordo tra Palazzo Civico, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e l’Agenzia del Demanio, la proprietà di Palazzo Madama è passata, alla fine del 2016, dal Demanio al Comune di Torino;

VERIFICATO CHE

–        l’ascensore di Palazzo Madama è fuori servizio dal mese di dicembre 2016;

–        in caso di necessità, alle persone con disabilità è concesso utilizzare un ascensore di servizio, di dimensioni ridotte e dunque non accessibile a tutte le tipologie di carrozzina;

–        sul sito web di Palazzo Madama si riporta che, relativamente al guasto all’ascensore, “stiamo provvedendo alla riparazione”, senza però ipotizzare alcuna tempistica;

INTERPELLA

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

1)      se l’Amministrazione ritenga accettabile che uno dei luoghi più prestigiosi della città resti per così lungo tempo, di fatto, inaccessibile;

2)      quale sia il guasto che ha causato l’interruzione del servizio-ascensore a Palazzo Madama;

3)      quali siano i tempi necessari al ripristino dell’ascensore;

4)      se si intenda informare l’utenza pubblicando sul sito internet PalazzoMadamaTorino.it la data prevista per il ripristino della funzionalità dell’ascensore.

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA – SITO UNIVERSITARIO DI VIA QUARELLO 15/A

PREMESSO CHE

–        il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi è il luogo deputato, e sede di riferimento nell’Ateneo Torinese, per tematiche che incrociano biologia, ambiente e biotecnologie, presentando aspetti di unicità quali biodiversità, ecologia, evoluzione, conservazione e microbiologia;

–        agisce come elemento cruciale per quanto riguarda una serie di temi che sono attualmente centrali nel panorama scientifico internazionale, tra i quali risorse energetiche bio-rinnovabili, salute delle piante, alimenti, sensori e bio-nano-tecnologie, genetica, neuroscienze, conservazione delle risorse ambientali (oltre ai temi relativi alla  micologia e alla microbiologia, con le loro applicazioni farmaceutiche e industriali);

–        il Dipartimento è stato costituito per dare compattezza e visibilità alle diverse voci della biologia, scienza che è uno dei settori trainanti del sapere scientifico attuale, nonché per ragioni logistiche quali la mancanza di una sede unica e di un polo didattico unificante;

–        l’area biologica raggruppa nell’Ateneo torinese 60 docenti di settori disciplinari che vanno dal BIO/01 al BIO/11, BIO/18-19 e che lavorano su più sedi, tra le quali via Accademia Albertina 13, viale Mattioli 25, Orto Botanico, via Quarello 15/A, Centro dell’Innovazione e Palazzo Campana;

–        il sito universitario di via Quarello è frequentato, tra settembre e maggio, da circa 250 studenti dei corsi di studio in Ottica ed Optometria, Scienze dei Materiali, Scienze delle Attività Motorie e Sportive e di Scienza e Tecnologia del Farmaco;

–        la sede di via Quarello 15/a si trova presso il Centro dell’Innovazione: vi si trovano laboratori didattici e di ricerca, aule per le lezioni, uffici dei docenti e del personale tecnico;

CONSIDERATO CHE

–        l’orario di ingresso è a partire dalle ore 9.00 e l’uscita è alle 13.00 per la maggior parte degli studenti;

–        i passaggi dei mezzi Gtt in quest’area sono poco frequenti e limitati alla sola Linea 63/ con capolinea in piazza Caio Mario;

–        gli studenti e il personale docente sono obbligati ogni giorno a dover prendere 2 mezzi per raggiungere la sede universitaria;

–        fino ad alcuni anni fa, la Linea 63 seguiva la direttrice Porta Nuova, via Sacchi, corso Unione Sovietica e da piazza Caio Mario l’attuale percorso del 63/;

–        l’attuale percorso della Linea 63 transita a una certa distanza dal Polo Universitario di via Quarello e segue un percorso che allunga i tempi di percorrenza tra piazza Solferino e Mirafiori Sud;

INTERPELLA 

La Sindaca e l’Assessore competente per saper:

1)         se l’Amministrazione sia a conoscenza della situazione sopra descritta;

2)         quanti siano i passaggi effettuati dai mezzi Gtt in quest’area;

3)      se sia percorribile l’ipotesi di ripristinare il tragitto del 63 com’era fino a 4 anni fa o, perlomeno, se sia intenzione della Giunta modificare l’attuale tratta in modo da renderla più efficiente e utile per chi frequenta il Dipartimento di cui in narrativa.

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA- ATTRAVERSAMENTI PEDONALI PRESSO L’INCROCIO TRA VIA LEONARDO DA VINCI E VIA LUDOVICO MURATORI: UN OSTACOLO PER LE PERSONE IN CARROZZINA

Il sottoscritto Consigliere Comunale,

PREMESSO CHE

–        ad aprile 2016, su segnalazione di alcuni cittadini con disabilità motoria, è stato effettuato un sopralluogo dalla CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà – nella zona dell’incrocio di via Leonardo da Vinci e via Ludovico Muratori, al fine di valutare il livello di accessibilità dei due raccordi tra marciapiede sopraelevato di un gradino e sede stradale, nei punti in cui sono presenti attraversamenti pedonali mediante strisce zebrate;

–        dal sopralluogo è emersa l’impossibilità di usare tali attraversamenti pedonali a causa delle caratteristiche degli scivoli del marciapiede, che creano un rischio concreto di ribaltamento della carrozzina;

CONSIDERATO CHE

–        la Direzione Infrastrutture e Mobilità del Comune di Torino è stata informata del problema in data 2 maggio 2016 con prot. CPD 051/2016/Pof/gv;

–        la stessa Direzione già ad aprile 2013, a seguito di segnalazione mezzo fax, organizzò un sopralluogo (senza che peraltro si trovasse una soluzione al problema);

–        il raccordo tra marciapiede e i due attraversamenti pedonali zebrati avviene mediante due scivoli:

1)      il tratto di marciapiede fronteggiante gli scivoli di raccordo ha profondità di 120 centimetri; il dislivello tra marciapiede e sedime stradale è di 15-16 centimetri;

2)      gli scivoli hanno una pendenza intorno al 50% (dislivello da superare centimetri 15, distanza centimetri 30) e larghezza di circa 120 centimetri;

3)      la presenza di chiusini e caditoie situati sull’attraversamento e sul marciapiede interferiscano, negativamente, con i percorsi pedonali di attraversamento;

–        una serie di elementi, come la contenuta larghezza del marciapiede davanti agli scivoli (centimetri 120), laddove la persona in carrozzina deve cambiare la propria direzione effettuando una svolta ortogonale al senso di marcia e successivamente deve imboccare uno scivolo ripidissimo (circa 50%) e di profondità contenuta, rendono questi due attraversamenti impraticabili e costituiscono quindi barriera architettonica, oltre che situazione pericolosa per la concreta possibilità di ribaltamento della carrozzina;

–        il disposto normativo per l’accessibilità prevede che “allorquando il percorso si raccorda con il livello stradale o è interrotto da un passo carrabile, sono ammesse brevi rampe di pendenza non superiore al 15% per un dislivello massimo di 15 centimetri.” (articolo 8.2.1. Percorsi del D.M. 236/1989);

–        non potendo utilizzare l’attraversamento di cui sopra, l’alternativa consiste nel percorrere il marciapiede di via Leonardo da Vinci in direzione della ferrovia per un tratto di circa 80 metri, scendere dal marciapiede all’altezza del Giardino Muratori (e non prima, perché lo scivolo dell’ampio passo carraio ha pendenza proibitiva), laddove il marciapiede si abbassa formando un piano inclinato, che consenta di attraversare la carreggiata (sprovvista in quel punto di attraversamento pedonale zebrato) e transitare sulla carreggiata per raggiungere il marciapiede opposto in un punto in cui un passo carraio, quasi a raso, consente di accedere al marciapiede;

VERIFICATO CHE

–        le modalità per risolvere il problema costituito da barriera architettonica più pericolosa, dei raccordi marciapiede-carreggiata dei due attraversamenti pedonali possono essere molteplici;

–        una delle tante soluzioni che potrebbero essere messe in atto consiste nella realizzazione dei cosiddetti “nasi” (protendimento del marciapiede nella carreggiata stradale con rialzo o meno della stessa) oppure nel ribassamento del tratto di marciapiede nelle zone che precedono i due attraversamenti, realizzato mediante due piani inclinati longitudinali, di pendenza contenuta (preferibile 5-6% ma accettabile per brevi lunghezze l’8%, normativamente tollerato) larghi quanto il marciapiede, per ottenere l’area dell’incrocio a raso con gli attraversamenti pedonali zebrati;

–        come strumento base per reperire alcune indicazioni atte al superamento delle barriere architettoniche e senso-percettive negli spazi all’aperto, in particolare in quelli deputati alla mobilità, il Comune di Torino ha prodotto un quaderno tecnico;

–        il manuale del Comune di Torino (L’abbattimento delle barriere architettoniche nello spazio pubblico, Quaderno formativo di indirizzo tecnico ad uso interno, redatto da Donato Maggiulli, Luciano Manzon, Maria Teresa Massa, Filippo Orsini, Città di Torino Divisione infrastrutture e mobilità, aggiornamento gennaio 2008) presenta alcune soluzioni per l’accessibilità dei percorsi pedonali, in particolare nel capitolo dedicato agli Schemi tipologici esemplificativi degli abbattimenti di barriere;

–        il manuale contiene anche un capitolo contenente una Documentazione fotografica di soluzioni accettabili, sempre al fine del superamento delle barriere architettoniche in ambito urbano e di conseguimento dell’accessibilità. Sotto la voce SITUAZIONI DA EVITARE, a pagina 66, è riportata una situazione identica a via Leonardo da Vinci angolo via Ludovico Antonio Muratori. Per i motivi sopraelencati, che attengono sia al campo dei diritti civili (l’esecuzione dei lavori è in contrasto con i disposti normativi italiani per il superamento delle barriere e il conseguimento dell’accessibilità), sia di quelli umani (il diritto per qualsiasi persona, in quanto essere umano, alla mobilità, rafforzato dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità), sarebbe necessario intervenire per modificare la situazione di barriera alla mobilità pedonale;

–        la Convenzione sopra citata, adottata il 13 dicembre 2006 dall’assemblea generale ONU, è stata firmata e ratificata dallo Stato italiano, diventando quindi legge italiana (Legge 3 marzo 2009 n. 18, Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità). Pertanto quanto previsto dalla Convenzione ONU diventa “esigibile” anche sul territorio italiano;

–        la Convenzione ONU, inoltre, nell’articolo 20 Mobilità personale dice che: “Gli Stati Parti devono prendere misure efficaci ad assicurare alle persone con disabilità la mobilità personale con la maggiore indipendenza possibile”;

–        l’esecuzione di un lavoro edilizio costituente impedimento, barriera, pericolo per una persona con disabilità ed eseguito in difformità dai disposti normativi italiani, si può configurare come un atto discriminatorio, secondo quanto disposto dalla Legge dello stato italiano n. 67 del 1 marzo 2006 Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni (Gazzetta Ufficiale n. 54 del 6 marzo 2006);

INTERPELLA 

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

1)      per quale ragione si stia attendendo così tanto tempo per fornire una risposta, negativa o positiva, ai cittadini;

2)      quali siano le ragioni per le quali non è stato possibile attivarsi al fine di abbattere le barriere architettoniche sopra descritte;

3)      se si possano prendere in considerazione le soluzioni di modifica degli attraversamenti pedonali;

4)      in che modo l’Amministrazione intenda tutelare i diritti delle persone con disabilità anche tenendo conto che l’esecuzione di un lavoro edilizio costituente impedimento, barriera, pericolo per una persona con disabilità ed eseguito in difformità dai disposti normativi italiani si può configurare come atto discriminatorio, secondo quanto disposto dalla Legge dello stato italiano n. 67 del 1 marzo 2006 Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni (Gazzetta Ufficiale n. 54 del 6 marzo 2006).

F.to  Silvio Magliano

INTERPELLANZA – BARCA-BERTOLLA DA FINE GENNAIO SENZA UN PEDIATRA ATTIVO IN ZONA

Il sottoscritto Consigliere Comunale,

PREMESSO CHE

–       è opportuno che ogni bambino, sin dalla nascita, sia seguito e curato dal medesimo pediatra (laddove possibile);

–        la presenza di un’unica figura medica è utile al piccolo paziente per poter accedere a tutti i servizi e prestazioni garantiti dal Servizio sanitario nazionale e compresi nei Lea (livelli essenziali di assistenza);

–        è attualmente previsto che il bambino dalla nascita a 6 anni debba essere seguito dal pediatra, mentre dai 6 ai 14 anni possa essere seguito sia dal pediatra che dal medico dell’adulto;

–        secondo Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale “Dieci anni fa la percentuale di bambini della fascia 7-14 anni assistita dal pediatra era, su base nazionale, appena del 40%, mentre oggi supera l’80% sia pure con differenze da zona a zona. Un segno inequivocabile e confortante della fiducia sempre maggiore che le famiglie hanno dei pediatri e della pediatria italiana”;

–           un pediatra può seguire di regola non più di 800 assistiti;

–        al 31 dicembre 2016 risultano presenti 6.947 bambini da 0-6 anni e 7.901 da 7-14 anni all’interno della Circoscrizione 6 (fonte Città di Torino);

RILEVATO CHE

–           in zona Barca-Bertolla si trovano:

2 Asili Nido

– Primi passi (via Torre Pellice 25A): circa 45 bambini;

– Il Grillo (via Vittime di Bologna 10): circa 50 bambini;

3 Scuole per l’Infanzia

– Luigi Grassi (strada Bertolla 74): circa 80 bambini;

– Vittime di Bologna/Barca (via Vittime di Bologna 10): circa 200 bambini;

– E 16 (via Anglesio 17): circa 70 bambini;

3 Scuole primarie

– Giovanni Cena (strada San Mauro 32): circa 200;

– Abbadia di Stura (via Anglesio 17): circa 107;

– Pietro Micca (strada Bertolla 50): circa 119;

1 Scuola secondaria di primo grado

– Martiri del Martinetto (strada San Mauro 24): circa 180;

–        il solo pediatra operante in zona Barca-Bertolla ha chiuso il proprio studio a fine gennaio e dunque la zona si trova attualmente scoperta;

CONSIDERATO CHE

–        le famiglie si trovano ora costrette a dover scegliere un medico tra quelli operativi in altri quartieri, con spostamenti anche di alcuni chilometri;

–        la mancanza di un pediatra attivo in zona Barca-Bertolla non potrà che andare a gravare sulle liste, alcune delle quali già prossime agli 800 utenti, dei piccoli pazienti in cura presso i pediatri dei quartieri limitrofi;

INTERPELLA

La Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

1)      se la Giunta intenda segnalare la situazione alla Regione Piemonte, alla quale fanno capo le politiche sanitarie ed alla Asl;

2)      se e come si intenda interagire con la Regione Piemonte e l’Asl al fine di trovare un’adeguata soluzione;

3)      quali soluzioni possano essere attuate al fine di garantire la presenza di almeno un pediatra nella zona Barca-Bertolla;

4)      quali misure la Città di Torino intenda attuare, di concerto con Regione e Asl, per garantire ai cittadini la piena fruibilità di un servizio essenziale quale quello relativo alla salute.

F.to  Silvio Magliano