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Autore: Redazione sito

La custode è in pensione (da anni) e così nessuno apre la Circoscrizione 6

Storie di ordinaria disorganizzazione in via San Benigno: le chiavi non si trovano e così dipendenti e consiglieri restano chiusi fuori per quasi un’ora. Ho protocollato un’interpellanza sul tema.

Succede anche questa, nella nostra città: questa mattina dipendenti e consiglieri sono rimasti chiusi fuori dai cancelli della Circoscrizione 6 per quasi un’ora dopo le 8, orario solito di apertura della sede di via San Benigno.

Il motivo? Nessuno sapeva dove fossero le chiavi, o chi avesse la responsabilità di aprire gli uffici. Compito, questo, storicamente appannaggio della custode, che però è ormai in pensione da anni.

Un episodio poco rilevante di per sé, ma ahimè significativo del livello diffuso di disorganizzazione a tutti i livelli nell’Amministrazione anche circoscrizionale. La situazione si è sbloccata all’arrivo, alle 8.45, del direttore.

Da parte mia, ho già protocollato un’interpellanza sul tema.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale

CLE e collegamenti GTT: il carro davanti ai buoi

Prima si è progettato e costruito il Campus Luigi Einaudi, poi ci si è resi conto che non era adeguatamente servito dai mezzi pubblici: ora si cerca di “mettere una pezza” con l’idea di spostare il capolinea del 55, sperando che i tempi non siano biblici. Invece, l’aumento del costo della zona blu è arrivato con puntualità svizzera.

In una città normale la progettazione di uno dei maggiori campus universitari del territorio e quella del sistema di trasporto pubblico che dovrebbe servirlo procedono in parallelo. Non nella Torino di Fassino, nella quale ci si accorge con anni di ritardo che il Gruppo Torinese Trasporti non serve adeguatamente il complesso sul Lungo Dora.

Ora si pensa di spostare il capolinea del 55 di quei 200 metri che potranno fare la differenza. Forse però un ragionamento del genere si sarebbe dovuto fare prima, quando si è scelto di far sorgere in quella zona un polo universitario, evitando di abbandonare a se stessa un’arteria come corso Farini, molto utile come asse di collegamento. Di contro, l’aumento delle tariffe della zona blu per gli studenti è arrivato con assoluta puntualità.

A questo punto spero solo che il nuovo capolinea sia presto attivo, e che tutta la vicenda sia gestita diversamente, per esempio, dal problema dell’amianto a Palazzo Nuovo. Diversamente, chissà quanto tempo ci vorrà.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Corso Brescia ancora in mano alla microcriminalità: è necessario risolvere il problema alla radice

Nonostante gli sforzi e gli interventi della Polizia, i residenti della zona continuano ad avere paura a uscire di casa nelle ore serali. Serve un salto di qualità nell’efficacia degli interventi.

È evidente che, in un quartiere nel quale uscire di casa dopo le 18 è impossibile senza rischi per la propria incolumità, i pur meritevoli sforzi fin qui prodotti dalla Polizia non sono riconosciuti come decisivi da parte dei residenti. Sotto i tigli di corso Brescia gli spacciatori e i loro clienti continuano a farla da padroni.

Se in diversi interventi sono state sequestrate soltanto alcune decine di grammi di hashish e di eroina, come riportato dall’Assessore Tedesco questa mattina in Sala Rossa, è palese che le contromisure rincorrono il problema a distanza siderale, senza la minima speranza di risultare anche solo vagamente efficaci.

I residenti segnalano che l’African market della zona, aperto fino a tarda notte, funge da base per la locale microcriminalità. L’Amministrazione civica è al corrente di questa segnalazione? Quando si prevede di effettuare i controlli del caso?

Silvio Magliano – Consigliere Comunale

Via Germagnano, aria irrespirabile a causa dei roghi nel campo nomadi

I cittadini esprimono la loro esasperazione per i fumi provenienti da combustione di materiali vari, tra cui la plastica di rivestimento di cavi elettrici. Il problema, prima che ambientale, è di salute pubblica e di vivibilità del quartiere.

Non è solo un problema ambientale, quello della presenza superiore alla media, e certificata dai rilievi dell’Arpa lo scorso marzo, di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) nella zona di via Germagnano. È prima di tutto una questione di vivibilità di tutta l’area e di salute per suoi residenti. Molti IPA sono infatti considerati cancerogeni, e altri sono comunque tossici a diversi livelli. I fumi sono spesso caratterizzati da un odore acre e forte.

Anche le polveri sottili PM10 si trovano nella zona in quantità molto maggiori che altrove. Le misurazioni effettuate a marzo 2015 hanno fatto registrare il superamento dei valori limite per il PM10 e del valore obiettivo dell’IPA benzo(a)pirene. Il sito di Via Germagnano ha presentato per entrambi questi inquinanti valori in media più elevati rispetto alla vicina stazione di piazza Rebaudengo.

Nel campo nomadi si brucia di tutto: anche rifiuti di materiale plastico, come per esempio il rivestimento dei cavi elettrici. La conformazione della zona, “a conca” rispetto ai quartieri circostanti, non favorisce il disperdersi degli inquinanti nell’aria.

I residenti non tollerano più quelle colonne di fumo nero, maleodorante e molto probabilmente nocivo, che si alzano dal campo. Anche l’Amministrazione civica riuscirà a essere altrettanto intransigente?

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Vuoi che il tuo negozio abbia l’insegna? O paghi 1.333 euro sull’unghia o aspetti sei mesi

La scorsa settimana i titolari di un esercizio in zona Porta Susa, dopo aver presentato la pratica in Comune per poter esporre l’insegna, si sono sentiti rispondere che “l’autorizzazione, del costo di 1.000 euro, arriverà tra sei mesi. Se volete esporre subito l’insegna fanno altri 333 euro. Anticipati”. Ancora una volta: questa non è una città per… commercianti.

L’episodio ci è stato riferito da un cittadino e ne abbiamo personalmente verificata la veridicità: questo negozio di corso Vinzaglio, aperto da poco, è ancora privo di insegna. Scelta consapevole, e sciagurata, di giovani imprenditori che ignorano la regola base del commercio, quella secondo la quale, se il tuo pubblico non sa che esisti, non verrà mai ad acquistare i tuoi prodotti? Niente affatto. Piuttosto, l’ennesima beffa di una burocrazia cervellotica e assurda.

L’esercente ha aperto la pratica in Comune per poter esporre l’insegna, e ha immediatamente pagato i 1.000 richiesti. “L’autorizzazione per l’insegna arriverà tra sei mesi”, gli è stato precisato, con tono impassibile. “Ma ne abbiamo bisogno subito!”, è stata la giustificatissima rimostranza. “Bene, fanno altri 1,85 euro al giorno sino all’autorizzazione. Anticipati pure questi, ça va sans dire”. (Presto fatto il conto: 1,85 euro per 180 giorni = ulteriori 333 euro – teniamo presente che l’eventuale contravvenzione è pari a 3.250 euro).

Peccato che un imprenditore che si svena per mettere su il proprio esercizio a un certo punto i soldi “da versare in anticipo” possa anche finirli.

Da una parte lacci e lacciuoli, balzelli e distinguo per chi desidera aprire un’attività; dall’altra ponti d’oro, lassismo e permissivismo per chi desidera aprire l’ennesimo dehors. A pensar male si fa peccato, ma…

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)