Vuoi che il tuo negozio abbia l’insegna? O paghi 1.333 euro sull’unghia o aspetti sei mesi
La scorsa settimana i titolari di un esercizio in zona Porta Susa, dopo aver presentato la pratica in Comune per poter esporre l’insegna, si sono sentiti rispondere che “l’autorizzazione, del costo di 1.000 euro, arriverà tra sei mesi. Se volete esporre subito l’insegna fanno altri 333 euro. Anticipati”. Ancora una volta: questa non è una città per… commercianti.
L’episodio ci è stato riferito da un cittadino e ne abbiamo personalmente verificata la veridicità: questo negozio di corso Vinzaglio, aperto da poco, è ancora privo di insegna. Scelta consapevole, e sciagurata, di giovani imprenditori che ignorano la regola base del commercio, quella secondo la quale, se il tuo pubblico non sa che esisti, non verrà mai ad acquistare i tuoi prodotti? Niente affatto. Piuttosto, l’ennesima beffa di una burocrazia cervellotica e assurda.
L’esercente ha aperto la pratica in Comune per poter esporre l’insegna, e ha immediatamente pagato i 1.000 richiesti. “L’autorizzazione per l’insegna arriverà tra sei mesi”, gli è stato precisato, con tono impassibile. “Ma ne abbiamo bisogno subito!”, è stata la giustificatissima rimostranza. “Bene, fanno altri 1,85 euro al giorno sino all’autorizzazione. Anticipati pure questi, ça va sans dire”. (Presto fatto il conto: 1,85 euro per 180 giorni = ulteriori 333 euro – teniamo presente che l’eventuale contravvenzione è pari a 3.250 euro).
Peccato che un imprenditore che si svena per mettere su il proprio esercizio a un certo punto i soldi “da versare in anticipo” possa anche finirli.
Da una parte lacci e lacciuoli, balzelli e distinguo per chi desidera aprire un’attività; dall’altra ponti d’oro, lassismo e permissivismo per chi desidera aprire l’ennesimo dehors. A pensar male si fa peccato, ma…
Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)