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Autore: Redazione sito

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA – Collocamento mirato obbligatorio di persone con disabilità

Premesso che:

• il collocamento mirato obbligatorio è l’istituto che prevede assunzioni obbligatorie di persone con disabilità;
• i soggetti obbligati al collocamento mirato sono i datori di lavoro pubblici e privati aventi più di 14 dipendenti;
• in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, la Fondazione Studi
Consulenti del Lavoro ha presentato il rapporto intitolato “L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità
in Italia”;
• il rapporto rileva innanzitutto che «a 20 anni dalla legge sul collocamento mirato (L. 68/1999), l’inclusione
lavorativa e sociale delle persone con disabilità resta ancora un traguardo lontano da raggiungere nel nostro
Paese». Fornisce altresì, a supporto di tale affermazione, una prima elaborazione dei dati ministeriali di natura
amministrativa;
• come si evince da articoli apparsi nei giorni scorsi su quotidiani online, un’analisi dei dati forniti nelle varie
relazioni al Parlamento sulla Legge 68/99 fa emergere un processo di progressiva precarizzazione anche dei
lavoratori con disabilità.

Constatato che:

• ai sensi del 1° comma, art. 14, della L. n. 68/1999 e s.m.i. (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), “le
regioni istituiscono il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, di seguito denominato “Fondo”, da
destinare al finanziamento dei programmi regionali di inserimento lavorativo e dei relativi servizi”;
• tale Legge obbliga coloro che hanno più di 14 dipendenti a riservare una quota delle loro assunzioni a
lavoratori in condizioni svantaggiate (categorie protette);
• nello specifico i datori di lavoro devono assumere:
o 1 persona con disabilità, se il numero di dipendenti va da 15 a 35;
o 2 persone con disabilità, se il numero di dipendenti va da 36 a 50;
o il 7% della forza lavoro, se i dipendenti sono più di 50;
• nel momento in cui il datore raggiunge il numero di dipendenti minimo indicato nel paragrafo precedente,
scatta l’obbligo di assunzione.

Considerato che:

• tale normativa rappresenta un’importante opportunità di collocamento per le persone con disabilità o
svantaggiate, tuttavia non sempre è adempiuta, come risulta anche da recenti notizie di cronaca apparse
ultimamente su diversi quotidiani;

INTERROGA

l’Assessore per conoscere, nel rispetto di quanto imposto dalla L. 68/99, quale sia allo stato attuale il numero delle persone con disabilità assunte presso la Regione Piemonte.

I Tavoli di Partecipazione Civica esautorano gli stessi Cinque Stelle alla guida della Città

Il rischio è che tramite questi veri e propri mostri giuridici chiunque possa, contattando tale dottoressa Seymandi, chiedere per la propria istanza una soluzione fantasiosa e irrituale, eludendo Regolamenti e competenze di Giunta e Consiglio. Il “Pasticciaccio brutto” del Villaretto è solo il caso più recente. Per i Cinque Stelle va tutto bene? Si approfondisca in Controllo di Gestione.

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CioccolaTò non accessibile: la toppa è peggio del buco

Quasi offensivo che l’Assessore, in Sala Rossa, racconti di un sopralluogo a manifestazione in corso in seguito al quale sono “magicamente” comparsi quattro scivoli: la verità è che per questa Amministrazione (recidiva: vedi Salone dell’Auto) l’accessibilità è un tema di cui parlare, ma non un obiettivo per il quale lavorare.

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INTERPELLANZA – Berlino val bene un cuscino?

PREMESSO CHE

  • nella scorsa primavera gli organi di informazione cittadini hanno fornito ampio risalto alla notizia della collocazione di un cuscinetto “berlinese” in via San Quintino nei pressi dell’intersezione con via XX Settembre;
  • la loro funzione è di rallentare la velocità, ma solo di alcuni tipi di veicoli;

RILEVATO CHE

  • i cuscini “berlinesi”, dal nome della città in cui sono stati sperimentati per la prima volta, rappresentano un particolare tipo di dosso, avente una larghezza inferiore alla distanza tra le ruote dei veicoli di maggiori dimensioni, come mezzi di emergenza e autobus, ma leggermente superiore a quella delle automobili;
  • essi permettono di lasciare una parte della strada libera ad uso delle due ruote, ciclisti e motociclisti, evitando così il saliscendi dai dossi;
  • avendo una larghezza ridotta, essi hanno una forma a “cuscino”, da cui il loro nome;
  • possono essere usati da soli, affiancati a gruppi, posti in successione oppure in combinazione con altre misure di moderazione del traffico, quali strettoie e isole spartitraffico;

CONSIDERATO CHE

  • come riportato dal sito rivistabc.com, l’Assessore Lapietra ha dichiarato che “Intendiamo utilizzare i cuscini berlinesi per le nuove zone 30. Si tratta di un’importante innovazione sul tema della sicurezza stradale e verso la costruzione di una città sempre più attenta alla mobilità dolce”;
  • in base alle informazioni raccolte dallo scrivente, non occupando l’intera larghezza della carreggiata, tali dispositivi non appaiono consentiti né dal Codice della Strada né dal relativo Regolamento di attuazione;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quanti siano i cuscini “berlinesi” attualmente presenti nelle strade cittadine;
  2. quanti cuscini “berlinesi” si preveda di collocare entro giugno 2021;
  3. quale sia il rapporto tra cuscini “berlinesi” e Codice della Strada e quali siano le specifiche tecniche;
  4. se le specifiche tecniche dei cuscini siano ospitate nel Regolamento viario comunale (o come in altro modo intitolato);
  5. come intenda regolarsi l’Amministrazione, in ossequio al dettato normativo, qualora si intenda aumentare il numero di cuscini nel territorio cittadino.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Se è sempre vero che ‘la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali’ se ne traggano le adeguate conclusioni

PREMESSO CHE

  • in esecuzione della determinazione dirigenziale del 5 luglio 2016, n. 170 (mecc. 2016 03276/110) veniva indetta una procedura aperta per il servizio di gestione canili e gattili municipali;
  • in data 9 novembre 2016 si procedeva all’aggiudicazione provvisoria all’ente morale ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali onlus) per l’importo di € 3.167.049, che aveva offerto un ribasso dello 0,03 %;
  • l’aggiudicazione definitiva veniva approvata con determinazione dirigenziale del 15 novembre 2016 (mecc. 2016 44241/005);
  • veniva pertanto affidato all’ENPA onlus l’appalto per il servizio di gestione canili e gattili municipali, servizio di cattura degli animali vaganti e di raccolta delle spoglie animali sul territorio cittadino con un contratto avente decorrenza dal 1° gennaio 2017 e scadenza il 31 dicembre 2019;

RILEVATO CHE

  • i canili gestiti dall’ENPA onlus sono due: il canile sanitario in via Germagnano 11 e il canile rifugio in strada Cuorgnè 139;
  • negli ultimi mesi lo scrivente ha ricevuto numerose segnalazioni e lamentele circa la gestione del canile sanitario: sono state segnalate carenze e criticità sia sotto il profilo organizzativo sia dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene sia in merito a quella che si può definire nel complesso come qualità del servizio offerto (di seguito si propongono, in sintesi, alcuni esempi di quanto riferito all’interpellante);
  • innanzitutto va citata la scarsa presenza di operatori: spesso sono solo due per turno e, tenendo conto del fatto che spesso accade che un operatore esca con incarico di recupero animali nel territorio cittadino, ciò significa che nel canile ne resta solo uno. Si aggiunga che sovente i turni di lavoro (diurni e serali) sono organizzati in modo da garantire la presenza di un solo operatore, non rispettando né le condizioni di sicurezza né l’appalto;
  • il personale appare demotivato: non è raro che i piccoli box non vengano puliti (sia urine sia deiezioni) e le ciotole dell’acqua spesso contengono acqua sporca;
  • gli sgambamenti non vengono puliti con la necessaria frequenza, pertanto accolgono escrementi rilasciati settimane se non mesi addietro;
  • non risulterebbe una priorità fare uscire i cani per almeno due sgambate al giorno;
  • nei mesi estivi non è raro scorgere la presenza di ratti;
  • i box ritenuti inagibili dall’ASL sono stati spesso utilizzati dal gestore per alloggiare i cani anziché portarli al canile rifugio: ciò è accaduto anche in presenza di gabbie libere al canile rifugio e con cani adottabili ma costretti a permanere presso il canile sanitario. Si tenga conto che l’appalto prevede che il gestore lavori sui cani in modo da riuscire a gestire box con più cani per favorirne la socializzazione;
  • con riguardo all’adozione dei cani vanno segnalate le notevoli difficoltà in merito ai molossi, di cui il canile è pieno;
  • sullo stesso argomento si aggiunga che, negli ultimi anni, il Comune non fornisce più l’elenco dei cani adottabili presso il canile rifugio al responsabile dei volontari: ciò si scontra con la necessità di fornire maggiore pubblicità ai cani sani e adottabili per massimizzare e accelerarne i percorsi di adozione;
  • è stato inoltre narrato allo scrivente che il 19 maggio u.s., cessate le precipitazioni dopo un periodo di forti piogge in cui i cani non sono stati fatti uscire dai box, i due operatori di turno sono stati indirizzati al lavaggio di un veicolo privato di proprietà del gestore;
  • il canile sanitario di via Germagnano ha una sezione di isolamento e osservazione dei primi ingressi: spesso gli addetti entrano in queste sezioni senza le necessarie precauzioni, senza calzari, senza guanti e utilizzando gli stessi guinzagli utilizzati per i cani della sezione adottabili/sani;
  • ai volontari è impedito interagire con i cani in isolamento/osservazione e anche di effettuare turni mattutini durante la settimana;
  • il canile sanitario ha un orario di apertura al pubblico ma gli utenti, pur in presenza di cani sani e adottabili che non vengono trasferiti presso il canile rifugio, vengono spesso indirizzati verso il canile di strada Cuorgnè, ripetendo spesso che presso il canile sanitario non ci sono cani adottabili;
  • circa il canile rifugio di strada Cuorgnè la situazione appare migliore ma restano alcune problematiche: nell’organico del gestore non esistono professionalità che siano in grado di occuparsi correttamente della gestione di razze di cani quali ad esempio pitbull, doghi, rottweiler e ciò si riflette sulle adozioni di tali cani (non essendoci professionalità in grado di occuparsi di tali razze ciò va ad impedire l’autorizzazione all’adozione), gli sgambamenti sono caratterizzati dalla presenza di tombini aperti e di buche (coperti da erba e arbusti), le colonne dell’acqua nelle aree di sgambamento non funzionano regolarmente e le torrette fuori dalle aree presentano forti perdite, i pannelli solari risulterebbero non funzionanti da tempo e ad ogni evento piovoso si intasano i canali di drenaggio dell’acqua esterni ai box portando in evidenza sporcizia ed effluvi di pessima profumazione;
  • in riferimento ai servizi veterinari se ne è riscontrato, nel corso degli anni, uno spiacevole decremento della qualità: il personale veterinario è poco presente e sovente in difficoltà rispetto all’esecuzione di visite e medicazioni. Il numero dei cani deceduti è in aumento: le autopsie svolte dall’Istituto Zooprofilattico hanno segnalato anomalie e patologie che hanno portato all’evento finale perché mai curate probabilmente proprio perchè nessuno ne era al corrente e gli esami specialistici sono ritenuti troppo esosi;
  • sovente accade che i volontari debbano occuparsi di attività che non competerebbero loro, quali ad esempio l’igiene degli ambienti e l’idratazione dei cani, si aggiunga che le regole indirizzate ai volontari non sono mai state riportate in forma scritta: in progresso di tempo e con il cambio dei volontari ciò favorisce la possibilità per il gestore, modificando le regole, di fare emergere una presunta inadeguatezza di taluni volontari;
  • da quest’anno per scelta del gestore l’orario invernale termina alle 18 anche al canile sanitario (da 16 anni terminava alle 19): ciò significa di consentire una riduzione del tempo di sgambamento per i cani e un incremento del tempo trascorso nei box;
  • da non sottacere appaiono anche le notevoli difficoltà negli iter adottivi;

CONSIDERATO CHE

  • come recita a pagina 20 il documento “Programma di governo per la città di Torino 2016-2021”, votato dalla maggioranza consiliare che sostiene la Giunta Appendino: “Torino è una città che si dimostra molto sensibile al tema della difesa degli animali e dei loro diritti”;
  • “chi pensa che i cani non abbiamo un’anima non ha mai guardato un cane negli occhi” (Victor Hugo);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se e in quante occasioni dal luglio 2016 a oggi abbiano effettuato sopralluoghi (non preannunciati) presso i due canili gestiti da ENPA onlus per guardare negli occhi gli amici a quattro zampe e, soprattutto, per constatarne le condizioni di vita;
  2. quante associazioni e/o raggruppamenti temporanei di operatori economici abbiano partecipato al bando del 2016;
  3. quanti dei partecipanti (di cui al punto precedente) fossero in possesso della certificazione UNI EN ISO 9001:2000;
  4. se l’Amministrazione sia a conoscenza di quanto allo scrivente narrato e da quest’ultimo riportato nel paragrafo “rilevato che” (che qui si intende richiamare integralmente);
  5. quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione affinché si possano trovare soluzioni migliorative del servizio e aventi come scopo la tutela e il benessere degli animali ospitati presso i canili;
  6. quali accorgimenti e correttivi si intendano integrare nel nuovo bando per l’affidamento della gestione dei canili dal 1° gennaio 2020 per evitare che si protraggano e/o ripetano determinate situazioni;
  7. se con il nuovo bando si intenda prevedere la figura di un veterinario “terzo”, esterno sia al Comune sia al gestore, che possa interagire con tutti gli attori coinvolti nella gestione dei canili;
  8. se con il nuovo bando si intenda prevedere la possibilità, motivata da ragioni di miglioramento del servizio, per tutte le associazioni di volontari che operano presso i canili di inviare periodici report ai competenti uffici comunali affinché possano segnalare sia comportamenti meritevoli sia eventuali carenze del gestore.

Silvio Magliano